E'
stato un incontro interessante e proficuo quello svoltosi il 10
maggio scorso presso Villa Smeraldi – Museo
della civiltà contadina di S. Marino di Bentivoglio,
sotto il titolo "La cultura locale in una società sempre più multietnica e globale. Esperienze a confronto", con la partecipazione dei rappresentanti di una decina di Associazioni che si occupano
di storia locale e tradizioni in vari comuni del bolognese e del
ferrarese dell'area intorno al Reno.
A
organizzarlo è stato il nostro Gruppo di
Studi della pianura del Reno,
che, per bocca del suo presidente, Magda
Barbieri,
ha spiegato i motivi dell'iniziativa: innanzitutto la conoscenza
reciproca e un primo scambio di informazioni sulle rispettive
attività e situazioni in cui si trovano le singole
associazioni o persone, che spesso operano e sono conosciute solo
entro il ristretto ambito dei confini comunali, quando meriterebbero
di essere conosciute anche oltre questi confini.
In secondo luogo, capire se ci possono essere i presupposti per una
qualche forma di collaborazione futura o di collegamento tra i vari
gruppi di studiosi e interessati, per favorire il superamento di una
ottica esclusivamente campanilistica, per attivare eventuali iniziative
in comune, o “fare rete” , come si usa dire ora.
Con
questa prospettiva, il Gruppo promotore si è dichiarato
disponibile a svolgere un ruolo di eventuale coordinamento,
utilizzando ad esempio il proprio sito , come strumento per favorire lo scambio e una maggior diffusione
delle informazioni sulle rispettive attività.
La sede di
Villa Smeraldi , istituzione con la quale il Gruppo di pianura ha
dal 2004 stipulato una convenzione, potrebbe essere il luogo di
ulteriori incontri futuri, anche con altre associazioni che per ragioni meramente organizzative non si è potuto chiamare questa volta, per la
presentazione di iniziative o di libri, e aggiungere alle proprie
funzioni anche quella di centro di documentazione della produzione
di pubblicazioni di storia locale dell'area bolognese-ferrarese
della pianura intorno al Reno.
Un principio di attuazione di questa idea c'è già , con
la presenza presso Villa Smeraldi e la sua grande biblioteca (con migliaia di
testi di Agraria e storia dell'agronomia e agricoltura), della
piccola biblioteca sociale del Gruppo di studi , che, per
l'occasione, ha messo in mostra libri e riviste di storia locale
della sua dotazione, frutto di donazioni di soci, simpatizzanti o
enti. Altri libri e pubblicazioni sono stati portati dai presidenti
o dagli studiosi delle associazioni invitate, dando così un
nuovo incremento alla possibilità di reciproca conoscenza di
persone e opere su un'area più vasta.
Sull'una
e sull'altra delle motivazioni è emerso consenso e interesse
da parte di tutti gli intervenuti . a cominciare dal moderatore
Gian Paolo Borghi,
Direttore del Centro
Etnografico ferrarese, che
da tempo svolge un ruolo simile, a livello istituzionale e molto più
ampio e consolidato, per tutta l'area ferrarese e zone limitrofe
gravitanti sul Po . Impegnato da decenni in prima persona, come
Direttore del Centro ferrarese, ma anche come socio o collaboratore
di gruppi di studio bolognesi, con particolare conoscenza e
attenzione per quelli “ storici” della montagna, Borghi ne ha
sottolineato la grande ricchezza, varietà, vivacità e
continuità di impegno: dal “Rugletto
dei Belvederiani”
di Lizzano in Belvedere, al Gruppo
di Studi dell'Alta Valle del Reno,
a Gente di Gaggio
e
altri, che contano migliaia di soci, tra chi vive in collina e anche tra chi
si è da tempo trasferito altrove.
A
testimoniare la vitalità dei gruppi di pianura è
intervenuto per primo Floriano Govoni,
direttore di Marefosca,
la rivista quadrimestrale di San Matteo della Decima, nata nel 1982
e pubblicata con una tiratura di 3.000 copie, distribuite
gratuitamente in loco e anche inviate per posta oltre i confini
comunali a chi ne faccia richiesta. Ne sono già usciti 77
numeri con articoli di storia locale, toponomastica, attualità
, arte, fotografia, ambiente e natura, usi e tradizioni locali, con
particolare attenzione per le annuali manifestazioni del Carnevale
decimino. L'associazione culturale omonima cura anche la
pubblicazione di libri di storia locale e opuscoli monografici su
eventi o personaggi.
Molte,
a cadenza generalmente annuale, anche le mostre fotografiche, le
presentazioni di libri, i mercatini di libri usati, in parte offerti
anche gratuitamente. La rivista e l'associazione vivono di pubblicità
per coprire le spese di pubblicazione e fin dall'origine operano in
collaborazione con la Biblioteca comunale “Raffaele
Pettazzoni”
(per maggiori informazioni su Marefosca,
vedi la relativa scheda nella nuova rubrica “Vetrina
delle Associazioni”
su questo sito).
E'
quindi seguito il prof. Mario Gandini ,
direttore di “Strada Maestra”,
prestigiosa rivista semestrale nata 40 anni fa a S. Giovanni in
Persiceto con l'appoggio della locale Biblioteca Comunale “Giulio
Cesare Croce”
. Rivista che ha pubblicato ormai centinaia di saggi e articoli
frutto di studi e ricerche storiche di autori e argomento locale,
ma non solo; schede artistiche, dossier di documenti e fotografie,
biografie e storie di famiglie di persicetani emigrati o di
personaggi locali, avvalendosi soprattutto della ricchissima
dotazione di libri e pubblicazioni periodiche storiche, di documenti
e materiali dell'archivio comunale, arricchito anche da donazioni
importanti. Da anni “Strada
Maestra” per
opera di Mario Gandini, pubblica a stralci, tutti i documenti e le
informazioni relative alla vita e alle opere di Raffaele Pettazzoni,
storico delle religioni originario di Persiceto , in preparazione di
una completa biografia che dovrebbe essere pubblicata il prossimo
anno in occasione del 50° anniversario della morte ( per
maggiori informazioni su “Strada
maestra”
vedere la scheda relativa nella nuova “Vetrina
delle Associazioni
“, e l'articolo sul Pettazzoni in “Biografie”).
Tullio Calori,
ex sindaco di Molinella
e medico, appassionato studioso di storia molinellese e autore di
libri pubblicati negli anni scorsi, socio di alcuni dei Circoli
culturali attivi nel suo comune, come “Gli
amici dell'arte”
e la “Bottega
del caffè”
, più che sull'attività delle associazioni di storia
locale, che hanno promosso l'uscita di varie pubblicazioni , si è
soffermato su un altro aspetto indicato nel titolo dell'incontro:
l'evoluzione e la trasformazione della comunità locale nelle
sue componenti sociali e nei suoi atteggiamenti nei confronti dei
forestieri,
o estranei,
che sono venuti a risiedere a Molinella.
Certo – ha detto - si è
partiti da una iniziale tendenza all'isolamento, dovuta alle
caratteristiche naturali del luogo, passando per una secolare
litigiosità e divisione tra bolognesi e ferraresi, separati da
un canale che faceva da confine e mantenendo, come in molti altri
paesi, un sostanziale atteggiamento di chiusura e diffidenza verso
chi veniva da fuori. Ora anche la composizione sociale di Molinella è
diventata multietnica e ogni componente si porta dietro tradizioni
diverse. Per molti molinellesi gli immigrati dell'ultimo decennio sono
considerati un pericolo, ma altri cominciano a mostrare una certa
disponibilità per cominciare almeno a conoscersi
reciprocamente, a capire e ad accettare la diversità di usi e
costumi. Si stanno facendo iniziative per favorire l'integrazione, ma non si nascondono le difficoltà.
Per
il Gruppo di studi “Progetto 10 righe”
di Sasso Marconi,
ha riferito Franco Ardizzoni,
socio del Gruppo, che ne ha tracciato le caratteristiche
essenziali. Nato nel 2001, il Gruppo ha una attività di
divulgazione ormai consolidata e ben visibile attraverso la rivista
semestrale “al sâs”
che tratta di storia, natura e cultura ed ha già prodotto il
16° numero, oltre ad una bella Guida
turistica di Sasso Marconi,
ricca di informazioni storiche, geografiche e scientifiche sul
territorio, nonché di immagini, mappe e ben 41 itinerari
turistici degni di interesse (vedere scheda relativa in “Vetrina”
e recensione della Guida).
Originale
e particolarmente vivace l'intervento di Tiziano
Casella,
responsabile del settore cultura nel suo Comune e fondatore e
animatore della Scuola - laboratorio del dialetto
di Budrio,
che opera con la collaborazione di Comune e Scuole pubbliche;
un'esperienza unica in quest'area della pianura. Casella ha voluto
sottolineare come nel suo Comune, non bagnato dal Reno, ci sia una
folta schiera di ben 40 associazioni di volontariato di vario genere,
anche se nessuna si occupa di storia locale. Ma la storia locale è
però da tempo apprezzata e coltivata , grazie a studi
individuali, a partire dalla famosa Fedora Servetti Donati, che ha
scritto numerosi libri e la cui passione è stata ereditata ora
dalla figlia Lorenza e da altri che hanno prodotto varie pubblicazioni (da vedere il lungo elenco sul sito del Comune alla voce "Budrio da leggere").
Budrio è comunque un paese ricco di storia e di opportunità
per lo studio e la conoscenza del territorio, grazie anche al suo
museo archeologico-paleoambientale e alle sue raccolte di ocarine e
burattini.Ma
la sua peculiarità è il corso di dialetto per bambini
che tiene con successo da 4 anni nelle scuole pubbliche e
privatamente, con conseguenti saggi finali e spettacoli portati anche
fuori Budrio. Quest'anno ha aggiunto anche un breve corso di cucina
bolognese ... in bolognese. Casella ha curato la pubblicazione anche di
alcuni volumetti o “Quaderni per il dialetto”
(ora al n.7), con testi suoi e di altri. Il suo impegno
per recuperare il nostro linguaggio popolare, le nostre tradizioni -
ha spiegato- non vuol essere antiglobalizzante o di rifiuto delle
culture altrui , ma un modo per valorizzare la nostra cultura e la
nostra identità che non deve essere cancellata o
dimenticata, per farla capire e apprezzare anche dagli altri. Con le sue iniziative divertenti e giocose, anzi, è
riuscito a fare esperienza di integrazione , con la partecipazione di
ragazzi marocchini, o di altra provenienza, incuriositi e
interessati alle nostre tradizioni; e quindi anche i nostri ragazzi
si sono aperti e hanno fatto amicizia con loro.
Favorevole all'ipotesi di creare un collegamento tra chi si occupa
di storia e tradizioni locali e ben disponibile a raccontare la sua
esperienza a chi sia interessato.
Il
direttore del Museo della civiltà
contadina,
Silvio Fronzoni,
padrone di casa per questo incontro, ha voluto evidenziare i
diversi aspetti, positivi e negativi e la diversa percezione del
fenomeno della multietnicità e della globalizzazione che
emerge anche nella società un tempo esclusivamente rurale.
Affrontare questa nuova realtà è la sfida che deve
impegnare le associazioni che si occupano di cultura locale; occorre
potenziare il loro radicamento e “fare sistema”, o “fare rete”.
Le nuove tecnologie come internet possono dare un grande aiuto,
mettere in circolazione informazioni un tempo difficilmente e
faticosamente accessibili e far circolare velocemente i risultati di
studi e ricerche.Fronzoni
ha ricordato la recente positiva esperienza della ricerca storica
condotta su “Mulini, canali e comunità
della pianura bolognese tra Medioevo e Ottocento”,
promossa da Villa Smeraldi, che ha visto impegnati numerosi studiosi professionisti e volontari
di Gruppi o singoli della pianura (tra cui il nostro della pianura
del Reno,
ndr) con tre Giornate
di studio
e una prossima pubblicazione delle relazioni.
Ha quindi lanciato una
nuova proposta ai presenti: “Possiamo
fare ancora qualcosa di simile insieme? Ci sono tanti atti notarili ,
con inventari, testamenti, doti matrimoniali, vertenze, chiusi negli
archivi, che, se studiati e divulgati, potrebbero fornire una
miniera di informazioni sulla vita delle nostre comunità per
tanti aspetti umani, sociali ed economici dei secoli passati. Se si
trovassero vari Gruppi di studio, o studiosi singoli, disponbili a
impegnarsi nella ricerca e nell'esame degli atti relativi ai
rispettivi territori, ne potrebbe uscire una ricerca comune di
notevole interesse storico....”
Giancarlo Rivelli,
intervenuto
a rappresentare il
“Gruppo di Studi Savena , Setta e Sambro”
ha
raccontato come la loro iniziativa, nata una decina di anni fa, sia
riuscita a superare il problema dell'isolamento e del campanilismo
che storicamente ha sempre condizionato i paesi della montagna,
animati spesso da spietate rivalità tra loro, per un eccesso
di attaccamento al proprio territorio. Atteggiamenti di chiusura
favoriti anche dalla grande miseria e dalle difficoltà di
comunicazione. “Ora
la situazione è cambiata -
ha spiegato Rivelli - siamo
riusciti a riunire tanti amici di Comuni distanti fra loro, sparsi
nelle 3 Valli del Setta, del Savena e del Sambro e anche oltre, compresi quelli che come me ora vivono in città o altrove”.La
rivista del Gruppo, “Savena Setta Sambro”
è ormai arrivata al n. 34 e pubblica articoli su tanti
argomenti: storia locale, flora, fauna, bellezza dei luoghi; e cura l
'edizione di libri e pubblicazioni anche costose. Purtroppo si deve
lavorare “con le
pezze nel sedere”,
ha sottolineato Rivelli; le associazioni vivono soprattutto di
volontariato e in futuro avranno sempre meno contributi.
Ma nei confronti dei nuovi cittadini che vengono ad abitare qui,
siamo noi, che conosciamo il nostro territorio e la sua storia, a
dover mettere a disposizione della società le nostre
conoscenze, spiegare chi siamo e da dove veniamo, magari con appositi
corsi; e dobbiamo d'altro canto essere disponibili a cercare di
sapere il vissuto e le storie di chi viene qui, con la collaborazione
degli amministratori pubblici.
Sarebbe
utile
– ha concluso- “fare
rete” tra la varie associazioni, raccogliere le esperienze di
tutti, aiutarci e collaborare per ottimizzare i costi
Dopo
gli interventi di associazioni con esperienze ormai consolidate, è
stata poi la volta di un gruppo di recentissima costituzione, il
Gruppo Storico culturale Poggese,
di Poggio Renatico,
nato lo scorso anno, qui rappresentato dal presidente Giuseppe
(o
Pino)
Malaguti
e da Giulio Reggiani,
animati dalle grandi speranze e dall'entusiasmo dei neofiti. Malaguti
ha raccontato come è nata l'Associazione, costituita non da
storici di professione, ma da persone che fanno altro nella vita ma
sono animate da passione per lo studio della storia del proprio
paese. Un paese dal passato indubbiamente interessante e un po'
complicato, ora istituzionalmente parte della provincia ferrarese,
ma fino a poco più di 100 anni fa parte del bolognese, con la
sua secolare e singolare giurisdizione di feudo
dei Lambertini,
la sua chiesa abbaziale, le sue torri.
Reggiani
ha spiegato i criteri con cui è stata impostata la nuova
rivista , intitolata “Quaderni poggesi”,
uscita col primo numero nell'aprile scorso a cura dell'Associazione.
Rivista che si occuperà della storia locale e delle
microstorie che
sono alla base della macrostoria, il
vissuto della gente del luogo, tradizioni, toponomastica, recupero
delle opere d'arte, ma anche articoli e rubriche sul presente, su
vari aspetti dell'ambiente e dell'attualità.
Dalla
sponda ferrarese del bacino del Reno storico, è venuto anche
Pier Carlo Scaramagli,
a rappresentare il Centro di Documentazione del
Mondo Agricolo Ferrarese,
di cui è da anni il motore, con sede a S. Bartolomeo in Bosco.
Un Centro con Museo molto attivo e sempre in crescita nelle
attività, per mantenere viva la memoria delle tradizioni
locali, ma anche attento a recepire la nuova realtà costituita
dall'immigrazione.Scaramagli
ha rilevato che chi viene da fuori non conosce la realtà che
mettiamo in esposizione; ma tanto più viene da lontano tanto
più spesso mostra interesse e desidera conoscere. Dal canto
suo il Centro sta
facendo il possibbile per rendere interessante la sua offerta , anche
con iniziative nuove e di taglio più moderno , inserendo tra
mostre e incontri di impronta culturale, anche giochi e piccole gare
come “Indovina
l'oggetto in mostra”
con libri in premio ai vincitori.
Ma
la peculiarità del MAF
è quella di aver attivato una struttura che mette insieme
le istituzioni pubbliche (Comune
e Centro Etnografico Ferrarese)
con l'iniziativa privata , con l'apporto e il collegamento di un
agriturismo (La
Torretta).
Forte di questa esperienza positiva , Scaramagli fa rilevare le
potenzialità insite nella collaborazione tra cultura locale e
turismo. Ad esempio, negli agriturismi si potrebbe anche “vendere
cultura”
mettendo in mostra, e vendita, pubblicazioni locali.
Fare
sistema è difficile, ma necessario e fondamentale
– ha concluso. Tra le possibili cose da fare: iniziative comuni, un
albo per catalogare tutte le Associazioni che operano per la studio e
la diffusione della cultura locale, magari un portale internet.
Infine,
Umberto Lanzoni
è venuto a rappresentare la “Famè
zenteisa”,
un sodalizio nato 40 anni fa a Cento (provincia di Ferrara, ma con
una storia e una cultura legata per tanti aspetti al bolognese), per
iniziativa di Guido Vancini
e di un gruppo di amici, animati dal desiderio di raccontare e far
conoscere la storia di Cento, le tradizioni, i personaggi qui nati e
distintisi in vari campi della cultura e delle attività
economiche. Ne è nata una rivista periodica quadrimestrale ,
che porta il nome dell'associazione e che raccoglie articoli di
carattere storico, scritti da Vancini o da altri, recensioni di
libri, presentazione di iniziative culturali, tante foto di
edifici, opere d'arte e personaggi , che vanno dalla documentazione
storico-culturale al semplice “amarcord” di tante persone e
famiglie di Cento. La serie di queste riviste uscite in 40 anni
costituisce certamente un interessante specchio della realtà
centese. Lanzoni ha voluto sottolineare anche l'aspetto conviviale
del suo sodalizio, dalle origini, favorite dal clima giocoso di
un'osteria, alle tante iniziative ricreative, come le gite, gli
spuntini, le biciclettate e la partecipazione al Carnevale di Cento.
Ora
la “Famè
zenteisa”
sta attraversando un momento di stasi, a causa del passo indietro
fatto dal “padre” del gruppo, Guido Vancini, per motivi di età
e di salute. Ma c'è tutta l'intenzione di riprendere
l'attività e riassestare le fila, contando sull'impegno di
altri soci.
Si è così concluso questo primo incontro
“sperimentale”, che ha voluto lanciare un seme e una proposta ,
saggiare il terreno e verificare le eventuali disponibilità e
potenzialità per iniziative di collaborazione e valorizzazione
reciproca tra le Associazioni che si occupano di storia locale e
tradizioni.
Si tratta ora di cercare di mettere in pratica le
sollecitazioni e le proposte emerse.
m. bar.
* Le foto dell'incontro sono del socio Enrico Fiorentini
PS. Con l'intento di favorire la maggior diffusione della conoscenza delle attività delle Associazioni di cultura locale, su questo sito è stata attivata una nuova rubrica, nel menu di Eventi nel territorio, che porta il titolo “Vetrina delle Associazioni” (in via di progressivo allestimento), dove si potranno trovare schede informative, dati e recapiti delle associazioni che hanno partecipato all'incontro; successivamente, si aggiungeranno anche note sulle altre, tante, importanti e significative associazioni, del bolognese e del ferrarese, che non si è potuto invitare per l'esigenza organizzativa di mantenere questo primo incontro entro limiti di tempo accettabili.
Scritto in Convegni | Museo della Civiltà contadina S. Marino di Bentivoglioinvia ad un amico | letto 3433 volte
Inserito da redazione il Lun, 2008-06-02 05:39