
A Bologna, in via di Corticella al civico 147, si trova il portale di ingresso di ciò che resta del “lager di Bologna†dopo il bombardamento aereo alleato del 12 ottobre 1944, che demolì oltre il 90% della cubatura dei fabbricati allora esistenti, dove erano rinchiusi migliaia di rastrellati in attesa della deportazione. Cinque dei sei imponenti fabbricati a forma di U, le palazzine comando, altri fabbricati minori, sotto il peso distruttivo di 750 ordigni da 100 libbre sganciati durante l’attacco aereo del 47° Bomb Wing dell’Air Force americana che avvenne dalle ore 12 alle ore 14, come si è appreso dall’apertura avvenuta qualche anno fa degli archivi dei servizi segreti americani riguardo i bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale, furono rasi al suolo. Gli americani pensavano di colpire un complesso militare nemico, non sapevano che Caserme Rosse era un campo di prigionia. Solo su Caserme Rosse quel giorno caddero oltre 34.000 kg di bombe costruite sì per demolire, ma soprattutto per ferire ed uccidere gli uomini: ogni ordigno era in grado di colpire, con il suo effetto schegge, uomini allo scoperto nel raggio 60 metri dall’esplosione.
I reclusi nel lager di Caserme Rosse, oltre a temere la furia nazista ed il sempre presente pericolo dell’immediata deportazione nei campi di prigionia o di sterminio organizzati da Adolf Hitler, seguivano con l’udito, ogni volta con grande apprensione, il passaggio in cielo dei bombardieri. A loro non era permesso di fuggire al riparo di un rifugio. Se il bombardamento fosse avvenuto avrebbero dovuto subirne le conseguenze all’interno delle camerate rigurgitanti di prigionieri. Padre Saccomano, un frate Barnabita, era stato condotto a piedi dall’Eremo di Tizzano, prigioniero dei tedeschi con altri 75 rastrellati, era l’8 ottobre 1944. Quel giorno a Caserme Rosse giunsero, meglio si aggiunsero altri 1500 prigionieri a quelli già presenti,
tant’è che non vi era angolo di camerata o giaciglio libero per i nuovi arrivati.
Anche quel 12 ottobre i fascisti avevano rassicurato ed andavano ripetendo che non c’era da avere paura, perché già altre volte i nemici avevano sorvolato Caserme Rosse senza mai sganciare una bomba. “Era da poco passato il mezzogiorno ed il cielo era solcato da innumerevoli fortezze volanti, sentimmo il caratteristico scroscio delle bombe sganciate sul nostro capo ed il loro esplodere nelle nostre immediate vicinanze. Le Caserme Rosse erano prese di miraâ€.
Così, Leggi Tutto