Duca di Romagna e Duchessa d’Este. Leonardo e i Borgia a Imola

13 dicembre 2019, ore 17,30- Biblioteca Comunale di Imola
Duca di Romagna e Duchessa d’Este. Imola, Leonardo e i Borgia”.
Conferenza a cura di Miles Nerini, vicedirettore dell’Archivio di Stato di Modena.  Nel cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci la Biblioteca comunale di Imola ha realizzato un percorso espositivo, prorogato fino al 4 gennaio 2020 e intitolato “Pensa passare a Imola nel 1502”, che ricorda il passaggio di Leonardo al seguito di Cesare Borgia, che espugnò i territori di Caterina Sforza conquistando la Romagna.
Ma nel 2020 ricorre anche un altro cinquecentenario, quello della morte di Lucrezia Borgia ďEste, sorella di Cesare. Miles Nerini ripercorre le tracce lasciate dai Borgia ad Imola, sul principio di un XVI secolo segnato da guerre e conflitti, ma anche popolato di straordinari personaggi. Fuori da ogni diceria, verranno proposti i percorsi tracciati dai documenti dell’epoca, testimoni immortali di un periodo fertile di cambiamenti. Sullo sfondo, costante, resterà la figura di Leonardo, genio diviso tra le grandi corti del Rinascimento.
L’incontro è organizzato in collaborazione con l’Archivio di Stato di Modena. Ingresso libero.
Nella foto in alto, la Rocca sforzesca di Imola.
Per saperne di più: http://bim.comune.imola.bo.it/notizie/15461?fbclid=IwAR2qOIbomhB-VOk74_Z3Qlg32ATzHTUM46HAeHq5GwXQQukU4K1yy4jRxfI

Pianta di Imola disegnata da Leonardo nel 1502

Prima pubblicazione 12 dicembre 2019

Paolo Galeati, tipografo di Imola. Margherita Goretti

PAOLO GALEATI – TRA LA POLITICA E L’ARTE TIPOGRAFICA
L‘Imola in cui nacque Paolo Galeati era una tipica cittadina della Romagna di meno di diecimila abitanti, con le case addensate sui due lati della via Emilia e chiuse nella cerchia intatta delle antiche mura, che tale doveva restare fino ai primordi del nostro secolo.
Fra la popolazione si distinguevano numerosi nobili, i più facoltosi dei quali possedevano un palazzo in città , e terreni con villa, o almeno una casa padronale, nel contado; un clero ancora numeroso nelle sue varie ramificazioni, e benestante, benchè le sue proprietà  avessero subito ampie falcidie durante il periodo napoleonico, a vantaggio soprattutto della classe nobiliare e possidente; un ceto di mercanti, di curiali, di medici, di proprietari terrieri non nobili, insomma, di persone esercitanti libere professioni o impieghi, che godevano al pari dei nobili di un certo grado di istruzione e di abilità non manuali, al di sotto dei quali c’era il ceto più numeroso degli artigiani, dalle gradazioni infinitesime, passandosi da chi stava vicino a coloro, che oggi diremmo borghesi; agli operai, che spesso cadevano
nella condizione di disoccupati. Frequente era poi il caso di proprietari terrieri che si dedicavano agli impieghi pubblici o alle libere professioni o a qualche attività  commerciale o artigianale, per incrementare i propri insufficienti redditi agrari.

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