La torre “Conserva”. Agonia di un edificio. Franco Ardizzoni

La torre Conserva è un edificio di fine Quattrocento o inizi Cinquecento, che si scorge sulla sinistra percorrendo la strada S.Alberto, da S.Pietro in Casale verso S.Vincenzo, appena dentro il territorio di Galliera ed è posta al n. 5 della omonima via Torre. E’ una casa-torre sviluppata su tre piani dell’altezza complessiva di circa 18 metri e con una base leggermente rettangolare di circa  mt.8×6, ai cui lati sono state addossate due ulteriori costruzioni .
Costruita probabilmente dai Malvezzi, antica famiglia senatoria bolognese, i quali nel XV secolo,  possedevano molte terre nella zona a partire da S. Alberto (oggi in comune di S. Pietro in Casale), attraversando parte del comune di Galliera, e verso il territorio ferrarese fino alla località  Raveda, nei pressi di Mirabello.

Allora il fiume Reno non aveva l’attuale percorso, ma da S. Agostino proseguiva verso nord immettendosi nel Po all’altezza di Porotto ed il territorio bolognese arrivava fino alla torre Verga (oggi non più esistente) appunto vicino all’attuale Mirabello, per cui i Malvezzi potevano  coltivare ed amministrare le loro terre senza troppi impedimenti, non avendo l’ostacolo del fiume.

La torre si trova a poca distanza dal Palazzo della Tombetta, villa padronale costruita dalla stessa famiglia e sede della tenuta Tombetta, un vasto tenimento di 570 tornature che nel 1801 Francesco e Giuseppe Malvezzi vendettero ad Antonio Aldini e che nel Leggi Tutto

La torre di Galliera. Franco Ardizzoni

Nella sua politica di espansione verso il contado il comune di Bologna, alla fine del XII secolo (sembra nel 1194), costruì il castello e la torre di Galliera in una posizione che, in quel momento, rappresentava il punto più avanzato dei suoi confini verso il territorio ferrarese degli Estensi, con i quali erano frequenti i contrasti. Da quel momento, e per tutto il XIII secolo, Galliera divenne un luogo molto importante per il comune di Bologna. La strada che partendo dal centro della città si dirigeva verso nord prese il nome di strada di Galliera e veniva regolarmente inghiaiata, anche la porta da cui usciva detta strada si chiamò porta Galliera. La località divenne sede di Podesteria e la sua giurisdizione si estendeva sopra 26 comunità.  Il castello e la torre di Galliera furono il primo punto di un sistema difensivo dei Bolognesi verso il territorio ferrarese. Infatti, successivamente fu costruita la torre del Cocenno, poche miglia a nord di Galliera, nel punto di confluenza del canale Cocenno (proveniente dal Centese) con il canale Riolo che, passando accanto alla torre di Galliera, collegava la città di Bologna con il Ferrarese unendosi al “canale Palustre”, che nasceva dal Po in località Porotto. Nel 1242 fu costruita, sempre ad opera del comune di Bologna, la torre dell’Uccellino (nella terra di Lusolino) a 5 miglia da Ferrara e 25 da Bologna, sempre sulla riva di un corso d’acqua, e nel 1305 fu edificata la torre Verga (non più esistente) in un luogo che oggi si trova al bivio delle strade che conducono a Mirabello, Poggio Renatico e Madonna Boschi, ma che in quel periodo era territorio del comune di Galliera.Nel 1250 l’organo legislativo del comune di Bologna deliberò che fosse posta una campana sulla torre dell’Uccellino, una  sulla torre del Cocenno ed un’altra sul lato settentrionale della torre di Galliera, “e ciò affinchè i comuni delle terre interessate possano e debbano, quando venga segnalato un pericolo, correre ad appostarvisi, e i nemici del comune di Bologna non si arrischino di entrare nel nostro territorio”.

Il sistema difensivo bolognese, ben descritto dallo storico Amedeo Benati (Strenna Storica 1989) fu completato con la costruzione, nel 1301, della torre dei Cavalli, nella zona di Molinella.

Tutti questi fortilizi erano custoditi da un capitano coadiuvato da un certo numero di uomini armati.

Nel 1336 il comune di Bologna distrusse il castello di Galliera perché vi si erano rifugiati dei fuorusciti di parte ghibellina. I soldati di Vinciguerra di Ansaldino Bugatti, dopo aver messo a ferro e fuoco il circondario, espugnarono il castello e lo spianarono fino alle fondamenta ed avendo catturato alcuni ribelli li “impiccarono per la gola agli arbori”. La torre, con i suoi robustissimi muri di oltre 2 metri di spessore, venne risparmiata ed è l’unico avanzo di quel glorioso periodo.

La torre è alta circa metri 21,75 ed ha una base di metri 9,40 x 7,70. Ha tutte le caratteristiche delle torri bolognesi ed assomiglia particolarmente alla Garisenda ed alla torre Galluzzi.

La sua porta aerea si trova a circa mt. 1,75 dal suolo, ma in origine doveva essere a circa mt. 6, come quella della Garisenda. Infatti le ripetute alluvioni delle acque torbide del Reno, trattenute dall’argine denominato Coronella, hanno innalzato nei secoli il livello del suolo circostante per cui 4-5 metri del corpo della torre sono interrati.

Nella parte alta della parete sud vi è una nicchia che un tempo conteneva lo stemma in macigno del comune di Galliera. Tale stemma Leggi Tutto

“Una terra di confine. Storia e Archeologia di Galliera nel Medioevo”

Giornata di Studi a Galliera. Sede municipale. 4 settembre 2005. Promossa da Università, Provincia e Comune
Importante appuntamento per chi ama la storia locale, con un programma ricco di interventi qualificati e al massimo livello, per conoscere e approfondire lo studio di questa interessante area della pianura bolognese.
I promotori di questa lodevole iniziativa sono : l’ Università di Bologna/Dipartimento di Paleografia e Medievistica, l’Università Ca’ Foscari di Venezia/Dipartimento di Scienze dell’Antichità e del Vicino Oriente, la Provincia di Bologna e il Comune di Galliera.
Programma
ore 9,30 Apertura dei lavori
 Saluti di
 GIUSEPPE CHIARILLO   Sindaco di Galliera
 SIMONA LEMBI     Assessore alla Cultura della Provincia di Bologna

 Relazioni
 PAOLA GALLETTI      Università di Bologna
 “Un territorio tra storia generale e storia locale”
 LUCIA FERRANTI     Università di Bologna
 “Le fonti d’archivio: un panorama”
 TIZIANA LAZZARI    Università di Bologna
 “Il Saltus planus e l’organizzazione civile nel territorio altomedievale”
 ROSSELLA RINALDI   Università Leggi Tutto

Ezio Villani. Da Galliera alla Costituente. Biografia in un libro

Mancava ad oggi un lavoro complessivo volto a ricostruire sia il percorso formativo sia il contributo dato
da Ezio Villani (Galliera (BO), 1892 – Roma, 1955) alla politica italiana, nel periodo che va dal primo dopoguerra agli anni del Centrismo. Personaggio non di primo piano, se paragonato ai grandi attori della storia nazionale del Novecento, il socialista Villani è però stato testimone, ed anche protagonista, di molte vicende nazionali del secolo appena trascorso. Giovane dirigente della Camera del Lavoro di Ferrara, convinto antifascista vessato dal regime di Mussolini, al termine della lotta di Liberazione combattuta nellaBrigata Matteotti partecipò ai lavori dell’Assemblea Costituente, prima nelle file del Partito socialista poi in quelle
del Partito socialista dei lavoratori italiani.  In quel consesso l’on. Villani si distinse per alcuni interventi in materia di rapporti economici e tutela del lavoro dai quali emerge chiaramente la volontà  del deputato socialista di dare compiuta realizzazione a quel precetto, contenuto nella Carta repubblicana, che affida ancora oggi allo Stato il compito di «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la
libertà  e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

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Galliera. Monografia n. 3

Dopo  un paziente lavoro di ricerca e studio è pronto il 3° numero di
“Galliera, uomini fra terra, lucciole e stelle”
pubblicazione monografica   edita come supplemento del periodico “Torre” del Comune di Galliera, promossa e curata dalla Pro Loco di Galliera e da un gruppo di ricercatori di memorie e storie locali, coordinato da Franco Ardizzoni.
La presentazione al pubblico si terrà venerdì 24 aprile 2008 alle ore 20,45
presso il Municipio , Piazza Eroi della Libertà, a San Venanzio di Galliera
Interverranno: Giuseppe Chiarillo, Sindaco Rossella Baroni, Assessore alla cultura, Magda Barbieri, Presidente Gruppo di Studi Pianura del Reno, Francesco Manferdini, Presidente – Pro Loco Galliera, Cesare Borsari, Presidente – Pro Loco Regionale
– Al termine, rinfresco.
* La nuova monografia presenta fra i suoi testi, il proseguimento delle note di toponomastica sulle strade di Galliera , approfondimenti sulle vicende di alcune località, come S. Prospero, e di antichi edifici dalle denominazioni misteriose come “al Tambel”
.

Il Ducato di Galliera. Dalle terre della “bassa” all’Europa. Franco Ardizzoni

Grazie a Napoleone ed ai Duchi De Ferrari il nome di Galliera è stato reso famoso in quattro città  europee: Bologna, Genova, Parigi e Stoccolma.  A Bologna vi era il Palazzo Galliera (già  Caprara), ora sede della Prefettura, a Genova vi sono gli ospedali Galliera creati dalla duchessa Maria Brignole-Sale De Ferrari, a Parigi vi è il Museo Galliera eretto dalla Duchessa per esporvi la sua collezione d’arte; inoltre una delle strade che fiancheggiano il museo si chiama Rue Galliera, a Stoccolma circa 70 quadri già  esistenti nel palazzo di Bologna fanno parte delle collezioni reali. (1) Ma partiamo dalle origini. La costituzione della tenuta di Galliera è strettamente legata alle vicende patrimoniali di Antonio Aldini. (2) E’ noto infatti chel’Aldini durante il periodo dell’occupazione francese, costruì un enorme patrimonio immobiliare acquistando fondi qua e là , buoni e cattivi, asciutti e umidi, in prossimità fra loro, in modo che a poco a poco, per frazioni riunite formò una vastissima tenuta.
Da semplice agiato divenne ricchissimo tanto da essere stimato, nel 1806, per non meno di 137.000 scudi censuari di Milano e nel 1801
risultò tra
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La Duchessa di Galliera, benefattrice, tra Italia e Francia

LA DUCHESSA DI GALLIERA Maria
Brignole Sale De Ferrari
. Biografia di Franco Ardizzoni
Discendente di una delle più
prestigiose famiglie genovesi Maria Brignole Sale nacque a Genova il
5 aprile 1811, in Palazzo Rosso, proprietà della sua famiglia. Il
doppio cognome è dovuto al suo antenato e Doge Gian Francesco
Brignole (1695-1760) che sposando l’unica figlia di Giulio Sale,
marchese di Groppoli (Lunigiana, provincia La Spezia) aggiunse al suo
cognome quello di Sale. La famiglia Brignole Sale vanta , fra i suoi
antenati, ben quattro Dogi di Genova.
All’età di diciassette anni andò
sposa al marchese Raffaele de Ferrari, uomo d’affari ricchissimo,
banchiere abile ed accorto finanziere. Assieme al marito formò la
coppia più benefica del secolo in Europa.
Nel 1837, dopo un trattativa durata
dieci anni, il marchese de Ferrari acquistò dalla corona di Svezia
le terre, ed il relativo titolo, del Ducato di Galliera (creato da
Napoleone Bonaparte nel 1812 e donato a Giuseppina Eugenia
Beauharnais,
futura sposa del re di Svezia). Il 18 settembre 1838 il
De Ferrari ottenne, da papa Gregorio XVI, il ripristino del Ducato di
Galliera
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Ipotesi sull’origine del nome di Galliera. Franco Ardizzoni

IPOTESI SULL’ORIGINE DEL NOME DI GALLIERA
L’origine del nome di Galliera non è ben chiaro poichè esistono diverse ipotesi. Ipotesi espresse da studiosi seri e documentati come Alfonso Rubbiani ed Edmondo Cavicchi, ma anche da studiosi poco informati come Ovidio Montalbani.
Alfonso Rubbiani teorizzava che il nome potesse derivare dai Galli Boi , che avevano abitato le zone marginali dell’agro bolognese dopo l’arrivo dei Romani. Cioè come era avvenuto per altre località che ancora oggi conosciamo: come Gallo ferrarese (comune di Poggio Renatico), un altro Gallo (nei pressi di Castel S. Pietro), Forum Gallorum (oggi Castelfranco Emilia), Campus Gallianus (Campogalliano, oggi in provincia di Modena). Ma mentre per le suddette località la radice è sempre “Gall”, per Galliera non è¨ la stessa cosa in quanto nella latinità , in pieno Medioevo, il suo nome era “Galeria”, come risulta da alcuni documenti, di cui il più antico risale all’anno 997. Pertanto l’ipotesi di Rubbiani non avrebbe più senso poichèmille anni fa il nome era Galeria e soltanto successivamente, probabilmente per effetto del dialetto, divenne Galira e poi Galiera, con una sola  L . Infine Galliera.

– Un’altra ipotesi, proprio dovuta al nome Galeria, è avanzata nel 1868 dal prof. Francesco Rocchi, docente di archeologia all’Università di Bologna. Il Leggi Tutto

L’antica Pieve di S. Vincenzo. Ricerca storica di Franco Ardizzoni

L™ANTICA PIEVE DEI SANTI
VINCENZO ED ANASTASIO IN SALTOPIANO

La pieve di San Vincenzo è una
delle più antiche della pianura bolognese,
forse la più
antica in assoluto. Infatti, secondo i documenti ancora esistenti, E’
citata per la prima volta in un placito tenuto a Cinquanta (
San Giorgio di Piano) nel IX secolo:

 l’anno 898 (IX secolo) in un
giorno non meglio precisato del mese di luglio, Guido, conte di
Modena, accompagnato da Agino (o Aginone), vasso dell’imperatore
Lamberto , e Bertolfo, visconte di Cittanova , nonchè castaldi e
vassi del conte, notai e scabini di più¹ luoghi del modenese, del
reggiano e del bolognese, si incontrano a “Villa que dicitur
Quingentas” (poi identificata come Cinquanta, località  nei
pressi dell’attuale S. Giorgio di Piano) per emettere un placito
(pubblico giudizio) nella vertenza tra il monastero di Nonantola e la
chiesa di Modena per il possesso della corte di Cannedolo nei
dintorni di Solara (presso l’attuale Bomporto). Il placito fu
emesso in favore del monastero di Nonantola, il cui abate, di nome
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