Reno, un fiume tra passato e presente
Mercoledì 3
ottobre 2018 | ore 20,45
TEATRO CASA DEL
POPOLO - Castello d’Argile
Proiezione del
documentario
IN VIAGGIO LUNGO
IL RENO. AMBIENTE, ARTE E STORIA
Da un‘idea di
Gian Paolo Maccentelli e Stefano Monetti:
di Stefano Monetti e Silvia Baroni
IL PERCORSO DEL
FIUME NEI SUOI 210 CHILOMETRI VERSO L’ADRIATICO.
In
viaggio lungo il Reno. Ambiente, arte e storia è un filmato
di 90 minuti
che illustra il percorso del fiume nei suoi 210 chilometri verso l’Adriatico. Il
documentario racconta le peculiarità di uno dei corsi d’acqua meno
noti della penisola italiana, oltre a quelle dei territori lambiti
dal suo letto e che hanno conosciuto nel tempo consistenti mutazioni
e rivolgimenti. Il filmato ci porta alla scoperta del patrimonio
storico e naturalistico della Pianura bolognese, raccontando
congiuntamente alle immagini le profonde modifiche artificiali che
questo territorio ha subito nel corso dei secoli.
*
Questo è l’ultimo di 12 appuntamenti del programma di
RenoRoadJazz che
ha portato spettacoli nei teatri dei comuni dell’Unione
Reno Galliera
nel corso dell’estate.
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Inserito da redazione il Sab, 2018-09-29 07:21
Area di
riequilibrio ecologico La Bisana Via Confine – Galliera
Sabato 22
settembre- dalle ore 15 fino a sera
Storia e storie
dal fiume Reno: parole e canti in viaggio tra il bosco e il fiume
Ingresso libero
Un percorso di
spettacolo e itinerari all’interno dell’Area di riequilibrio
ecologico La Bisana, per valorizzare e far scoprire a cittadini e
turisti la bellezza e la storia del tratto del fiume Reno che
attraversa Pieve di Cento, San Pietro in Casale, Galliera, comuni
della Unione Reno Galliera.
Il progetto,
organizzato da Liberty Associazione e prologo della stagione
Agorà, è promosso dall’Unione Reno Galliera e fa parte
di Bologna Estate 2018, il cartellone di attività promosso e
coordinato da Comune di Bologna e Città metropolitana.
Il fiume è da sempre
“autore” dei territori per come, nel corso della storia, ha
definito il paesaggio, influenzando le storie e le vite delle
persone. Il progetto, che si rivolge sia ad adulti che a bambini con
percorsi di facile accesso per tutti, vuole ricostruire nella Bisana
un “tempo” passato che l’ha caratterizzata, quando il fiume era
un luogo di svago e villeggiatura per i cittadini, ritrovo e gioco
per i bambini. In questo clima gli spettatori potranno immergersi
intrecciando le modalità del percorso (a piedi o in bici) con
l’incontro, teatrale e musicale, di aneddoti e racconti sul fiume
Reno, che attingono fortemente al patrimonio della tradizione orale.
Il Punto di
accesso della Bisana può essere raggiunto con varie modalità:
- in bicicletta da
Argelato o da San Pietro in Casale (partendo da Bologna con il
treno) con l’associazione Pedalalenta
- con trekking da Pieve
di Cento con l’associazione Le Tartarughe e Trekking Italia
- in auto, parcheggio
in aree segnalate
Dalle 15 si può
entrare liberamente dal Punto di accesso della Bisana a piedi e verrà
consegnata una Mappa della Bisana, per muoversi in autonomia alla
scoperta dei vari luoghi.
I luoghi sono il
Bosco delle Edere e la Cascatella dove, a orari cadenzati, in
replica (ore 15.30, 16, 16.30, 17, 17.30, 18), si svolgeranno
le letture teatrali su La voce della Bisana e del Reno con testi di
Maurizio Garuti, voci recitanti Paola Ballanti e Saverio Mazzoni,
che svelano pillole di storia dal fiume Reno, tra i cambiamenti
ambientali che hanno interessato l’area e i racconti di chi ha
abitato i territori e il racconto delle guide di Sustenia sulla
flora e la fauna della Bisana.
Il terzo luogo, il
Punto di osservazione degli uccelli, è invece
raggiungibile con un percorso ‘in solitaria’.
Nell’area centrale,
“Dove la terrazza dell’argine incontra l’Orizzonte del
Canale”, sedie a sdraio e carriolini con gelati accolgono gli
spettatori per un tuffo nel passato e relax. Qui il Coro
Arcanto, diretto da Giovanna Giovannini, si esibisce alle ore
18.30 con un repertorio pensato appositamente per questa
occasione: canti popolari di mondine, degli scariolanti e brani
dedicati all’acqua e alle spalle il lungo e affascinante canale
d’acqua.
* Il progetto, con la
direzione artistica di Elena Di Gioia, è un omaggio
della stagione Agorà al fiume Reno e al territorio che lo
costeggia. Un appuntamento pensato per Bologna Estate e
prologo della stagione teatrale Agorà realizzata da Liberty e
promossa da Unione Reno Galliera.
In collaborazione
con Giapp-Gestione Integrata delle Aree Protette della Pianura,
Sustenia, Trekking Italia Emilia-Romagna, Le Tartarughe, Pedalalenta,
Minarelli.
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Inserito da redazione il Lun, 2018-09-10 04:20
Un
videoclip aereo per scoprire le strutture della Renana
Nella
comunicazione un'immagine racconta più di cento parole: per questo
il Consorzio ha voluto regalare a consorziati, cittadini e propri
operatori l'emozione della visione aerea del proprio sistema
idraulico.
Grazie
alle suggestive riprese da drone realizzate da Milko
Marchetti,
regista del videoclip che da oggi tutti possono vedere sul canale
YouTube della Bonifica
Renana,
prenderanno vita nell'immaginario collettivo le principali strutture
idrauliche della pianura bolognese.
Impianti
idrovori, casse di espansione, canali artificiali, pompe di
sollevamento e porte vinciane: nomi misteriosi per i più, che
designano i capisaldi di un sistema indispensabile per la sicurezza
idraulica del territorio.
Tramite
le riprese aeree è possibile cogliere a volo d'uccello la trama
territoriale in cui le strutture della Renana sono inserite e le
funzioni silenziose che esse svolgono, grazie all'attività
quotidiana del personale del Consorzio.
Vuoi
conoscere meglio il territorio in cui vivi? Vuoi sapere chi siamo e
cosa facciamo?
https://www.youtube.com/watch?v=X8ZTIHLhHHI&feature=youtu.be
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Inserito da redazione il Sab, 2017-12-23 06:19
NUOVO REPORT DELLA BONIFICA RENANA: PUBBLICATA E SCARICABILE L'ULTIMA EDIZIONE
E' uscita in questi giorni la V edizione del REPORT annuale del Consorzio della Bonifica Renana, da oggi disponibile anche on line: si tratta del principale strumento illustrativo per i 257 mila consorziati (afferenti ai 64 comuni di operatività) e per tutti i cittadini che vogliano approfondire il ruolo e le funzioni svolte dalla Bonifica Renana nel nostro territorio. 60 pagine a colori che danno conto in modo trasparente e puntuale degli elementi strutturali ed economici in cui si è articolata l'attività consortile, in base ai risultati dell'ultimo bilancio approvato. Il REPORT, ricco di immagini e grafici, illustra in modo semplice ma dettagliato le opere e gli investimenti realizzati dal Consorzio negli ambiti della tutela della sicurezza idraulica, della distribuzione dell'acqua irrigua e della prevenzione del dissesto idrogeologico. Tutte attività nelle quali vengono impiegati i 27 milioni di euro dei ricavi di bilancio di cui il 71% proveniente dalla contribuenza consortile. Ogni anno il REPORT viene inviato a tutti gli amministratori degli enti locali ed ai rappresentanti delle categorie economiche e sociali del comprensorio.*** Chi volesse leggere e/o scaricare il REPORT può farlo leggendo l'allegato sottostante o collegarsi al seguente link: http://www.bonificarenana.it/bilancio/Report_2016.pdf
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Inserito da redazione il Lun, 2017-01-09 06:55
Venerdì
21 ottobre 2016, via Bagnetto, Castello d'Argile (BO)
Riapertura dell'impianto idrovoro storico di Bagnetto
. Presentazione
dell'intervento di consolidamento antisismico, a cura della
Bonifica Renana
-
ore 10.30 Introduce Giovanni
Tamburini - presidente della Bonifica Renana
Saluti:
Emanuele Bassi sindaco di Sala Bolognese,
Michele Giovannini sindaco di Castello
d’Argile, Lora Buratti assessore all’Ambiente di
Calderara di Reno.
-
ore 11.00 Il nodo idraulico di Bagnetto, tra storia
ed attualità, a servizio della sicurezza
territoriale-
Francesca Dallabetta direttore area tecnica della Bonifica Renana
-
ore 11.30 Dall’alluvione del ’66 ad oggi, un percorso
verso la riduzione del rischio alluvionale- Maurizio
Mainetti direttore Agenzia per la Sicurezza Territoriale e la
Protezione Civile dell’Emilia Romagna
-
Segue la visita guidata dell’impianto storico di Bagnetto e
dell’allestimento didattico - illustrativo sulla storia
idraulica del territorio tra il fiume Reno e il torrente
Samoggia
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Inserito da redazione il Ven, 2016-10-14 15:46
La
stagione delle piogge è iniziata; il pericolo, sempre incombente, di
possibili future “piene” di Reno si avvicina. Pertanto, per
tentare di prevenirlo, il Comune di Castello
d'Argile ha
lanciato un “Progetto
di partecipazione”
"Vigile Reno" con
“2 giorni per
la sicurezza e la valorizzazione del Reno”
Il 17 e 18
ottobre, sabato e domenica, cittadini
e associazioni argilesi sono tutti invitati a
rendere più sicuro il nostro fiume con la pulizia di un tratto
delle aree golenali e arginate del Reno, con la guida di operatori
della Protezione
Civile nell'ambito
dell'Unione Reno Galliera.
- ORE 9,30 RADUNO
presso “LA BISANA” (in
fondo a via Bisana Inferiore)
Si consiglia di portare scarpe adeguate, pantaloni lunghi, cappello,
guanti e .... tanta
voglia di essere protagonisti di volontariato per il bene comune.
Per aderire recarsi allo sportello URP del Comune di Castello
d'Argile e compilare l'apposito modulo o inviare una
email
all’indirizzo urp@comune.castello-d-argile.bo.it
* Maggiori
informazioni sul sito
http://www.comune.castello-d-argile.bo.it/main/main.asp?doc=011879
Scritto in Castello d'Argile | Reno, un fiume tra passato e presenteletto 1059 volte
Inserito da redazione il Gio, 2015-10-15 05:36
Controlli sugli argini del fiume
Reno
Sabato 8 novembre sono
stati monitorati gli argini golenali del fiume Reno - da Castel
Maggiore ai confini con la Provincia di Ferrara: circa 47 km
attraverso i comuni di Castel Maggiore, Argelato, Castello d'Argile,
Pieve di Cento e Galliera. Hanno partecipato all’iniziativa,
coordinata dal Comandante Massimiliano Galloni, oltre 50
volontari delle associazioni di volontariato di protezione civile
convenzionate con gli otto comuni dell'Unione
(ANA-Associazione Nazionale Alpini di Pieve di Cento e Castello
d'Argile; Associazione IDRA di San Pietro in Casale e Galliera;
Associazione RIOLO di Argelato e San Giorgio di Piano;
AVPC-Associazione Volontari Protezione Civile di Bentivoglio;
OVPC-Organizzazione Volontari Protezione Civile di Castel Maggiore).
Hanno contribuito all’iniziativa
anche il Corpo Unico di Polizia Municipale dell’Unione, il
Servizio Tecnico di Bacino, gli Uffici Tecnici dei comuni
interessati nonché della Consulta Provinciale del Volontariato di
Bologna, che ha presenziato all’operazione con il presidente
Matteo Castelli.
Come si è svolta l'operazione
I 47 km dell’asta del fiume Reno sono
stati suddivisi in cinque zone, ciascuna di queste affidata a una
delle associazioni di volontariato. I volontari delle singole
associazioni, suddivisi in gruppi di due o tre, hanno percorso a
piedi tutto l'argine maestro del fiume sul lato di destra, quello di
competenza dei comuni dell'Unione.
In questo modo l'argine è stato
controllato “metro per metro”, sono stati individuati
avvallamenti e smottamenti, tane e in generale situazioni
potenzialmente pericolose in vista delle probabili piene della
stagione invernale (durante l'inverno 2013/2014 il Reno è stato
caratterizzato da ben 6 piene rilevanti). Tali situazioni sono poi
state segnalate al Servizio Tecnico di Bacino per i successivi
accertamenti tecnici di competenza.
L'operazione ha avuto inizio alle ore
7,30 con il briefing operativo a San Giorgio di Piano, presso il
Comando della Polizia Municipale "Reno Galliera", alla
presenza del Presidente dell'Unione, Sergio Maccagnani, sindaco di
Pieve di Cento, e del vice delegato ANCI nazionale per la Protezione
Civile, Marco Iachetta, anche assessore alla protezione civile del
Comune di Castello d'Argile.
Poi le squadre di volontari, dotate di
strumento per la georeferenziazione per segnalare l’esatta
posizione dei problemi riscontrati, si sono avviate nelle zone
assegnate, restando in costante collegamento radio con la Centrale
Operativa della Polizia Municipale.
Gli esiti dell’operazione
Gli esiti dell’operazione sono stati
tranquillizzanti: le condizioni generali dell’argine maestro sono
parse soddisfacenti, come pure la sua tenuta. Alla Centrale operativa
sono giunte complessivamente 14 segnalazioni, la gran parte per
piccoli buchi non problematici. Tre le tane di animale individuate,
oltre a due piccoli avvallamenti dell’argine. Sono state poi
segnalate anche due piccole discariche di rifiuti a cielo aperto.
Il Servizio Intercomunale di
Protezione Civile dell’Unione “Reno Galliera”
Il Servizio Intercomunale di Protezione
Civile dell’Unione “Reno Galliera” (comuni di Argelato,
Bentivoglio, Castello d’Argile, Castel Maggiore, Galliera, Pieve di
Cento, San Giorgio di Piano e San Pietro in Casale), è una
delle prime esperienze a livello nazionale di gestione sovracomunale
della protezione civile mediante incardinamento all’interno del
Corpo Unico di Polizia Municipale
Questo consente di sfruttare il
patrimonio di conoscenze e di utilizzare le risorse umane e
strumentali della polizia locale - già da anni organizzata in modo
associato - anche per le finalità di protezione civile: una delle
prime attività del Servizio Intercomunale dell’Unione è stata
quella di mettere in rete le diverse associazioni di volontariato di
protezione civile che già operavano negli otto comuni, in modo da
mettere in campo un potenziale di attrezzature e “forza lavoro”
sicuramente più rilevante per la tutela e la sicurezza dei territori
di tutte le amministrazioni.
** Per maggiori informazioni visualizza il
sito dell'Unione Reno Galliera:
http://www.renogalliera.it/news-unione/in-primo-piano/controlli-sugli-argini-del-fiume-reno
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Inserito da redazione il Mar, 2014-11-18 08:05
Lunedì 7 aprile, il Comune di Castello d'Argile, insieme al Servizio tecnico di Bacino del Reno, l'ANCI Emilia Romagna, in collaborazione con l'Unione Reno Galliera organizza una
"Giornata di ricerca e studi sull'utilizzo dei droni, per la prevenzione del rischio idraulico e la gestione sostenibile dell'asta del fiume Reno"
Il programma tecnico prevede alle ore 10,30 il raduno presso il municipio in piazza Gadani. Dalle ore 11 alle 13 il volo sperimentale dei droni sull'area di confluenza del fiume Samoggia nel Reno, con presenza di squadre a terra.
Dalle 14,30 alle 15,30 ci sarà un de-briefing riservato ai tecnici delle amministrazioni pubbliche coinvolte per valutare l'esito della sperimentazione, delle immagini, delle restituzioni e delle elaborazione dati recuperati dal drone.
Alle ore 16 incontro con le Associazioni locali per comunicare la nuova tecnologia a servizio della sicurezza territoriale che viene sperimentata, tra i primi, nel Comune di Castello d'Argile. L'incontro pubblico si terrà presso la Sala Consiliare del Municipio, con la presentazione dell'iniziativa da parte del sindaco Michele Giovannini e dell'Assessore alla Protezione Civile Marco Iachetta
Le attività previste sono: monitoraggio e ripresa del nodo idraulico della confluenza, monitoraggio della densità vegetale in golena e negli argini, restituzione del modello tridimensionale e "stereoscopica", verifica e individuazione dei punti deboli degli argini, anche per tane animali e altre criticità.
I droni sono messi a disposizione dalla società Aerodron di Parma.
L'iniziativa è collegata alla "Settimana Protezione Civile" promossa dalla Regione Emilia Romagna
Info: 329 9055666 iachetta@anci.it
Scritto in Castello d'Argile | Cento (Fe) | Pieve di Cento | Reno, un fiume tra passato e presente | S. Giovanni in Persiceto | Sala Bologneseleggi tutto | letto 1662 volte
Inserito da redazione il Ven, 2014-04-04 05:45
Un'altra
piena di Reno è passata, e gli argini, pur inzuppati dalle piogge
sovrabbondanti di questo strano inverno, hanno retto. Alveo e golene
restano invasi da fango e legnami sparsi; pertanto si rende necessaria:
Autorizzazione alla raccolta del
legname caduto nei corsi d'acqua del bacino del fiume Reno
Per l'anno 2014, nei corsi d'acqua
montani, collinari e di alta pianura del bacino del fiume Reno (con
esclusione dei tratti arginati di pianura), la Regione
Emilia-Romagna autorizza per usi personali e domestici la raccolta
manuale del legname caduto in alveo o trasportato in prossimità
delle sponde in aree demaniali, previa semplice comunicazione
scritta indirizzata a:
SERVIZIO TECNICO BACINO RENO,
VIALE DELLA FIERA 8, 40127 BOLOGNA
oppure via email all’indirizzo
stbreno@regione.emilia-romagna.it
o al numero di fax 051 5274315
e per conoscenza al Comune
territorialmente interessato.
Nella comunicazione si dovrà indicare:
- il nominativo del richiedente e il
relativo indirizzo e numero di telefono,
- il corso d’acqua e il tratto
interessato,
- il periodo in cui si svolgerà la
raccolta.
La modalità di raccolta dovrà essere
esclusivamente manuale e dovrà rispettare le seguenti prescrizioni:
1. Per l'accesso alla zona di
intervento dovranno essere utilizzate prioritariamente le piste e
strade esistenti e non dovrà essere assolutamente alterato lo stato
dei luoghi.
2. Il taglio delle piante cadute per
ridurne le dimensione potrà essere eseguito unicamente mediante
motosega o altro strumento di taglio manuale.
3. la raccolta del legname dovrà
comprendere anche l'allontanamento della ramaglia connessa.
4. Dovranno essere adottati tutti gli
accorgimenti necessari per garantire la sicurezza degli operatori e
della pubblica incolumità con particolare riguardo alla presenza di
piene improvvise.
5. Tutte le attività inerenti e
conseguenti la raccolta autorizzata saranno a totale carico di coloro
che eseguono la raccolta medesima.
6. La presente autorizzazione è fatta
unicamente nei riguardi idraulici indipendentemente dalle condizioni
che possono venire richieste dalle altre Amministrazioni interessate,
ed è vincolata a tutti gli effetti alle vigenti disposizioni di
legge in materia di polizia idraulica e di protezione ambientale.
7. Il risarcimento per eventuali danni
che venissero arrecati all'Amministrazione concedente o a terzi per i
lavori assentiti saranno a totale carico degli esecutori della
raccolta.
8. Per le aree ricadenti all’interno
del sistema regionale delle aree protette dovrà essere acquisito il
parere dell’Ente competente.
** Avviso diramato dalla Regione
Emilia-Romagna - Servizio Tecnico Bacino Reno
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Inserito da redazione il Gio, 2014-02-13 08:35
Venerdì 31 maggio verrà
inaugurato il nuovo Bacino Reno vivo, progettato e realizzato
dalla Provincia di Bologna.
L’opera permetterà di rilasciare nel
Reno la quantità di acqua necessaria per gli usi di valle quando le
portate naturali risulteranno insufficienti, in particolare nei
periodi di siccità.
I lavori sono iniziati nell'agosto del
2008 e il collaudo si è concluso il 19 maggio 2012. La spesa finale
è stata di 3.589.411,72 euro. L’opera è stata finanziata da
Regione Emilia-Romagna, ATERSIR e Provincia di Bologna.
Il bacino potrà contenere circa
800.000 metri cubi d'acqua, rappresentando un serbatoio idricoda cui
il fiume Reno potrà attingere e mantenere così una regolare portata
minima nei caldi e siccitosi mesi estivi. L'invaso, che si trova in
comune di Sasso Marconi, località Borgonuovo, ha una superficie
complessiva superiore a 23 ettari (1 chilometro di lunghezza per 400
metri) e l'altezza dell'acqua è compresa tra 1,80 m e 6,30 m.
Lo scarico delle acque raccolte può
avvenire attraverso operazioni automatiche, oppure con comandi
specifici, impartiti in sito o da remoto.
Dal 1° gennaio di quest'anno l’invaso
è in gestione al Consorzio della Bonifica Renana.
- ore 9.30 PRESENTAZIONE DELL'OPERA
sala Sapaba, via Pila 8 - Sasso Marconi
Beatrice Draghetti,
presidente della Provincia di Bologna
Stefano Mazzetti, sindaco
di Sasso Marconi e coordinatore del Consiglio locale di Atersir
Giovanni Tamburini, presidente
del Consorzio della Bonifica Renana
Emanuele Burgin,
assessore all'Ambiente della Provincia di Bologna
Giuseppe Bortone,
direttore generale Ambiente e difesa del suolo e della costa della
Regione Emilia-Romagna
Gianpaolo Soverini,
direttore settore Ambiente della Provincia di Bologna
- ore 11 TAGLIO DEL NASTRO,
dopo il brindisi inaugurale è prevista la visita
dell'opera e fino
alle 14.00 sarà consentito l'accesso all'area
dell'invaso.
** Maggiori informazioni, foto e un video esplicativo sono consultabili dal sito:
http://www.provincia.bologna.it/probo/Engine/RAServePG.php/P/1779310010300/T/Bacino-Reno-vivo-venerdi-31-maggio-l8217inaugurazione-dell8217opera
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Inserito da redazione il Gio, 2013-05-30 06:00
Inaugurazione del restauro del
Ponte Bailey sul Brasimone alle Mogne di Camugnano
- Sabato 7 luglio 2012, alle ore
12.00, taglio del nastro con il sindaco Verardi e Giovanni Tamburini
il
presidente della Bonifica Renana che ha curato il recupero di un
simbolo della comunità montana.
Il torrente Brasimone appartiene al reticolo idrografico del
fiume Reno, e nasce, a 1174 m s.l.m., sul versante
settentrionale del monte della Scoperta. A monte del bacino,
troviamo i 2 invasi artificiali realizzati per fini idroelettrici con
sbarramento del torrente. Attraverso il ponte, sul torrente, sono
raggiungibili importantissime sorgenti sfruttate per uso
acquedottistico. La struttura portante del ponte - composta da 2
coppie di travi metalliche - ha una lunghezza di oltre 27 metri e una
larghezza di 5 metri. Prima dell'intervento, le parti in metallo
erano ossidate e quasi tutti i tiranti di controvento fortemente
degradati. Nell'appoggio di destra, alcune travi erano consumate
dalla corrosione, mentre l'impalcato in legno risultava fatiscente e
pericolante.
La storia del Bailey
Negli anni successivi alla 2° Guerra Mondiale, gli stock di
materiale bellico di proprietà dell'Esercito Americano vennero
venduti a imprese e a privati.
Tra i materiali del Genio Americano vi erano i Ponti Bailey,
strutture prefabbricate in legno e metallo, impiegate dall'esercito
alleato per superare in pochissimo tempo torrenti, fiumi e burroni.
Due Ponti Bailey furono acquistati dall'impresa Tovoli di Suviana
(Castel di Casio) ed uno di essi venne installato negli anni '60 sul
torrente Brasimone, per completare il rifacimento della carrozzabile
che collegava la frazione di Mogne di Camugnano.
Questo è l'esemplare che oggi vediamo restaurato ed operativo
Da oggi, il Bailey continua la sua funzione storica, consentendo il
passaggio anche di carichi pesanti evitando così il difficoltoso
attraversamento delle strade interne del Borgo del Molino .
Il borgo delle Mogne
Dell'abitato delle Mogne si ha notizia dal MedioEvo, grazie a due
diplomi imperiali del 1164 e 1209. Fino a qualche decennio fa, le
sei borgate che componevano la frazione erano densamente abitate e
quasi 200 persone popolavano quest'area montana, in cui oggi restano
poche famiglie. Il restauro del ponte, recupera una possibilità di
collegamento diretto per la frazione, favorendo la fruibilità
presente e futura di questo angolo delle nostra montagna.
Il restauro
L'intervento di manutenzione straordinaria è stato voluto
dall'amministrazione comunale di Camugnano ed affidato alla Bonifica
Renana. L'ing. Piero Puppini del Consorzio ha redatto il progetto e
la squadra operai del cantiere consortile Montagna Occidentale ha
realizzato l'opera di restauro. Il collaudo ha dato esito positivo,
confermando che ora la struttura può reggere il transito veicolare e
portate tali da consentire il passaggio di mezzi pesanti:
autobetoniere, carri carichi di legname, autobotti. L'intervento è
stato attuato nell'ambito dell'Accordo Quadro per lo sviluppo della
montagna 2010-2012, tra Bonifica Renana e comuni della montagna.
L'opera, realizzata con un investimento di 40 mila euro è stata
finanziata per il 50% dal Comune di Camugnano (Bo) e per il 50% dal
Consorzio .
* Info Ufficio comunicazione BONIFICA RENANA
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Inserito da redazione il Ven, 2012-07-06 15:32
Cominciare dal Bosco per
parlare della Panfilia è come iniziare un discorso
dalla fine. Ma d’altra parte è proprio necessario partire dal
Bosco poiché è l’ultimo riferimento ancora “vivente” che
porta questo nome.
Infatti il bosco ha preso il nome
dalla famosa e disastrosa rotta del fiume Reno avvenuta il 19 marzo 1751 nei pressi del palazzo dei Panfili, che causò enormi danni a tutta
la campagna esposta ad est del fiume modificando completamente la
rete di strade e canali. Inoltre causò il crollo del castello
di San Venanzio (già dei Piatesi) e della chiesa
parrocchiale attigua costringendo il parroco a trasferire le funzioni
nella attuale posizione della chiesa parrocchiale, che a quel tempo
era un piccolo oratorio di proprietà privata. Quella fu l’ultima
di una serie di rotte avvenute in quel punto e che convinse
finalmente la Sacra Congregazione delle Acque a decidere la
deviazione del fiume Reno verso est immettendolo, tramite il
Cavo Benedettino, nel ramo abbandonato del Po di Primaro e
portandolo a sfociare direttamente in mare nei pressi di Ravenna ( dal 1767 in poi).
Il Bosco della Panfilia
è un bosco originatosi su terreni alluvionali depositatisi in
seguito alla rotta del fiume Reno (detta appunto “Rotta
Panfilia”) avvenuta a metà del Settecento. Il bosco si
sviluppa su un terrazzo golenale di circa 81 ettari appartenenti al
demanio regionale il cui territorio è inserito nel comune di
Sant’Agostino.
La vegetazione è
caratterizzata dalla presenza di specie in grado di sopportare le
periodiche piene; tra esse dominano il pioppo bianco, la farnia,
il frassino ossifillo, il salice bianco, accompagnate
da olmo, acero campestre, fragola, nocciolo, prugnolo, biancospino,
ligustro e corniolo. Lo strato erbaceo, molto povero di specie, è
caratterizzato dal carice maggiore, una pianta erbacea tipica
delle aree boscate planziali che si inondano.
L'oasi costituisce un prezioso rifugio
per la fauna selvatica: vi si possono osservare la rana
agile, la raganella, il ramarro, l'orbettino, il biacco e la
testuggine d'acqua.
Tra gli uccelli si
rinvengono numerose specie quali il comunissimo fagiano, il
colombaccio, il cuculo, l'upupa, il raro picchio verde, il torcicollo
e vari passeriformi come la cinciallegra, il rigogolo e la beccaccia.
Tra i rapaci possiamo ricordare alcuni esemplari come il barbagianni
e la poiana.
Tra i mammiferi che
vivono nel bosco possiamo citare insettivori come i toporagni, la
talpa e il riccio; diversi roditori come il topo selvatico, il
topolino delle risaie e il topo campagnolo. I carnivori che vivono
nel bosco sono la volpe, la donnola, la faina e il tasso.
Il bosco fornisce anche una buona
varietà di funghi ed il prezioso tartufo.
La “Rotta Panfilia” è così
chiamata perché è avvenuta in corrispondenza del palazzo Panfili,
che in conseguenza della rotta andò distrutto.
Scritto in Reno, un fiume tra passato e presente | S. Agostino (Fe)leggi tutto | letto 5123 volte
Inserito da redazione il Ven, 2011-09-30 18:59
“ Bisana “,
toponimo antico di un'area della bassa pianura presso il Reno, di cui
tanti vorrebbero conoscere l'origine e il significato. Ma una
risposta certa finora non è mai stata trovata. Ragion per cui si
possono solo fare ipotesi, partendo però da alcuni riferimenti
storici documentati.
Cominciamo
da Castello d'Argile,
nel cui territorio si trovano i riferimenti storici più antichi e
dove il toponimo è tuttora presente nella denominazione di una
strada: via Bisana Inferiore.
Attualmente porta questa denominazione
solo un tratto di strada nella parte ovest del territorio, che parte
dal bivio in fondo a via Croce, nel punto in cui termina la via
Minganti; prosegue verso nord e poi svolta verso ovest fino a
raggiungere il Reno. Il tratto di strada, che continua in direzione
nord, porta le denominazioni di Martinetti e poi di Rottazzi.
In passato e per secoli fu attribuito
il nome di “Bisana” a tutta la zona di campagna a sud e a
ovest del “Castello” e che si stendeva tra questo e il
corso del Reno. E’ uno dei toponimi più antichi, radicati e
conosciuti nella storia orale e scritta di Argile. Il toponimo era
già citato negli “estimi “ di Argile del 1245
e del 1315, e riferito dapprima ad un
luogo, il “loco bixano”, e quindi usato al maschile. Nel
corso dei secoli successivi è poi prevalso l’uso al femminile:
“bisana”, o anche talvolta “bigiana”, per
indicare tutta la zona suddetta.
Il significato di questo termine non è
chiaro e non si trova spiegato in alcun testo di toponomastica
bolognese, anche se il toponimo di “bisana” non è esclusivo di
Argile, ma lo abbiamo trovato citato per indicare anticamente un’area
paludosa dei Casoni di Altedo, e permane tuttora in uso
per indicare l’area ex valliva di S. Pietro in Casale.
Ma è vivo e tornato di attualità anche nella parte
del territorio di Pieve di Cento e di Galliera che
costeggia il Reno e che è diventata Area di riequilibrio
ecologico-ambientale,
ora in via di inaugurazione e apertura al pubblico, regolamentata da
apposito statuto concordato dai due Comuni.
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Inserito da redazione il Mer, 2011-09-28 19:16
22 Marzo 2010 Giornata Mondiale
dell’acqua
“Dalla Chiusa al Rio Pazzano:
parole e manovre”
Lunedì 22 marzo il
Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno
aderisce alla Giornata Mondiale dell’Acqua. In occasione di
questa importante iniziativa internazionale, il Consorzio ha
organizzato un percorso guidato lungo la strada alzaia del
Canale di Reno per avvicinare i cittadini al tema dell’acqua,
risorsa fondamentale per l’umanità e per Bologna.
E’ un percorso alla scoperta del
sistema idrico cittadino in cui si affrontano temi come la qualità
dell’acqua del Canale che attraversa la città.
Nel corso della visita, che ha
inizio alle 15,30 davanti al cancello della Chiusa di Casalecchio
e finisce al Rio Pazzano (al termine del camminamento
che divide il canale dal fiume) verso le 17,30,
interverranno Fabio Marchi – Segretario del
Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno - e Mario
Felicori - Responsabile di Area Monitoraggio e Valutazione
Corpi Idrici dell’ Arpa Sezione Bologna.
I presenti potranno ammirare la Chiusa
di Casalecchio, la più antica e importante opera di sbarramento
fluviale realizzata a metà del XIV sec., al punto da essere proposta
come Patrimonio mondiale dell’Unesco. Nelle tappe a seguire, i
visitatori saranno accompagnati lungo il Canale Reno da Via Canale,
facendo una sosta al Paraporto Scaletta e Paraporto Verrocchio,
per concludere al Paraporto San Luca.
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Inserito da redazione il Sab, 2010-03-20 07:37
Emergenza pioggia - Rete di scolo
al limite, l'acqua della pianura convogliata
negli invasi della Renana
Da domenica pomeriggio le idrovore
della Renana stanno pompando a pieno ritmo nelle casse di espansione del
Consorzio, capaci di accogliere fino a 40 milioni di metri cubi
d'acqua.
Da domenica pomeriggio, il Reno
occupato da progressive ondate di piena, non è più in grado di
ricevere neanche una goccia dell'acqua che sta piovendo sulla pianura
bolognese.
Per questo da 48 ore sono entrate in
funzione a pieno ritmo le pompe idrovore dei 20 impianti della
Bonifica Renana: lavorano per convogliare tutta l'acqua del
Bolognese nelle casse di espansione del sistema di bonifica.
Negli invasi minori (Gandazzolo,
Quadrone, Argelato e Bentivoglio) e nelle casse principali di
Campotto, Vallesanta e Bassarone (1.600 ettari di invaso, ad
Argenta), si stanno sversando le acque di pioggia del bacino del
Navile e del Savena, e anche un residuo di Reno, che tramite un
fontanazzo, tracima 20 metri cubi al secondo in Navile, e da questo,
nel canale Botte, sempre della Renana.
Infatti, il Reno ha rotto
l’argine a fianco della chiavica “Portoni” nei pressi di
Malalbergo, scaricando le acque di Reno nel Navile
con il rischio di allagare Malalbergo.
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Inserito da redazione il Mar, 2008-12-02 17:07
Domenica 11 novembre alle 16, si
svolgerà presso il Museo del Patrimonio Industriale un
incontro di approfondimento dedicato al più recente
ritrovamento archeologico dell’antica Bologna dell’acqua dei
secoli XII-XIX.
Nella tarda primavera del 2005, in un
cantiere aperto per la realizzazione di servizi e parcheggi,
nell’area settentrionale di Bologna nel giardino della Manifattura
Tabacchi, venne rinvenuta una grande struttura muraria, importante
testimonianza di archeologia legata alla storia di Bologna. Si
trattava di un’antica chiusa e di un canale fossile, afferenti
alla prima fase di costruzione del sistema idraulico artificiale di
Bologna.
Il manufatto lungo 22 metri e largo 10
tagliava orizzontalmente un canale fossile di ca. 17 metri e recava
ancora presente una canaletta lignea in ottimo stato di
conservazione. La tecnica edificatoria si presentava di alta
qualità. Successivi esami con il carbonio 14 hanno consentito
di datare il manufatto tra la metà del XIII e il XIV secolo.
Alla fine di questo periodo l’intera area venne dismessa e
ricoperta artificialmente.
Il ritrovamento apre un piccolo giallo
archeologico: sino ad ora non si avevano notizie di rami di canale
collocati nell’area del ritrovamento e anche gli utilizzi della
chiusa risultano di difficile interpretazione. Infine la cronologia
di costruzione consente di formulare nuove ipotesi circa la
costruzione e i primi utilizzi del sistema idraulico artificiale
della città.
Nel corso dell’incontro il prof.
Alberto Guenzi, coordinatore del gruppo di lavoro che ha studiato il
manufatto e l’archeologa Roberta Michelini, responsabile della
campagna di scavo, illustreranno le caratteristiche e le
problematiche legate al ritrovamento, unitamente alle linee di
valorizzazione della scoperta messe in atto dall’amministrazione
comunale.
L’ingresso e l’attività sono
completamente gratuiti. Per informazioni telefonare al Museo al
numero: 051-6356611
e-mail: museopat@comune.bologna.it
www.comune.bologna.it/patrimonioindustriale
APPUNTAMENTI AL MUSEO 2007/2008
La nuova chiusa del canale di Reno
(*) E’ possibile raggiungere il Museo dal
centro e dalla zona stazione con autobus n. 17 (festivi 11A) e dalla
tangenziale uscita n. 5 (Lame)
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Inserito da redazione il Mar, 2007-11-06 07:04
Pensieri e parole percorrendo gli argini di Reno e Samoggia
Testo e foto di Sara Poluzzi. da "Marefosca" Aprile 2006
L'aria è fredda e pungente, odora di terra bagnata e intorno non si odono rumori, tranne quello dei passi miei e del mio cane Conan, che scricchilano leggermente sull'erba coperta di brina. Si intravedono, in lontananza, testimonianze di attività umane: qualche camino che fuma, qualche macchina, così lomtana da non percepirne veramente la presenza. La nebbia avvolge i nostri passi, a distanza, quasi con discrezione; attorno a me vedo lo scenario famigliare: la Pianura.
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Inserito da redazione il Mer, 2006-06-14 04:33
Fino
agli inizi del secolo scorso , il territorio compreso tra la Bassa
Pianura Modenese, Ferrarese e Bolognese è sempre stato
caratterizzato da un paesaggio che vedeva l’alternarsi di ampie
paludi e di estese aree boschive.
Molti
documenti d’archivio testimoniano che nel medioevo erano presenti
nel Centopievese numerosi boschi: il
Bosco di Ramedello ( 1263 )
situato tra Corporeno e Dosso, il Bosco di Boccacanale ( 1263 )
situato a nord di Penzale, il Bosco di Malaffitto ( 1279 ) dove si
trovano ora i terreni delle Partecipanze di Cento e di Pieve, il
Bosco di Casumaro (1334 ) e il Bosco del Monte tra Sant’Agostino e
Buonacompra.
Si
trattava di vere e proprie selve costituite presumibilmente da querce
( farnie ), frassini, olmi, aceri, salici e carpini, collegate tra
loro da piccoli corsi d’acqua sulle cui sponde dominavano ontani e
pioppi. Luoghi, questi, dove cinghiali, daini , cervi e persino lupi
( 1387 ) non erano poi così tanto rari.
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Inserito da redazione il Mar, 2006-06-13 14:34
"La navigazione sul Reno nel Medioevo".
Saggio di Franco Ardizzoni in "al sâs" , rivista periodica edita dal Gruppo di Studi "10 righe" e dal Comune di Sasso Marconi. n. 10 /2004
Dove e quando
Un diploma di Berengario I
re d’Italia, databile fra l’anno 898 ed il 905 (IX-X secolo)
concede al vescovo ed alla Chiesa di Bologna il porto delle navi sul
Reno presso il mercato della Selva Piscariola (1)
Dove si trovasse
esattamente questo porto sul Reno – scrive Ivan Pini – e il
mercato della selva Piscariola, non è possibile stabilirlo con
esattezza così come non è neppure da escludere a priori
che il porto ed il mercato fossero localizzati in sedi diverse.
Comunque si può fare solo l’ipotesi che il porto in
questione (ed eventualmente il mercato) si trovassero al
limite della navigabilità del fiume Reno, cioè poco
a nord del ponte della via Emilia (2)
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Inserito da redazione il Dom, 2006-05-14 09:28
Ricerca di Magda Barbieri.
Testi pubblicati dal 1950 in poi, contenenti anche bibliografie sui libri antecedenti
(Aggiornamento a gennaio 2007. Sono gradite e saranno aggiunte segnalazioni di altre opere sull'argomento n.d.r.)
- AAVV " I 70 anni del Consorzio della Bonifica Renana" . Bologna .1979
- AAVV "Il Reno italiano". Con testi di Stefano Cremonini, Guido Mansuelli, Giancarlo Susini, Alfeo Giacomelli, Paolo Guidotti e altri. Bologna 1991.
- AAVV "La pianura e le acque tra Bologna e Ferrara" Atti del Convegno del Centro Studi Girolamo Baruffaldi di Cento. 1983
- AAVV "Le origini e i linguaggi. Cultura popolare nell' Emilia Romagna". Con testi di Nereo Alfieri,, Francesco Coco, Lucio Gambi, Giancarlo Susini, Vito Fumagalli, Antonio Ivan Pini, Franco Violi, Guido Mansuelli e altri. Milano. 1982.
- AAVV "Il Reno. Fiume da salvare". Edi Huose. Bologna 1996.
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Inserito da redazione il Mar, 2006-04-18 06:19
Incontro pubblico sul tema
RIFARE IL RENO
a Casalecchio di Reno (BO)
Casa della solidarietà, via del fanciullo 6
mercoledì 8 marzo 2006 - ore 20.30
per il ripristino del fiume e delle acque nel nostro territorio
in occasione della recente pubblicazione de "L'acqua dei bolognesi" di Viel, Zaccanti, Sangiorgi, sulla rivista " Il geologo" dell'Ordine dei Geologi dell'Emilia-Romagna.
Introduzione a cura di "Ingegneri Senza Frontiere" - Bologna
Interventi degli autori
- Giovanni Viel " Se il Reno è diventato un canale ... "
- Maria Teresa De Nardo "Sorgenti e acque montane: stanno finendo?"
- Samuel Sangiorgi "Le acque sotterranee "perdute" della pianura"
Scritto in Casalecchio di Reno | Reno, un fiume tra passato e presenteleggi tutto | letto 2898 volte
Inserito da redazione il Sab, 2006-03-04 05:57
IL RENO OGGI
Il Reno è il fiume più importante dell'Emilia-Romagna, considerando a parte il Po, che è un corso d'acqua di vasta portata, attraversa più Regioni e lambisce solo il confine nord della nostra, raccogliendo acque degli altri fiumi-affluenti emiliani della parte ovest.
Il Reno nasce in Toscana, nell'Appennino pistoiese, presso la località Prunetta e la conca delle Piastre; entra, dopo breve tratto, nel versante bolognese dell'Appennino e scende verso la pianura scorrendo in direzione nord fino a S.Agostino; da qui svolta verso est per raggiungere il mare Adriatico presso le valli di Comacchio.
Il suo alveo, dalla sorgente alla foce, è lungo km 211 e attraversa le tre province emiliane di Bologna, Ferrara e Ravenna. I comuni toccati dal suo percorso sono numerosi; da quelli appenninici di Granaglione, Porretta Terme, Vergato, Marzabotto a quelli pedecollinari di Sasso Marconi e Casalecchio di Reno fino alla città di Bologna; prosegue in pianura presso Castel Maggiore, Calderara e Sala Bolognese, Argelato e Castello d'Argile; lambisce S.Giovanni in Persiceto, scorre tra Cento e Pieve di Cento, tra Galliera, S.Agostino e Poggio Renatico; tocca i territori di Malalbergo, Baricella, Molinella e Argenta, fungendo in molti tratti da confine naturale tra bolognese e ferrarese; per finire nel ravennate dopo S.Alberto (Alfonsine).
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Inserito da redazione il Sab, 2006-02-25 05:53
Trovandoci a portare nella denominazione della nostra Associazione culturale il nome del Reno, il fiume più importante della nostra Regione, che bagna le tre Province di Bologna, Ferrara e Ravenna, portando, nei suoi alvei antichi e recenti, secoli di storia delle nostre comunità, ci siamo voluti divertire un po' a cercare tutte le intitolazioni o denominazioni di luoghi , Enti, Associazioni, gruppi, edifici o cose di ogni genere che comprendano o facciano riferimento al nome "Reno". E ne abbiamo trovate tante.
Cominciamo ovviamente dalle denominazioni storiche , attribuite in secoli medievali ai paesi che si trovavano (e si trovano tuttora) presso il corso del fiume ( o ramo di esso poi abbandonato).
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Inserito da redazione il Gio, 2006-01-12 08:21

Si può senz'altro definire atipica la collocazione geografica della città di Bologna. A differenza infatti di tutte le realtà similari, l'area urbana si aggregò sulle prime terre emerse attorno al
torrente Aposa , lontano da Reno e Savena. Ancora oggi , osservando una "
pianta" di Bologna appare evidente l'assenza di un fiume che la attraversa.
Già in prossimità dell'anno mille la città soffriva per tale mancanza e cominciò a costruirsi un reticolo idraulico artificiale capace di fornire forza motrice , di alimentare l'irrigazione e d'essere fattore di produzione. I rapporti civili e commerciali con le altre città avvenivano allora attraverso la navigazione palustre, il primo porto cittadino era collocato alla "Piscariola", l'attuale Selva di Pescarola.
L'azione del fiume e dei torrenti collinari caratterizzati da una fortissima connotazione torrentizia accentuò in quel periodo l'interrimento della prima area a nord della città , rendendo difficoltosa e pericolosa la navigazione. I bolognesi pensarono allora di costruirsi una via d'acqua sicura fra quella palude dove cominciavano ad emergere le terre, grazie all'azione naturale della bonifica per colmata. E' in questa condizione che i bolognesi pensarono di aprirsi una via sicura verso il mare, utile per i commerci.
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Inserito da redazione il Gio, 2005-09-22 08:28
Finchè la mano dell’uomo non è intervenuta, la pianura bolognese era un insieme a macchia di leopardo di foreste planiziali ed acquitrini alimentati dai corsi d’acqua appenninici.
L’uomo sfruttava l’acqua per pescare ma anche per i suoi spostamenti, “navigando”.
Ha poi gradualmente trasformato quell’ambiente per adattarlo alle proprie esigenze: prelevare legname da costruzione o da ardere, raccogliere erbe palustri ed altri vegetali, cacciare, pascolare, disboscare per ricavare spiazzi da coltivare, controllare le acque, sia per difendere i campi come per ricavarne dei nuovi col metodo delle casse di colmata, consistenti in ampie aree arginate dove far defluire le acque torbide durante le piene, avendo il duplice effetto di evitare esondazioni ed alzare i terreni per decantazione.
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Inserito da redazione il Mar, 2003-05-06 05:33