Anita Garibaldi, eroina dei due mondi, che morì là dove sfocia il Reno.

Anita Garibaldi, una vita tra due mondi (*)
La vita di Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, meglio nota come Anita Garibaldi, è durata solo ventotto anni, ma sembra contenerne cento. Nata in un paese lontano chiamato Laguna, e morta in una terra a noi vicina tra le paludi di Ravenna presso la foce del fiume Reno; e ne conservano il ricordo luoghi che portano il nome Anita e Porto Garibaldi.
– Anita Garibaldi, rivoluzionaria brasiliana, insieme al marito incarnò un ideale di libertà tanto in Italia quanto in America Latina. La prima parte della sua storia si apre a Laguna, in Brasile, dove nel 1835, appena quattordicenne, viene data in moglie a un calzolaio per salvare la famiglia dalla povertà. Quello è anche l’anno d’inizio della rivoluzione farroupilha, la guerra d’indipendenza che vede scontrarsi l’impero brasiliano e la borghesia locale: uno schema che nell’Ottocento sembra proporsi più e più volte, e non solo in Europa. Anita parteggia per gli insorti, il marito la lascia per unirsi all’esercito imperiale.
È la guerra a farle conoscere il nuovo compagno: Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi. Lui non la lascerà mai per andare a combattere, e sarà piuttosto lei ad accompagnarlo su tutti i campi di battaglia. Al suo fianco Anita combatte in Brasile, poi in Uruguay, a Montevideo, assediata per nove anni dall’esercito del dittatore argentino Juan Manuel de Rosas. Anche in questo caso, una guerra civile che coinvolge combattenti dei Paesi confinanti, come Brasile e Argentina, e di potenze mondiali come impero britannico e Francia.

Dall’America latina la coppia salpa per l’Europa nel 1848, richiamata dalle rivoluzioni esplose nel vecchio continente. Per la prima e ultima volta i due si separano brevemente: da Genova Garibaldi si dirige verso il nord Italia per partecipare alla Prima guerra d’indipendenza, mentre Anita va a Nizza per affidare alla suocera i tre figli (una quarta è morta a due anni in Uruguay). È incinta di un quinto bambino, ma non può attendere che nasca per riunirsi al marito: è stata proclamata la Repubblica Romana e c’è bisogno dell’aiuto di tutti per difenderla dall’attacco congiunto delle truppe francesi, spagnole e borboniche. Quando Garibaldi vede apparire di fronte a sé la moglie, il 26 giugno 1849, la presenta ai suoi uomini dicendo: «Questa è Anita, ora avremo un soldato in più!». Siamo però alle battute finali: poco più di un mese dopo la giovane, divorata dalla malaria, si spegne prematuramente tra le paludi della Romagna, inseguita dalle truppe papali.

Anita Garibaldi, eroina dei due mondi, ha combattuto per l’indipendenza dei popoli, di tutti i popoli, non soltanto per quella del Paese in cui è nata. La sua lezione risuona ancora nelle celebrazioni congiunte in sua memoria, che vedono la partecipazione di italiani, brasiliani e uruguaiani: la battaglia per l’indipendenza non è nata dallo stesso sterile nazionalismo che avrebbe macchiato di sangue il XX secolo, ma da un’aspirazione universale che, seppur brevemente, ha saputo unire i popoli di diversi continenti. Anita non si è spenta in terra straniera, ma in uno dei Paesi per i quali ha combattuto e che ha contribuito a creare.

Il 4 agosto 1849 venne trasportata ormai in condizioni disperate nella fattoria Guiccioli, in località Mandriole di Ravenna, concludendo la sua vita a soli ventotto anni in un luogo del tutto simile alla terra in cui era nata: una zona lagunare, tra sabbia, specchi d’acqua e canneti.-

(*) Testo ripreso dalla News letter di  Pia Brugnatelli per Storica National Geographic di dicembre 2021

Vedi anche per maggiori informazioni e immagini:

https://www.storicang.it/a/anita-garibaldi-leroina-dei-due-mondi_15294

e https://it.wikipedia.org/wiki/Anita_Garibaldi