A Malabergo, per ricordare il patrono S. Antonio abate

Martedì 17 gennaio 2023 alle ore 20,30 a Malalbergo, palazzo Marescalchi, Sala Zucchini,
Giulio Reggiani e Dino Chiarini propongono un intrattenimento su
Sant’Antonio abate, fra storia e tradizioni locali, con immagini e considerazioni sul patrono di Malalbergo. Iniziativa promossa  da Comune, Pro loco e Gruppo di Studi pianura del Reno.
S. Antonio abate è una delle figure del cristianesimo che si porta dietro, fino ai giorni nostri, una iconografia e una biografia in cui si mescolano elementi reali e immaginari, storia, leggenda, tradizioni arcaiche pagane e altre successive rivestite di simbologia cristiana…… È il protettore degli animali domestici, del bestiame e delle attività agresti, sia del contadino che di chiunque lavori in campagna..….
E c’è anche una curiosa storia sulla statua di Sant’Antonio conservata nella chiesa di Malalbergo (raccontata in altro articolo qui sottoindicato).
All’interno dell’attuale chiesa, nel quarto altare laterale sinistro, vi è una bellissima statua lignea alta 145 centimetri, eseguita -secondo gli esperti- nel XVIII secolo da un autore anonimo locale che la ricavò da un grosso tronco. L’operatore del censimento, effettuato nel 1971, descrive la scultura con queste parole: «Il Santo, a figura intera, indossa veste marrone e manto nero tiene con la mano destra Leggi Tutto

Tagliatelle all’ortica con salsiccia e sugo. Una ricetta con un po’ di storia

Raccontata da Dino Chiarini
Nell’agosto del 1970 una trentina di “temerari” malalberghesi diedero vita, tra l’ultima settimana di agosto e la prima settimana di settembre, alla “Sagra di Fine Estate”, una festa paesana che univa la gastronomia locale ai prodotti ortofrutticoli tipici, coltivati nella “bassa bolognese”. Dopo una trentina di anni l’avvenimento mutò il nome in “Serate sul Navile fino a quando nel 2012 si costituì un nuovo comitato organizzatore, denominato “Associazione Amici dell’Ortica di Malalbergo”. I nuovi organizzatori cambiarono ancora una volta il nome della festa paesana, denominandola Sagra dell’Ortica” , in onore di una pianta infestante molto “bistrattata”  che  per diversi secoli, con la sua fibra estratta dagli steli, vestì le popolazioni della “bassa bolognese” molto prima dell’arrivo della canapa. Nel suo piccolo, sfamò pure diverse generazioni con le sue foglie (trattate in acqua bollente) e soprattutto curò e protesse da diverse malattie con le sue proprietà benefiche, quasi sempre all’insaputa degli ignari “pazienti”. Prima di inoltrarci nella ricetta di questa deliziosa tagliatella, che accoglie l’ortica nella sua sfoglia, desidero fare una breve introduzione sulla materia prima, spiegando le proprietà di questa pianta urticante che dà il classico colore verde alla sfoglia.

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Il Sàvena abbandonato, storia di un fiume

La pubblicazione di un libro dedicato ad un corso d’acqua minore, finora poco conosciuto, è da salutare come un felice evento che arricchisce la conoscenza di un territorio come quello della pianura bolognese-ferrarese che ha una storia tutta impastata nella terra e nelle sue acque in un complicato intreccio di fiumi, torrenti e canali dal percorso mutevole, ora benefico, ora disastroso. Il libro è dedicato a
“Il Sàvena abbandonato”, scritto da Romolo Masi, e pubblicato a cura dell’Associazione culturale “Anima Altedi”, col supporto di Emilbanca.
A onor del vero questo corso d’acqua tanto sconosciuto non era, se il sommo poeta Dante lo citò nella sua Divina Commedia, nel canto XVIII dell’Inferno (vv. 58-63), per indicare i bolognesi come coloro che stanno “fra Sàvena e Reno”.
Sàvena, dunque, con accento rigorosamente sulla prima “a”, toponimo di derivazione etrusca dal semplice significato di “vena d’acqua”, prima torrente e poi canale, che dalla sorgente appenninica arriva alla Chiusa di S. Ruffillo presso Bologna, per confluire e finire nell Leggi Tutto

Due protagonisti delle piccole-grandi storie di provincia del primo Novecento

DUE COGNATI SOCIALISTI  -Storie simili ma diverse –
-Testo di Giulio Reggiani e Dino Chiarini
Facendo due passi nella storia (locale) ci siamo imbattuti in alcuni personaggi che hanno avuto gran peso negli avvenimenti a cavallo fra le due guerre mondiali; fra questi, due in particolare ci hanno incuriosito perché, oltre al fatto che hanno rappresentato degli esempi da seguire per tutti coloro che li conobbero, ancor oggi figurano come “simboli” di quegli ideali che non tramontano mai. Essendo legati pure da parentela, ci è piaciuto fare un parallelo fra loro; ne abbiamo sottolineato le vicissitudini e le carriere, ma soprattutto gli aspetti della loro personalità, compresi alcuni fatterelli che possono evidenziare più compiutamente il messaggio “etico” da loro trasmesso.
A tal riguardo, si può partire dicendo che erano entrambi “socialisti”, cioè appartenenti a quel filone politico che voleva inserire i progressi economici della “rivoluzione industriale” in una cornice più generale, cioè fondendoli con un miglioramento del tenore di vita rivolto pure alle fasce più umili e maggiormente disagiate.
Come abbiamo detto nel sottotitolo, sono due storie diverse che però hanno molte caratteristiche comuni: parliamo di due persone che hanno lasciato Leggi Tutto

Gli scontri del “biennio rosso” sconvolsero anche il calcio. Un caso

Un ponticellese ai vertici del “Calcio Regionale Emiliano”. Era il 2 settembre 1921. Testo di Dino Chiarini
Angelo Orlandi (Ponticelli di Malalbergo, 4 gennaio 1890 – Bologna 24 aprile 1956) ragioniere di professione e agente assicurativo di una nota compagnia francese, nel 1921 giunse alla presidenza del Comitato Regionale Emiliano della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Cognato del noto giornalista sportivo bolognese Nino Maggi (per anni redattore sportivo de Il Resto del Carlino) nel 1919 Orlandi era contemporaneamente socio e sostenitore del Bologna Football Club, oltre che dirigente della “sezione calcio” di Virtus Bologna (1). In seguito alla fusione tra quest’ultimo sodalizio e il Gruppo Sportivo Bolognese, avvenuta nel 1920, la nuova società sportiva prese il nome di Virtus Gruppo Sportivo Bolognese (Virtus G.S.B.) e Orlandi andò a ricoprire il ruolo di “vice-segretario” e “co-responsabile” della Sezione calcio.
Nell’assemblea regionale della F.I.G.C. del 2 settembre 1921, Angelo Orlandi fu nominato Presidente del Comitato Regionale Emiliano. Ma l’esiguo numero di presenti a quella riunione (solo 14 furono le società intervenute) rese il suo mandato ben poco rappresentativo, cosa che non mancò di avere negative conseguenze (2).

In un crescendo di riprovevoli episodi, che stavano accadendo per motivi politici in diverse città ma che coinvolgevano anche le tifoserie sui campi di gioco, alla fine del mese di novembre, Leggi Tutto

25 agosto 1256: Bologna libera gli schiavi

Il 25 agosto del 1256, il Podestà e il Capitano del Popolo firmarono un decreto che sanciva l’abolizione della servitù della gleba a Bologna.
L’evento fu celebrato da una cerimonia pubblica alla quale parteciparono migliaia di persone e le trattative furono lunghe e complesse. L’atto diventó operativo il 3 giugno 1257. Il Comune pagò i proprietari per riscattare quasi 6.000 servi. Il testo di riferimento è il Liber Paradisus, un prezioso codice redatto da Rolandino de’ Passeggeri e altri giuristi che, 600 anni prima delle moderne carte dei diritti umani, interpretava la libertà come condizione di diritto dell’uomo. I servi della gleba infatti erano tali per nascita, legati indissolubilmente alla piccola porzione di terra che non potevano abbandonare senza il permesso del padrone, il quale era di fatto il proprietario delle loro esistenze. Potevano essere venduti, insieme alla terra alla quale erano legati. Il Liber Paradisus, sancì la fine di questa condizione con dichiarazioni di principi inequivocabili come “Nella nostra città possano vivere solo uomini liberi” perché ci si impegnava a: “Spezzare le catene della servitù”.
* Tra i nomi dei 6.000 servi-schiavi liberati,
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Armando Zucchini , ciclista di Altedo negli anni Trenta

Un ciclista altedese alla ribalta negli anni Trenta: Armando Zucchini Biografia a cura di Dino Chiarini
Premessa – Il 2020 è un anno molto particolare; tutto il mondo è stato “vittima” della pandemìa virale causata dal “Covid 19” che ci ha rivoluzionato la vita e ha pure stravolto tutto il mondo dello sport. Campionati interrotti e mai più ripresi, altri “condensati” tra giugno e luglio, altri “spostati” e “accorciati” nei rimanenti mesi o addirittura fatti “slittare” di un anno, come i Giochi della XXXII Olimpiade o i Campionati Europei di calcio. Anche il calendario ciclistico ha subito delle mutazioni importanti; molte gare sono state annullate, altre spostate di qualche mese. Tra queste ultime, le due maggiori “classiche”, il Tour de France e il Giro d’Italia si effettueranno, il primo fra pochi giorni e il secondo in ottobre. Infatti, il 107° Tour de France (che si svolgeva in luglio), partirà il 29 agosto e terminerà il 20 settembre, mentre il 103° Giro d’Italia (che si correva in maggio), si svolgerà dal 3 al 25 ottobre.
Nell’attesa della partenza di questa competizione ciclistica italiana, tanto cara agli appassionati della bicicletta, voglio qui ricordare uno dei protagonisti degli anni Trenta Leggi Tutto

Dante Nardi, un altedese con maglia del Bologna e tanti gol segnati in tante squadre

Dante Nardi, un altedese che giocò nel Bologna e si fece onore su tanti campi di calcio. Biografia a cura di Dino Chiarini.
Ricorre quest’anno il centenario della nascita di Dante Nardi, nato ad Altedo (Comune di Malalbergo) il 6 gennaio 1920, calciatore professionista negli anni Quaranta/Cinquanta del secolo scorso.
Cresciuto calcisticamente nell’Altedo A.G.C., debuttò in prima squadra a soli quattordici anni nel Campionato di Terza Divisione 1934/35. Nell’autunno del 1936 passò nelle giovanili del “Bologna A.G.C.” dove nel 1937 con la squadra juniores partecipò a Ginevra al “Trofeo Internazionale Giovanile” Walter Bensemann vincendo il prestigioso torneo. L’anno successivo lo stesso “Trofeo” si disputò a Strasburgo e il Bologna A.G.C., sempre con Nardi in campo, vinse di nuovo il torneo.
Nel 1939 Dante Nardi fu dato in prestito al Rimini Calcio, dove rimase per due anni, disputando, nel ruolo di mezzala metodista, eccellenti campionati di Serie C e segnando complessivamente nel biennio 30 reti. Ritornato dal prestito a Bologna, il 21 dicembre 1941 debuttò in Serie A con la maglia rossoblu nella partita che vedeva il Bologna Leggi Tutto

Papa Paolo III da Ferrara a Bologna, passando per Malalbergo.

Il viaggio da Ferrara a Bologna di Papa Paolo III sulla via d’acqua – Correva l’anno 1543
– Testo di Dino Chiarini-

Papa Paolo III, al secolo Alessandro Farnese, era nato a Canino (VT) il 29 febbraio 1468 e fu il 220° papa della Chiesa Cattolica; salì al soglio pontificio nel 1534 e vi rimase fino alla morte, avvenuta a Roma il 10 novembre 1549. Già ordinato Cardinale da papa Alessandro VI nel 1493, nel dicembre del 1532 ebbe l’alto incarico di accompagnare l’imperatore Carlo V d’Asburgo nel suo ingresso a Bologna per l’incontro con l’allora papa Clemente VII.
I suoi rapporti con Ercole II, duca di Ferrara, furono ottimi, soprattutto dopo l’accordo stipulato il 21 gennaio 1539 riguardante il censo dovuto alla Santa Sede. Da Pontefice, operò numerose visite pastorali: in una di queste, partito da Roma il 26 febbraio 1543 e diretto in Emilia, arrivò in aprile a Modena, raggiungendo poi Parma, quindi Piacenza e dal 15 al 19 aprile tornando di nuovo a Parma. Qui gli giunse l’invito dalla nobile casata degli Este di visitare Ferrara; partì da Brescello il 21 aprile a bordo di un bucintoro e solcando le acque del Po arrivò nelle vicinanze di Bondeno, dove l’aspettava il duca di Ferrara con sessanta carrozze.

Ercole II condusse l’ospite nel bellissimo Palazzo del Belvedere, dove il Papa trascorse la notte. Il mattino seguente Leggi Tutto

Il fuggitivo. Da Bologna a Malalbergo e ritorno, in “burchiello”

Luigino il “fuggitivo”–  Un’altra storia curiosa del passato che lega Malalbergo a Bologna, raccolta da Dino Chiarini –
Luigi Mazzoni (per tutti “Luigino”) era un bambino molto vivace; secondo di tre fratelli, era nato a Bologna il 7 luglio 1821 da Domenico Mazzoni, proprietario di una fabbrica di tabacchi e da Anna Majani, figlia di Giuseppe e di Teresa Menarini.
Giuseppe discendeva da quella Teresa Majani che nel 1794 aprì una piccola bottega accanto alla Basilica di San Petronio col nome di Laboratorio delle cose dolci. In seguito la famiglia Majani diventò famosa in tutta Europa per la lavorazione della cioccolata e soprattutto per il cioccolatino FIAT, prodotto ancor oggi con grande successo.
Il fratello di Anna Majani, Francesco (1794-1865), cioè lo zio del protagonista di questa storiella (il già citato Luigi Mazzoni) è l’autore di un diario molto interessante dal titolo “Cose accadute nel tempo di mia vita” (dato alle stampe dalla casa editrice Marsilio nel 2003) dove racconta gli episodi più curiosi accaduti a Bologna nell’Ottocento. Tra i tanti avvenimenti, narra anche quelli avvenuti all’interno della propria famiglia; in uno di questi episodi cita il paese Leggi Tutto