Riapre il Museo Magi ‘900

Martedì 19 maggio riapertura Museo Magi’900
L’arte va visita da vicino. Il museo riapre per offrire l’esperienza diretta dell’opera.
Da martedì 19 maggio, nell’ambito delle riaperture dei contenitori culturali previste dal governo, anche il Museo Magi’900 di Pieve di Cento è di nuovo pronto ad accogliere il pubblico, dopo la lunga chiusura per lockdown. Grazie a suoi ampi spazi espositivi, che consentono la visita nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e di distanziamento interpersonale, il Magi è infatti già in grado di offrire ai visitatori l’emozione di scoprire l’arte guardandola dal vero, esplorando una raccolta di oltre 2000 opere su una superficie di oltre 9000 metri quadrati. Saranno visitabili tutte le sale della collezione permanente dedicata all’arte del XX e XXI secolo, la mostra dedicata alla Femminilità della Belle Époque, la ricca collezione di

Leggi Tutto

Biblioteche e musei di Bologna, si riapre…adagio

A Bologna la cultura riparte da musei e biblioteche che da lunedì 18 maggio inizieranno gradualmente a riaprire con orari e servizi rimodulati nel rispetto delle norme sulla sicurezza del pubblico e dei lavoratori. Le modalità organizzative sono in aggiornamento per adeguarsi alle prescrizioni del Governo e ai protocolli sulla sicurezza dettati dalla Regione Emilia-Romagna e dal Tavolo metropolitano, anche in accordo con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e le rappresentanze sindacali…..
* Gli orari di apertura dei musei sono in corso di definizione in queste ore e verranno al più presto comunicati su www.museibologna.it
** Biblioteche
Da lunedì 18 maggio riaprono per prenotazioni telefoniche e restituzioni le biblioteche dell’Archiginnasio, Salaborsa, Spina, Scandellara “Mirella Bartolotti”, Tassinari Clò, Ginzburg, Corticella “Luigi Fabbri”. Tutte le altre biblioteche risponderanno telefonicamente alle domande dei lettori e inizieranno la prenotazione dei libri.

Le modalità della riapertura – Per garantire la massima sicurezza è necessario fare in modo che gli spazi delle biblioteche siano il meno affollati possibile. Per questo, in questa fase, le biblioteche osserveranno orari ridotti e i servizi subiranno alcune modifiche. Ecco quali:

Prestito su prenotazione – È la nuova modalità che le biblioteche mettono in campo per evitare Leggi Tutto

Il Cholera morbus del 1855 e altre epidemie nel bolognese

L’epidemia di colera del 1855 fu la più disastrosa del secolo per la pianura bolognese, e quella che causò più vittime a Castello d’Argile e dintorni; ma non fu né la prima né l’ultima tra quelle note della storia locale, dalla peste del 1630 alla “spagnola” del 1918. Partiamo dal Cholera morbus”, detto anche “colera asiatico”, del 1855, e da Castello d’Argile, perché ne abbiamo trovato maggiore documentazione, per una ricerca specifica.
Già a Bologna e “appodiati” (o frazioni), e nei comuni della provincia, tra maggio e giugno di quell’anno era scoppiata una epidemia che si faceva di giorno in giorno più grave e diffusa. In Argile, a luglio, la popolazione ne era ancora indenne, tanto che il consiglio comunale si riunì (ma con i soli 6 consiglieri qui residenti, assenti gli “esterni”) per deliberare di vari argomenti, anche ameni, come l’istituzione di una scuola di musica per istruire un gruppo di giovani all’uso di strumenti musicali “nella massima di poter riuscire a decoro delle sacre funzioni”.
Ma il 6 agosto dovette subito riunirsi la “Deputazione di sanità” appena costituita, perchè il colera aveva fatto la sua prima vittima locale, una donna di 49 anni. Dopo poche ore era morto anche Leggi Tutto

Guido Scaramagli, fondatore del MAF di S. Bartolomeo in Bosco

UN RICORDO DI GUIDO SCARAMAGLI, FONDATORE DEL MAF, NEL DECENNALE DELLA SCOMPARSA. Gian Paolo Borghi
Il 23 luglio 2010, quasi dieci anni fa, ci lasciava Guido Scaramagli, noto imprenditore agricolo, fondatore del Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese di San Bartolomeo in Bosco (oggi MAF). Era nato a San Bartolomeo in Bosco, frazione di Ferrara, il 24 settembre 1921, in una famiglia di agricoltori che diede uno straordinario impulso alla nascita e allo sviluppo della frutticoltura ferrarese, per molti anni all’apice della produzione italiana.
A una concezione innovativa aziendale, Guido Scaramagli ha abbinato una altrettanto sistematica e meritoria opera di conservazione della memoria del mondo delle campagne: per oltre un cinquantennio si è dedicato appassionatamente al recupero e al restauro di testimonianze (macchinari, attrezzi e strumenti di lavoro, oggetti, carte d’archivio, libri, immagini fotografiche, archivi aziendali ecc.) focalizzando temporalmente le sue tematiche di ricerca tra la fine del XIX secolo e la metà di quello successivo. L’arco di tempo da lui prescelto coincide volutamente con alcune tra le più interessanti fasi della storia agraria, intercorrenti dall’affermarsi dei processi di meccanizzazione sino alla scomparsa di quel mondo contadino che aveva come fondamento una secolare cultura di tradizione.

Grazie all’incontro con Renato Sitti, fondatore e direttore Leggi Tutto

Cholera morbus a Bologna 1855

1855 Cholera morbus. Società e salute pubblica nella Bologna pontificia. Dalla Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio una bella e documentata mostra del 2010. Si può rivedere e  rileggere oggi online, al tempo del COVID-19, e fare i dovuti confronti e riflessioni dal passato al presente
“Bologna, estate del 1855: una terribile epidemia di colera causa 4000 morti in pochi mesi. La città è sotto choc, in migliaia fuggono nelle campagne, mentre il Municipio tenta di fronteggiare la diffusione del morbo aprendo lazzaretti e Uffizi di Soccorso, ma sarà quasi tutto inutile: il colera era una malattia misteriosa, di cui non si sapeva nulla e tutte le terapie risultarono inefficaci. La Biblioteca dell’Archiginnasio racconta l’epidemia con una mostra, basata per lo più su proprio materiale, ma anche su documenti dell’Archivio Storico del Comune e della Società Medica Chirurgica. La Deputazione Straordinaria di Sanità, appositamente creata per gestire l’emergenza, dovette affrontare problemi enormi, dalla cura dei tantissimi malati, al seppellimento di migliaia di cadaveri. Cercò di attuare provvedimenti per fermare il contagio, ma non si sapeva che il vibrione del colera, non ancora scoperto, si diffondesse in particolare attraverso le acque dei pozzi e dei canali contaminate dai liquami infetti. L’acqua, per secoli la grande ricchezza di Bologna, si trasformò in strumento per diffondere la morte.

Leggi Tutto

Ferruccio Lamborghini, dal Carioca alla Miura, una vita per i motori.

Ferruccio Lamborghini, nato a Renazzo (Cento-FE) il 28 aprile 1916 e morto a Perugia il 20 febbraio 1993.
– In questa rubrica, che raccoglie le mini-biografie di persone nate in questi luoghi intorno al Reno, che si sono distinte per le loro capacità in vari campi dell’attività umana, non si può non ricordare Ferruccio Lamborghini imprenditore che ha lasciato il segno nel mondo industriale, dapprima come fondatore di una importante fabbrica di trattori e poi di una casa automobilistica di fama internazionale, che porta ancora il suo nome, anche se da tempo di proprietà di nota società tedesca, collocata a S. Agata Bolognese.
Figlio di agricoltori, terminata la scuola elementare, frequentò l’Istituto di formazione professionale ‘Fratelli Taddia’ di Cento, da sempre fucina di imprenditori centesi; ottenuta la licenza e contro il parere del padre – che voleva gli subentrasse nella conduzione del podere – decise di andare a lavorare come apprendista da un fabbro della zona, dove imparò i segreti della lavorazione del ferro e della saldatura; poi riuscì a farsi assumere a Bologna dal Cavalier Righi, titolare dell’Officina più importante della città che in quel momento aveva in appalto la revisione dei mezzi dell’Esercito: questo periodo, seppur breve, rimarrà fondamentale per l’esperienza e la competenza di Ferruccio.

Durante la seconda guerra mondiale trovò l’opportunità di sperimentare le sue doti meccaniche Leggi Tutto

Festa del lavoro e Primo maggio, cenni di storia

La Costituzione italiana, elaborata dalla Assemblea Costituente dal giugno 1946 e entrata in vigore il 1 gennaio 1948, attribuisce  un valore determinante al lavoro e ai lavoratori. Infatti, all’art. 1 dei Principi fondamentali afferma che “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione“. E all’articolo 4: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
La Festa dei lavoratori, detta anche Festa del lavoro, è celebrata il 1° maggio di ogni anno per ricordare l’impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori. La festa del lavoro è riconosciuta ufficialmente in molte nazioni del mondo ma non in tutte. Ha origini internazionali. Più precisamente, con essa si intende onorare le battaglie operaie volte alla conquista di un diritto ben preciso:
Leggi Tutto

Un concerto virtuale per il 1o maggio

Da Motteggiana  (Mantova) un concerto virtuale al Femminile per la Festa del 1° Maggio. Dopo il Concerto virtuale del 25 Aprile, con l’esecuzione di antiche registrazioni di “Bella Ciao” (*), in omaggio agli ideali della Resistenza e alla concittadina Giovanna Daffini (1914-1969), il Comune di Motteggiana prosegue un suo preciso progetto culturale. Venerdì 1° maggio, Festa del Lavoro, proporrà un secondo Concerto virtuale, eseguito in questa occasione da cantastorie italiane, pluripremiate al Concorso Nazionale “Giovanna Daffini” per testi inediti da cantastorie, che dal 1994 si tiene annualmente nella frazione di Villa Saviola. Il concerto verrà trasmesso attraverso la pagina Facebook del Comune (**), anche in onore a Giovanna Daffini, cantante popolare nativa di Villa Saviola, che ebbe notorietà nazionale partecipando attivamente con il marito Vittorio Carpi a spettacoli e concerti, ospitati anche al Festival dei Due Mondi di Spoleto e al Festival della Gioventù di Berlino.
Il concerto virtuale assume particolare rilevanza in tempi bui come quelli che stiamo vivendo e vuole proporsi come autentico messaggio di speranza per il futuro, affinché lavoro, serenità, vita familiare, sociale e aggregativa Leggi Tutto

Festa della Liberazione. Perchè il 25 aprile?

** Riproponiamo un nostro articolo di 3 anni fa per rinfrescare la memoria.**
Il 25 aprile è la data dell’annuale festa della Liberazione dell’Italia, che celebra la sconfitta del nazifascismo e la fine della Seconda Guerra Mondiale ad opera delle forze partigiane, dell’esercito cobelligerante italiano e delle truppe degli Alleati di varie nazionalità.
Ma perché proprio il 25 aprile? Considerato che la lotta di liberazione del nostro Paese cominciò molto prima, a partire dallo sbarco in Sicilia degli Angloamericani il   6 luglio 1943, seguito dalla caduta del fascismo il 25 luglio dello stesso anno, e quindi dall’arresto e successiva fuga in Germania di Mussolini, dall’armistizio sottoscritto dal nostro generale Badoglio l’8 settembre con gli Angloamericani, e si concluse il 3 maggio 1945, dopo quasi due anni di guerra degli eserciti Alleati coadiuvati dai gruppi armati partigiani che si andarono via via costituendo, da sud a nord, dalla linea Gustav alla linea Gotica sul nostro Appennino, che portarono infine alla insurrezione e liberazione delle grandi città del nord e infine alla resa definitiva delle forze nazifasciste presenti in Italia.

La data del 25 aprile fu eletta a simbolo di questo evento perché rappresentò il momento nel quale il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) il cui comando aveva sede a Milano, proclamò l’insurrezione Leggi Tutto

Storia e Memoria di Bologna. Iniziative e filmati inediti online per il 75o anniversario della Liberazione

L’emergenza epidemiologica Covid-19 ha reso impossibile, per la prima volta nella storia repubblicana italiana, celebrare nelle piazze e negli spazi pubblici il 75° anniversario della Festa della Liberazione. L’Istituzione Bologna Musei, attraverso l’area disciplinare Storia e Memoria, ha quindi predisposto un ricco programma di iniziative online, partecipando al programma ufficiale delle Celebrazioni predisposto dal Comune di Bologna e dalla Città Metropolitana di Bologna utilizzando le tecnologie digitali come mezzo fondamentale per la conservazione, condivisione e trasmissione attiva della memoria. Inoltre, il Museo civico del Risorgimento a seguito della sospensione dell’apertura al pubblico, propone un palinsesto di nuovi contributi video e dirette streaming dedicate alla Resistenza partigiana visibili sulla sua pagina Facebook. Per cinque giorni, fino a sabato 25 aprile, anniversario della Liberazione nazionale, le voci di operatori museali, storici e giornalisti si alternano per ripercorrere vari aspetti delle lotte che portarono alla liberazione dalla dittatura nazifascista nel territorio bolognese. Al termine Leggi Tutto