
Lettere che cambiarono il mondo
Annalisa Palumbo –Coordinatrice editoriale Storica National Geographic (*)
Intorno all’VIII secolo, se non prima, in Asia si sviluppò una tecnica per produrre diverse copie di un testo senza ricorrere alla copiatura manuale: la xilografia. I testi e le immagini erano incisi in rilievo su una tavoletta di legno (in greco, xylon), che veniva cosparsa d’inchiostro e quindi impressa su fogli di carta o seta delle dimensioni della tavoletta stessa. Il primo esempio di libro stampato antico giunto fino a noi è il Sutra del diamante, dell’868.
Sebbene per tutto il XIII secolo in Cina si sia tentato di creare un sistema di stampa con caratteri mobili, la complessità della scrittura cinese e l’immenso numero di segni da riprodurre resero impossibile l’impresa. D’altro canto nel 1377, nel tempio di Heungdeok, in Corea, fu stampato il primo libro a caratteri mobili in cinese semplificato che sia sopravvissuto fino a noi: il Jikji, una raccolta d’insegnamenti dei grandi sacerdoti. Tuttavia la stampa a caratteri mobili non ebbe troppo successo e finì per scomparire.
Negli stessi anni in Europa aveva luogo una corsa alla creazione di un sistema analogo: gli artigiani e i primi stampatori mantenevano il più stretto riserbo sui progressi fatti in questo campo per evitare quello che oggi definiremmo una