Mostra a itinerario diffuso per Alessandro Guardassoni

Alessandro Guardassoni (1819-1888). Un pittore bolognese tra romanticismo e devozione
Mostra a itinerario diffuso a Bologna
Dal 14 Settembre 2019 al 19 Gennaio 2020
Info: Collezioni Comunali d’Arte Piazza Maggiore 6 tel. 051 2193998
Inaugurazione venerdì 13 settembre, ore 17.00
In occasione del bicentenario della nascita del pittore bolognese Alessandro Guardassoni (1819-1888), l’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, l’Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica, la Fondazione Gualandi a favore dei sordi e la Diocesi di Bologna hanno realizzato un itinerario diffuso nella città metropolitana per valorizzare l’attività dell’artista: dal naturalismo storico-romantico alla svolta purista sino allo sviluppo di un linguaggio devozionale, che fece di lui il più importante pittore ecclesiastico di Bologna nel XIX secolo.
Dopo una prima formazione in città, egli fece esperienze di studio e di viaggio all’estero e dal 1856 iniziò a partecipare con successo non solo alle mostre accademiche, ma anche a quelle di rilevanza internazionale, proponendo quadri di soggetto storico-romantico, biblico-sacro e ispirati alla letteratura, divenendo in particolare famoso per l’episodio del La conversione dell’Innominato tratto da I promessi sposi di Alessandro Manzoni.

Parallelamente, dal 1859 iniziò a studiare ottica Leggi Tutto

“Il miracolo della gamba”…. con svista. La pala d’altare della chiesa di Pegola

La Pala della Chiesa di Pegola, opera attribuita al pittore Bartolomeo Ramenghi detto il “Bagnacavallo seniore”
– Testo di Dino Chiarini
Tre studiosi e ricercatori padovani, Ferdinando Maggioni, Giuseppe Maggioni e Dantina Talmelli, autori del volume “Santi Cosma e Damiano in Italia – Ricerca ed espressioni”, nel 2005 affermarono che il quadro dell’Altare della Chiesa di Pegola dal titolo “Miracolo della gamba” era da attribuire al pittore Bartolomeo Ramenghi (1).
Nel trattare la storia della tela aggiungevano pure che «Il Manzi, un medico e storico bolognese, in una sua pubblicazione segnalava di aver trovato nella raccolta di stampe dell’Archiginnasio un’incisione a firma G.B. fecit, ossia Giuseppe Benedetti, incisore bolognese (1707-1782) e di avervi letto in calce “ora si trova a S. Damiano”. Sempre il Manzi legittima l’ipotesi che la stampa non sia altro che la riproduzione del quadro della chiesa in località Ponte di Ferro» (2). Uno dei ricercatori padovani dichiara: «L’accostamento della stampa al quadro di Pegola, dimostra, vorrei dire con certezza, che il quadro del Ramenghi dato per disperso è quello che attualmente si trova nella parrocchia di Pegola» (3).

La tela menzionata dallo studioso sparì improvvisamente in un anno imprecisato dell’Ottocento da Bologna e come sia arrivato nella chiesa di Pegola nessuno lo sa; giunse in questo paese tagliata in diversi Leggi Tutto

Il Castello di Bentivoglio, il Palazzo rosso e il Mulino Pizzardi. Cenni di storia

Brevi notizie storiche su: La Rocca e il Castello di Bentivoglio
Il Castello fu fatto costruire da Giovanni II Bentivoglio fra il 1475 e il 1481 di fianco alla Rocca, quest’ultima eretta nel 1390 dal Comune di Bologna con fini strategici: nel torricino vi erano infatti la campana d’allarme e il braciere per le segnalazioni con Bologna e altri luoghi. Il castello fu adibito da Giovanni II a dimora di svago e di caccia, la Domus Jucunditatis, come si leggeva nella decorazione pittorica della corte, per brevi soggiorni e adatta ai divertimenti della corte bentivolesca.
L’edificio è a pianta quadrata, dalle finestre ampie, dal vasto e luminoso cortile, dalle accoglienti stanze con annessi servizi e stalle. I caratteri sono quelli di una tipica costruzione rinascimentale, una dimora di campagna senza le preoccupazioni difensive eccessive, con due ariosi porticati, stanze e corridoi semplici con vivaci decorazioni, purtroppo oggi in maggioranza perdute tranne quelle dei fiordalisi, degli stemmi e dei ghepardi.
Un posto a parte hanno la Sala dei Cinque Camini e la Sala del Pane, quest’ultima così definita dallo splendido ciclo di affreschi che la adornano narrando in dieci riquadri la storia della panificazione.
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La Pala d’altare della Chiesa di Altedo, attribuita a Prospero Fontana… forse

Testo  e ricerca di Dino Chiarini
Nel terzo tomo deLe chiese parrocchiali della Diocesi di Bologna ritratte e descritte, 1844-1851”, Don Antonio Landi, autore della pagina dedicata aS. Giovanni Battista di Altedo”, afferma che la Pala dell’Altare Maggiore fu dipinta dal pittore bolognese Prospero Fontana. Questi, nato a Bologna nel 1512 e deceduto nella città petroniana nel 1597, si formò presso la bottega del pittore Innocenzo da Imola e in seguito frequentò lo studio di Girolamo da Treviso.
Nel 1539 sposò Antonia de Bonardis; da questo matrimonio nacque Lavinia (1552-1614) che diventò anch’essa ottima pittrice.
Prospero Fontana collaborò con diversi pittori tra cui cito soltanto Pellegrino Tibaldi e Giorgio Vasari.
Tra le opere più famose dipinte da Prospero, vorrei elencarne solo tre, a mio avviso le più belle: Le Storie del Battista e gli Evangelisti, Le Storie della Vergine e la Deposizione della Croce. Sul dipinto che riguarda la “Nascita di San Giovanni Battista”, non ho trovato riscontri: infatti, non compare neppure nella corposa opera del conte Carlo Cesare Malvasia dal titolo “Felsina pittrice, vita de’ pittori bolognesi …”.

Ne dà conferma, come autore della tela altedese, anche l’incaricato della “Soprintendenza delle Gallerie di Bologna” che, il 15 settembre 1971 nell’inventariare il materiale d’arredo della chiesa parrocchiale, riporta la seguente scheda: Leggi Tutto

Bologna com’era nel 1845

Una “chicca” preziosa per chi ama la storia di Bologna “la dotta” e “la grassa”, e il suo immenso patrimonio artistico e architettonico, viene offerta dalla digitalizzazione di unaGuida per la città di Bologna e i suoi sobborghi”, compilata e edita a Bologna nel 1845 a cura di Girolamo Bianconi, che descrive minuziosamente tutte le Chiese, i Palazzi signorili, e gli edifici di valenza storica, con relative opere d’arte contenute e loro autori, presenti in quell’anno, via per via, quartiere per quartiere (che non erano gli stessi di oggi). Vedi: https://www.storiaememoriadibologna.it/files/vecchio_archivio/certosa/g/guida_bianconi_1.pdf e
https://www.storiaememoriadibologna.it/files/vecchio_archivio/certosa/g/guida_bianconi_2.pdf

E un altro piccolo scorcio di vita della Bologna dell’Ottocento e inizio Novecento viene dalla storia del Grand Hotel Brun e dai suoi illustri ospiti:
https://www.storiaememoriadibologna.it/hotel-brun-2784-luogo

L’arte è donna, nei Musei Civici di Bologna

L’ARTE È DONNA
INCONTRI TRA LIBRI E OPERE NEI MUSEI DI BOLOGNA
Martedì 9 aprile Museo d’Arte Moderna di Bologna via Don Minzoni 14
Lica Covo Steiner. Arte, grafica e impegno
Presentazione del libro “Lica Covo Steiner” di Anna Steiner (ed. Corraini), alla presenza dell’autrice. Relatrici: Anna e Marzia Corraini. Coordina Lara Crinò. Visita guidata alla mostra “Mika Rottenberg” a cura di Lorenzo Balbi.
Mercoledì 8 maggio- Palazzo d’Accursio, Cappella Farnese Piazza Maggiore 6. Sofonisba Anguissola e Lavinia Fontana, le dame con il ventaglio. Presentazione del libro “La dama con il ventaglio”
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Pieve città d’arte. Week end della cultura

Pieve Città d’Arte – I Weekend della Cultura
dal 30 marzo al 14 aprile 2019
Al via la terza edizione dei Weekend della Cultura a Pieve di Cento. Dal 30 marzo al 14 aprile sono numerosi gli eventi che interesseranno i musei e i monumenti di Pieve di Cento: concerti, spettacoli teatrali, l’inaugurazione di nuove mostre, visite guidate, lezioni d’arte, aperture straordinarie del circuito museale e tanto altro.
Questi gli appuntamenti del primo fine settimana:
SABATO 30 MARZO
ore 16.30, Piazza della Rocca 1
La Rocca di Pieve di Cento. Un esempio di fortificazione di pianura, oggi Museo delle Storie di Pieve. Visita guidata aperta alla cittadinanza
ore 18.00, Galleria d’arte Il Ponte04
Inaugurazione della mostra “Tra presenza ed evocazione
Personale di Ernesto Angelo Ubertiello
a cura di Franco Basile e Andrea Maccaferri
– ore 21.00, Teatro storico “Alice Zeppilli”
Tra un atto e l’altro: Two sisters – Due sorelle con Francesca Leggi Tutto

Giornate FAI di primavera

Giornate FAI di Primavera- sabato 23 e domenica 24 marzo 2019
Torna il weekend dedicato al patrimonio culturale italiano, da scoprire e proteggere insieme al FAI.
Nella nostra provincia, luoghi aperti
A BOLOGNA:
– Complesso di San Martino, Via Guglielmo Oberdan, 25,
– Villa Aldrovandi Mazzacorati e Teatro Settecentesco, Via Toscana, 19, – Palazzo Fava da San Domenico, Via del Cane, 9,
– Palazzo Marescotti Brazzetti, via Barberia 4
A PIEVE DI CENTO: COLLEGIATA DI Santa Maria Maggiore e apertura straordinaria del Campanile dopo i recenti restauri.
A IMOLA: Complesso Sante Zennaro, Archivio scolastico Carducci, Rocca sforzesca, Palazzo Tozzoni, Palazzo Vacchi Suzzi
A CASTEL SAN PIETRO TERME
– Santuario del SS.Crocifisso: 55 campane per un carillon unico
– Cassero di Castel San Pietro: da baluardo difensivo a teatro
* L’elenco completo Leggi Tutto

Portici di Bologna in gara per il riconoscimento UNESCO

Candidatura dei portici di Bologna a patrimonio dell’umanità UNESCO.
Nel giorno in cui è stata presentata alla città la candidatura dei portici a patrimonio dell’umanità UNESCO, la pagina Facebook del Comune di Bologna ha lanciato una iniziativa simbolica di sostegno a questa grande sfida: da giovedì 14 marzo, infatti, è possibile personalizzare la foto del proprio profilo Facebook con il logo appositamente realizzato da due allievi dell’Accademia di Belle Arti sotto la guida del professor Danilo Danisi e scaricabile nella gallery qui sotto per essere condiviso ovunque. Un gesto semplice per sostenere tutti insieme, dal basso, il cammino verso un riconoscimento così prestigioso.
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Bartolomeo Massari, medico astrologico e pittore, con quadro a Malalbergo

La Pala dell’Altare Maggiore nella Chiesa di Malalbergo, attribuita al pittore bolognese Bartolomeo Massari
Testo di Dino Chiarini
Bartolomeo Massari nacque a Bologna -probabilmente nel 1596- da Lucio Massari (Bologna, 22 gennaio 1569 – Bologna, 4 ottobre 1633) e da Ippolita Macinatori. Egli fin da giovanetto si mostrò desideroso di intraprendere l’arte pittorica, già praticata con discreto successo dal padre, ma fu vivamente sconsigliato proprio dal genitore, poiché diceva che con l’arte pittorica “non si campava”. Per tal motivo furono ben poche le opere eseguite dal giovane pittore; una di queste, datata 1625, è custodita nella sagrestia della Chiesa di S. Martino Maggiore di Bologna dal titolo “S. Martino e il povero”(1), una era denominata “S. Cirillo ricevente da un Angelo le tavole d’Argento” ma nessun storico dell’arte indica il luogo in cui è affisso, mentre la terza è collocata nell’Abside come Pala dell’Altare Maggiore nella chiesa parrocchiale di Malalbergo, dal titolo “Madonna col Bambino e i SS. Francesco d’Assisi e Antonio Abate”.

Provo ora di accompagnare il lettore in un’anamnesi sommaria di quest’ultimo quadro. Il conte Carlo Cesare Malvasia, autore dell’opera “Felsina pittrice vita de’ pittori bolognesi …” scrive che il figlio del pittore bolognese Lucio Massari, il dottor Bartolomeo, «… giovanissimo, dipinse d’ascoso una tavola, che Leggi Tutto