E’ comprensibile e legittimo che i capi di una religione esaltino i
benefici spirituali che possono derivare a quanti ne rispettino i
contenuti. Ma non è del tutto corretto, anzi si potrebbe rilevarne
gli estremi di una pubblicità ingannevole,
sostenere che solo la fede religiosa
è l’unico ed esclusivo mezzo per praticare il bene
e raggiungere la salvezza dell’uomo.
E’ vero
Umanesimo, illuminismo, razionalismo …. da conoscere per capire
Ricerca e osservazioni a cura di Magda Barbieri
Recentemente sono stati pronunciati dal Papa e da alcuni cardinali e
monsignori (seguiti da dotte e controverse interpretazioni di
filosofi e teologi sulla stampa) severi anatemi contro il
nichilismo, il bieco illuminismo, il
“relativismo etico“, l‘umanesimo ateo
e il razionalismo, accostati indiscriminatamente al nazismo,
sfoderando termini di cui temiamo che la maggior parte dei comuni mortali non conosca il significato. Infatti, soprattutto in Italia, a tutti
i bambini e ai ragazzi si insegna il catechismo cattolico, nelle
parrocchie e a scuola con l’ora di religione; ma non viene data loro
la stessa opportunità di studiare, o almeno di conoscere altre
religioni e il significato delle sopra citate definizioni filosofiche
e della storia dei relativi movimenti di pensiero. Conoscenza
riservata, e quasi sempre in modo superficiale, a chi frequenta le
scuole superiori , ma soprattutto solo ai pochi che fanno studi
specialistici specifici di filosofia e teologia.
Ascoltando le sopra citate affermazioni di
condanna è ovvio che la maggior parte degli
italiani, cattolici per battesimo, sacramenti
Ma se non piove… sono guai
Articolo scritto 10 anni fa, ma sembra scritto oggi, perchè la situazione è la stessa.
“Allarme per il Po. A secco i bacini idrici della Romagna e la valle del Reno”
da “ Il Fatto Quotidiano” – Emilia Romagna -|17 gennaio 2012
La scarsità di piogge prosegue dopo
il “secco” autunno 2011. Coldiretti: “Nella
zona di Parma il livello del fiume è paragonabile al periodo
estivo”. Le tabelle e i bollettini di Arpa Emilia Romagna
confermano che a breve non si prevedono grosse precipitazioni.
‘L’Emilia Romagna e il Po rischiano
di rimanere a secco per l’allarme siccità che è scattato dopo un
2011 con piogge ai minimi storici. E’ quanto emerge dall’analisi
Coldiretti, basata su dati Isac-Cnr, che ha classificato il 2011 al
terzo posto tra gli anni più caldi degli ultimi 2 secoli. Il
risultato più evidente – sottolinea la Coldiretti – è una magra
straordinaria nel fiume Po. Dopo la mancanza di
precipitazioni che ha caratterizzato l’autunno
Filippo Mastellari, il pittore errante che da Argile portò la sua arte nel Nuovo Mondo. Magda Barbieri
Singolare è la storia di Filippo Mastellari, unico pittore in una famiglia di
muratori per generazioni e in un paese che di artisti non ne aveva
mai avuti. Un pittore che fece i suoi studi e le prime esperienze di
lavoro a Bologna, per finire poi emigrante errabondo in alcuni paesi
del Centro America, dove lasciò alcune opere importanti, anche se
qui da noi finora sconosciute. Potremmo quasi definirlo, fatte le
debite proporzioni, il pittore dei due mondi, prendendo
a prestito una definizione abitualmente riferita a Garibaldi, l’eroe
risorgimentale che lui ammirava.
La sua vicenda umana ebbe inizio a Castello d’Argile,
quando nacque, il 25 maggio 1849,
da Benedetto e Annunziata Mazzacurati, e manifestò fin dai
primi anni buona disposizione per la pittura, tanto che il padre,
muratore tra i più attivi in paese, volle sostenerlo e aiutarlo in
questa sua attitudine, mandandolo a studiare in scuole specifiche per
conoscere la tecnica pittorica, dapprima (nel 1862, a 13 anni) presso
Raffaele Cavalieri, un maestro privato di Cento, cittadina vicina dove l’arte della
pittura era coltivata per antica tradizione e dove erano nati il
Guercino,
Tutti a scuola? Tra 800 e 900 nella pianura bolognese
Sabato 12 novembre 2011 a Villa Smeraldi Museo della civiltà contadina di San Marino
di Bentivoglio, giornata di studi sul tema
TUTTI A SCUOLA? L’insegnamento elementare nella
pianura bolognese tra ‘800 e ‘900
L’iniziativa, promossa dall‘Istituzione Villa Smeraldi, dal Gruppo di Studi Pianura del Reno
e dal Gruppo della Stadura, col patrocinio della Provincia e il sostegno
di altri enti e associazioni, per celebrare il 150° dell’Unità d’Italia, comprende il seguente
programma:
– ore 9.15 Inaugurazione della mostra
Penna, inchiostro e calamaio. Un’aula scolastica della prima metà del Novecento
Interventi di:
Beatrice Draghetti Presidente della Provincia di Bologna
Roberto Farnè Direttore del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’UniversitÃ
Panfilia, dalla rotta di Reno al bosco. Cenni di storia. Franco Ardizzoni
Cominciare dal Bosco per parlare della Panfilia è come iniziare un discorso
dalla fine. Ma d’altra parte è proprio necessario partire dal
Bosco poiché è l’ultimo riferimento ancora vivente che
porta questo nome. Infatti il bosco ha preso il nome
dalla famosa e disastrosa rotta del fiume Reno avvenuta il 19 marzo 1751 nei pressi del palazzo dei Panfili, che causò enormi danni a tutta
la campagna esposta ad est del fiume modificando completamente la
rete di strade e canali. Inoltre causò il crollo del castello
di San Venanzio (già dei Piatesi) e della chiesa
parrocchiale attigua costringendo il parroco a trasferire le funzioni
nella attuale posizione della chiesa parrocchiale, che a quel tempo
era un piccolo oratorio di proprietà privata. Quella fu l’ultima
di una serie di rotte avvenute in quel punto e che convinse
finalmente la Sacra Congregazione delle Acque a decidere la
deviazione del fiume Reno verso
Bisana, il mistero di un antico toponimo
Bisana
toponimo antico di un’area della bassa pianura presso il Reno, di cui
tanti vorrebbero conoscere l’origine e il significato. Ma una
risposta certa finora non è mai stata trovata. Ragion per cui si
possono solo fare ipotesi, partendo però da alcuni riferimenti
storici documentati.
Cominciamo da Castello d’Argile,
nel cui territorio si trovano i riferimenti storici più antichi e
dove il toponimo è tuttora presente nella denominazione di una
strada: via Bisana Inferiore.
Attualmente porta questa denominazione
solo un tratto di strada nella parte ovest del territorio, che parte
dal bivio in fondo a via Croce, nel punto in cui termina la via
Minganti; prosegue verso nord e poi svolta verso ovest fino a
raggiungere il Reno. Il tratto di strada, che continua in direzione
nord, porta le denominazioni di Martinetti e poi di Rottazzi.
In
Le radici e le parentele dei dialetti. Galileo Dallolio
Raccolta di parole ed espressioni dialettali, con relativa etimologia,
scritta da Galileo Dallolio per la rivista La Fuglara di Finale
Emilia e a noi gentilmente inviata. Con corredo di bibliografia finale.
– Fumént, ‘far i fumént’: assumere un medicamento mediante suffumigio
(G.Sola). Il fÅmentum è l’ ‘impacco caldo; alimento
per il fuoco’, dal latino fovēre ‘scaldare, bruciare’
che genera favilla e falistra (L’Etimologico di A.Nocentini).
– Paltà m, ‘cià r cmè
‘l paltà m’ (G.Sola). E’ una parola che si collega a
pantano, al lombardo palta, al piemontese pauta. Il
latino palus,palude, dà origine padÅle e a
Pavullo. Ricordo di avere partecipato ad una grande grigliata
dove appena arrivati nei piatti i pesc cott pascà in dla Bunifica, sfurzinada, seguì un momento di silenzio piuttosto
lungo. Poi ci fu il commento ‘al sa un po’ da paltà m ma le
cott dimondi ben’.
Rileggendo “Le parole della memoria” di Giovanni Sola. Testo di Galileo Dallolio
E’ un piacere e una fortuna avere a disposizione
Le parole della memoria. Vocabolario, locuzioni e proverbi del dialetto finalese
di Giovanni Sola per la rivista finalese “La Fuglà ra”.
Un piacere perchè la sua consultazione
permette di avere a disposizione rievocazioni di atmosfere e di
persone di molti decenni fa. Una fortuna perchè se non fosse stata
per la sua pazienza, dedizione e competenza , questo patrimonio non
ci sarebbe stato.
Dice bene il professor Lepschy nella presentazione:
Un ultimo motivo per cui lavori
come questo sono benvenuti, riguarda il loro valore civile. Ci
aiutano a non dimenticare il nostro passato, e a non lasciare morire
la cultura che si manifesta nei nostri idiomi locali, e la cui
ricchezza umana e sociale non è certo inferiore a quella legata alla
lingua nazionale che è venuta gradualmente a sostituirsi, invece che
ad affiancarsi ad essi come avrebbero voluto alcuni fra gli
intellettuali progressisti nel periodo postunitario, primo fra tutti
il fondatore della dialettologia italiana scientifica, G.I.Ascoli.
Con Giovanni ci si vedeva “sota Nadal , par Pasqua , pri Mort”
e la conversazione entrava subito
sul dialetto e sulle sue ricerche più recenti.
Ricordo
Anselmo Colzani, un baritono, da Budrio al Metropolitan di New York
– Mercoledì 29 giugno 2011 – alle ore 21,15
a Budrio ARENA CINEMA, via Marconi, 4
Presentazione del libro La forza del destino
di Daniele Rubboli- Bongiovanni Editore Bologna
dedicato alla carriera del baritono Anselmo Colzani
(1918-2006) con proiezioni video e audio. Ingresso Libero
Il libro, che si legge come un romanzo, non concede nulla alla agiografia, ma porta
per mano il lettore a conoscere prima di tutto l’Uomo Anselmo
Colzani, figlio di quella piccola città della provincia di Bologna,
Budrio, celebre nel mondo per le ocarine,