I Vichinghi, tra storia, leggenda e uso politico

L’uso politico del Medioevo nordico. Articolo di Roberto Luigi Pagani . 7 gennaio 2021(*)
I fatti avvenuti negli Stati Uniti il sei gennaio 2021, con il risvolto raccapricciante dei morti, sono rimbalzati su tutti i giornali del mondo. Ha avuto molto risalto la fotografia di un uomo, il cui nome è Jake Angeli, che è comparso in modo preponderante nelle immagini dei vari reportage per via del suo look eccentrico. Senza entrare nel merito politico della questione americana, vorrei usare questa opportunità per parlare di un’altra questione, piuttosto seria e complessa, che interseca gli studi sul medioevo nordico, la ricezione attuale di quel mondo, e gli usi politici che se ne fanno.

Da studiosi del Medioevo nordico, dobbiamo tutti confrontarci con il fatto che la nostra disciplina ha derivato un considerevole impeto, ai suoi albori, da un fondamento teorico e da motivazioni non esattamente innocenti, e che il retaggio di quel periodo è ancora estremamente vivo nella cultura e nell’immaginario popolare.

Mi riferisco alla tematica del suprematismo nordico: gli studi storici e filologici germanici, iniziati nel corso dell’Ottocento, sono stati in larga misura motivati da una spinta ideologica in senso razziale. I nazisti, a differenza di quello che crediamo spesso, non consideravano i tedeschi come una “razza superiore”, anzi ammettevano di essere il risultato di un notevole miscuglio di popoli. Ciò nondimeno, identificavano la Leggi Tutto

Morando Morandi e Giovan Battista Morgagni, maestri di scienza medica e precursori nel 1700

Memoria di Morando Morandi – Articolo di Galileo Dallolio
Morando Morandi allievo a Padova di Giovanni Battista Morgagni
Al grande medico Giovanni Battista Morgagni (Forlì 1682-1771 Padova) la sua città d’origine ha dedicato un importante convegno[1]. Lo scienziato che è stato il ‘fondatore del metodo scientifico in medicina, come Galileo lo fu per la fisica’, ha dato una svolta decisiva alla scienza medica con il suo De Sedibus et causis morborum per anatomen indagatis, dove dimostrò come con l’anatomia si potessero studiare le sedi e le cause delle malattie.
Morgagni fu anche uno straordinario didatta ed è proprio leggendo le sue idee sulla formazione dei futuri medici che, a mio parere, è possibile capire le ragioni del successo del suo allievo, il finalese Morando Morandi (1693-1751).
Nel 1712 Morgagni da Bologna, dove si era laureato in medicina, si trasferisce a Padova perché l’ambiente accademico bolognese gli era ostile. In questa Università c’è un clima diverso e in una prolusione indirizzata ai colleghi, parla della formazione del futuro medico in un modo che sorprende : “.. voglio educare un Medico ingentilito Leggi Tutto

Aroldo Bonzagni, pittore futurista, da Cento a Milano

Aroldo Bonzagni, pittore futurista
– Un articolo scritto nell’anniversario della morte di un artista che visse nella nostra zona e morì il 30 dicembre 1918. Paola Rambaldi 30/12/2020-
“Dopo il terribile secondo picco, nell’autunno del 1918, l’influenza Spagnola aveva allentato un po’ la presa su Milano. Si moriva meno e questo aveva autorizzato un incauto ottimismo. Le feste di fine anno incombevano, osti e proprietari di cinematografi premevano perché le misure restrittive fossero allentate, in modo da consentire ai milanesi di festeggiare la fine di un anno che aveva visto terminare anche la prima guerra mondiale.
Ma già il 30 dicembre lo Stato civile di Milano contava 107 morti accertati di Spagnola. Fra di loro un giovane artista di grandi speranze: Aroldo Bonzagni. Il giorno prima l’amico pittore Leonardo Dudreville era andato a trovarlo, allarmato dalla chiamata di Archimede Bresciani, che con Bonzagni condivideva lo studio: “Bonzagni muore! … Han parlato di polmonite, di pleurite, di ‘Spagnola’ … Han provato di tutto, ma quello se ne va… se ne va… se ne va!”. Bonzagni era a letto, ma il viso sorridente era “tremendamente scarno e terreo”, la mano “già abbandonata alla vita”, scriverà Dudreville.

In questa seconda pandemia qualche giornale ha ricordato i pittori morti di Spagnola un secolo fa: Gustav Klimt e l’allievo Egon Schiele, ma hanno dimenticato Leggi Tutto

Costanza da Argile e Giacomo da Valenza. Una storia d’amore e morte a Bologna, tra le fazioni di Pepoli e Gozzadini

Il 1300 fu un secolo travagliato, oltre che dalla peste, dalle grandi lotte tra Papato e Impero, che misero in crisi entrambi, tanto che per 70 anni il Papa si trasferì e prese sede in Avignone. I più importanti Comuni emiliani e italiani, che per circa un secolo si erano conquistati ampi spazi di autonomia, a causa delle lotte interne e di rivalità e mire esterne, finirono per affidarsi alle più stabili, forti e autoritarie, Signorie: gli Este a Ferrara, Modena e Reggio, i Malatesta a Rimini, i Visconti a Milano, i Medici a Firenze, i Gonzaga a Mantova, ecc. A Bologna, invece, inizialmente anche le Signorie furono di breve durata perché nessuna famiglia riuscì ad imporsi stabilmente (ci riuscirono solo i Bentivoglio nel 1400). Pertanto, all’inizio del 1300 la vita politica di Bologna, città e contado, fu caratterizzata dalle lotte di fazione fra guelfi (favorevoli al Papato) e ghibellini (favorevoli all’Imperatore), e in particolare tra le famiglie dei Geremei e dei Lambertazzi, e soprattutto tra i Pepoli (detti anche “scacchesi”, per il simbolo del loro stemma) e i Gozzadini (detti anche “maltraversi”, per la banda trasversale sul loro scudo).

Accadde dunque in questo clima infuocato, nel 1321, un fatto che sconvolse a lungo la città, in un periodo in cui era temporaneo Signore di fatto di Bologna Romeo Pepoli, ricco cambiavalute- banchiere, potente Leggi Tutto

La Rocca di Cento, una storia lunga 7 secoli.

E’ l’edificio storico simbolo più antico di questo comune, sempre al centro di eventi e dell’attenzione nei secoli,  e fino ad oggi.
Ricerca storica di Adriano Orlandini
Eretta nel 1378, la rocca faceva parte di un vasto sistema difensivo organizzato dal Comune di Bologna a volte in contrasto con il Vescovo della città, per il controllo politico-militare di questi territori di confine. In epoca medievale furono inoltre costruiti e rinforzati altri castelli e torri, controllati dal Comune o dal Vescovo: la Galeazza, Forcello, Canoli, Massummatico, Galliera e altri. Anche la Comunità di Cento, in particolare, vive questi anni travagliati da vicende interne tendendo verso una maggiore autonomia politica, rivendicata sia nei confronti del Comune Bolognese che del Vescovo, Signore di gran parte di queste terre.
Alla seconda metà del Trecento i documenti descrivono la rocca, dopo i lavori fatti dal Comune di Bologna (senza darne una descrizione precisa), ormai completa di mura e torri merlate, con una ventina di soldati di presidio in tempo di pace e forse contrapposta anche politicamente a quella del vescovo, gìà esistente a Cento ma presto scomparsa e ancora di incerta collocazione. Come detto, non siamo
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Natale in casa per fermare il contagio e Natale proibito per legge.

La festa proibita- I cinque paesi in cui celebrare il Natale è un crimine (da Linkiesta*)
Per milioni di credenti in Corea del Nord, Arabia Saudita, Somalia, Brunei e Tagikistan festeggiare la nascita di Gesù è illegale e bandito a titolo definitivo. Chiese e croci sono vietate, mentre le adunanze cristiane di qualsiasi tipo devono essere fatte in totale segretezza. Il Natale porta con sé il rischio di multe, arresti e carcerazioni. Non in Italia per via del nuovo Dpcm, bensì in alcuni Paesi del mondo dove è vietato festeggiare la nascita di Gesù. Per milioni di credenti, infatti, celebrare la festa natalizia è bandito a titolo definitivo.
In Corea del Nord, per esempio, il cristianesimo è considerato illegale: i credenti devono celebrare il Natale in completa segretezza nei boschi, nelle case o nelle latrine delle prigioni e dei campi di lavoro. «Incredibilmente, molti cristiani nordcoreani rischiano tutto per riunirsi il giorno di Natale», dice un portavoce di Open Doors. «Una riunione di solito è composta da solo due persone su una panchina del parco che borbottano preghiere e lodi a bassa voce».
Mentre per alcuni è «troppo pericoloso persino parlare, quindi si riuniscono semplicemente Leggi Tutto

Messa di Natale a mezzanotte, tra storia e tradizione.

Messa di mezzanotte a Natale, nella storia e  nella tradizione popolare
Sta facendo molto discutere, ed è diventato argomento di contrapposizione politica più che di fede religiosa, la proposta del governo italiano di anticipare l’antica consuetudine della celebrazione della “Messa di mezzanotte” nella notte di Natale 2020, per rispettare e mantenere la regola del “coprifuoco”, cioè del divieto di uscire di casa dalle ore 22 alle 5 del mattino successivo, imposta recentemente nel contesto dei più recenti Decreti, emanati per contenere il contagio del famigerato virus covid19 che sta di nuovo mietendo centinaia di vittime ogni giorno in Italia (e nel mondo).
Ma è una tempesta in un bicchier d’acqua, che dovrebbe facilmente essere superata e sopita se si fa un sia pur minimo excursus storico di questo rito diventato molto popolare, diffuso e amato tra i fedeli cattolici nel corso dei secoli, ma che non ha nessun particolare fondamento teologico, non è fissato in nessun Vangelo, dogma o disposizione liturgica catechistica.

Lo stanno facendo notare, oltre agli storici di formazione laica, anche tanti esponenti importanti del mondo cattolico.

Sul quotidiano Corriere della sera Padre Enzo Fortunato ha ricordato che il Papa da oltre dieci anni celebra la messa di Natale prima delle 22 e che per il Vangelo più dell’orario (il «kronos») conta il tempo Leggi Tutto

Osservatorio locale per il paesaggio nell’Unione Reno Galliera. Presentazione in web meeting

L’Unione Reno Galliera intende istituire un Osservatorio Locale del Paesaggio e invita
VENERDÌ 4 DICEMBRE, alle ore 18:00, ad un incontro – in modalità “web meeting” – cliccando sul link: https://meet.google.com/fow-rixw-gvq
per una prima presentazione del progetto e occasione per raccogliere l’eventuale interesse e disponibilità di cittadini e associazioni a partecipare alla organizzazione futura.
Nella seduta del Consiglio dell’Unione (costituita dai comuni di Argelato, Bentivoglio, Castello d’ Argile, Castel Maggiore, Galliera, Pieve di Cento, S. Giorgio di Piano e S. Pietro in Casale) di giovedì 24 settembre è stato siglato, tra Unione Reno Galliera e la Regione Emilia-Romagna, un “accordo di collaborazione” per la costituzione di un Osservatorio locale del paesaggio. Nell’accordo sono definiti tempi, risorse e attività da mettere in campo per giungere nella primavera 2021 alla vera e propria nascita dell‘Osservatorio.
A livello regionale l’Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio ha il compito di dare attuazione ai principi fissati dalla Convenzione Europea del paesaggio (CEP): si prefigge, quindi, la diffusione della cultura del paesaggio e la promozione della sua qualità, orientando a tal fine le politiche regionali.

L’osservatorio regionale si occupa di tutto il territorio regionale e non solo dei paesaggi eccezionali, e lo fa promuovendo lo scambio tra approcci, professionalità Leggi Tutto

Gli scontri del “biennio rosso” sconvolsero anche il calcio. Un caso

Un ponticellese ai vertici del “Calcio Regionale Emiliano”. Era il 2 settembre 1921. Testo di Dino Chiarini
Angelo Orlandi (Ponticelli di Malalbergo, 4 gennaio 1890 – Bologna 24 aprile 1956) ragioniere di professione e agente assicurativo di una nota compagnia francese, nel 1921 giunse alla presidenza del Comitato Regionale Emiliano della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Cognato del noto giornalista sportivo bolognese Nino Maggi (per anni redattore sportivo de Il Resto del Carlino) nel 1919 Orlandi era contemporaneamente socio e sostenitore del Bologna Football Club, oltre che dirigente della “sezione calcio” di Virtus Bologna (1). In seguito alla fusione tra quest’ultimo sodalizio e il Gruppo Sportivo Bolognese, avvenuta nel 1920, la nuova società sportiva prese il nome di Virtus Gruppo Sportivo Bolognese (Virtus G.S.B.) e Orlandi andò a ricoprire il ruolo di “vice-segretario” e “co-responsabile” della Sezione calcio.
Nell’assemblea regionale della F.I.G.C. del 2 settembre 1921, Angelo Orlandi fu nominato Presidente del Comitato Regionale Emiliano. Ma l’esiguo numero di presenti a quella riunione (solo 14 furono le società intervenute) rese il suo mandato ben poco rappresentativo, cosa che non mancò di avere negative conseguenze (2).

In un crescendo di riprovevoli episodi, che stavano accadendo per motivi politici in diverse città ma che coinvolgevano anche le tifoserie sui campi di gioco, alla fine del mese di novembre, Leggi Tutto

Voglia di conoscere il futuro, dall’antichità fino ad oggi

Il desiderio di conoscere il futuro nel mondo moderno
-Osservazioni di Giovanni Pellegrino e Mariangela Maugeri-
Uno dei miti più importanti della società contemporanea è il desiderio di conoscere il proprio futuro e quello dell’intera umanità. Possiamo dire che esiste una vera e propria idolatria nei confronti degli astrologi e dei cartomanti anche se la più famosa arte divinatoria è senza dubbio l’astrologia che riscuote il consenso della maggior parte degli individui. Le cause alla base del successo dell’astrologia nel mondo contemporaneo sono numerose e si possono dividere in tre gruppi: cause storico-religiose, psicologiche e sociologiche. Tra le cause storico- religiose le più importanti sono la crisi della religione cattolica, il ritorno del paganesimo e il successo del movimento New Age. Tra le cause psicologiche figurano le particolari caratteristiche della personalità degli individui che si recano dagli astrologi quali ad esempio la volontà di attribuire tutto ciò che avviene al potere delle stelle e l’accettazione di una concezione fatalistica del mondo col conseguente rifiuto di farsi carico delle conseguenze delle proprie azioni.
Numerose sono infine le cause sociologiche del boom dell’astrologia: il condizionamento dei mass media, la complessità Leggi Tutto