Umanesimo, illuminismo, razionalismo …. da conoscere per capire

Ricerca e  osservazioni a cura di Magda Barbieri
Recentemente sono stati pronunciati dal Papa e da alcuni cardinali e
monsignori (seguiti da dotte e controverse interpretazioni di
filosofi e teologi sulla stampa) severi anatemi contro il
nichilismo, il bieco illuminismo, il
“relativismo etico“, l‘umanesimo ateo
e il razionalismo, accostati indiscriminatamente al nazismo,
sfoderando termini di cui temiamo che la maggior parte dei comuni mortali non conosca il significato. Infatti, soprattutto in Italia, a tutti
i bambini e ai ragazzi si insegna il catechismo cattolico, nelle
parrocchie e a scuola con l’ora di religione; ma non viene data loro
la stessa opportunità  di studiare, o almeno di conoscere altre
religioni e il significato delle sopra citate definizioni filosofiche
e della storia dei relativi movimenti di pensiero. Conoscenza
riservata, e quasi sempre in modo superficiale, a chi frequenta le
scuole superiori , ma soprattutto solo ai pochi che fanno studi
specialistici specifici di filosofia e teologia.
Ascoltando  le sopra citate affermazioni di
condanna  è ovvio che la maggior parte degli
italiani, cattolici per battesimo, sacramenti e
catechismo ricevuti nell’infanzia, anche se adulti tiepidamente
fedeli e poco praticanti, saranno indotti a considerare tali idee
negativamente,  senza nemmeno fare lo sforzo
di cercare di sapere in proprio di che si tratti.
Proviamo quindi a fornire “lumi”, o
almeno alcuni rudimenti in proposito, per par condicio, colmare
le lacune cognitive di tanti e dar loro una opportunità  di
conoscenza, da approfondire con altre letture, ovviamente, per chi
ha tempo e voglia.

Cominciamo dal termine più noto e
lontano nel tempo, riprendendo la spiegazione che ne dà  il
Dizionario enciclopedico Zanichelli (Edigeo 1995), e
tralasciando la citazione dei concetti più complessi e dei filosofi
e scrittori di non comune conoscenza.

Umanesimo:
“movimento culturale che dalla metà  del secolo XIV alla metà  del
secolo XV, con la riscoperta o la rilettura o la reinterpretazione
dei testi della classicità  greca e latina, pose le premesse della
civiltà  del Rinascimento e ne costituì la base ideologica. In senso
lato indica un atteggiamento culturale, riscontrabile in epoche
diverse, caratterizzato dalla fedeltà  alla lezione del mondo
classico……. Questo concetto di humanitas esprime la convinzione
che gli uomini sono accomunati , al di là  delle differenze etniche,
dalla capacità  di padroneggiare un linguaggio che sia specchio della
razionalità  ….. consapevolezza della comune appartenenza alla
condizione umana …. privilegio che implica anche una profonda
solidarietà  …..  L’humanitas ciceroniana concorre a
determinare , direttamente ed esplicitamente, l’ideologia di
Francesco Petrarca (1304-1374) , primo umanista moderno ….

Da allora, umanesimo è
l’esaltazione di quelle attività  intellettuali che, opponendosi sia
alla subordinazione dell’umano al divino, sia al primato delle
scienze esatte, indicano nell’uomo il fine irrinunciabile di
ogni sapere ….

Più tardi, nel secolo 1400, verrà
affermato il principio che l’uomo è libero artefice e costruttore
di se stesso.

E del Petrarca va ricordato, con breve
inciso, che fu figura complessa, di uomo e di letterato, ammiratore e
divulgatore della cultura classica latina e grande poeta in lingua
allora detta volgare (come Dante e Boccaccio); sempre dibattuto
tra la ricerca di sincera spiritualità  e il fascino dei piaceri
terreni; cappellano al servizio di un cardinale Colonna e poi di un
arcivescovo Visconti, e padre di due figli avuti da effimere
relazioni.

  • Passiamo all’illuminismo,
    tanto osteggiato dalle gerarchie ecclesiastiche, oggi come
    nell’Ottocento, sempre riferendo la definizione del Dizionario
    Zanichelli
    .-
    Illuminismo: (o filosofia dei lumi).
    Orientamento culturale sviluppatosi in Europa nel secolo XVIII
    (1700, n.d.r.). Muovendo dal pensiero filosofico degli empiristi
    inglesi …. esso ebbe una vasta diffusione soprattutto in Francia,
    improntando l’opera e il pensiero di Montesquieu, Voltaire, J. J.
    Rousseau e dettando i criteri ispiratori della compilazione
    dell‘Encyclopèdie di Diderot e D’Alembert ; grande influenza esso
    esercitò anche in Germania (G.E. Lessing .…) e in Italia, in
    particolare nell’ambiente napoletano (A. Genovesi, F. Galiani, F. M.
    Pagano) e milanese (P. e A. Verri e C. Beccaria).

Fondato sulla piena fiducia nella
capacità  della ragione di spiegare il mondo e di risolvere i
problemi di natura sociale e politica, promosse una severa analisi
critica di ogni forma di autoritarismo, scagliandosi in particolare
contro l’assolutismo monarchico, l’aristocrazia feudale e la chiesa,
caratterizzandosi in senso progressista.
Favorì inoltre lo sviluppo di nuovi
indirizzi in ogni campo del sapere, da quello degli studi storici, in
cui cercò di liberare il campo da ogni ipotesi provvidenzialistica
di stampo religioso e di combattere la visione della storia come
frutto della sola attività  di sovrani ed eserciti; alle discipline
economiche, da quelle biologiche a quellle più¹ strettamente
filosofiche .
Espressione, dal punto di vista
sociale, dell’emancipazione culturale della nuova classe borghese,
ormai protagonista del mondo economico e commerciale e ansiosa di
conquistarsi nuovi spazi anche politici, rappresentò il principale
fattore che , dopo i ripetuti fallimenti dei tentativi di riforma
dell’Ancien Regime, ne determinerà  la caduta violenta con la
rivoluzione francese.

Kant (1724-1804) fu espressione tra le più mature dell’illuminismo
e al tempo stesso il primo a tentarne il superamento, o comunque a fare passi avanti
nella ricerca filosofica con le sue opere Critica della
ragion pura e Critica della ragion pratic
a
e con altre, di non facile lettura ma indicative di un metodo di
analisi razionale che non si pone limiti nel cercare di conoscere e
spiegare i fenomeni tangibili , ma che arriva a proporre l’imperativo
categorico della legge del dovere per il dovere, come guida morale
per l’uomo.

Insomma, riassunto in parole povere,
l’illuminismo è alla base della cultura moderna (filosofica,
economica, politica, letteraria) progredita dalla metà  del 1700 in
poi; ispirando letterati e patrioti portò alla caduta dei regimi
assolutistici in Europa e in Italia (compreso lo Stato della Chiesa),
alla formazione in alcuni casi dapprima di monarchie illuminate
e poi di democrazie liberali; portò all’affermazione di principi
come la libertà  di pensiero, di parola, di stampa, di religione, e
allo sviluppo della scienza.

Che si possa definirlo bieco è
affermazione personale, libera, ma ampiamente discutibile e
confutabile.

E veniamo al nichilismo, sempre
basandoci sulla definizione del Dizionario Zanichelli.

Nichilismo:
( o nihilismo, dal latino nihil = nulla). Atteggiamento di
pensiero che caratterizza ogni dottrina filosofica che si propone la
negazione radicale di un sistema di valori. Introdotto in filosofia
al termine del secolo XVIII all’interno delle polemiche contro il
criticismo kantiano e l’idealismo, il termine fu genericamente esteso
a indicare le filosofie che tendono a negare la possibilità  della
conoscenza della realtà  e a sostenere l’infondatezza dell’etica
tradizionale. Sulla scorta dell’opera di L. S. Turghenev  “Padri
e figli” (1862), nella quale sono indicati come nichilisti gli
studenti piccolo-borghesi, critici verso ogni forma della cultura
tradizionale, ma contemporaneamente animati da una profonda fiducia
nel sapere scientifico, il nichilismo improntò di sè buona parte
della cultura progressista e rivoluzionaria della Russia del secondo
‘ 800, arrivando anche ad incoraggiare iniziative terroristiche.

F. Nietsche (1844-1900)
attribuisce al termine una valenza positiva, indicandolo come
strumento fondamentale per lo smascheramento della falsità dei
valori della cultura, primo passo sulla via della piena affermazione
dell’umanità.

Teoria non del tutto chiara,
discutibile, come tutte le teorie filosofiche (e religiose); nota
genericamente per l’impronta fortemente pessimistica, da leggere e
interpretare nel contesto culturale e sociale della seconda metà  del
1800 e nella vicenda personale di Nietsche; parzialmente e
impropriamente utilizzata poi da Hitler nella formulazione
dell’ideologia nazista, che si appropriò pure di principi del
nazionalismo e del socialismo, mescolandoli con farneticazioni sulla
purezza e la supremazia della razza ariana e pangermanica, in un
coacervo tutto suo (Mein Kampf, 1928), illiberale,
militarista, razzista, antiebraico e dispotico, con i nefasti
risultati che sappiamo.

Accostare fin quasi all’identificazione
il nichilismo filosofico contemporaneo al nazismo e all’umanesimo
ateo come ha fatto il Papa, appare una operazione intellettuale
piuttosto azzardata e sostanzialmente offensiva per tutta la cultura
non religiosa europea.

Purtroppo, sull’onda di questa ripresa
di un revisionismo storico-religioso, si sentono spesso ecclesiastici
e loro devoti che citano Hitler e Stalin come modelli prodotti dalla
ragione senza fede e senza Dio, traguardo ultimo e quasi obbligato,
in un rapporto di causa-effetto, delle idee propagate dal
razionalismo e dall’illuminismo. E questa mi sembra proprio una
eresia; anzi, un esempio di vilipendio della ragione e della
verità  storica”.

Hitler e Stalin sono stati
proprio il prodotto massimo della negazione della ragione e del
valore di ogni singolo uomo, oltre che della negazione di Dio
.
Nelle loro idee e nelle loro azioni non c’era traccia delle idee
dell’illuminismo, nè del Trattato sulla tolleranza  di
Voltaire, nè del razionalismo kantiano, che suggerivano ben
altri ideali e modelli di uomo morale e di società . Se mai i due
succitati dittatori ( i più spietati e recenti della storia , ma non
certo i soli, tanti altri ce ne sono stati, e ce ne sono tuttora, in
ogni parte del mondo), hanno incarnato l’idea di uomini dotati di una
mostruosa volontà  di potere personale assoluto, che si sono
arrogati il diritto di vita e di morte sugli altri uomini e su interi
popoli, quasi prendessero a modello il Dio biblico, o credessero di
avere essi soli il potere di Dio. Non per nulla si è coniata per
loro l’espressione “culto della personalità”, in quanto hanno
usato e imposto il culto di se stessi e della loro ideologia,
totalitaria e totalizzante, come una nuova religione. E hanno
costruito il loro potere, oltre che con la forza della
sopraffazione, anche col consenso raccolto approfittando della
credulità dei loro popoli, che hanno riposto in loro una fede senza
ragione
. Nei regimi da essi dominati era proibita e condannata ogni
forma di dubbio, critica, o dissenso nei confronti delle idee e delle
scelte dei capi, si esigeva la sottomissione assoluta della ragione e
del sentimento, così come pretendeva il Dio biblico e come si
pretende, in molti casi anche oggi, dai fedeli di una religione.

In certi loro atteggiamenti non si può
non cogliere quasi l’imitazione del Dio biblico che giustificava le
stragi e le sconfitte inflitte ai nemici del suo popolo
eletto, e puniva le disobbedienze anche formali con la morte,
e con la ricorrente minaccia “sia reciso dal suo popolo…“.
Forse non è un caso che Hitler si sia appropriato dell’idea biblica
di popolo eletto, trasferendola dal popolo ebreo al
popolo tedesco, per la cui supremazia giustificava qualsiasi crimine,
riversando principalmente proprio contro gli ebrei tutto il suo odio,
in quanto nemici da annientare per consentire la grandezza e la
gloria della Germania .

Si può ricordare anche che Stalin
studiò per alcuni anni in un seminario cristiano ortodosso a
Tiblisi, dove di illuminismo e di Kant devono avergliene insegnato
poco ; e Hitler non finì le scuole medie perchè considerato
inadatto allo studio, e, in età adulta , fu affascinato, più che
dal razionalismo, dalle mitologie Nibelungiche e dal Parsifal e
frequentava una setta esoterica-mistica; scelse come simbolo la
svastica, o croce runica, simbolo magico-religioso ripreso da antiche
culture indo-europee; nel suo Mein kamp si autodefinì
cristiano e i suoi fedelissimi combattevano e uccidevano
all’insegna del motto” Dio è con noi”.

Nazismo e stalinismo sono quindi
ideologie quanto mai lontane, anzi opposte ai valori dell’umanesimo e
dell’illuminismo.

Sarebbe corretto e onesto lasciar
perdere, da parte della Chiesa, certi paragoni e accostamenti
infamanti che squalificano ingiustamente sette secoli di cultura
umanistica e illuministica, atea o agnostica che sia, senza la quale
saremmo ancora sudditi di regimi assolutistici medievali.

  • Sintesi da un testo di  Magda Barbieri  – 24 agosto 2009

** Per maggiori informazioni su umanesimo e illuminismo, vedi anche :
http://www.homolaicus.com/storia/moderna/umanesimo_rinascimento/umanesimo_rinascimento.htm

http://www.letteraturaitaliana.org/umanesimo.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Umanesimo

http://web.tiscalinet.it/umanesimo/vhumPico.htm

http://www.parodos.it/sintesi%20c.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Illuminismo

http://cronologia.leonardo.it/storia/a1788a.htm  

http://www.illuminismo.exactpages.com

http://www.treccani.it/enciclopedia/illuminismo /