E’ una torre poco conosciuta e citata, forse perchè si trova nei pressi di una via (dedicata ad Attilio Ferrari) attualmente di passaggio quasi esclusivamente locale. Ma si trova in quel punto probabilmente perchè, nel tempo in cui fu costruita, si trovava su un percorso stradale più importante ( anche se tortuoso , dovuto alle più antiche presenze di “lame“, paleoalvei e “Gorghi“di Reno) di collegamento provinciale, usato da chi proveniva da Bologna, attraverso la via delle Lame, poi sulla via d’Erba di Argelato , costeggiando la chiesina di S . Giacomo, imboccava la via dei Ronchi, passava davanti al convento dei frati minori di S. Francesco, e magari si fermava nell’ “hospitale “ che si trovava nei pressi (oggi osteria “della Stella”).
Dalla torre , si proseguiva poi per il centro di Mascarino (alias Venezzano), con la sua chiesa, e un bivio che conduceva, svoltando a sinistra, verso Pieve di Cento, o , procedendo verso nord, Asia e il “poggio di Massumatico” (oggi Poggetto), importate sede vescovile con relativo palazzo; imboccando la stradina a destra si arrivava alla chiesina di S. Andrea, e, più oltre, a S. Benedetto e a S. Pietro in Casale.
E’ di probabile costruzione quattrocentesca, come altre torri simili presenti nel bolognese; ma, essendo stata solo superficialmente esaminata finora, non si può dire con certezza. E’ stata probabilmente adibita a “colombara“, come usava nei secoli scorsi, ma originariamente poteva aver avuto anche funzioni di difesa e avvistamento (di nemici in arrivo o di piene del Reno, non molto distante…).
E’ citata nella Carta dei Beni culturali della Provincia per le sue “eleganti decorazioni in cotto e i tre cordoli con elementi disposti a dente di sega e a T e i coppi invetriati posti agli angoli e intorno alla finestrella”. Confrontando le foto, abbiamo notato una notevole somiglianza con la torre detta “Colombarola” che si trova a S. Giorgio di Piano.
Certo è che in questo punto, nel 1597, sorgeva già una torre , separata dalla casa colonica vicina, raffigurata dal perito Alfonso Nelli in una mappa che ne attribuiva la proprietà a “messer” Cesare Savi, membro di una importante famiglia signorile di possidenti, con beni e ramificazioni famigliari in Bologna e a Cento, oltre che in Venezzano e in Argile. In quella stessa mappa , la via che costeggiava la torre e si immetteva nella via dei Ronchi, era indicata come “via erbosa” (oggi via Allamari sud).
Nelle mappe del 1700, torre, casa e terre annesse, risultavano di proprietà dei Marsigli , altra importante e nota famiglia nobile bolognese, che oltre a vari “Senatori”(del Senato bolognese), ebbe tra i suoi membri lo studioso Luigi Ferdinando Marsigli, appassionato collezionista , fondatore di una Accademia scientifica e poi dell’Istituto delle Scienze, a Bologna, nel 1714, donando alla città tutta l’enorme quantità di materiali riguardanti le scienze naturali e le arti da lui raccolti in tanti anni di carriera militare e di vita in giro in varie parti del mondo , al servizio dell’Impero d’Austria.
Poichè nel Campione delle strade del Dotti, nel 1774, tale edificio venne indicato come “torre dei Marsigli”, e , nel catasto Boncompagni, nel 1780, il fondo denominato “la colombara” (insieme ad altri 5) , risultava ancora di proprietà del marchese Agostino Marsigli, la denominazione rimase poi nel tempo, sia nell’uso popolare che nelle scritture dei periti, anche quando passò a proprietari diversi.
Nel 1828, le proprietà dei Marsigli in Venezzano furono acquisite dai Gozzadini, che le tennero a lungo, insieme ad altre confinanti in comune di Argelato, tanto che la stradina tra i loro campi che ,dalla via argilese Allamari Sud si immette sulla Provinciale Centese (in comune di Argelato), si chiama via Gozzadina ( e non parliamo qui della storia e della rilevanza che ebbe la famiglia Gozzadini, per secoli protagonista della vita politica e sociale bolognese, dalle lotte di fazione del 1300, all’impegno del conte Giovanni studioso e archeologo tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900).
La torre dei Marsigli è oggi di proprietà di un coltivatore diretto del luogo, che la usa come ripostiglio e vano accessorio della casa che sorge a lato ; uso che probabilmente è stato praticato per secoli anche dalle famiglie di coloni/mezzadri che lavoravano la terra quando era di proprietà dei “signori” bolognesi.
E’ l’unico esemplare di torre rimasto nel territorio comunale.
Più diffusa era invece la presenza di case coloniche o padronali con torretta ad uso colombara, che si elevava al centro, incorporata nell’edificio. Ma di queste si potrà parlare in altro articolo.
Magda Barbieri
Sintesi tratta dai volumi di Magda Barbieri “La terra e la gente di Castello d’ Argile e di Venezzano ossia Mascarino“. vol I 1994; vol II 1997