Un ricordo della memorialista Anita Alberghini Gallerani

Un ricordo della memorialista Anita Alberghini Gallerani nel centenario della nascita
– Articolo di GIAN PAOLO BORGHI –
Grazie al Circolo Amici del Museo di Renazzo di Cento, presso il locale Parco dei Gorghi, giovedì 22 giugno 2023 si è svolta una serata in ricordo della memorialista renazzese Anita Alberghini Gallerani nel centenario della sua nascita. Brillantemente coordinata dallo studioso Bruno Bertelli e portante il titolo “La Renazzo di una volta nei ricordi di Anita”, si è avvalsa della collaborazione operativa dello scrivente, della partecipazione dei lettori Nerina Ardizzoni, Cristina Cristofori e Stefano Alboresi, nonché dei musicisti Carlo e Maurizio Colletti.
Anita Alberghini Gallerani (1923-2006), conosciuta con l’appellativo Anita dla tipografia, è stata infaticabile memoria della Renazzo di un tempo e, in specifico, in un arco temporale intercorrente dalla fine dell’Ottocento agli anni ’40 del ‘900. Con il suo inconfondibile stile narrativo e con grande partecipazione emotiva ha “trasferito” dalla fonte orale alla scrittura di autodidatta una miriade di notizie legate al suo territorio, estrapolate soprattutto dai ricordi della sua famiglia di partecipanti agrari. I suoi scritti hanno consentito di poter conoscere fondamentali aspetti della cultura di tradizione e della vita quotidiana a Renazzo e nelle sue campagne che si andavano disperdendo inesorabilmente.

Le sue molteplici pagine di memorie sono confluite in articoli e pubblicazioni, a partire dai bollettini parrocchiali di Renazzo. Il primo libro al quale Anita Alberghini Gallerani ha collaborato risale al 1985: Renazzo un popolo una chiesa, di Renzo Zagnoni, edito dalla Parrocchia di San Sebastiano di Renazzo. Si tratta di un capitolo, a cura dello scrivente, dedicato alle ricorrenze calendariali localmente celebrate, con integrazioni riguardanti vari altri aspetti della vita locale, dai pellegrinaggi all’emigrazione (Forme ed aspetti della religiosità popolare nelle feste del ciclo dell’anno). Queste memorie furono accolte con particolare attenzione dagli studiosi di tradizioni popolari che le citarono bibliograficamente in vari loro lavori. Frammenti delle medesime furono inoltre riportati in alcuni contributi, a firma di chi vi scrive, tra i quali Deo gratias! Mezzo secolo della nuova chiesa di San Bartolomeo in Bosco, di vari autori (Liberty House, Ferrara, 2009), e D’Artegnam. Dalla cucina della sopravvivenza all’arte del gusto tra Bologna, Ferrara e Modena, di vari autori, a cura di Tiberio Artioli (Pendragon, Bologna, 2011).

Il suo primo libro da autrice è datato 1987 e porta il titolo Piccolo mosaico. Le memorie degli analfabeti. Stampato dalla Tipografia Bisin di Montagnana (Padova), costituisce un inusuale esempio di storia orale “dal basso”, un vero e proprio omaggio alla sua famiglia attraverso una puntuale descrizione di condizioni esistenziali, narrazioni, leggende e fasi dell’opera di bonificazione locale trattate con il solo ausilio delle testimonianze orali da lei raccolte. Il volume porta l’autorevole prefazione di Renato Sitti, fondatore e direttore del Centro Etnografico Ferrarese e altri brevi contributi, tra i quali quelli di don Ivo Cevenini (che ha sempre supportato l’opera di recupero della memoria locale di Anita Alberghini Gallerani) e di monsignor Antonio Samaritani.

Al 1990 risale il suo secondo volume, Memorie di una piccola italiana, nel quale riporta i suoi ricordi di bambina e di giovane donna vissuta al tempo del fascismo, unite a precise descrizioni di avvenimenti, locali e non, legati a quel periodo dittatoriale. Dato alle stampe presso la Tipografis Sbs di Argelato, si avvale di una lucida prefazione di don Ivo Cevenini.

Su invito del Circolo Amici del Museo, nel 1999, cura la realizzazione del suo terzo e ultimo volume, Memorie e Immagini. La Renazzo di fine ‘800: un nuovo tributo a Renazzo, alla sua gente e al suo mondo familiare. Ha precisato opportunamente Bruno Bertelli nel corso dell’incontro: “Anita evoca un vissuto familiare e sociale e descrive con affetto colori, luoghi e persone di un passato la cui eco giunge al presente”.

Brevi sue note inedite sono inoltre apparse nel 1988 in un saggio curato da Gian Paolo Borghi e Angelo Cocchi, dal titolo La lavorazione e l’utilizzazione delle fibre naturali nel Centopievese e nei territori limitrofi: la famiglia contadina. Un esempio di documentazione attraverso la fonte orale, compreso nel libro, a cura di Carla Bagni, La tessitura nel centese. Fra campagna e industria. Attività tessili nel Centopievese, promosso dal Comune di Cento e dalla Scuola di Artigianato del Centopievese.

Un suo articolo-testimonianza, America, è stato infine pubblicato nel numero 46 (1993) della rivista nazionale di tradizioni popolari “Il Cantastorie”.

Una serata, quindi, di particolare rilevanza culturale, arricchita da letture di brani tratti dai libri di Anita Alberghini Gallerani, commentati musicalmente da canzoni d’epoca e dalla recita di una azzeccata zirudèla su tantissimi soprannomi locali, composta da Bruno Bertelli.

Gian Paolo Borghi