Convegno “L’acqua un bene da salvare”. Relazione di Ferruccio Melloni

 

Stato di avanzamento della pianificazione della messa in sicurezza dei corsi d’acqua del Bacino del Reno”

Sintesi della relazione del dott. Ferruccio Melloni
Segretario generale dell’Autorità di Bacino del Reno

Atti del Convegno “L’acqua un bene da salvare”. 29/04/2005
 Villa Smeraldi S. Marino di Bentivoglio

“Il tema è specifico; e questo presuppone una brevissima illustrazione delle tematiche della pianificazione di bacino e del suo sviluppo specifico nel bacino del Reno.
L’esigenza di pianificazione di bacino nasce dalla legge 183 del 1989, per la difesa del suolo, che, tra l’altro prevede l’istituzione delle Autorità di Bacino come organi di Pianificazione e di Programmazione , sostanzialmente scindendo queste funzioni da quelle di Attuazione e Gestione degli interventi, con una intuizione felice, dal mio punto di vista, perchè l’esperienza mi porta a dire che se si mescola la pianificazione e la gestione, il rischio è che prevalgono le esigenze di gestione e la pianificazione passa in secondo ordine, e nella logica della doppia competenza si venga travolti tutti dalla gestione.

L’avere un compito di pianificazione specifico ha consentito a tutti di arrivare con un quadro organico in materia di assetto idrogeologico e quindi di assetto dei corsi d’acqua e dei versanti; quadro che è già stato approntato in particolare Leggi Tutto

Luoghi e vicende degli ebrei a Pieve di Cento tra XIV e XVI sec.

In occasione della Giornata Europea della cultura ebraica , e anche in considerazione del riemergere dell’antisemitismo, insieme alla questione israelo-palestinese sempre attuale e drammatica , ci pare opportuno ricordare alcune situazioni e vicende riguardanti la presenza degli ebrei nel Cento-pievese, e in particolare a Pieve di Cento. Le fonti documentarie attestano una presenza ebraica a Pieve di Cento dalla fine del secolo XIV. Nel 1398 , infatti, fu aperto un banco di prestito, gestito da Dattilo da Spello, proveniente da una famiglia di prestatori che già operavano a Bologna ( e probabilmente socio o collegato con Manuele del Gaudio che già aveva aperto, con altri , un banco nel 1391 a Cento; n.d.r.) . Già dalla metà del secolo XIV molti dei banchi di prestito esistenti a Bologna e nel contado erano gestiti da ebrei (detti feneratores),la cui presenza era stata favorita da una fase di forte espansione e sviluppo che in quel periodo le città del nord Italia stavano attraversando e che tendeva a favorire l’immigrazione e il richiamo di capitali che contribuissero a questa ripresa economica e sociale. (*)
 L’apertura Leggi Tutto

La colonna spoglia di S. Giorgio di Piano. Anna Fini

Tra i monumenti presenti a S. Giorgio di Piano ve n’è uno alle cui sembianze ormai siamo abituati ma che in realtà  è solo una parte dell’ originale, stiamo parlando del monumento ai Caduti della prima guerra mondiale che era costituito da un basamento e una colonna in marmo ed in cima la Statua Alata della Vittoria. L’opera ora si trova all’interno del cimitero locale ma nel 1922 quella stessa posizione era al centro dell’aiola prospiciente l’ingresso del cimitero. In quell’anno l’Amministrazione propose al Comitato Comunale costituitosi per l’erezione di un monumento ai caduti in guerra, la costruzione di un’ Arca Monumentale nell’area d’ingresso al cimitero ove raccogliere le salme dei defunti militari e che di per sè avrebbe costituito il miglior monumento; tale progetto incontrò difficoltà  sia dal lato tecnico sia per la spesa elevata che non si ritenne possibile per le finanze comunali.  Accantonata l’idea dell’Arca il comitato avanzò un altro progetto comunicando al Sindaco Raffaele Ramponi  l’inizio dei lavori di scavo per le fondazioni del monumento per l’indomani ; era il 20 aprile1922.
Il nuovo progetto era costituito da un basamento ed una colonna in marmo sormonta
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C’era una volta la “corte rurale bolognese”. Foto di una storia in via di estinzione

Case rurali in foto di F. Ardizzoni per mostra e sito Dopo una prima presentazione avvenuta a Galliera , sono state  in mostra al MAF,  Centro di documentazione del Mondo agricolo ferrarese di S. Bartolomeo in bosco, le  foto delle case rurali scattate dal nostro socio Franco Ardizzoni  nell’arco di 15-20 anni (infatti alcune di esse non sono più esistenti poichè nel frattempo sono state demolite). Il materiale, già  predisposto, è disponibile gratuitamente per altre esposizioni, su richiesta.
Le case fotografate sono (o erano) ubicate nei territori dei comuni di
Galliera, San Pietro in
Casale, Argelato, Castello d’Argile, Pieve di Cento, San Giorgio di Piano, Sala Bolognese

Lo scopo delle foto  della mostra “Case rurali bolognesi. Secoli di vita tra questi muri”
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Le religioni nel mondo

LE RELIGIONI NEL MONDO
Ricerca a cura di Magda Barbieri
Per dare un’idea di quanto sia stata e sia tuttora vasta e
articolata la galassia delle religioni, riportiamo qui un indice
delle religioni e dei gruppi o movimenti religiosi – spirituali,
conosciuti nei secoli, la maggior parte antichi e altri recenti, presenti sulla Terra,
elencati in ordine alfabetico, ripresi dal sito, a cura di Ivo Naldi:
http://www.riflessioni.it/dizionario_religioni/index.htm
Di ognuno dei movimenti indicati il succitato sito fornisce note
esplicative leggibili dai link collegati a pagine specifiche:
A – Africane religioni,  Amicalismo, Animismo, Ananda Marga, Arancioni, Assira
religione, Australiane religioni, Avventisti del settimo giorno,
Azteca religione

B – Babilonese,  Babismo, Bahaismo, Bambini di Dio o Famiglia dell’amore,
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Da Malalbergo a Castelluccio. Alessandro Manservisi (o Manservigi?). Ricerca di Dino Chiarini

DA MALALBERGO A CASTELLUCCIO
Alessandro Manservisi o Alessandro Manservigi?

(un grande filantropo e benefattore nato a Malalbergo)
Questo interrogativo (quello del titolo, tanto per intenderci) cominciò a
frullarmi nella mente qualche tempo dopo che il prof. Renzo Zagnoni
m’interpellasse per chiedermi di fare una piccola ricerca su
Alessandro Manservisi -una persona famosissima in tutto il Comune di
Porretta Terme, ma particolarmente nella frazione di Castelluccio– e
cioè per un libro che stava scrivendo su tale personaggio. Ebbene,
questa breve indagine presso l’Archivio Parrocchiale di Malalbergo mi
portò a scoprire, dalla grafia del documento originale, che il suo
vero cognome era Manservigi. E Manservigi è tuttora un gruppo
familiare presente in paese. Eccovi allora i risultati riguardo i
miei estemporanei studi su quest’uomo che a me, prima d’oggi, era
veramente sconosciuto. Quindi ho pensato di proporvi, oltre alle mie
considerazioni, anche la sua biografia così come l’ho ricavata dai
documenti
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La bondiola poggese. Testo e ricerca di Giulio Reggiani (con zirudella di Narciso)

LA BONDIOLA POGGESE
Nell’ambito della grande famiglia degli insaccati bolliti, vorrei proporre al lettore una specialità che vanta già una sua tradizione, anche se non molto profonda nel tempo: la bondiola poggese. Molti la classificano come stretta parente della salama da sugo ferrarese, alcuni l’avvicinano al cotechino, altri allo salumi veneti o da insaccati romagnoli; in realtà la bondiola occupa già da svariati lustri un suo posto personale, ormai non piùlegato soltanto al Comune di Poggio Renatico. In definitiva,  sta “invadendo” pure le province di Bologna e Modena. Ma vorrei aggiungere che, nella stessa provincia di Ferrara, di cui Poggio fa parte, le resistenze ad una sua espansione (dovute alle
tradizioni culinarie sia cittadine che provinciali e collegabili alla locale  salama da sugo) sono abbastanza forti, ma si vanno sempre più attenuando.
Ma perché possiamo chiamarla bondiola poggese La ragione è¨ molto semplice: questo salume da pentola si differenzia molto dagli insaccati veneti o da quelli lombardi; posso affermare che la sua origine è romagnola Leggi Tutto

Gelsi e seta in pianura .

Un importante filato veniva prodotto nelle nostre campagne: la seta.
La produzione della sete va di pari passo con la coltivazione del gelso.
L’importanza del gelso non è fine a se stessa ma strettamente legata ad un bruco che vive sul gelso, infatti viene chiamato bombice del gelso (bombyx mori), la cui larva comunemente chiamata baco da seta si nutre delle foglie del gelso.
Il bombyx mori sarebbe l’effetto della domesticazione della Theophilia mandarina, lepidottero assai comune in Asia.  Si hanno notizie di allevamenti di bachi da seta a scopo economico in Cina presso il popolo dei Seri[i] a partire dal 27° secolo a.C..

La bachicoltura si estese in tutta l’Asia, ma solo nel VI sec. d.C. venne introdotta in Europa, prima in Grecia e poi in Sicilia, ma solo dopo si sviluppò in tutta l’Italia e in particolar modo nel Veneto e nella pianura padana, dove il gelso cresceva bene, portando l’Italia al primo posto tra i paesi sericoli del mondo. Poi si spostò dall’Italia  all’Europa meridionale, in specie nella Francia dove Lione divenne uno dei mercati più¹ importanti per i tessuti e in concorrenza con Bologna che produceva veli e organzini. Per lungo tempo l’Italia importò tessuti di seta dall’Asia senza avere conoscenza di come effettivamente fosse prodotta. Sembra che monaci missionari portassero nel 552 d.C. a Costantinopoli, nascosti dentro un bastone cavo, i primi bachi e le Leggi Tutto

Pianura poetica. Mauro Franzoni

E quindi uscimmo

a riveder le stelle

e ognuno di noi

cercava d’esser solo

puro e disposto

a salire alle stelle

perciò cercammo

(ma non così bene!)

l’amor che muove

il sole e l’altre stelle.

(2002) 

Con questo affettuoso ed ironico plagio (avrete riconosciuto il finale dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso del nostro sommo poeta, Dante!), apriamo un ulteriore spazio in questo già  ricco sito dedicato alla Pianura del Reno, dando la parola ad una delle più pure espressioni che l’intelletto umano abbia elaborato cioè la poesia.
Invitiamo tutti coloro che hanno versi chiusi nel cassetto di tirarli fuori e di portarli a conoscenza di tutti i visitatori di questo sito, perchè la storia e la valorizzazione del nostro territorio siano illuminate anche dalle parole che scaturiscono dal più profondo della nostra anima.

Il primo poeta ospitato è Mauro Franzoni (autore anche del plagio iniziale) con un suo acrostico (leggendo in verticale le iniziali di ogni verso risulterà  una parola, a dare una chiave di lettura a tutta la composizione).
Nato nel 1956, laureato in Storia Antica e socio fondatore di questa Associazione, ha iniziato la sua attività  poetica alla fine degli anni ’70.
Ha pubblicato le seguenti raccolte poetiche:
–         L’intonaco del cielo (1986)
–         Pallida eco (1991)
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