Appunti dall’incontro tra Gruppi di studio di storia locale

E’ stato un incontro interessante e proficuo quello svoltosi il 10 maggio 2008 presso Villa Smeraldi  Museo della civiltà  contadina di S. Marino di Bentivoglio,  sotto il titolo “La cultura locale in una società  sempre più multietnica e globale. Esperienze a confronto”, con la partecipazione dei rappresentanti di una decina di Associazioni che si occupano di storia locale e tradizioni in vari comuni del bolognese e del ferrarese dell’area intorno al Reno. A organizzarlo è stato il nostro Gruppo di Studi della pianura del Reno, che, per bocca del suo presidente, Magda Barbieri, ha spiegato i motivi dell’iniziativa: innanzitutto la conoscenza reciproca e un primo scambio di informazioni sulle rispettive attività e situazioni in cui si trovano le singole associazioni o persone, che spesso operano e sono conosciute solo entro il ristretto ambito dei confini comunali, quando meriterebbero di essere conosciute anche oltre questi confini.
In secondo luogo, capire se ci possono essere i presupposti per una qualche forma di collaborazione futura o di collegamento tra i vari gruppi di studiosi e interessati, per favorire il superamento di una ottica esclusivamente campanilistica, per attivare eventuali iniziative in comune, o “fare rete” , come si usa dire ora. Con questa prospettiva, il Gruppo promotore si è dichiarato disponibile a svolgere un ruolo di eventuale coordinamento, utilizzando ad esempio il proprio sito ,
come strumento per favorire lo scambio e una maggior diffusione delle informazioni sulle rispettive attività . La sede di Villa Smeraldi , istituzione con la quale il Gruppo di pianura ha dal 2004 stipulato una convenzione, potrebbe essere il luogo di ulteriori incontri futuri, anche con altre associazioni che per ragioni meramente organizzative non si è potuto chiamare questa volta, per la presentazione di iniziative o di libri, e aggiungere alle proprie funzioni anche quella di centro di documentazione della produzione culturale bolognese-ferrarese della pianura intorno al Reno.

Un principio di attuazione di questa idea c’è già , con la presenza presso Villa Smeraldi e la sua grande biblioteca (con migliaia di  testi di Agraria e storia dell’agronomia e agricoltura), della piccola biblioteca sociale del Gruppo di studi , che, per l’occasione, ha messo in mostra libri e riviste di storia locale della sua dotazione, frutto di donazioni di soci, simpatizzanti o enti. Altri libri e pubblicazioni sono stati portati dai presidenti o dagli studiosi delle associazioni invitate, dando così un nuovo incremento alla possibilità di reciproca conoscenza di persone e opere su un’area più vasta.

Sull’una e sull’altra delle motivazioni è emerso consenso e interesse  da parte di tutti gli intervenuti . a cominciare dal moderatore Gian Paolo Borghi, Direttore del Centro Etnografico ferrarese, che da tempo svolge un ruolo simile, a livello istituzionale e molto più ampio e consolidato, per tutta l’area ferrarese e zone limitrofe gravitanti sul Po . Impegnato da decenni in prima persona, come Direttore del Centro ferrarese, ma anche come socio o collaboratore di gruppi di studio bolognesi, con particolare conoscenza e attenzione per quelli “ storici” della montagna, Borghi ne ha sottolineato la grande ricchezza, varietà , vivacità e continuità di impegno: dal “Rugletto dei Belvederiani” di Lizzano in Belvedere, al Gruppo di Studi dell’Alta Valle del Reno, a Gente di Gaggio e altri, che contano migliaia di soci, tra chi vive in collina e anche tra chi
si è da tempo trasferito altrove.

A testimoniare la vitalità dei gruppi di pianura è intervenuto per primo Floriano Govoni, direttore di Marefosca, la rivista quadrimestrale di San Matteo della Decima, nata nel 1982 e pubblicata con una tiratura di 3.000 copie, distribuite gratuitamente in loco e anche inviate per posta oltre i confini comunali a chi ne faccia richiesta. Ne sono già usciti 77 numeri con articoli di storia locale, toponomastica, attualità , arte, fotografia, ambiente e natura, usi e tradizioni locali, con particolare attenzione per le annuali manifestazioni del Carnevale
decimino. L’associazione culturale omonima cura anche la pubblicazione di libri di storia locale e opuscoli monografici su eventi o personaggi.Molte, a cadenza generalmente annuale, anche le mostre fotografiche, le
presentazioni di libri, i mercatini di libri usati, in parte offerti anche gratuitamente. La rivista e l’associazione vivono di pubblicità per coprire le spese di pubblicazione e fin dall’origine operano in collaborazione con la Biblioteca comunale “
Raffaele Pettazzoni” (per maggiori informazioni su Marefosca, vedi la relativa scheda nella nuova rubrica “Vetrina
delle Associazioni
” su questo sito).

 

E’ quindi seguito il prof. Mario Gandini , direttore di “Strada Maestra”, prestigiosa rivista semestrale nata 40 anni fa a S. Giovanni in Persiceto con l’appoggio della locale Biblioteca Comunale “Giulio Cesare Croce”
. Rivista che ha pubblicato ormai centinaia di saggi e articoli frutto di studi e ricerche storiche di autori e argomento locale, ma non solo; schede artistiche, dossier di documenti e fotografie, biografie e storie di famiglie di persicetani emigrati o di personaggi locali, avvalendosi soprattutto della ricchissimadotazione di libri e pubblicazioni periodiche storiche, di documenti e materiali dell’archivio comunale, arricchito anche da donazioni importanti. Da anni “
Strada Maestra” per opera di Mario Gandini, pubblica a stralci, tutti i documenti e le informazioni relative alla vita e alle opere di Raffaele Pettazzoni, storico delle religioni originario di Persiceto , in preparazione di una completa biografia che dovrebbe essere pubblicata il prossimo anno in occasione del 50° anniversario della morte ( per maggiori informazioni su “Strada maestra” vedere la scheda relativa nella nuova “Vetrina delle Associazioni “, e l’articolo sul Pettazzoni in “Biografie”).

 

Tullio Calori, ex sindaco di Molinella e medico, appassionato studioso di storia molinellese e autore di libri pubblicati negli anni scorsi, socio di alcuni dei Circoli culturali attivi nel suo comune, come “Gli amici dell’arte”
e la “
Bottega del caffè” , più che sull’attività delle associazioni di storia locale, che hanno promosso l’uscita di varie pubblicazioni , si è soffermato su un altro aspetto indicato nel titolo dell’incontro: l’evoluzione e la trasformazione della comunità locale nelle sue componenti sociali e nei suoi atteggiamenti nei confronti dei forestieri, o estranei, che  sono venuti a risiedere a Molinella. Certo – ha detto – si è partiti da una iniziale tendenza all’isolamento, dovuta alle caratteristiche naturali del luogo, passando per una secolare litigiosità e divisione tra bolognesi e ferraresi, separati da un canale che faceva da confine e mantenendo, come in molti altri
paesi, un sostanziale atteggiamento di chiusura e diffidenza verso chi veniva da fuori. Ora anche la composizione sociale di Molinella è diventata multietnica e ogni componente si porta dietro tradizioni diverse. Per molti molinellesi  gli immigrati dell’ultimo decennio sono considerati un pericolo, ma altri cominciano a mostrare una certa disponibilità per cominciare almeno a conoscersi reciprocamente, a capire e ad accettare la diversità di usi e costumi. Si stanno facendo iniziative per favorire l’integrazione, ma non si nascondono le difficoltà .

 

Per il Gruppo di studi “Progetto 10 righe” di Sasso Marconi, ha riferito Franco Ardizzoni, socio del Gruppo, che ne ha tracciato le caratteristiche essenziali. Nato nel 2001, il Gruppo ha una attività di divulgazione ormai consolidata e ben visibile attraverso la rivista semestrale “al sâs” che tratta di storia, natura e cultura ed ha già prodotto il 16° numero, oltre ad una bella Guida turistica di Sasso Marconi, ricca di informazioni storiche, geografiche e scientifiche sul
territorio, nonché di immagini, mappe e ben 41 itinerari turistici degni di interesse (vedere scheda relativa in
“Vetrina”
e recensione della
Guida).

 

Originale e particolarmente vivace l’intervento di Tiziano Casella, responsabile del settore cultura nel suo Comune e fondatore e animatore della Scuola – laboratorio del dialetto di Budrio, che opera con la collaborazione di Comune e Scuole pubbliche;un’esperienza unica in quest’area della pianura. Casella ha voluto sottolineare come nel suo Comune, non bagnato dal Reno, ci sia una folta schiera di ben 40 associazioni di volontariato di vario genere, anche se nessuna si occupa di storia locale. Ma la storia locale èperò da tempo apprezzata e coltivata , grazie a studi individuali, a partire dalla famosa Fedora Servetti Donati, che ha scritto numerosi libri e la cui passione è stata ereditata ora dalla figlia Lorenza e da altri che hanno prodotto varie pubblicazioni (da vedere il lungo elenco sul sito del Comune alla voce “Budrio da leggere”). Budrio è comunque un paese ricco di storia e di opportunità per lo studio e la conoscenza del territorio, grazie anche al suo museo archeologico-paleoambientale e alle sue raccolte di ocarine e burattini.
Ma la sua peculiarità è il corso di dialetto per bambini che tiene con successo da 4 anni nelle scuole pubbliche e privatamente, con conseguenti saggi finali e spettacoli portati anche fuori Budrio. Quest’anno ha aggiunto anche un breve corso di cucina bolognese … in bolognese. Casella ha curato la pubblicazione anche di  alcuni volumetti o
“Quaderni per il dialetto” (ora al n.7), con testi suoi e di altri. Il suo impegno per recuperare il nostro linguaggio popolare, le nostre tradizioni – ha spiegato- non vuol essere antiglobalizzante o di rifiuto delle culture altrui , ma un modo per valorizzare la nostra cultura e la nostra identità che non deve essere cancellata o dimenticata, per farla capire e apprezzare anche dagli altri. Con le sue iniziative divertenti e giocose, anzi, è riuscito a fare esperienza di integrazione , con la partecipazione di ragazzi marocchini, o di altra provenienza, incuriositi e interessati alle nostre tradizioni; e quindi anche i nostri ragazzi si sono aperti e hanno fatto amicizia con loro. Favorevole all’ipotesi di creare un collegamento tra chi si occupa di storia e tradizioni locali e ben disponibile a raccontare la sua esperienza a chi sia interessato.

 

Il direttore del Museo della civiltà contadina, Silvio Fronzoni, padrone di casa per questo incontro, ha voluto evidenziare idiversi aspetti, positivi e negativi e la diversa percezione del fenomeno della multietnicità e della globalizzazione che emerge anche nella società un tempo esclusivamente rurale. Affrontare questa nuova realtà è la sfida che deve impegnare le associazioni che si occupano di cultura locale; occorre
potenziare il loro radicamento e “fare sistema”, o “fare rete”. Le nuove tecnologie come internet possono dare un grande aiuto,
mettere in circolazione informazioni un tempo difficilmente e faticosamente accessibili e far circolare velocemente i risultati di
studi e ricerche. Fronzoni ha ricordato la recente positiva esperienza della ricerca storica condotta su “
Mulini, canali e comunità della pianura bolognese tra Medioevo e Ottocento”, promossa da Villa Smeraldi, che ha visto impegnati numerosi studiosi professionisti e volontari di Gruppi o singoli della pianura (tra cui il nostro della pianura
del Reno
, ndr) con tre Giornate di studio e una prossima pubblicazione delle relazioni. Ha quindi lanciato una
nuova proposta ai presenti: “
Possiamo fare ancora qualcosa di simile insieme? Ci sono tanti atti notarili , con inventari, testamenti, doti matrimoniali, vertenze, chiusi negli archivi, che, se studiati e divulgati, potrebbero fornire una
miniera di informazioni sulla vita delle nostre comunità per tanti aspetti umani, sociali ed economici dei secoli passati. Se si
trovassero vari Gruppi di studio, o studiosi singoli, disponbili a impegnarsi nella ricerca e nell’esame degli atti relativi ai
rispettivi territori, ne potrebbe uscire una ricerca comune di notevole interesse storico….”

 

Giancarlo Rivelli, intervenuto a rappresentare il “Gruppo di Studi Savena , Setta e Sambro” ha raccontato come la loro iniziativa, nata una decina di anni fa, sia riuscita a superare il problema dell’isolamento e del campanilismo che storicamente ha sempre condizionato i paesi della montagna, animati spesso da spietate rivalità tra loro, per un eccesso di attaccamento al proprio territorio. Atteggiamenti di chiusura favoriti anche dalla grande miseria e dalle difficoltà di comunicazione. “Ora la situazione è cambiata – ha spiegato Rivelli – siamo riusciti a riunire tanti amici di Comuni distanti fra loro, sparsi nelle 3 Valli del Setta, del Savena e del Sambro e anche oltre, compresi quelli che come me ora vivono in città o altrove”. La rivista del Gruppo, “Savena Setta Sambro” è ormai arrivata al n. 34 e pubblica articoli su tanti argomenti: storia locale, flora, fauna, bellezza dei luoghi; e cura l ‘edizione di libri e pubblicazioni anche costose. Purtroppo si deve lavorare “con le pezze nel sedere”, ha sottolineato Rivelli; le associazioni vivono soprattutto di volontariato e in futuro avranno sempre meno contributi. Ma nei confronti dei nuovi cittadini che vengono ad abitare qui, siamo noi, che conosciamo il nostro territorio e la sua storia, a dover mettere a disposizione della società le nostre conoscenze, spiegare chi siamo e da dove veniamo, magari con appositi corsi; e dobbiamo d’altro canto essere disponibili a cercare di sapere il vissuto e le storie di chi viene qui, con la collaborazione degli amministratori pubblici. Sarebbe utile – ha concluso- “fare rete” tra la varie associazioni, raccogliere le esperienze di tutti, aiutarci e collaborare per ottimizzare i costi

Dopo gli interventi di associazioni con esperienze ormai consolidate, è stata poi la volta di un gruppo di recentissima costituzione, il Gruppo Storico culturale Poggese, di Poggio Renatico, nato lo scorso anno, qui rappresentato dal presidente Giuseppe (o Pino) Malaguti e da Giulio Reggiani, animati dalle grandi speranze e dall’entusiasmo dei neofiti. Malaguti  ha raccontato come è nata l’Associazione, costituita non da storici di professione, ma da persone che fanno altro nella vita ma sono animate da passione per lo studio della storia del proprio paese. Un paese dal passato indubbiamente interessante e un po’ complicato, ora istituzionalmente parte della provincia ferrarese,ma fino a poco più di 100 anni fa parte del bolognese, con la sua secolare e singolare giurisdizione di feudo dei Lambertini, la sua chiesa abbaziale, le sue torri. Reggiani ha spiegato i criteri con cui è stata impostata la nuova rivista , intitolata “Quaderni poggesi”, uscita col primo numero nell’aprile scorso a cura dell’Associazione. Rivista che si occuperà della storia locale e delle microstorie che sono alla base della macrostoria, il vissuto della gente del luogo, tradizioni, toponomastica, recupero delle opere d’arte, ma anche articoli e rubriche sul presente, su  vari aspetti dell’ambiente e dell’attualità.

Dalla sponda ferrarese del bacino del Reno storico, è venuto anche Pier Carlo Scaramagli, a rappresentare il Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese- MAF, di cui è da anni il motore, con sede a S. Bartolomeo in Bosco. Un Centro con Museo molto attivo e sempre in crescita nelle attività , per mantenere viva la memoria delle tradizioni locali, ma anche attento a recepire la nuova realtà costituita dall’immigrazione.
Scaramagli ha rilevato che chi viene da fuori non conosce la realtà che mettiamo in esposizione; ma tanto più viene da lontano tanto più spesso mostra interesse e desidera conoscere. Dal canto suo il
Centro sta facendo il possibbile per rendere interessante la sua offerta , anche
con iniziative nuove e di taglio più moderno , inserendo tra mostre e incontri di impronta culturale, anche giochi e piccole gare come “
Indovina l’oggetto in mostra” con libri in premio ai vincitori. Ma la peculiarità del MAF è quella di aver attivato una struttura che mette insieme le istituzioni pubbliche (Comune e Centro Etnografico Ferrarese) con l’iniziativa privata , con l’apporto e il collegamento di un agriturismo (La Torretta). Forte di questa esperienza positiva , Scaramagli fa rilevare le potenzialità insite nella collaborazione tra cultura locale e turismo. Ad esempio, negli agriturismi si potrebbe anche “vendere cultura” mettendo in mostra, e vendita, pubblicazioni locali. Fare sistema è difficile, ma necessario e fondamentale – ha concluso. Tra le possibili cose da fare: iniziative comuni, un albo per catalogare tutte le Associazioni che operano per la studio e la diffusione della cultura locale, magari un portale internet.

 

Infine, Umberto Lanzoni  è venuto a rappresentare la “Famè zenteisa”, un sodalizio nato 40 anni fa a Cento (provincia di Ferrara, ma con
una storia e una cultura legata per tanti aspetti al bolognese), per iniziativa di
Guido Vancini e di un gruppo di amici, animati dal desiderio di raccontare e far conoscere la storia di Cento, le tradizioni, i personaggi qui nati e distintisi in vari campi della cultura e delle attività economiche. Ne è nata una rivista periodica quadrimestrale , che porta il nome dell’associazione e che raccoglie articoli di carattere storico, scritti da Vancini o da altri, recensioni di libri, presentazione di iniziative culturali, tante foto di edifici, opere d’arte e personaggi , che vanno dalla documentazione storico-culturale al semplice “amarcord” di tante persone e famiglie di Cento. La serie di queste riviste uscite in 40 anni costituisce certamente un interessante specchio della realtà centese. Lanzoni ha voluto sottolineare anche l’aspetto conviviale del suo sodalizio, dalle origini, favorite dal clima giocoso di un’osteria, alle tante iniziative ricreative, come le gite, gli spuntini, le biciclettate e la partecipazione al Carnevale di Cento. Ora la “Famè zenteisa” sta attraversando un momento di stasi, a causa del passo indietro fatto dal “padre” del gruppo, Guido Vancini, per motivi di età e di salute. Ma c’è tutta l’intenzione di riprendere l’attività e riassestare le fila, contando sull’impegno di altri soci.

Si è così concluso questo primo incontro “sperimentale”, che ha voluto lanciare un seme e una proposta , saggiare il terreno e verificare le eventuali disponibilità e potenzialità per iniziative di collaborazione e valorizzazione reciproca tra le Associazioni che si occupano di storia locale e tradizioni. Si tratta  ora di  cercare di mettere in pratica le sollecitazioni e le proposte emerse.

 

m. bar.

 

Altri relatori  del convegno sono  , nell’ordine dall’alto e da  sinistra a destra : Floriano Govoni, Mario Gandini, Tullio Calori,  Franco Ardizzoni, Tiziano Casella e Silvio Fronzoni.

 

*  Le foto dell’incontro sono del socio Enrico Fiorentini

 

 

PS. Con l’intento di favorire la maggior diffusione della conoscenza delle attività delle Associazioni di cultura locale, su questo sito   è stata attivata una nuova rubrica,  nel menu di Eventi nel territorio, che porta il titolo “Vetrina delle Associazioni” (in via di progressivo allestimento), dove si potranno trovare schede informative, dati e recapiti delle associazioni che hanno partecipato all’incontro; successivamente, si aggiungeranno anche note sulle altre, tante, importanti e significative associazioni, del bolognese e del ferrarese, che non si è potuto invitare per l’esigenza organizzativa di  incontro entro limiti di tempo accettabili.