L’erinnofilo di Malalbergo: chi lo conosceva?

L’erinnofilo di Malalbergo
Testo di di Dino Chiarini
L’erinnofilia (termine derivato dal tedesco che significa “ricordo”) è sempre stata considerata la “parente povera” della filatelia tradizionale; i collezionisti non si sono quasi mai soffermati su questi “pseudo” francobolli, gli erinnofili, comunemente chiamati “chiudilettera” poiché servivano non ad affrancare le lettere ma a chiudere il foglio scritto e ripiegato su sè stesso, quando ancora non esisteva la busta e non usava più il sigillo in ceralacca. Come ho accennato poc’anzi, questa “etichetta” si differenzia dal comune francobollo perché di solito non ha stampato il valore postale o il valore fiscale, ma molto spesso è dentellato ed ha le dimensioni del “fratello maggiore”. In seguito fu utilizzato anche sulle buste, incollandolo sulla parte posteriore in posizione centrale in modo tale da rappresentare il bollo di garanzia, rassicurando il destinatario che la busta così “sigillata” non era stata aperta e lo scritto non era stato letto da qualche estraneo.

Fece la sua comparsa in Italia nel 1860 in occasione della raccolta fondi per la spedizione del generale Giuseppe Garibaldi in Sicilia ed in seguito in Aspromonte; seguirono poi gli erinnofili con forma triangolare a favore dei terremotati calabresi e siciliani del 1908, poi continuarono a stamparli per tanti altri avvenimenti e manifestazioni importanti.

Le immagini raffigurate riguardavano principalmente episodi commemorativi come le grandi fiere, le esposizioni internazionali, i personaggi storici, oppure come gli interventi effettuati dalla Croce Rossa per la raccolta fondi destinati allo studio di varie malattie infettive, soprattutto sulla tubercolosi (quest’ultima è una mia reminescenza scolastica). Le illustrazioni furono eseguite da celebri vignettisti dell’epoca tra cui ne ricordo alcuni: Gino Boccasile, Leopoldo Metlicovitz, Leonetto Cappiello, Aldo Mazza, Giulio Cisari, Mario Gros; molti di questi personaggi si cimentarono poi con le illustrazioni sui francobolli postali.

Anche Malalbergo ebbe il “suo” erinnofilo; fu stampato nel 1923 dalla “E. Malferrari & C.” di Bologna che pubblicò un album con 160 esemplari tra Lapidi Commemorative e Monumenti dedicati ai Caduti della “Grande Guerra”; il nostro esemplare portava il n. 128. La raccolta aveva per titolo “Monumenti della Riconoscenza eretti dagli italiani ai Caduti per la Patria nella Grande Guerra MCMXIV – MCMVIII- Serie N. 1; il successo fu tale che la “Malferrari & C.” nel 1924 pubblicò la Serie N. 2 e nel 1925 presentò la Serie N. 3.  Nei tre anni furono pubblicati tutti i monumenti presenti in Italia in quel momento, molti dei quali ubicati in Emilia (allora non era ancora stata affiancata dal nome Romagna).

L’immagine stampata sull’erinnofilo di Malalbergo era opera dell’ingegner Giulio Magli di Bologna che successivamente progettò il Monumento ai Caduti della Grande Guerra, il quale fu ubicato all’interno del Parco della Rimembranza di Altedo e inaugurato nel 1926 con una grande cerimonia.

Le due Lapidi Commemorative pubblicate sull’erinnofilo furono inaugurate nell’aprile 1922; esse erano fissate ai lati della porta principale del Municipio (edificio progettato dal celebre architetto Giuseppe Mengoni, noto per aver ideato diversi edifici di pregio tra cui la Galleria Vittorio Emanuele di Milano). Negli anni seguenti, le stesse Lapidi furono impresse sopra una cartolina illustrata, immortalate dalla celebre e pluripremiata Arte Fotografica T. Pasquini di Bologna, sita in via Indipendenza, al civico 16; Tito Pasquini, fotografo e reporter de “Il Resto del Carlino” aveva aperto lo studio fotografico nel 1907 e negli anni Venti del secolo scorso, i rivenditori di valori bollati di Malalbergo, gli commissionarono alcune foto per la stampa di cartoline con vedute locali.

Quelle due Lapidi furono talmente danneggiate dal bombardamento avvenuto la sera del 19 aprile 1945che furono abbattute nei mesi seguenti assieme a quello che rimaneva del Municipio sventrato dalle bombe. Nel dopoguerra le due Lapidi Commemorative furono rifatte ex-novo includendo pure i reduci morti dopo il 1922 per cause legate alle malattie contratte in guerra. Esse furono affisse non più sul muro esterno del Municipio ma nelle pareti laterali della Cappella cimiteriale del Capoluogo (un piccolo “famedio” dove ancora oggi sono custodite diverse foto di Caduti di tutte le Guerre) ma il visitatore potrà notare che non sono state murate in senso orario come è abitudine di noi occidentali, ma sono state collocate in senso antiorario; probabilmente il muratore incaricato dei lavori era un seguace di Leonardo da Vinci, che scriveva da destra a sinistra, oppure le installò nel pomeriggio, dopo un lauto pranzo e un’abbondante bevuta? Chissa!

Dino Chiarini

Foto:

1) L’erinnofilo con l’immagine delle lapidi dedicate ai Caduti della Prima Guerra Mondiale 1915 – 1918.

2) La copertina dell’album Seie N. 1, pubblicato dalla E. Malferrari & C. nel 1923.

3) Cartolina del Municipio di Malalbergo con le lapidi affisse ai lati della porta centrale, sovrastate dalle corone d’alloro.

4) Le copie delle due lapidi poste all’interno della Cappella cimiteriale di Malalbergo disposte in senso antiorario.