Lettere dalla Polonia invasa
Àlex Sala Redattore di Historia National Geographic
[Quelle che seguono sono testimonianze fittizie di lettere, diari e impressioni basate su ritagli di giornale e altri documenti reali dell’epoca]
Il 1° settembre 1939 la Germania diede inizio all’invasione della Polonia. La campagna scatenò la Seconda guerra mondiale (1939-1945).
– Comunicazione del maggiore Henryk Sucharski. Forte polacco Westerplatte, porto della città autonoma di Danzica. 1 settembre.
S.O.S.: sono sotto il fuoco nemico.
– Lettera di un soldato tedesco alla sua famiglia. Campo d’aviazione di Neudorf, Germania.1 settembre.
Cara mamma,
oggi all’alba sembrava una mattina come tante, il cielo era sereno e stellato. Alle quattro però è arrivato il colonnello: “Signori, l’alto comando ha deciso di attaccare la Polonia questa notte. Preparatevi alla guerra”, ha detto.
D’improvviso la quiete si è trasformata in trambusto, le sirene hanno iniziato a suonare, le luci si sono accese e un’attività frenetica si è impadronita del campo d’aviazione. Quaranta minuti dopo stavo sorvolando la città di Wieluń con il mio aereo. La macchina da guerra si è messa in moto con tutta la sua potenza su questa cittadina della Polonia centrale. La nostra squadriglia solcava il cielo come uno sciame di zanzare, volando apparentemente
Traduzioni e incomprensioni
Traduzioni e incomprensioni
Osservazioni interessanti e pertinenti su un tema arduo, di:
Roberto Luigi Pagani – Un italiano in Islanda .
Mi è stata rivolta una domanda in merito al campo delle traduzioni, nel quale vivo professionalmente da molti anni:
Perché continuano a cambiare le traduzioni di testi antichi che ormai dovremmo sapere una volta per tutte come tradurre definitivamente, come ad esempio i testi religiosi, le preghiere, ma anche le saghe?
La domanda era così: Se hai pazienza e vuoi rispondere ho una domanda.
Sappiamo che alcuni testi del nuovo testamento (ma potrebbe essere qualsiasi altra fonte o libro), sono originariamente scritti in greco antico. Nel corso della mia vita ho assistito a riedizioni e nuove traduzioni di tali testi con termini diversi rispetto a quelle sentire in precedenza. Ad esempio ultimamente hanno anche cambiato il testo del “Padre Nostro”. La domanda è : ma dopo tutti questi secoli non esiste una traduzione certa e definitiva concordata? Perché tutti questi cambiamenti. Lo scritto originale non è cambiato. Cosa provoca questi cambi? E perché ora certe versioni sarebbero più esatte e quelle precedenti lo sarebbero di meno? Grazie.
Ci sono tre questioni da considerare:
1) la lingua italiana cambia, e dunque devono cambiare le traduzioni. Leggere una traduzione in italiano del 1500 non è un’esperienza utile per un lettore che non sia un filologo interessato ad aspetti della lingua di quel tempo. L’italiano
Notizie Dal Contado. Nasce la rivista semestrale del Museo
IL PRIMO NUMERO DEL PERIODICO “DAL CONTADO”
DEL MUSEO DELLA CIVILTÀ CONTADINA DI BENTIVOGLIO
– Recensione di Gian Paolo Borghi –
In occasione della Festa della Trebbiatura, lo scorso 24 giugno è stato presentato il primo numero della rivista semestrale “Dal Contado”, a cura del Museo della Civiltà Contadina di Bentivoglio. Si tratta di un interessante periodico che ospita contributi di ricerca e divulgazione sulle tematiche storiche, della cultura tradizionale/popolare e della museografia rurale, con specifico riferimento alla mission di questo nota istituzione museale che l’anno scorso ha festeggiato il cinquantesimo di fondazione.
In sintonia con la Festa, il numero si apre con l’articolo incentrato su La trebbiatura: dal ballo delle cavalle alla mietitrebbia, di Francesco Fabbri: un’interessante carrellata storica sulle tecniche della battitura del grano nel corso dei secoli, dalle arcaiche operazioni manuali con il correggiato al “rivoluzionario” avvento delle mietitrebbie.
Redazionale è il secondo articolo, così come i tre successivi, che illustra un “Manuale Hoepli” del 1902, dedicato al grano, già facente parte delle dotazioni bibliografiche delle Cattedre Ambulanti di Agricoltura, da anni confluite nelle raccolte librarie del Museo (rubrica Dagli scaffali della biblioteca).
Fa quindi seguito, per la rubrica Dentro le collezioni, il contributo su I rustici e le arnie razionali di Aurelio Girotti,
Nuovo tubone e ponte ciclo-pedonale sul Reno
Inaugurata la condotta idraulica con ponte ciclopedonale sul fiume Reno
A Trebbo di Reno, in comune di Castel Maggiore è stata inaugurata nei giorni scorsi un’opera importante e molto attesa da tutto il territorio bolognese: una condotta – ponte che attraversa per 400 metri il fiume Reno. Si tratta di intervento idraulico progettato e realizzato dalla Bonifica Renana perchè la condotta in pressione rende disponibile acqua rinnovabile di superficie alla pianura a sinistra del Reno che attualmente ne è priva. Sulla tubazione, il Consorzio ha realizzato un ponte ciclo-pedonale che connette le ciclabili locali ai lati del fiume, con la ciclovia del Reno. E questo aspetto è stato particolarmente apprezzato da cittadini, amministratori locali e fans della mobilità sostenibile.
Entrando nel merito tecnico dell’opera, Paolo Pini, direttore generale della Renana specifica che: “La condotta è in grado di fornire fino a 25 milioni di metri cubi d’acqua rinnovabile all’anno, a zone oggi prive di risorsa stabile. E questo grazie all’integrazione di fonti complementari di superficie di cui la principale resta il Po, attraverso la connessione con il Canale Emiliano Romagnolo. Ciò consente di ridurre l’uso dei pozzi nella zona a sinistra del Reno e, quindi, favorisce la conservazione dei livelli di falda, contrastando il grave fenomeno della subsidenza”.
“Questo intervento – aggiunge Valentina Borghi,
La modernità di Guglielmo Marconi, che unisce, oltre il tempo e i luoghi.
La modernità di Guglielmo Marconi
Note di Pia Brugnatelli Coordinatrice editoriale di Storica National Geographic*
«Un giorno sarà possibile mandare messaggi in ogni angolo della terra utilizzando una quantità così piccola di energia, che anche i costi saranno molto bassi». Con queste parole, pronunciate nel dicembre 1909 in occasione dell’assegnazione del premio Nobel per la fisica, Guglielmo Marconi dava prova della lungimiranza che lo aveva portato a raggiungere risultati straordinari.
La figura del grande inventore che nel 1896 brevettò per primo il telegrafo senza fili – nato a Bologna il 25 aprile di centocinquant’anni fa – mostra tratti d’impressionante modernità. Appassionatosi fin da giovane agli studi sull’elettricità, a soli vent’anni, prima ancora di laurearsi, si dedicò a sperimentazioni sulla trasmissione di onde elettromagnetiche, riuscendo per primo nel 1895 a inviare un segnale radio a oltre due chilometri di distanza, e a superare un ostacolo naturale (una collinetta nella località di Sasso, all’epoca non ancora detta Sasso Marconi). Le decisioni che prese a partire da questo risultato straordinario segnarono la storia delle comunicazioni, e suonano al contempo estremamente familiari ai giovani d’oggi. Su consiglio della madre, di origini irlandesi, decise d’interrompere gli studi, trasferirsi in Inghilterra, Paese tecnologicamente
Un libro per ricordare Passarini e il tempo della “balera”
UN LIBRO DEDICATO A RUGGERO PASSARINI E ALLE ORCHESTRE ALLA FILUZZI
Note di GIAN PAOLO BORGHI
Da diversi anni ricercatori e studiosi stanno dedicando un’attenzione non comune al mondo del cosiddetto ballo liscio, candidato peraltro dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna a essere dichiarato Patrimonio immateriale dell’Umanità a tutela Unesco.
Una significativa variante del “liscio” è costituita dal ballo alla Filuzzi, probabilmente “nato” agli inizi del ‘900 (ma “figlio” di danze ottocentesche), «vero leitmotiv e strenua passione musicale imperante nelle sale da ballo di Bologna e provincia». Così si esprime Adriano Bacchi Lazzari, noto ricercatore e collezionista di dischi, in un libro fresco di stampa dedicato a Ruggero Passarini, uno dei “giganti” di questa forma musicale, per decenni attivo con successo nelle sale da ballo (o, meglio, nei baladûr) della Città di Bologna e dei nostri territori.
L’agile libro che sto commentando porta il significativo titolo “Ruggero Passarini. Testi e bottoni, quante emozioni!” ed estende la sua sfera d’azione anche a una piccola Storia delle orchestre alla Filuzzi (come recita il sottotitolo) con biografie di altri grandi filuzziani, come Leonildo “Nildo” Marcheselli, considerato il “padre” e il principale divulgatore di questo ballo, tuttora molto apprezzato
25 aprile 1945-2024 -79 anni di libertà conquistata a caro prezzo.
25 aprile | Festa della Liberazione
Per conoscere e ricordare, visita il portale
www.storiaememoriadibologna.it/la-lotta-di-liberazione-1943-45
La città di Bologna ha decine di memorie dedicate agli eventi della Seconda Guerra Mondiale. Nelle strade, nei giardini, nei cortili delle case, sui marciapiedi vengono ricordati atti eroici, fucilazioni, battaglie. Per questa occasione segnaliamo quattro monumenti:
Il Sacrario dei Partigiani di Piazza Nettuno
Il Monumento alle Cadute Partigiane
Il Memoriale della Shoah
Il Monumento ossario ai Caduti Partigiani
Bologna fu una delle città italiane più colpite dalla guerra, sia per la sua centralità nel sistema delle comunicazioni, sia per la sua posizione di retrovia della Linea Gotica.
Fra il settembre 1943 e l’aprile 1945, con l’insediamento del comando militare tedesco e della RSI (Repubblica Sociale Italiana, o “di Salò”), la città conobbe un duro regime di occupazione, il freddo e la fame per la popolazione civile, i bombardamenti alleati, rappresaglie naziste come quella di Monte Sole, ma anche la coraggiosa azione dei gruppi partigiani e la resistenza degli antifascisti.
Alto fu il
La Ciclovia del Reno è pronta al via
Inaugurazione della Ciclovia del Reno
Sabato 6 aprile 2024, ore 15 a Malacappa (Argelato)
La Ciclovia del Reno ER19 è un percorso ciclo-pedonale turistico che corre quasi totalmente sulla sommità dell’argine del fiume Reno e che – per quello che riguarda il solo tratto di pertinenza dell’Unione Reno Galliera (escludendo, cioè, quelli dei confinanti comuni di Calderara di Reno e di Sala Bolognese) – ha una lunghezza di 42 km, da Trebbo di Reno a San Vincenzo di Galliera.
Sabato 6 aprile il taglio del nastro è previsto alle ore 15 a Malacappa, appuntamento ovviamente in bicicletta in autonomia oppure unendosi al gruppo organizzato dall’associazione Pedalalenta – FIAB in partenza alle 14.15 dalla Chiesa di Trebbo di Reno (Info: 329 455 5108 | 347 440 0602 – info@pedalalenta.it).
Costata 1,6 milioni di euro e finanziata con il contributo dei fondi regionali FSC 2014-2020, oltre al contributo della Città metropolitana di Bologna, e dei comuni di Calderara, Sala Bolognese e Cento, la ciclovia attraversa i comuni di Castel Maggiore, Argelato, Castello d’Argile, Pieve di Cento e Galliera, Calderara di Reno e Sala Bolognese, lambendo anche il centro abitato di Cento.
Il suo tracciato coincide con la linea #25 della Bicipolitana per il tempo libero e si collegherà alla Ciclovia del Sole – Eurovelo 7, all’altezza della località Lippo di Calderara di Reno, grazie al nuovo ponte ciclabile sul fiume Reno.
La Ciclovia inoltre è stata
Le favole dell’Ocarina bianca. In un nuovo libro
Le favole dell’ocarina bianca
Recensione di GIAN PAOLO BORGHI
È il titolo di un piacevole libro di Beppe Manni, che propone il repertorio completo della Compagnia dei “Burattini dell’Ocarina Bianca”, una formazione modenese ormai da oltre un trentennio attiva con le sue rappresentazioni in quel territorio e, più in generale, in area emiliana. Composto da Beppe Manni e da Maurizio Berselli, il sodalizio si distingue non soltanto per i copioni che vedono come protagonisti i classici e noti burattini della “scuola” modenese-emiliana (Sandrone e Pulonia, nonché Fagiolino), ma si caratterizza soprattutto per le numerose proposte di spettacoli nei quali le fiabe della tradizione, le avventure alla corte estense e alcune storie bibliche dominano letteralmente la scena.
I Burattini dell’Ocarina Bianca vivacizzano inoltre i loro spettacoli con musiche (eseguite dal gruppo musicale Suonabanda, diretto da Maurizio Berselli) e canti che sono stati incisi in un Compact Disc allegato al libro.
Per l’attività artistica, alla compagnia sono stati attribuiti importanti riconoscimenti dalla giuria del Premio nazionale “Ribalte di Fantasia”, per copioni inediti del teatro di burattini, fondato da Otello Sarzi Madidini e Giorgio Vezzani.
Stupendamente illustrato
Romano Danielli, l’operaio che si fece burattinaio, ora scrittore
UN LIBRO DI ROMANO DANIELLI:
SEGRETI E MAGIE DI BURATTINI E BURATTINAI BOLOGNESI
– Scheda bibliografica di GIAN PAOLO BORGHI-
Stampato a cura dell’editore bolognese Paolo Emilio Persiani, questo interessante volume del burattinaio petroniano Romano Danielli porta un significativo sottotitolo, Anche l’operaio metalmeccanico può diventare artista burattinaio, che sottolinea in sintesi il suo traguardo artistico, felicemente (e più che meritatamente!) conseguito, nonostante le apparenti difficoltà culturali della partenza.
La sua prestigiosa carriera ha inizio nel lontano 1953, a sedici anni, nel “casotto” delle teste di legno di Umberto Malaguti e prosegue in un crescendo di successi che lo conduce ai vertici dell’arte burattinesca bolognese e nazionale e che lo vede protagonista di importanti esperienze internazionali.
Il suo esordio pubblico a favore degli amici si realizza durante la sua fanciullezza. Ricorda, con una certa commozione: «Il primo spettacolo pubblico lo diedi in strada. L’attrezzatura era semplice: una sedia, un burazzo ‘ciuffato’ (sottratto) in cucina, poi i burattini (alcuni erano vestiti, altri no). Radunati gli amici, che sedevano comodamente sul marciapiede, iniziai (non avendo il campanello per il segnale d’ apertura il il dlin, dlin lo facevo con la bocca). Le storie le inventavo lì, al momento».
Le vicende che Romano Danielli ci narra con maestria si snodano attraverso itinerari che hanno come