Da 100 anni un monumento e l’Istituto di Fisica di Bologna ricordano Augusto Righi

CENTO ANNI FA: L’ISTITUTO DI FISICA DI BOLOGNA VIENE INTITOLATO AD AUGUSTO RIGHI – Testo di Stefano Fortini
«Solo un sommo fisico potrà, a suo tempo, scrivere degnamente dell’opera scientifica del Righi, la cui attività non mai interrotta, si è svolta per ben mezzo secolo. Ma una parola sola può caratterizzare quest’opera, ed è: genialità.»
[Salvatore Pincherle, Bologna, 2 giugno 1920]
Il 20 gennaio 1924 l’Università di Bologna intitolava l’Istituto di Fisica allo scienziato che diciassette anni prima tale istituto lo aveva creato: Augusto Righi.
Dopo la morte dell’illustre fisico (8 giugno 1920), il Comune di Bologna gli intitolò una via nel cuore della città, la Provincia gli intestò il Liceo Scientifico sorto dove prima c’era l’istituto tecnico Pier Crescenzi nel quale Righi aveva studiato ed insegnato, mentre l’Alma Mater lo immortalò intitolandogli l’Istituto di Fisica e ponendo, nel giardino antistante, il suo busto in bronzo con la toga da docente universitario, opera dello scultore Alfonso Borghesani (1882-1964).
Sulla rivista mensile “Il Comune di Bologna” (gennaio 1924) veniva pubblicata la seguente notizia:
«La mattina del 20 gennaio, all’Istituto di Fisica, in via Irnerio, in presenza dei ministri Oviglio, Gentile e Corbino, del Cardinale Arcivescovo Nasalli Rocca, del Sindaco e di tutte le autorità civili e politiche della nostra città si è inaugurato il monumento allo scienziato Augusto Righi, opera dello scultore cav. Borghesani. Fra lo scrosciare di una violenta pioggia si sono succeduti ispirati discorsi commemorativi. Parlarono il rettore prof. Sfameni, il sindaco Puppini, il prof. Majorana ed il ministro Gentile. Solenni e meritate furono le onoranze.
Augusto Righi fu un principe della fisica, un ricercatore di fatti e un coordinatore di esperienze, un inseguitore e un assetato insaziabile di sempre nuovi e più ardui veri. Egli unì alla passione e alla somma perizia tecnica dell’indagine quella entusiastica genialità divinatrice onde dai fenomeni si sale alle leggi, e le ricerche del microscopio e del freddo apparecchio di gabinetto, servono alle sintesi sapienti. Percorse vasti campi della fisica, dominandoli da signore e da maestro, unendo la fiducia alla prudenza, e l’ardimento alla cauta modestia che è dei veri studiosi, a cui il salire discopre sempre più ampi orizzonti inesplorati, e insegna quanto sia ciò che ignoriamo in confronto di ciò che conosciamo.

Augusto Righi – nato e vissuto a Bologna, in assiduo lavoro, in tenace attività, durata fino alla morte, che lo colse improvvisa, a 70 anni, nel 1920 – rappresentò tipicamente quello che può chiamarsi il “disinteresse” della scienza; il quale, mentre a spiriti mediocri può sembrare privo del pratico impulso necessario allo sforzo incessante, è in realtà la molla più possente dei grandi ricercatori del vero, perché è tutta interiore, è fatta di un amore puro e appassionato, tutto spirituale, libero e indipendente da stimoli esterni e materiali di lucri e di onore; e come non conosce le avide ambizioni del successo, così ignora gli scoraggiamenti della meta mancata. Avanza per la sua via, cercando disinteressatamente, e dall’errore ascende alla verità, e dal dubbio sale alla certezza.

La scienza applicata all’industria è magnifica cosa. Senza di ciò, la scienza rimarrebbe nei gabinetti degli studiosi, per un loro gusto d’orgoglio egoistico, e non si divulgherebbe in pro del genere umano, per il bene, per l’utile, per la gioia dei viventi. Gli applicatori, i divulgatori, gli “organizzatori” di industrie tratte dalla scienza, sono altamente benemeriti, Guglielmo Marconi e il telegrafo senza fili che da lui prende nome, è conosciuto in tutto il mondo, né alcuno se ne meraviglia, come nessuno si duole se quell’applicazione si traduce in ricchezza per lui e per i suoi soci nella grande impresa.

La scienza “disinteressata” in confronto della scienza a tipo industriale, ha questa superiorità: che procede per la sua erta via, senza curarsi né di immediati successi pratici, né di prossimi lucri, né di glorie vicine o remote. Procede per sé, anche quando altri si arresterebbe. E sorvive e splende e grandeggia, nelle giuste rivendicazioni del tempo.

Augusto Righi fu grande maestro; insegnante esemplare; e fece pertanto il suo Istituto di Fisica non pure rispettato nel mondo, come uno dei centri più attivi e produttivi di indagine scientifica, ma venerato ed amato dai giovani, che vi trovavano la scienza vera, seria, schietta, viva fatta persona; una persona, che non si chiudeva nel suo astratto pensiero, ma si guardava intorno, sapeva che il pensiero tanto più è vivo e capace di germogliare e fruttare, quanto più si espande e comunica, fiammella che ne accende mille e mille altre; e così moltiplicava anch’essa la propria vita nel petto dei giovani, e con loro formava la scuola del nobile senso di questa veneranda parola; la scuola, che è fucina di uomini nel mondo dell’ideale, fertile campo in cui di continuo si semina e di continuo si miete la vita eterna della Patria.»

Ancora oggi, nel giardino dell’Istituto di Fisica in via Irnerio 46, Augusto Righi volge il suo sguardo austero verso la panchina sottostante e gli studenti che vi si ritrovano.

Chissà di quanti diversi stati d’animo è stato testimone Augusto! L’ansia dei primi esami, la gioia dopo un risultato positivo, la delusione di una bocciatura.

Stefano Fortini
20 gennaio 2024

Per saperne di più su Augusto Righi, vedi biografia su queste pagine alla sezione Biografie ; già pubblicata anche su:

https://www.facebook.com/photo/?fbid=10159349150043191&set=a.10157951299208191

Foto: Il monumento ad Augusto Righi posto nel giardino dell’Istituto di Fisica in via Irnerio a Bologna (dal sito:  https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1920/muore_augusto_righi )  

Bibliografia:

– Giorgio Dragoni, Augusto Righi: una meta determinata, in Montese Notizie, 1996;

– Giorgio Dragoni, Righi, Augusto, in Il contributo italiano alla storia del pensiero: Scienze, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2013;

– Liana Righi, Federico Spinozzi, Augusto Righi. Catturare l’invisibile, anticipare il futuro, Morellini, 2020;

– Giorgio Dragoni (a cura di), Augusto Righi (1850-1920). Un Fisico nel mondo della Ricerca, Esculapio, 2023.