Giorno della memoria 2022. Tanti libri ed eventi per non dimenticare.

Ogni anno, il 27 gennaio, Giorno della Memoria, vengono commemorate le vittime dell’Olocausto (il 27 gennaio 1945,  le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz). La Libreria Universitaria – Unilibro- propone una selezione di libri, romanzi, saggi e biografie, che possono aiutare a non dimenticare la tragedia della deportazione degli ebrei e dei campi di concentramento nazisti. Elenco e dati di presentazione leggibili al link:
https://www.unilibro.it/libri/p/1777/giornata-della-memoria-romanzi-e-saggi-per-celebrare-e-non-dimenticare.
Il Museo ebraico di Bologna, via Valdonica 1-5, ha organizzato una serie di incontri, presentazioni di libri, spettacoli, un percorso di formazione e una mostra, dedicata ai GIUSTI IN EMILIA ROMAGNA- piccole e grandi storie di SALVATORI E SALVATI, a cura di Vincenza Maugeri e Caterina Quareni. Aperta dal 23 gennaio al 6 marzo, da domenica a giovedì ore 10-17,30; venerdì ore 10-15,30. sabato e festività ebraiche chiuso
Il programma degli eventi è leggibile al link
https://www.museoebraicobo.it/eventi/primo-piano/giorno-della-memoria-2022

Riparte la stagione teatrale di Agorà

La seconda parte della stagione teatrale Agorà condurrà, da gennaio a maggio, in un viaggio di spettacoli, laboratori, anteprime nazionali, incontri e progetti speciali, nei teatri e luoghi inediti e da esplorare del territorio degli otto comuni dell’Unione Reno Galliera.
E’ online il programma con tutti gli appuntamenti da gennaio a maggio.
I prossimi appuntamenti:
Sabato 29 gennaio | ore 21 Teatro Biagi D’Antona | Castel Maggiore (BO)
Lei conosce Arpad Weisz?
A cura di Menoventi – Per la giornata della memoria
Ingresso libero – Prenotazione consigliata
Sabato 5 febbraio | ore 21 Teatro A. Zeppilli – Pieve di Cento
Dati Sensibili: New Constructive Ethics -Teodoro Bonci del Bene
Il programma completo è leggibile sul sito   https://stagioneagora.it/cartellone/

E’ il compleanno della bandiera italiana. Cenni di storia

Oggi, 7 gennaio 2022, la bandiera tricolore italiana compie 225 anni.
Riteniamo utile rinfrescare la memoria della sua storia, riprendendo il testo pubblicato sul sito del Quirinale.
I Simboli della Repubblica – il Tricolore
Il tricolore italiano quale bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta “che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”. Ma perché proprio questi tre colori? Nell’Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche di ispirazione giacobina che avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1790.
E anche i reparti militari “italiani”, costituiti all’epoca per affiancare l’esercito di Bonaparte, ebbero stendardi che riproponevano la medesima foggia. In particolare, i vessilli reggimentali della Legione Leggi Tutto

Filastrocche del tempo che fu

Repertori infantili di un tempo, in italiano. Gian Paolo Borghi
In un mio precedente articolo ho proposto diversi proverbi della tradizione popolare raccolti da scolari impegnati in una ricerca scolastica, all’inizio degli anni ’80, in una non identificata scuola elementare della campagna bolognese. Sempre da quei fogli sparsi trascrivo, in questa occasione, alcuni testi in massima parte in rima, in italiano, imparati a memoria dai nonni a scuola e da questi recitati ai nipoti, che li trascrissero. Non è neppure da escludere che le testimonianze siano state trasmesse anche da quei genitori che furono tra gli ultimi ad avere in dotazione un sussidiario: i materiali che presento, infatti, sono in buona parte di quella provenienza.
Il primo testo, in verità, richiama alla memoria anche documenti popolari meno recenti, probabilmente oggetto di traduzione italiana per favorirne una divulgazione a più ampio respiro; è una filastrocca, che veniva pure utilizzata come ninna nanna:
Din don, campanon,
quattro vecchie sul balcon,
una che fila, una che taglia,
una che fa i cappelli di paglia,
una che fa coltelli d’argento
per tagliar la testa al vento.

Il trascorrere dei giorni della settimana è invece scandito da questi versi in prosa, che si traducono in una sorta di nonsense:
Buon giorno, lunedì,
come stai martedì?
Benissimo, mercoledì,
va’ a dire al mio amico giovedì
di venire venerdì
nella sala di sabato
per desinare domenica.

I giorni della Leggi Tutto

Proverbi in dialetto, dalla famiglia alla scuola …. e ritorno

Proverbi dialettali raccolti in una ricerca scolastica degli anni ’80 del ‘900
Il nostro Gruppo di studi della pianura del Reno ha recentemente collaborato all’allestimento di un’aula scolastica d’epoca presso la scuola primaria di Castello d’Argile, che è stata oggetto di un efficace restauro. Questa attività, che ha pure appassionatamente coinvolto un gruppo coeso di giovani e l’intera comunità locale, mi ha richiamato alla memoria che tra le sempre più sconclusionate carte del mio archivio conservo diversi fogli sciolti di quaderni scolastici e – come si diceva un tempo – di fogli a uso protocollo con i risultati di una ricerca scolastica effettuata in una non meglio identificata scuola della pianura bolognese all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso. Probabilmente frutto di un’acquisizione in un mercatino locale dell’antiquariato, la raccolta di cui dispongo si compone di note sulle tradizioni di un tempo nelle nostre campagne, testi formalizzati di cultura popolare rilevati dai ragazzi di una quarta classe elementare, soprattutto in ambiti familiari: proverbi, filastrocche (in particolare del repertorio infantile), testi da libri di lettura o da sillabari (memorizzati da nonni o genitori), fiabe (in parte anche le sole formule finali), preghiere, modi di dire, indovinelli.
Ritengo utile proporre ai lettori alcuni di questi esempi, a testimonianza di una sempre Leggi Tutto

Pillole di storia della alimentazione bolognese dall’Ottocento ad oggi

Nel sito Storia e Memoria di Bologna si può scoprire la storia dell’alimentazione locale bolognese attraverso tante immagini, testi e documenti, dedicati in particolare a pane, pasta e riso.
Si possono trovare anche raccolte di ricette da scaricare e stampare, tra cui:
|-| Consigli di economia domestica del 1915:
https://www.storiaememoriadibologna.it/files/vecchio_archivio/certosa/c/consiglieconomiadome1915.pdf 
|-| Un amico nella cucina! Del 1955, con gustose ricette suggerite dalla pubblicità del Triplo brodo Garisenda….
https://www.storiaememoriadibologna.it/files/vecchio_archivio/certosa/t/triplobrodogarisenda.pdf
– Premessa-
Nell’Ottocento in Italia veniva spesa per l’alimentazione una quota molto rilevante delle entrate medie di una famiglia: quasi l’80% negli anni Ottanta e circa il 60% agli inizi del Novecento. Tale percentuale, notevolmente calata negli anni Cinquanta del XX secolo, sarebbe poi ulteriormente diminuita: ai Leggi Tutto

Il Sàvena abbandonato, storia di un fiume

La pubblicazione di un libro dedicato ad un corso d’acqua minore, finora poco conosciuto, è da salutare come un felice evento che arricchisce la conoscenza di un territorio come quello della pianura bolognese-ferrarese che ha una storia tutta impastata nella terra e nelle sue acque in un complicato intreccio di fiumi, torrenti e canali dal percorso mutevole, ora benefico, ora disastroso. Il libro è dedicato a
“Il Sàvena abbandonato”, scritto da Romolo Masi, e pubblicato a cura dell’Associazione culturale “Anima Altedi”, col supporto di Emilbanca.
A onor del vero questo corso d’acqua tanto sconosciuto non era, se il sommo poeta Dante lo citò nella sua Divina Commedia, nel canto XVIII dell’Inferno (vv. 58-63), per indicare i bolognesi come coloro che stanno “fra Sàvena e Reno”.
Sàvena, dunque, con accento rigorosamente sulla prima “a”, toponimo di derivazione etrusca dal semplice significato di “vena d’acqua”, prima torrente e poi canale, che dalla sorgente appenninica arriva alla Chiusa di S. Ruffillo presso Bologna, per confluire e finire nell Leggi Tutto

Anita Garibaldi, eroina dei due mondi, che morì là dove sfocia il Reno.

Anita Garibaldi, una vita tra due mondi (*)
La vita di Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, meglio nota come Anita Garibaldi, è durata solo ventotto anni, ma sembra contenerne cento. Nata in un paese lontano chiamato Laguna, e morta in una terra a noi vicina tra le paludi di Ravenna presso la foce del fiume Reno; e ne conservano il ricordo luoghi che portano il nome Anita e Porto Garibaldi.
– Anita Garibaldi, rivoluzionaria brasiliana, insieme al marito incarnò un ideale di libertà tanto in Italia quanto in America Latina. La prima parte della sua storia si apre a Laguna, in Brasile, dove nel 1835, appena quattordicenne, viene data in moglie a un calzolaio per salvare la famiglia dalla povertà. Quello è anche l’anno d’inizio della rivoluzione farroupilha, la guerra d’indipendenza che vede scontrarsi l’impero brasiliano e la borghesia locale: uno schema che nell’Ottocento sembra proporsi più e più volte, e non solo in Europa. Anita parteggia per gli insorti, il marito la lascia per unirsi all’esercito imperiale.
È la guerra a farle conoscere il nuovo compagno: Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi. Lui non la lascerà mai per andare a combattere, e sarà piuttosto lei ad accompagnarlo su
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Regine e donne ribelli nella storia

“Regine ribelli”. E’ il titolo dato ad una nuova collana editoriale ( RBA Italia, collegata alla rivista Storica National Geographic), tutta dedicata alle “donne che hanno fatto la storia”. Sono previste ben 60 uscite nell’arco di un anno, tra 2021 e 2022, di altrettanti volumi intitolati a regine o comunque a donne che hanno lasciato il segno per la loro vita eccezionale, potenti, adorate, o incomprese, o anche osteggiate. Nomi che vanno dalla celebre Cleopatra, la prima in uscita seguita da Lucrezia Borgia e dalla Regina Vittoria, ad Anita Garibaldi di recente pubblicazione, fino a Isabella di Francia, Maria Pacheco e La Malinche previste a fine 2022.
Le note di presentazione sono accattivanti e/o maliziose e promettono ”Uno sguardo femminile al passato- La storia che non ti hanno mai raccontato …” e spiegano come “da sempre presenti in ogni momento chiave della Storia, le donne sin dall’Età Antica hanno governato come sovrane illuminate, esercitando il potere all’ombra di mariti e figli. Nel Medioevo con astuzia hanno assunto il comando come grandi guerriere o raffinate cortigiane. Durante l’Età Moderna evitando con intelligenza Leggi Tutto

Bologna, tra portici, torri e canali

Un nuovo libro interessante per conoscere la storia della nostra città è ora in libreria
Bologna. Tra portici, torri e canali”. A cura di Beatrice Borghi e Rolando Dondarini (ed. Minerva).
Questo volume, arricchito da immagini suggestive, racconta la storia di Bologna e dei suoi tesori attraverso “quadri” che includono oltre ai palazzi più importanti, chiese, portici, canali, mura, torri, musei, biblioteche e archivi, corredati da una puntuale cronologia, che pur nella necessaria sintesi vuole coniugare rigore scientifico e gradevole lettura. Ogni paesaggio attuale è l’esito provvisorio del continuo sommarsi di matrici, mutamenti e retaggi che ci giungono dal passato: da quello più lontano che precedette la comparsa dell’uomo, in cui si forgiarono i caratteri ambientali e climatici più persistenti, a quello storico – antico e recente – durante il quale la presenza umana ha inciso sempre più profondamente, lasciando multiformi tracce ed eredità. Anche Bologna non esibisce solo le realizzazioni moderne o le impronte del suo splendore medievale, ma conserva le orme e i lasciti delle comunità che ne hanno vitalizzato lo spazio fin dal più remoto passato. Crocevia naturale e viario, punto d’incontro tra mondo mediterraneo e mitteleuropeo, centro di attrazione e di irradiamento di cultura e scienza, la Leggi Tutto