Ferrare e Finale nel Quattrocento

Ferrara e Finale nel Quattrocento – Ricerca storica di Galileo Dallolio-
– Una recensione positiva mi ha fatto leggere il Manoscritto di S.Greenblatt che racconta in modo magistrale la scoperta nel 1417 del De rerum natura del poeta latino Lucrezio (94 a.C.- 55 a.C) fatta dell’umanista toscano Poggio Bracciolini (1680-1459) in una Biblioteca di uno sperduto convento tedesco.
Lucrezio, per i dilettanti di storia (categoria nella quale mi ritrovo), è motivo di sorpresa per le tante citazioni presenti in opere di scienziati, studiosi, filosofi dal Rinascimento in poi.
Aggiungo inoltre che la voce del prof. Ennio Gulinelli quando, negli anni del Liceo Morandi, leggeva ‘Aeneadum genetrix, hominum divumque voluptas/alma Venus, caeli subter labentia signa../, trasformava Lucrezio e il latino in un dono il cui valore fu capito molti anni dopo la scuola.
Lucrezio è un grande e come scrive Marco Beretta, nel suo La rivoluzione culturale di Lucrezio. Filosofia e scienza nell’antica Roma, Carocci 2015:
La filosofia presentata nel De rerum natura, scompaginando l’ordine costituito, mette la conoscenza della natura a fondamento della felicità dell’uomo e della liberazione dalle sue paure: solo attraverso un’indagine spregiudicata dei fenomeni naturali e delle cause recondite del loro manifestarsi diviene possibile assegnare all’uomo un’etica capace di renderlo libero nelle sue azioni e, contemporaneamente, di farlo vivere in sintonia con le leggi dell’universo. La scienza della natura viene dunque posta a base dell’etica, della cultura e addirittura della politica. Da allora, mai alla scienza è stato tributato un più alto valore culturale.”
Una curiosità: Frassoni cita uno dei protagonisti indiretti della scoperta del libro.  Leggendo, per diletto, biografie e libri di storia, tra i quali le Memorie del Finale di Lombardia di Cesare Frassoni, si collezionano senza fatica , nomi di persone e vicende del passato. Alcune delle informazioni accumulate in questo modo passivo , possono riattivarsi quando riappaiono perché lette o ascoltata per caso. Se viene il desiderio di saperne di più, con l’Enciclopedia Treccani o il Dizionario biografico degli italiani che ci ritroviamo in tasca, con un click sul cellullare ci facciamo un’idea sull’informazione che ci ha colpito. In base al tempo a disposizione e del desiderio di approfondire , comincia così una passeggiata, che porta di link in link in luoghi imprevisti e sconosciuti. (1) Si tratta di Baldassarre Cossa, napoletano, Legato pontificio poi Papa Giovanni 23°.

Recò quindi inquietudine nel 1405 la guerra mossa al Marchese da Ottobono Terzi Signore di Parma collegato con Obizzo da Monte Garuli: ma ciò, che abbiamo di più preciso in queste brighe riguardo al Finale, è un Congresso tenutovi nel verno del 1408 fra il Marchese, e due Malatesti, e fra gli altri col Legato Pontificio di Bologna Baldassare Cossa, che fu poi uno degli Antipapi del grande Scisma..” (2)  (Frassoni, p.35)

Questo Papa, col nome di Giovanni 23° (una prima sorpresa..),’ fu eletto il 17 maggio 1410 da diciassette cardinali, al termine di un conclave tenutosi a Bologna e durato solo tre giorni. Partecipò poi al Concilio di Costanza, in Germania, convocato dall’imperatore Sigismondo, per far cessare lo scisma d’Occidente, che il nel 1414 sancì la condanna al rogo come eretico di Jan Hus. In tempi diversi il concilio fece deporre Giovanni XXIII.’

Il Papa fu deposto (3) e il personale che seguiva il Papa, tra i quali i suoi segretari, si ritrovarono con molto tempo libero. Tra questi l’umanista toscano Poggio Bracciolini, appassionato ricercatore di libri antichi.
Ferrara è la città più moderna d’Europa anche per l’Addizione di Biagio Rossetti: il raddoppio della città voluto da Ercole 1°
Il Manoscritto è un’occasione per capire chi erano e cosa facevano gli umanisti nel Quattrocento, cioè persone che sapevano di latino e di greco che, come si legge nei libri di scuola, furono i protagonisti della rinascita culturale del paese. Nelle città come Firenze, Venezia, Ferrara, Bologna, Roma, Napoli … gli umanisti erano in relazione tra di loro, si comunicavano le scoperte di libri , erano impegnati come insegnanti, come diplomatici, segretari ecc.
Il protagonismo culturale della Ferrara quattrocentesca, una città dove l’umanesimo era presente in molte forme, governata da Nicolo 3°, Leonello, Borso ed Ercole 1°, merita di essere studiata nelle sue relazioni con il territorio. Pensiamo alla presenza a Bondeno di una delle prime tipografie a caratteri mobili nel 1463 , alla serie di Podestà ferraresi a Finale e all’Università di Ferrara come grande motivo di attrazione. In proposto lo studioso Eugenio Garin scrive ‘Studio tipicamente rinascimentale, che comincia ad affermarsi nel quattrocento e fiorisce specialmente fra il 15° e 16° secolo, uno Studio così legato alle vicende cittadine e così sensibile ai grandi eventi della cultura umanistico-rinascimentale, uno Studio dove giovani venuti così dall’Europa nel Nord come dalla Polonia o dall’Ungheria potevano incontrare un Leon Battista Alberti come un Giovanni Pico della Mirandola’ (4)
Merita inoltre di essere ricordato la diffusione a Finale del cognome Ferraresi e l’uso del dialetto ferrarese.

Poggio Bracciolini il segretario dei papi e grande umanista toscano, soggiornò a Ferrara nel 1438, dove si era trasferito il Concilio di Basilea. La singolare notorietà europea dello Studio ferrarese è ampiamente documentata, per cui Ferrara e Firenze per l’architettura e per gli studi umanistici , furono città di grande attrazione per studenti e studiosi europei. A Ferrara, dal 1429, l’educazione di Leonello d’Este fu curata dal grande umanista Guarino Veronese che insegnerà allo Studio fino al 1460. Gli scambi con gli umanisti italiani, a cominciare dal suo allievo Vittorino da Feltre, saranno intensissimi. Va ricordato che Guarino Veronese scrisse una celebre e severa lettera a Leonello d’Este sui doveri del reggitore, sulla dignità dei sudditi, di tutti i sudditi’(5)

Tra questi sudditi c’erano anche i Finalesi che per le ‘Nozze del Marchese Leonello figlio non legittimo del Sovrano, vi andarono Ambasciatori i luminosi Raniero Gnoli, e Bartolomeo di Giovanni dal Vecchio, Uomo questi carissimo a Principi, e Cittadino egli insieme di Ferrara, che di Modena. Ed egli poi anche aggregato a questo Consiglio mediante lettera del Duca Borso, per essere Soggetto di probità, di esperienza, e di molta vaglia.(Frassoni p.43)
La moglie di Leonello era Margherita Gonzaga, da Mantova educata a sua volta dall’umanista Vittorino da Feltre.

Finale quattrocentesca in alcune citazioni di Frassoni

1- “E mentre ovunque qui ardevano fornaci per cuocer pietre, e calcine, onde scemare così i tanti bronchi, e boscaglie ad avanzamento della buona coltura del campi, si veggono di giorno in giorno accresciute nuove Famiglie in luogo delle vecchie estinte. Poi in Ottobre del 1402 giunse il riferito celebre Ingegnero Bortolino Novara a formare diverse fortificazioni ed a riattare le mura….

2-“Quando nel 1433 qui predicando, siccome in tutto lo Stato, il gran Servo di Dio Bernardino da Siena, di poi annoverato fra i Santi, tienesi, che per opera di lui fosse quì istituita la Confraternita dell’ Annunziata sotto il titolo prima de Battuti bianchi”

In molto credito intanto mantenendosi quest’ Edifizio delle Carte, ne diede il Duca la privativa ai due proprietarii, Principe Sigismondo, ed al Cavaliere Gualengo”(1435)

3-“Colle solite conferme di usi, grazie, e privilegi. Dopo di che furono quì accettati nel 1451 i pesi, e le misure Ferraresi; e restò costrutta una Parrochiale in Casomaro sotto il titolo di S. Lorenzo

4- “Borso d’Este , avendo ricevuto dall’imperatore Federico 3° d’Asburgo il titolo di Duca nel 1452, ..incamminato egli a compiacenza de’ sudditi, a visitare ogni parte del suo Dominio, giunse acclamatissimo a Finale, e vi fu di ritorno dopo il lieto suo giro. Molti furono i segni di giubilo, con cui nell’andare, e nel ritornare fu egli qui accompagnato secondo la costumanza di que’ tempi. Ed una in particolare quella essendo di aversi una certa professione di Donne giovani, avvenenti, e gioviali, che nella pubbliche, e private allegrezze, e ne’ più lieti accompagnamenti, danzando, cantassero con cembali alla mano graziose cantilene; così da buon numero di queste , che dicevansi Raine venne sempre ne’ viaggi trattenuto; come lo fu anche per quanto si scorge, indi l’anno 1469”.

Un Papa a Finale nel 1440 con Poggio Bracciolini segretario

Appena però era cominciato quest’ anno (1440) che giunse la sera del 16. Gennajo, accompagnato dal Marchese, e da diversi Cardinali, il Pontefice Eugenio IV che per oggetto di peste, e di altra prudente riflessione, levò da Ferrara il trasportatovi Concilio. Alloggiò egli nella Rocca grande, partendo poi nella susseguente mattina per acqua verso Modena. Numeroso però fu l’accompagnamento, che nelle Navi, e per terra, vollero farvi i Finalesi; maggiormente perchè Bologna, ed altre Città Pontificie erano già state occupate dal celebre Piccinino. ’C.Frassoni, Memorie del Finale di Lombardia
Poggio Bracciolini era tra i segretari anche di questo Papa

– Conclusione

“La Ferrara di Leonello, di Borso, di Ercole 1°(1440-1505) rappresenta per gli intellettuali dell’impero estense un ‘luogo alto’, sede di ogni delizia del corpo e dello spirito. Così il poeta Bartolomeo Paganelli da Prignano sul Secchia (+ 1493) evoca la ricca Ferrara che ‘alleva schiere sterminate di poeti, nutrendoli con la linfa di Guarino da Verona’.

Là si erge Ferrara col suo splendore di reggia
Coi suoi banchetti mai visti, con le sue mille delizie.
Terra cara a Venere , sgradita a Diana severa.
E’ fioritura perpetua di giovinetti sereni,
è uno sbocciare ovunque di belle serene fanciulle,
che in piena letizia, dì e notte, intrecciano teneri giochi.
E vecchie donne serene essa accoglie, e sereni vegliardi.
Innumerevoli case han dolce brusio di cetra.
Si danza in lunghe file , in case innumerevoli,
E i giovanotti e le belle ragazze cantano in piazza,
musica come di miele sale alle stelle d’oro.

Poiché i giovani promettenti dello Stato estense per decisione del Signore frequentavano lo studio a Ferrara, Ferrara restava poi nel ricordo come luogo della felicità giovanile (quando, per dirla ancora con Bartolomeo Paganelli ‘una favilla minuta basta a infiammare mille menti’), un perduto paradiso di giorni irrevocabili, che nessuna preghiera, nessun voto può rinnovare ( Albano Biondi ‘ La cultura a Modena tra Umanesimo e Controriforma’ In Storia illustrata di Modena a cura di Paolo Golinelli e Giuliano Muzzioli Nuova Editoriale Aiep 1990 2° volume ( a pag.523)

Galileo Dallolio

NOTE

1- Passeggiare tra le pagine del tempo oggi si fa in molti modi con le giornate del FAI, con il trekking culturale, con il turismo di un giorno per musei, siti archeologici, ambienti naturalistici, siti religiosi..

2 – Nella Sala Urbana di Bologna, fatta costruire dal Cardinale Bernardino Spada nel 1630, il suo stemma è fra i 188 legati, governatori e amministratori del governo pontificio in carica a Bologna fra il 1327 e il 1744.

3 – il nome di Giovanni 23° rimasto vacante fino a Papa Roncalli che lo assunse nel 1958 e che disse ‘Cossa fu un antipapa… ma convocando il concilio di Costanza ebbe il merito di riportare l’unità nella Chiesa’. In proposito si veda Mario Prignano’ Giovanni 23-Cossa, l’antipapa che salvò la Chiesa’ Morcelliana ed.

4 –E’ il titolo di una raccolta di ricerche, edita da Marsilio nel 1991, curata da Paola Castelli

5 – Eugenio Garin, Ritatti di umanisti , Sansoni 1967, p.77

FOTO

1- Il Castello Estense a Ferrara

2- La casa che fu  di Cesare Frassoni a Finale

3- Borso d’Este Duca di Ferrara

4 – Il Castello Estense a Finale Emilia, in foto di Paolo Monti nel 1976. Semididistrutto e ora in ristrutturazione,  dopo il terremoto del 2012