Raccolta di parole ed espressioni dialettali, con relativa etimologia,
scritta da Galileo Dallolio per la rivista La Fuglara di Finale
Emilia e a noi gentilmente inviata. Con corredo di bibliografia finale.
– Fumént, ‘far i fumént’: assumere un medicamento mediante suffumigio
(G.Sola). Il fÅmentum è l’ ‘impacco caldo; alimento
per il fuoco’, dal latino fovēre ‘scaldare, bruciare’
che genera favilla e falistra (L’Etimologico di A.Nocentini).
– Paltà m, ‘cià r cmè
‘l paltà m’ (G.Sola). E’ una parola che si collega a
pantano, al lombardo palta, al piemontese pauta. Il
latino palus,palude, dà origine padÅle e a
Pavullo. Ricordo di avere partecipato ad una grande grigliata
dove appena arrivati nei piatti i pesc cott pascà in dla Bunifica, sfurzinada, seguì un momento di silenzio piuttosto
lungo. Poi ci fu il commento ‘al sa un po’ da paltà m ma le
cott dimondi ben’.
– Présia, ‘lasà r la
présia a la lièvra’ (G.Sola). Viene dai verbi premere e
pressare. Oltre alla preposizione presso, vicino a, in
alcuni dialetti produce prèssa e la nostra présia,
fretta. Interessante che il torchio oltre che
macchina per spremere veniva utilizzata per stampare i primi
giornali. Da qui i nomi europei per ‘stampa’ in
inglese/tedesco press/ presse e spagnolo prensa.
– Rèmal , ‘na scuréza
in dal remal’: cosa da niente , di nessun peso o valore
(G.Sola). Si andava a comperare al mulin ed
è proprio da latino remolère, rimacinare, che è all’origine
della parola (p.211 ‘Vocabolario etimologico e comparato dei
dialetti dell’E-R. del Laboratorio di Ricerca Culturale di
Pieve di Cento 2009). Macina in latino è mola, l’ emolumentum
era il prodotto finale della macinazione che ha assunto in
seguito il significato di ‘ retribuzione per una prestazione’.
– Sciviròl: il piolo della sedia della scala ‘mà gar cmè ‘n sciviròl (G.Sola).
Nel Vocabolario etimologico e comparato dei dialetti dell’E-R.
del Laboratorio di Ricerca Culturale di Pieve di Cento 2009 si legge
che ‘s-ciaviról dal latino ‘clavis’ è il piolo
che costituisce la chiave di scale e sedili in legno.
– Sdà z; ‘furab cmè un sdà z’ (G.Sola) ‘setÄcÄu(m) ‘fatto
di crine’, derivato di sēta ‘crine di cavallo;
setola di maiale’(L’Etimologico di A.Nocentini 2010).
– Sédla: screpolatura, ragade “ metafora di setola nel senso di ‘screpolatura simile ad
una setola su di una superficie compatta’… L’etimologia vulgata
dal lat. secta, ..da secÄre col sign. di ‘taglio,
fenditura’ può essere definitivamente accantonata. Ragade dal lat.
tardo rhagădes (pl.), dal greco rhagás -ádos
‘screpolatura, fessura della pelle’, der. della radice
di rhḗgnymi ‘rompere, spaccare’ (L’Etimologico
di A.Nocentini 2010).
– Slapón ‘stasira ag vag a dar al slapón e po a vag via’: si deve intendere che
l’ambros (fidanzato, ndr) avrebbe trovato un pretesto per il gesto sapendo
che poi l’ambrosa avrebbe finito per riconoscerlo come om
ad carattar. Ma poteva anche succedere che l’ambrosa in
seguito lo mandasse in Snèdga (Senetica, agli inizi del
novecento era uno dei siti più poveri della Provincia di Ferrara, da
qui la locuzione andà r in Snèdga, andar in malora.
G.Sola). In latino schiaffo si dice ălÄpa. (Dizionario Latino
Georges Calonghi).
– Scazìfar: 1- persona litigiosa, irritabile; 2- persona di statura piccola (G.Sola). La
ricerca non ha dato esiti ma forse quanto meno uno se l’aspetta, la
parola svelerà la sua origine.
– Setequà tar: 1- cianfrusaglie, ciarpame; 2 – confusione; 3 – scusa, pretesto (G.Sola)
Se all’origine c’è un sette e un quattro l’origine è oscura.
(Non è presente in ‘Numeri per parlare’ di Carla Bazzanella, Laterza 2011).
Se invece è il suono che è ha creato la parola allora può essere un esempio di
onomatopea (in greco nome ónoma -atos , poi銑fare,
creare’). Cus’el tut sta setequà tar. Mo al fa tut un
setequà tar. Si sente un suono di scranncus gal da scarabatlar). “Il
grabattÅlus, diminutivo di grabÄtus, grabattus, dal
greco krábatos ‘lettuccio’. Il significato di ‘oggetto
di scarso valore’ è estrapolato dal passo del Vangelo (Marco 2.9), in cui Gesù apostrofa il
paralitico dicendo: Tolle grabattum tuum et ambula ‘prendi
il tuo lettuccio e cammina’, da cui l’espressione ancora in uso
prendere le proprie carabattole e andarsene, dove carabattole sta per
‘masserizie, oggetti personali di poco valore’†(L’Etimologico
di A.Nocentini).
– Carà z: tutore, palo di sostegno per viti, ortaggi, rampicanti..(G.Sola)
. Quando in dal curtìl mi padar l’incarazzava i pandòr , usava un bel fascio
ad batec, o di pali sottili. Leggo sull’Olivieri
(Diz.Etimologico ed.Ceschina 1961) che “in greco charákion
significa palo, derivato dal verbo charásso, aguzzare, da
cui il veneziano carà zzo e il bresciano carà s†(
ai quali aggiungo il nostro carà z).
– Póntagh: in greco póntikas mys è il ‘topo del ponto’ che dà poi origine
al latino ponticus da cui mÅ«s ponticÄnu’, topo del
mare (Ponto): pantegana’ (Cortellazzo- Marcato, I
dialetti italiani, Dizionario etimologico, Utet).
Un tempo il nome del topo del Mar Nero era l’ermellino, che era
anche il mus Armenius da cui armenino, poi ermellino.â€
‘Pontico’ è la denominazione per antonomasia del Póntos
Eúxeinos, cioè il mar Nero ; il nome greco Eúxeinos,
‘ospitale’, è un sostituto eufemistico di Ãxeinos
‘inospitale’, adattamento del nome iranico ( avestico axšaēna-
‘scuro’), la cui motivazione non dipende dal suo colore, ma dalla
sua posizione settentrionale rispetto alla Persia, in quanto ‘scuro,
nero’ era sinonimo di ‘settentrionale’ (L’Etimologico
di A.Nocentini).
– Mugnà ga: albicocca, prunus Armeniaca, prestito arabo di origine latina; dall’arabo
al-barqūq ‘prugna, albicocca’, dal greco Tardo
praikókion, dal latino praecÅquum, derrivato di
praecox -Åcis ‘precoce, primaticcio’. Si tratta di un
prestito di ritorno, partito dal lat. PraecÅquum ‘frutto
precoce’, in quanto l’albicocca matura prima di altri frutti,
fra cui la pesca; il greco praikókion indicava sia l’albero
che il frutto. L’Etimologico di A.Nocentini). Con la rumela
(armela: animella) dla mugnaga, limando con cura una
punta, si otteneva un fischietto.
– Zreza è il frutto del prunus cerasus, introdotto in Italia nel sec. I a.C. dal
Ponto, così come il frutto di Persia, la persga (persica)
proviene dall’Asia Minore.
*** Segnalazioni di libri che trattano di parole e di dialetto.
1- Le parole della memoria.Vocabolario, locuzioni e proverbi del dialetto finalese di
Giovanni Sola, Gruppo R616, 1994
2- Il giudeo-modenese, nei testi raccolti da R. Giacomelli, Modena Maria Luisa Mayer ,
Merzagora Massariello Giovanna in “Rendiconti
dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettereâ€, Classe di
Lettere CVII (1973),
3- Giudeo-Italiano. Dialetti italiani parlati dagli Ebrei d’Italia. Merzagora Massariello
Giovanna, CNR, Centro di studio per la Dialettologia Italiana
Pacini ed.1977
4- Il dialetto del ghetto di Modena, di Modena Luisa, Ed.Il Fiorino 2001
5- I Dialetti italiani.Dizionario etimologico Di Manlio Cortellazzo, Carla Marcato, Utet 1998
6- Parole, parole, parole e altri saggi di linguistica di Giulio Lepschy. Mulino 2007
7- Vocaboli del nostro dialetto modanese di L.A.Muratori, P.Gherardi, G.Crispi e altri .Con
appendici reggiana e ottocentesche modenesi. A cura di Fabio Marri,
Mauro Calzolari, Giuseppe Trenti , Olschki, Firenze 1984
8- Voci di terre estensi. Glossario del volgare d’uso comune (Ferrara- Modena) da documenti e
cronache del tempo di Trenti Giuseppe. Presentazione di Angelo
Spaggiari, prefazione di Fabio Marri. Fondazione di Vignola Centro di Documentazione 2008.
9- Dizionario del dialetto di San Cesario sul Panaro (in tre volumi) Giovanni Romani, Francesco
Benozzo Cesare Cevolani, fotografie Laura Bagni, Comune di San Cesario sul Panaro 2008.
10-Bologna Dialettale. Parole, frasi, modi, etimologie. Di Menarini Alberto, Tamari ed.1978
11- La Ludla, anno X, dicembre 2006, N° 10, pp. 4-5 Ancora sull’etimologia di bacajê di
Daniele Vitali . “Personalmente ritengo più
interessante la strada seguita da Modena Mayer 2001, p. 74, che per
il modenese fa risalire la voce all’ebraico bahò “piangere,
lamentarsiâ€. Ovviamente l’autrice non sostiene una
derivazione diretta dall’ebraico al modenese, ma un passaggio
mediato dal giudeo-modenese, vale a dire dal dialetto un tempo
parlato nel ghetto di Modena, di tipo romanzo e padano ma infarcito
di elementi ebraici. Questa proposta è stata criticata da Francesco
Benozzo sulla Rivista Italiana di Dialettologia (RID 27,
2003, p. 379): “Le forme in questione, a tacer d’altro, sono
infatti presenti in tutta l’area romanza, e non è pensabile che
siano entrate a far parte del dialetto modenese per influenza del
ghettoâ€.
12- Vocabolario etimologico comparato dei dialetti dell’Emilia Romagna (con note
grammaticali e antologia poetica dialettale) Magri Eugenio, Vianelli
Maria Luisa, Calzolari Roberta, Nicola Calabria ed.2009.
13- Vocabolario Palaganese-Italiano, Italiano-Palaganese Chiara Ricchi-Bruno Ricchi , Patrocinio
dell’Accademia dello Scotenna Golinelli Industrie Grafiche 2002
14- Glossario latino emiliano A cura di Pietro Sella con prefazione di Giulio Bertoni. Biblioteca
Apostolica Vaticana 1937 ( rist.anastatica 1990)
15- Dizionario Etimologico italiano Olivieri Dante, Ceschina ed.
16- L’Etimologico. Vocabolario della lingua italiana di Alberto Nocentini con Alessandro
Parenti, Le Monnier ed.2010
17- I nomi del mondo, santi, demoni, folletti e le parole perdute, di Gian Luigi Beccaria Einaudi
1995-2000
18- L’origine delle parole di Mario Alinei, Aracne ed.2009
19- Storia di parole di Carlo Tagliavini, Morcelliana 1963
PS. Le parole trattate sono in maggioranza tratte del libro di Giovanni Sola (di origine finalese
e purtroppo immaturamente morto), che fu socio del CARC ed attivocollaboratore della rivista La Fuglara fondata
nel lontano 1971 e di cui è attuale curatore Giovanni Pinti.
Presidente dell’Associazione culturale C.A.R.C. – Centro di Attività Ricreative e Culturali di è il Dott. Cesarino Caselli ). http://www.carcfinale.it