Paolo Galeati, tipografo di Imola. Margherita Goretti

PAOLO GALEATI – TRA LA POLITICA E L’ARTE TIPOGRAFICA
L‘Imola in cui nacque Paolo Galeati era una tipica cittadina della Romagna di meno di diecimila abitanti, con le case addensate sui due lati della via Emilia e chiuse nella cerchia intatta delle antiche mura, che tale doveva restare fino ai primordi del nostro secolo.
Fra la popolazione si distinguevano numerosi nobili, i più facoltosi dei quali possedevano un palazzo in città , e terreni con villa, o almeno una casa padronale, nel contado; un clero ancora numeroso nelle sue varie ramificazioni, e benestante, benchè le sue proprietà  avessero subito ampie falcidie durante il periodo napoleonico, a vantaggio soprattutto della classe nobiliare e possidente; un ceto di mercanti, di curiali, di medici, di proprietari terrieri non nobili, insomma, di persone esercitanti libere professioni o impieghi, che godevano al pari dei nobili di un certo grado di istruzione e di abilità non manuali, al di sotto dei quali c’era il ceto più numeroso degli artigiani, dalle gradazioni infinitesime, passandosi da chi stava vicino a coloro, che oggi diremmo borghesi; agli operai, che spesso cadevano
nella condizione di disoccupati. Frequente era poi il caso di proprietari terrieri che si dedicavano agli impieghi pubblici o alle libere professioni o a qualche attività  commerciale o artigianale, per incrementare i propri insufficienti redditi agrari.

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Il pane nella storia. Dalle origini ai giorni nostri. Magda Barbieri

Ci era stato proposto di raccontare la storia del pane nella nostra pianura bolognese, e cercheremo di farlo; ma non è possibile parlare di questo alimento chiudendolo dentro i confini di una regione o di una nazione; perché la storia del pane è storia universale. Non c’è paese del mondo, ricco o povero, sulle cui mense non si trovi una qualche forma di pane, o focaccia, o “schiacciata”, lievitata o no, fatta con la farina di frumento o altro cereale affine, macinato e impastato con acqua e cotto al fuoco. Alimento apparentemente semplice,
fatto di pochi elementi basilari, che oggi in tante parti del mondo più ricco è considerato forse dalle giovani generazioni  con scarso interesse, non indispensabile, perché c’è tanto altro da mangiare. Ma per millenni, e fino a pochi decenni fa, il pane è stato l’alimento base, fondamentale e indispensabile per la sopravvivenza dei popoli. 
E’una storia che comincia da un tempo lontanissimo; i libri di storia la fanno risalire al Neolitico( o età della pietra nuova, levigata) e all’Età del Bronzo, e si parla quindi di qualche migliaio di anni prima di Cristo (dal IX al VII mill. a. C.).
Reperti di semi di cereali fossili e di utensili usati per impastare e cuocere il pane, scritti , incisioni e bassorilievi soprattutto in decorazioni di tombe, che riferivano della presenza di frumento e di pane, sono stati trovati via via nel tempo nelle aree archeologiche dove si svilupparono le
antiche civiltà della Mesopotamia, dell’Egitto, del Nord e del Centro Europa, in Grecia e in Italia .

Parlando di pane, si potrebbe ripassare la storia dell’uomo dalle origini ai giorni nostri, la geografia dei continenti, l’agricoltura e l’economia , non solo agraria, delle nazioni, e persino le religioni, cominciando con le tante citazioni del pane nella Bibbia, continuando con l’uso anche religioso e rituale che ne facevano prima i greci poi gli ebrei (con pani azzimi, non lievitati, a Pasqua) e per finire con la preghiera più importante per i
cristiani, che invoca “dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Senza dimenticare che uno dei miracoli di Gesù più apprezzati  fu la moltiplicazione dei pani e dei pesci, e il sacramento dell’eucarestia si basa sulla condivisione di pane e vino a memoria dell’ultima cena di Gesù
2000 anni fa.
Un antico proverbio cinese diceva “Se dovessi possedere solo due soldi, con uno comprerei un pane , con l’altro un giglio”
Il pane è stato anche un importante strumento politico usato dai governanti per mantenere il consenso dei sudditi o dei popoli governati. Gli imperatori romani avevano capito che per evitare rivolte della plebe e mantenere l’ordine, bisognava assicurare l’approvvigionamento Leggi Tutto

Poesie in dialetto premiate a Pieve di Cento

Concorso Letterario Nazionale Le quattro porte , organizzato dal Laboratorio di Ricerca culturale
di Pieve di Cento. 10.a edizione . 2007

Sezione poesia dialettale
-1.a classificata, di Bruno Zannoni – Ferrara in Dialetto romagnolo (cervese)
“Garbèn”
Al dóndla e al sbatt, al cânn
sò l’ónda de garbèn
e al sbatòcia insèn
sò l’ós de mi capânn.

‘Ste vënt bulènt ad lói
tra i rém e’ fróla e e’ fés-cia
e sénza pês l’armés-cia
la pólvar cun al fój;
e’ strésa sò la strèna,
tót quel ch’e’ tóca
e’ brusa;
pù, sénza dmandê scusa
e’ córr vérs a marèna
e là e’ mócia e e’ spà za
spinzénd l’ónda luntân
e u s’gôd a quëlch gabiân
ad arvinê la càza.
E’ pàsa e u’n fÃ
tént dscurs

‘ste vënt che l’asarméja
a l’ânma ch’ la s’apéja
brusêda da i rimùrs.

“Garbìno” (Libeccio)
Dondolano e sbattono le canne
sotto l’onda del garbino
e insieme picchiano
sulla porta del mio capanno.
Questo vento bollente di luglio
tra i rami
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Il Ducato di Galliera. Dalle terre della “bassa” all’Europa. Franco Ardizzoni

Grazie a Napoleone ed ai Duchi De Ferrari il nome di Galliera è stato reso famoso in quattro città  europee: Bologna, Genova, Parigi e Stoccolma.  A Bologna vi era il Palazzo Galliera (già  Caprara), ora sede della Prefettura, a Genova vi sono gli ospedali Galliera creati dalla duchessa Maria Brignole-Sale De Ferrari, a Parigi vi è il Museo Galliera eretto dalla Duchessa per esporvi la sua collezione d’arte; inoltre una delle strade che fiancheggiano il museo si chiama Rue Galliera, a Stoccolma circa 70 quadri già  esistenti nel palazzo di Bologna fanno parte delle collezioni reali. (1) Ma partiamo dalle origini. La costituzione della tenuta di Galliera è strettamente legata alle vicende patrimoniali di Antonio Aldini. (2) E’ noto infatti chel’Aldini durante il periodo dell’occupazione francese, costruì un enorme patrimonio immobiliare acquistando fondi qua e là , buoni e cattivi, asciutti e umidi, in prossimità fra loro, in modo che a poco a poco, per frazioni riunite formò una vastissima tenuta.
Da semplice agiato divenne ricchissimo tanto da essere stimato, nel 1806, per non meno di 137.000 scudi censuari di Milano e nel 1801
risultò tra
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Mathausen, memorie di un sopravvissuto

Mathausen nella testimonianza di Gigino Cortelli, in un libro e
nell’intervista di Roberto Dall’Olio, assessore alla intercultura del Comune.
La sera del 27 gennaio 2011 nei locali del Centro sociale Il Mulino di Bentivoglio in collaborazione con l’Amministrazione comunale è stato presentato il libro ,
stampato in proprio , di Gigino Cortelli, scampato allo sterminio nel
lager di Mauthausen in Austria. La mattina stessa del 27 il Cortelli
aveva ricevuto una medaglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri  tramite il Prefetto di Bologna.
Un’onorificenza – tardiva – ha commentato Cortelli –  ma almeno serve a ricordare che tutti questi orrori sono accaduti .
Perchè scrivere un libro ?
Perchè mi ero ripromesso di non scrivere, ma nel corso degli anni le fandonie , le vergognose
menzogne , i silenzi sulla cruda storia dello stermino mi hanno spinto a raccontare la mia storia.
Purtroppo Cortelli è una storia “esemplare”
Ha detto bene, professore, esemplare. E’ triste, ma è così. Ho vissuto l’umanità più
calorosa e la disumanità più impensabile e crudele

Cosa intende dire?
Voglio dire che se mi sono salvato èstato soprattutto grazie a delle persone meravigliose che mi hanno
aiutato. La famiglia Hofler e il colonnello francese Pierre,
prigioniero a Mauthausen e capo della resistenza nel
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Appunti di storia del Cristianesimo, da Gesù alle Chiese di oggi

Da Gesù alle Chiese di
oggi: un percorso lungo, tormentato e complesso
.
Ricerca a cura di Magda Barbieri
Contrariamente a quanto comunemente
molti pensano, Gesù di Nazaret, il Messia
nato a Betlemme in Palestina circa duemila anni fa, detto anche il
Cristo (o unto, o consacrato da Dio secondo
la tradizione ebraica), non ha fondato personalmente nessuna
religione, nè istituito alcuna Chiesa; non ha dettato o scritto
alcuna regola o dogma, non ha istituito sacramenti, messe o
cerimonie religiose nel corso della sua breve vita terrena (33 anni?)
e del brevissimo periodo di predicazione itinerante (circa 3 anni).
Il complesso sistema religioso, teologico e liturgico,
chiamato Cristianesimo, che a lui si ispira, è stato costruito
nei secoli successivi da suoi discepoli o seguaci, a partire da
qualche decina di anni dopo la sua morte (1).

Stando a quanto emerge dagli stessi
Vangeli e dalle scarne fonti storiche cristiane e non
cristiane, si può solo affermare che Gesù, figlio del falegname
Giuseppe e della sua giovane moglie Maria, abitanti –
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1547. Il Concilio di Trento … a Bologna. Dino Chiarini

Il 15 marzo 1545
Papa Paolo III convocò il Concilio a Trento
(chiamato pure Concilio
tridentino, XIX concilio ecumenico della chiesa cattolica) per
contrastare la Riforma Protestante guidata da Martin Lutero. Due anni
dopo, mentre erano in corso i lavori, la città  di Trento fu colpita
da un’epidemia di colera e i cardinali furono invitati a
trasferirsi a Bologna
per continuare le loro assemblee sulla
Controriforma della Chiesa Cattolica.
I porporati arrivarono al porto
di Malalbergo
il 19 marzo 1547
accolti da due rappresentanti del
Senato Bolognese e qui probabilmente pernottarono, poichè arrivarono
al porto di Corticella il giorno seguente, navigando sul Canale
Navile (1); da questa località  il viaggio proseguì verso Bologna a
bordo di comode carrozze.
Il Concilio “bolognese” fu aperto il 27
marzo con una solenne cerimonia in S. Petronio, dove per l’occasione
fu inaugurato il nuovo altare del Vignola; le riunioni si tennero nel
palazzo Sanuti di proprietà  della famiglia Campeggi.
Luciano Meluzzi
ci informa che
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La barbabietola da zucchero nella pianura bolognese.Vincenzo Tugnoli

L’importanza agronomica di questa coltivazione richiede particolare attenzione nell’applicazione delle pratiche di campo, soprattutto nella pianura, dove predominano suoli ad elevato tenore di argilla.
La barbabietola da zucchero appare, sulla base della esperienze fino ad ora acquisite ed in particolare in questi ultimi anni, come una coltivazione di difficile gestione, fortemente soggetta ai condizionamenti del clima e di errate applicazioni delle tecniche colturali. Negli ultimi 40 anni la resa in saccarosio ha subito flessioni annuali anche superiori al 20%; a partire dall’80 si registra una parità  rispetto ad ora, quasi a segnalare che innovazione tecnologica non abbia prodotto vantaggi.

Errori applicativi costano ora più cari, sia per l’elevato impegno economico richiesto sia per l’incidenza che possono avere su un reddito finale sempre più indirizzato al ribasso.
In un clima di vacche magre non è più ammesso seguire linee operative non idonee alle esigenze ambientali e tecniche richieste dalla coltura.
La tecnica risulta quindi l’unica arma in grado di apportare miglioramenti produttivi tali da soddisfare anche l’economia della coltura; prospettive di innalzamento dei prezzi di vendita delle radici di barbabietola all’industria di trasformazione, appaiono allo stato attuale improponibili ed insperati, per cui non rimane altra strada che valorizzare le produzioni agricole.
L’impegno Leggi Tutto

Matrimoni civili e matrimoni cattolici a S. Giorgio di Piano. Anna Fini – Angela Bonora

Note storiche dal 1807 ad oggi sul territorio di S. Giorgio di Piano. Articolo già  pubblicato su “Il Sangiorgese” n4/dic. 2004
Matrimoni civili e Matrimoni cattolici
Dipartimento del Reno,
 Distretto e Cantone di Cento,
Comune di San Giorgio di Piano
“Questo giorno 5 gennaio 1807 alle ore 6 pomeridiane, avanti di me sottosegretario uffiziale dello Stato Civile sono comparsi li sottoscritti sposi i quali anno fatto dichiarazione di futuro matrimonio, sentito la quale ho dato corso alla publicazione seguente.(1)
Quest’oggi 11 gennaio anno 1807, alle ore 10 della mattina e stata pubblicata ad alta voce, da me sottoscritto ufficiale dello Stato Civile alla Porta della Residenza Municipale la promessa di matrimonio di Paolo Balarini d’anni 27, di professione fattore, vedovo della fu Liberata Sarta, colla Maria Geltrude Salvagna d’anni diecinove domiciliata in San Giorgio di Piano esercente la professione di tessitrice, figlia di Domenico, di professione piodano, e della Liberata Meotti di professione tessitrice entrambi di San Giorgio, ed ho fatto affiggere la presente pubblicazione il suddetto giorno 11 gennaio alle ore 11 di mattino alla porta della Residenza Municipale per la communicazione”
 =aviso=
“il pubblico, e avertito che vi è promessa di matrimonio tra Pietro Paolo Ballarini d’anni 27 di professione Leggi Tutto

Energie rinnovabili: si può e si deve produrle anche in Italia. Note sul Convegno

E’ stata un’ottima occasione per saperne di più sul tema delle bioenergie , prodotte da colture agricole o da biomasse; tema al centro del Convegno “Dall’agricoltura l’energia rinnovabile che si è tenuto l’altra sera (27-1-2006) a Villa Smeraldi-Museo della civiltà contadina di S. Marino di Bentivoglio, davanti ad un pubblico numeroso, attento e partecipe.
Convegno organizzato dal nostro Gruppo di Studi pianura del Reno e dall’Istituzione Villa Smeraldi, sulla spinta del comune desiderio, espresso in apertura dai rispettivi presidenti Magda Barbieri e Valerio Gualandi , di trovare nuove strade e nuove prospettive per dare un futuro ad una “civiltà contadina” che in questa sede conserva le memorie del suo passato, e che ora deve saper  superare, ancora una volta, un momento di crisi e rispondere alle esigenze del proprio tempo.
E mai come in questi giorni è apparsa chiara e forte l’esigenza di trovare proprio nel mondo agricolo le risposte alla necessità impellente di produrre fonti di energia rinnovabile , per contribuire a  fronteggiare la debolezza del nostro attuale sistema di approvvigionamento energetico.
Tutti i relatori, pur non nascondendo le difficoltà tecniche ed economiche che ancora Leggi Tutto