“Padre Marella” un “beato” col cappello in mano

Don Olinto Marella, più noto come “padre Marella”, verrà proclamato “beato” a Bologna, domenica 4 ottobre, nel giorno in cui la città celebra il patrono san Petronio. Lo ha annunciato l’arcivescovo cardinale Matteo Zuppi, nei giorni scorsi, subito dopo la benedizione con l’immagine della Madonna di San Luca, patrona della città, in piazza Maggiore.
– Perchè a Bologna, visto che Padre Marella era veneziano di nascita? Perchè a Bologna, e nel territorio bolognese, ha vissuto e operato per decenni ed era una “istituzione”, nota e benvoluta da tutti. Merita quindi una citazione biografica –
Olinto Giuseppe Marella nacque il 14 giugno 1882 a Venezia nell’isola di Pellestrina, secondogenito dei quattro figli di Luigi Marella (1851-1903), medico condotto e pioniere dell’elioterapia, e Carolina de’ Bei (1852-1940), di famiglia triestina e maestra. Fu lo zio – l’arcivescovo Giuseppe Marella, arciprete della parrocchia Ognissanti a Pellestrina, protonotario apostolico e cameriere segreto del papa – a prendersi cura della sua educazione.
Ha studiato in seminario a Roma ed è stato compagno di classe di Angelo Leggi Tutto

Piazza Marino, poeta contadino, e i cantastorie del ‘900

“PIAZZA MARINO, IL POETA CONTADINO”-  Un ricordo biografico di Gian Paolo Borghi –
Marino Piazza ovvero “Piazza Marino, il poeta contadino”, secondo una sua felice autodefinizione, è stato senza alcun dubbio uno dei leader dei cantastorie attivi nel secolo scorso in Italia Settentrionale. Marino nasce a Bazzano nel 1909 in una famiglia bracciantile in grandi ristrettezze economiche. La madre, vedova con tre figli giovanissimi, lo manda a fare il garzone da un contadino risolvendo il problema di come avere una bocca in meno da sfamare.
Il mestiere però non lo soddisfa e vorrebbe fare invece il cantastorie. Lo ispirano quegli artisti popolari che si agiscono ai mercati e alle fiere nei dintorni di casa sua, a cominciare dal poeta popolare modenese Emilio Uguzzoni, detto Sirudèla o “Poeta della Verità”.

A sedici anni scrive la sua prima zirudella; chiede il permesso a un cantastorie che si sta esibendo e la recita al mercato di Bazzano ottenendo un grande successo di pubblico. Si accorda con il contadino nel cui podere lavora e inizia a frequentare le piazze dividendo a metà con lui gli introiti che realizza.

Dopo il trasferimento con la famiglia nelle vicinanze di Castelfranco Emilia disdice il “contratto” e si mette in proprio iniziando la produzione a stampa di “zirudelle” dialettali che vende al suo uditorio. Studia il clarino e fa coppia per qualche tempo con il fratello Pietro, Leggi Tutto

Guido Scaramagli, fondatore del MAF di S. Bartolomeo in Bosco

UN RICORDO DI GUIDO SCARAMAGLI, FONDATORE DEL MAF, NEL DECENNALE DELLA SCOMPARSA. Gian Paolo Borghi
Il 23 luglio 2010, quasi dieci anni fa, ci lasciava Guido Scaramagli, noto imprenditore agricolo, fondatore del Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese di San Bartolomeo in Bosco (oggi MAF). Era nato a San Bartolomeo in Bosco, frazione di Ferrara, il 24 settembre 1921, in una famiglia di agricoltori che diede uno straordinario impulso alla nascita e allo sviluppo della frutticoltura ferrarese, per molti anni all’apice della produzione italiana.
A una concezione innovativa aziendale, Guido Scaramagli ha abbinato una altrettanto sistematica e meritoria opera di conservazione della memoria del mondo delle campagne: per oltre un cinquantennio si è dedicato appassionatamente al recupero e al restauro di testimonianze (macchinari, attrezzi e strumenti di lavoro, oggetti, carte d’archivio, libri, immagini fotografiche, archivi aziendali ecc.) focalizzando temporalmente le sue tematiche di ricerca tra la fine del XIX secolo e la metà di quello successivo. L’arco di tempo da lui prescelto coincide volutamente con alcune tra le più interessanti fasi della storia agraria, intercorrenti dall’affermarsi dei processi di meccanizzazione sino alla scomparsa di quel mondo contadino che aveva come fondamento una secolare cultura di tradizione.

Grazie all’incontro con Renato Sitti, fondatore e direttore Leggi Tutto

Ferruccio Lamborghini, dal Carioca alla Miura, una vita per i motori.

Ferruccio Lamborghini, nato a Renazzo (Cento-FE) il 28 aprile 1916 e morto a Perugia il 20 febbraio 1993.
– In questa rubrica, che raccoglie le mini-biografie di persone nate in questi luoghi intorno al Reno, che si sono distinte per le loro capacità in vari campi dell’attività umana, non si può non ricordare Ferruccio Lamborghini imprenditore che ha lasciato il segno nel mondo industriale, dapprima come fondatore di una importante fabbrica di trattori e poi di una casa automobilistica di fama internazionale, che porta ancora il suo nome, anche se da tempo di proprietà di nota società tedesca, collocata a S. Agata Bolognese.
Figlio di agricoltori, terminata la scuola elementare, frequentò l’Istituto di formazione professionale ‘Fratelli Taddia’ di Cento, da sempre fucina di imprenditori centesi; ottenuta la licenza e contro il parere del padre – che voleva gli subentrasse nella conduzione del podere – decise di andare a lavorare come apprendista da un fabbro della zona, dove imparò i segreti della lavorazione del ferro e della saldatura; poi riuscì a farsi assumere a Bologna dal Cavalier Righi, titolare dell’Officina più importante della città che in quel momento aveva in appalto la revisione dei mezzi dell’Esercito: questo periodo, seppur breve, rimarrà fondamentale per l’esperienza e la competenza di Ferruccio.

Durante la seconda guerra mondiale trovò l’opportunità di sperimentare le sue doti meccaniche Leggi Tutto

Ansaldo Poggi, liutaio, lo Stradivari di Villa Fontana

Poggi Ansaldo (9 Giugno 1893 – 4 Settembre 1984 ).
-Tra le biografie di  persone importanti e meritevoli nate  nella nostra pianura bolognese, va certamente segnalata questa –
Ansaldo Poggi è nato a Villafontana di Medicina il 9 giugno 1893, in una modesta famiglia composta dal padre Ugo Poggi, fabbro carrozzaio, dalla madre Maria Ubaldini, insegnante elementare, e da tre fratelli di poco più grandi, a cui se ne sarebbero aggiunti presto altri quattro. Il padre era un appassionato di musica, un musicista dilettante e, da autodidatta, si cimentò anche nella costruzione di violini. Conseguita la licenza elementare Ansaldo si mise a lavorare nella bottega del padre, dove apprese, oltre alla manualità connessa al mestiere, anche la passione per la musica e gli strumenti.
Il giovane Ansaldo fu poi mandato a scuola di violino dal maestro Testi di Budrio, che lo indirizzò successivamente dal maestro Amleto Zecchi di Bologna, con il quale si diplomò in violino presso l’Accademia Filarmonica nel 1920.
Il primo violino costruito da Poggi risale verosimilmente al 1911, tuttavia la sua formazione professionale iniziò solo nel 1920, dopo essere entrato in contatto con il maestro Giuseppe Fiorini (1861 – 1934) che lo accolse a Zurigo
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Alice Zeppilli e Giuseppe Alberghini, la musica a Pieve di Cento

A 50 anni dalla scomparsa del grande soprano Alice Zeppilli, Pieve di Cento rende omaggio a lei e al marito Giuseppe Alberghini con un concerto dal titolo “Ricordando Alice Zeppilli e Giuseppe Alberghini” che si terrà sabato 28 dicembre alle ore 21.00 al Teatro Alice Zeppilli.
Il Museo della Musica raccoglie testimonianze della vita artistica del soprano Alice Zeppilli alla cui memoria è stato intitolato il teatro, nel 2003, dopo i lavori di restauro.
Nata il 28 agosto 1885 a Mentone (F) interpretò a soli diciotto anni di Gilda nel Rigoletto all’Opera di Montecarlo, con E. Caruso, Duca di Mantova. La sua carriera, rapida ed intensa, la vide calcare le scene dei più importanti teatri del mondo. Dal 1906 al 1914 fu un’autentica star negli Stati Uniti. A New York nel 1913 sposò Giuseppe Alberghini, primo violoncello nell’orchestra di Chicago, nato a Pieve nel 1879, fratello maggiore dello scultore Antonio. Nel 1915 la Zeppilli abbandonò gli States per seguire in Italia il marito chiamato alle armi. Durante gli anni del conflitto il suo nome continuò ad apparire sulle locandine dei teatri francesi e italiani, fino a quel momento, questi ultimi, un po’ trascurati.

Al fronte Alberghini conobbe Gabriele D’Annunzio, suo capitano, e iniziò una splendida amicizia che durò anche dopo il conflitto: ne sono testimonianza le bellissime lettere inviate Leggi Tutto

Augusto Murri, una storia e memoria di Bologna

E’ disponibile da pochi giorni sul sito di Storia e Memoria di Bologna la biografia di: Augusto Murri (Fermo, 1841 – Bologna, 1932). Ritenuto uno dei massimi esponenti del rinnovamento in senso pratico e positivista della medicina e tra i massimi filosofi della scienza contemporanea. I suoi scritti sono ancora oggi apprezzati nel mondo scientifico e fu venerato come docente dai suoi allievi. Per anni medico condotto nelle Marche, dal 1876 e fino alla sua morte fu residente a Bologna, a lungo docente nell’Università e attivo come medico con propria clinica. A lui è dedicata una strada di Bologna.
I primi studi non furono facili a causa delle idee mazziniane del padre, ma nel 1863 Murri riesce a laurearsi in medicina a Camerino. Successivamente soggiorna a Parigi, dove frequenta le lezioni di Bazin, Fournier e Trousseau. A seguito della vittoria di una borsa di studio si reca in Germania, sotto la guida di Traube e le sue prime pubblicazioni gli consentono di ottenere poco dopo, nel 1869, il posto d’aiuto alla cattedra di Guido Baccelli a Roma. Nel 1876, a soli 35 anni, già assistente a Roma, è incaricato dal ministro della Pubblica Istruzione Ruggero Bonghi di dirigere la clinica medica dell’Università di Bologna. Leggi Tutto

Amedea Zanarini, una donna forte del nostro Novecento

Amedea Zanarini (nata a Bentivoglio (Bologna) il 7 ott. 1924 – morta il 3 nov. 2019)
Premessa: In memoria di questa donna, deceduta nei giorni scorsi a 95 anni, riportiamo qui una sua biografia, tratta dalla “Enciclopedia delle donne”, in quanto figura rappresentativa della storia vissuta nelle nostre terre nell’arco del ‘900, tra guerra e pace difficile.
Amedea nasce in una famiglia di mezzadri della bassa pianura emiliana. Staffetta durante la guerra di liberazione, riceve, con il grado di sottotenente partigiano, la croce al merito di guerra.
«Sono cresciuta in una famiglia numerosa, tra fratelli e cugini maschi. … La vita era fatica e sofferenza, anche se attorno a me sentivo affetto.» Perché, nella famiglia contadina della bassa emiliana, tutti dovevano lavorare e Amedea, appena un po’ cresciuta, ha il compito di portare bevande a chi lavora nel campo in pesanti borracce o bottiglioni. La scuola, scomoda e lontana due chilometri, non va oltre la quarta: «Così, per me, la scuola finì a nove anni e andai nei campi a lavorare» poi, d’inverno, a imparare il mestiere di sarta, situazione che non le dispiace, perché le dà la possibilità di fare amicizia con altre ragazzine.
«Ho iniziato già ad andare a scuola in periodo Leggi Tutto

Il professor Marino Ortolani, grande ortopedico. Da Altedo a Bologna e Ferrara, e oltre. Biografia.

Testo di Giulio Reggiani
Premessa
Il 9 dicembre 2018 era uscita sul “Carlino – Cronaca di Ferrara” un’intervista ad un’attempata signora che mi aveva particolarmente colpito. Questa conversazione, a mio avviso, aveva un’importanza non comune e riguardava la famosa “Manovra di Ortolani”. Ma dove stava la particolarità del fatto, tanto da valere un articolo assai corposo sul giornale? Ecco la ragione: la signora Fiorella Zambardi, ottantunenne, visitata dal Prof. Marino Ortolani nel marzo del 1937, dichiarava testualmente: «Sono stata io la sua prima paziente!». La signora Fiorella raccontava poi ciò che la madre le aveva detto sulla manovra operata dal Professore nei suoi confronti, un mese dopo la sua nascita: «E sa come sono le mamme … Ortolani aveva l’abitudine, avendo in mano i bambini, di aprire le gambe per vedere le anche. Senza lastre, solo con quella manovra, si accorse subito che non ero a posto e mi fece portare al Centro Putti di Bologna. Sono stata il suo primo caso». Dice ancora la signora: «Nessuno credeva che avessi le anche spostate, ma il professore era sicuro … e tutte le settimane mi riportava a Bologna per vedere come andasse. Quando ho avuto i miei figli, li ho portati immediatamente da lui».
Il
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Natale Guido Frabboni, pittore di S. Pietro in Casale

In occasione della mostra allestita a Budrio e a lui dedicata, riportiamo qui una sua biografia.
Natale Guido Frabboni nasce a Parigi nel 1926 da una coppia di emigranti antifascisti, ma già da piccolo farà ritorno al suo paese d’origine, San Pietro in Casale, dove passerà tutta la vita.
Le testimonianze delle persone che hanno vissuto al suo fianco lo raccontano come un uomo intraprendente, valente artigiano sempre in movimento sia con la mente che nei lavori manuali. Cooperatore, sindacalista, attivo nel collocamento, impegnato sul fronte politico e sociale, ma anche ceramista, botanico e cuoco.
Frabboni artista nasce abbastanza tardi, la sua attività espositiva inizia nel 1969 con la prima personale tenuta alla Galleria Galvani di Bologna; ma un numero abbondante di prove, abbozzi ed esperimenti formali stanno a testimoniare una passione nata molto tempo prima e basata su un apprendistato diretto dalla natura e dalla storia dell’arte moderna
In quell’anno Frabboni produce una serie tratta dal Vangelo di Matteo per la casa editrice Motta, intenzionata a dare alle stampe una nuova edizione dei Vangeli; in Pinacoteca (sale VI e VII) si espongono 8 episodi indicativi della ricerca formale condotta dall’artista sul modello delle vetrate
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