I Pivis a Massumadegh, a teatro.

Dal 16 al 19 gennaio 2020, alle ore 21, al Teatro Zeppilli di Pieve di Cento, la compagnia I Quatergat (che dopp i en diventè dimondi mo dimondi de piò) presenta
I Pivis a Massumadegh, rappresentazione scenica tratta dall’omonimo poemetto in dialatt piveis (dialetto pievese) di Angelo Michele Gessi, pubblicato nel 1901. Il poemetto epico  in dialetto locale è un po’ la “Gerusalemme liberata” per i pievesi, che ne hanno fatto una loro bandiera storico-letteraria simbolica, elevando il  poeta monsignor Angelo Gessi (Pieve di Cento 1850- Roma 1904) nel panteon degli autori di poemi epici, sulla scia di predecessori illustri vissuti in terra emiliana come Ludovico Ariosto e Torquato Tasso, passando per il persicetano Giulio Cesare Croce (ma anche per il Manzoni dei Promessi sposi), ai quali si è forse in parte ispirato per la narrazione, ma che per contenuto e stile, tra l’eroicomico e il popolare, si differenzia assai nella sua specificità, esaltando, e romamzando, un lontano episodio locale risalente al secolo XIV in cui il popolo pievese dimostrò virtù eroiche e spirito civico in difesa del proprio paese.
La stesura dell’opera fu lunga e sofferta , data la personalità controversa di questo eclettico monsignore di provincia trapiantato a Roma, non sempre allineata con quelle prevalenti nella Chiesa del suo tempo, divisa tra tradizione conservatrice e modernismo; tanto che per non suscitare conflitto di interessi con i suoi titoli di Canonico con cariche importanti, si firmò “Al duttour Zàss”.

I protagonisti del poemetto sono i popolani più umili, che portano i nomi (o soprannomi) di Spanto, Suttaja, Scurién, Piséla, Zifiren, dal linguaggio crudo e rozzo, ma animati da buoni sentimenti e tanta fede, nella comunità e nella Chiesa, tutti uniti e insieme, che li porta ad armarsi per riappropriarsi del Castello di Massumatico, proprietà del Vescovo occupata da fuorusciti bolognesi, e quindi difendere anche il proprio paese da una ipotetica minaccia di invasione. “Viva la Piv col Cruzifess!” E’ la conclusione dell’impresa, del Canto VI e dell’opera.

Biglietti per tutti gli spettacoli, già esauriti in prevendita…

  • In foto  una illustrazione -incisione di Cavani e Zapparoli  tratta dalla terza edizione del volume, pubblicata nel 1958 a cura della Famaia Piveisa e del Comune di Pieve di Cento