Messa di Natale a mezzanotte, tra storia e tradizione.

Messa di mezzanotte a Natale, nella storia e  nella tradizione popolare
Sta facendo molto discutere, ed è diventato argomento di contrapposizione politica più che di fede religiosa, la proposta del governo italiano di anticipare l’antica consuetudine della celebrazione della “Messa di mezzanotte” nella notte di Natale 2020, per rispettare e mantenere la regola del “coprifuoco”, cioè del divieto di uscire di casa dalle ore 22 alle 5 del mattino successivo, imposta recentemente nel contesto dei più recenti Decreti, emanati per contenere il contagio del famigerato virus covid19 che sta di nuovo mietendo centinaia di vittime ogni giorno in Italia (e nel mondo).
Ma è una tempesta in un bicchier d’acqua, che dovrebbe facilmente essere superata e sopita se si fa un sia pur minimo excursus storico di questo rito diventato molto popolare, diffuso e amato tra i fedeli cattolici nel corso dei secoli, ma che non ha nessun particolare fondamento teologico, non è fissato in nessun Vangelo, dogma o disposizione liturgica catechistica.

Lo stanno facendo notare, oltre agli storici di formazione laica, anche tanti esponenti importanti del mondo cattolico.

Sul quotidiano Corriere della sera Padre Enzo Fortunato ha ricordato che il Papa da oltre dieci anni celebra la messa di Natale prima delle 22 e che per il Vangelo più dell’orario (il «kronos») conta il tempo della grazia (il «kairos»). Della questione scrive sul Fatto Quotidiano anche il direttore de La Civiltà Cattolica Antonio Spadaro, che ne fa una interessante disamina storica. Spadaro spiega che già nel secondo secolo uno dei padri della Chiesa, Clemente Alessandrino, si lamentava di coloro che pretendevano di sapere il giorno esatto della nascita di Cristo.

«Le sue parole ci fanno capire che in realtà non lo conosciamo; ma la stessa espressione ci fa anche comprendere bene che ciò che importa del Natale non è la data: è il fatto che il Figlio di Dio abbia preso carne umana in una notte e sia venuto come luce del mondo» scrive Spadaro, da cattolico. «I vangeli di Matteo e Luca non forniscono indicazioni cronologiche precise. L’affermarsi della festa nel giorno del 25 dicembre la si deve molto all’opera del papa san Leone Magno (440-461). In nessun modo la Chiesa ha mai definito questo punto, lasciando che il giorno del Natale di Gesù si consolidasse come semplice tradizione. Nel 1993 san Giovanni Paolo II, durante l’udienza di preparazione del Natale disse, ad esempio: “La data del 25 dicembre, com’è noto, è convenzionale» aggiunge Spadaro.

La scelta del 25 dicembre per la celebrazione della nascita di Gesù è infatti frutto di una convenzione molto antica, attestata già nel 354, e probabilmente dovuta anche al fatto che il 25 dicembre è una data sovrapponibile alla festa pagana del solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno (che quest’anno, nell’emisfero nord cade astronomicamente il 21 dicembre). «Cioè – scrive ancora Spadaro – la nascita del nuovo sole dopo la notte più lunga dell’anno. Questa è la data nella quale viene celebrata la nascita di colui che è il Sole vero che sorge dalla notte del paganesimo. La data coincideva con le ferie di Saturno, durante le quali gli schiavi ricevevano doni dai loro padroni ed erano invitati a sedere alla stessa mensa, come liberi cittadini». Altre chiese cristiane, in particolare quelle orientali, celebrano la nascita di Cristo in altre date, altrettanto convenzionali, perché – afferma Spadaro – scelte per «celebrare un evento della fede avvenuto in un momento storico preciso, ma non determinabile cronologicamente».

Natale: la magia della messa della vigilia. Ma Gesù bambino non nacque a mezzanotte…. non esiste precetto liturgico che imponga la celebrazione della prima messa di Natale a mezzanotte (il Messale a riguardo si limita a un timido “di solito”), ma è la stessa nascita di Gesù, il 25 dicembre, a non trovare riscontro nella Bibbia…
La data cristiana del 25 dicembre riprende i riti pagani della rinascita dell’anno solare. I vangeli non danno un giorno certo, forse fu ad aprile…” scrive anche Giovanni Panettiere, studioso di storia del cristianesimo in un articolo sul Quotidiano.net, pubblicato il 28 novembre 2020 , che spiega quindi: “ Andiamo con ordine. La scelta di festeggiare il venire alla luce del Figlio dell’uomo in quella data precisa è frutto di un processo d’inculturazione del cristianesimo nella società pagana del tardo Impero romano d’Occidente. Che aveva le sue ricorrenze, alcune di provenienza orientale, come quella del Sol invictus (Sole mai sconfitto), meglio conosciuto col nome di Solstizio d’inverno, da festeggiarsi proprio il 25 dicembre. Nell’occasione si celebravano le nozze fra la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno, la rinascita del mondo, in altre parole. Il sole è al minimo di luce e calore per poi tornare vitale e invincibile sulle stesse tenebre. Una nuova nascita, un natale pagano.

La storiografia romana (vedesi l’ Historia Augusta di Aelius Lampridius) fa risalire all’imperatore Eliogabalo (noto fra l’altro per gli stravizi a tavola) la diffusione nell’Urbe della festività siriana del Sol invictus , nei primi decenni del III secolo. Oltre cent’anni dopo, nel 330, un decreto imperiale farà coincidere la natività di Gesù col culto pagano del natale del Sol e, il 25 dicembre. Né un giorno in più, né uno in meno, stabilì Costantino che anche per questo a lungo è stato venerato nella Chiesa d’Oriente quale tredicesimo apostolo. Lui che fece uscire i cristiani dalle catacombe (Editto di Milano , 313), lui che nel 325, a Nicea, convocò il primo concilio ecumenico (mica il papa di allora, Silvestro I, come vorrebbero farci credere alcune leggende medievali).

E che dire della nascita del Salvatore a mezzanotte spaccata? Se teniamo all’orologio, gli evangelisti non sono svizzeri: il loro è più un racconto volto a suscitare la fede che dedito alla cronaca puntuale degli eventi. Certo, Luca, unico dei quattro autori sacri con Matteo a discorrere dell’infanzia cristiana, ci tiene a dirci che, quando Maria partorì, i pastori “passavano la notte all’aperto per fare la guardia al loro gregge” (Luca 2,8). Tuttavia, a parte il fatto che questa consuetudine bucolica andava in scena (sulle alture di Betlemme) tra la festa di Pasqua e quella delle Capanne, ossia fra aprile e ottobre (non a dicembre, pertanto), l’evangelista resta vago sull’ora natia di Gesù…

L’usanza della celebrazione a mezzanotte risente piuttosto di una suggestione mistica, veterotestamentaria. È a metà delle notte che nel libro della Sapienza (18,14-15) la “parola onnipotente dal cielo (…) si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio”. Per la Chiesa delle origini non poteva allora che essere alle 24 esatte il momento in cui la Parola si fece carne. Fin qui la spiritualità. La storia, invece, preferisce non pronunciarsi.”

Questo è quanto riferiscono studiosi della materia basandosi su testi sacri e/o ecclesiastici. Di certo si potrebbe scrivere ancora tanto sul valore culturale, spirituale e materiale e sull’importanza delle tradizioni consolidate nel sentimento popolare; tradizioni che ogni popolo ha giustamente diritto di cercare di conservare in quanto fanno parte della sua memoria storica, ma che possono essere reinterpretate o modificate e aggiornate alla luce o a fronte di esigenze di valore superiore, quale può essere la tutela della salute pubblica e della vita delle persone, di fronte ad una minaccia reale e concreta come è questa di un nuovo virus di diffusione mondiale, finora non contrastabile efficacemente con cure e vaccini ancora sperimentali, ma solo con misure restrittive della mobilità e degli assembramenti di qualsiasi natura e motivazione.

  • Rassegna stampa e sintesi di redazione

Fonti :
– “La messa di Natale e il coprifuoco delle 22: quanto conta davvero che non sia a mezzanotte”. Art. di Elena Tebano ne Il Punto del Corriere del 1 dic. 2020

– “Natale: la magia della messa della vigilia. Ma Gesù bambino non nacque a mezzanotte” La data cristiana del 25 dicembre riprende i riti pagani della rinascita dell’anno solare. I vangeli non danno un giorno certo, forse fu ad aprile. Giovanni Panettiere

https://it.aleteia.org/2020/12/01/messa-natale-mezzanotte-storia-tradizione/ Non esiste alcuna Messa di mezzanotte….

** Sulla varietà delle tradizioni natalizie, vedi anche :

https://it.wikipedia.org/wiki/Tradizioni_natalizie

” ll Natale è una festa accompagnata da diversi costumi, folclore e celebrazioni, variabili da paese a paese, sia dal punto di vista sociale che religioso.  Molte sono le tradizioni, le pratiche ed i simboli familiari del Natale, come l’albero di Natale, lo zampone, il cotechino, il ceppo di Natale, l’agrifoglio, il vischio, la stella di Natale, lo scambio di doni, già presenti nelle tradizioni di alcuni popoli nordici prima dell’introduzione del cristianesimo. Le celebrazioni del solstizio invernale erano molto diffuse e popolari nel Nord Europa, e prima che fossero immesse nella tradizione cristiana, la parola Natale era definita con yul, da cui è stato tratto il termine anglosassone yule che significa appunto Natale. Per quanto riguarda l’albero di Natale, si crede che sia stato introdotto per la prima volta in Germania…..

………”