La regina di Polonia che sbarcò a Malalbergo

Maria Casimira Sobieska Regina di Polonia si ferma a Malalbergo
– Testo di Giulio Reggiani –
Il Porto di Malalbergo è stato per secoli un passaggio quasi obbligato per tutti quei viaggiatori che, provenienti da Bologna, volevano raggiungere Venezia; anche i passeggeri che venivano da quest’ultima città, che arrivavano a Ferrara e che intendevano raggiungere Bologna o proseguire per Roma, dovevano necessariamente transitare di qui, sostando in paese per alcune ore oppure pernottando. Molti di questi erano personaggi illustri: artisti, avventurieri, scienziati, capitani di ventura, papi, imperatori, re e regine. Di alcuni è rimasta notizia, di molti altri nulla. Le strutture ed i servizi collegati al Porto erano certamente notevoli, sia dal punto di vista logistico che più prettamente pragmatico. Infatti a Malalbergo terminava la cosiddetta “Navigazione Superiore” (Bologna-Malalbergo) ed iniziava la “Navigazione Inferiore” (Malalbergo-Ferrara).
Per intenderci, i viaggiatori dovevano necessariamente trasbordare da un canale all’altro per poter proseguire la navigazione; ciò avvenne fino al 1775, anno in cui fu costruito un sostegno, per quei tempi “modernissimo”, che permetteva la continuazione diretta senza più alcuna sosta. Inoltre, non soltanto i passeggeri dovevano cambiare barca (e questo era abbastanza Leggi Tutto

Da Malalbergo a Bologna. Storia, vicissitudini e idee di un imprenditore dell’Ottocento

Il “Lanificio Filippo Manservisi e C.”
La grande fabbrica bolognese di tessuti in lana che faceva funzionare le macchine mediante l’acqua del Canale delle Moline
Testo di Dino Chiarini
Filippo Manservisi (nato a Malalbergo il 28 gennaio 1806 col nome di Francesco Manservigi) era un imprenditore che si era fatto da sé: dal nulla e con tanto coraggio si era adoperato con grande ostinazione nel trovare denaro e soci per mettere in piedi un opificio per la lavorazione di tessuti di lana. Assieme ad altri ventotto associati, fondò nel 1853 il “Lanificio Filippo Manservisi e Compagni”, una società in accomandita di filati e tessuti, di lana e mezza lana. Iniziò l’attività nei primi mesi del 1854. insediandola in due edifici, ubicati rispettivamente in via Capo di Lucca e in via Berlina (oggi via del Pallone). I due stabili erano divisi dal corso del Canale delle Moline, ma furono uniti tra loro da ponti che permettevano al personale di avere un rapido collegamento tra un reparto e l’altro. Nello stabilimento furono attivati macchinari all’avanguardia, importati dalla Francia, dalla Germania e dal Belgio; l’opificio fu dotato di duemilatrecento fusi, mossi da due motori idraulici con ruote a pale inclinate, e spinti da due motori a vapore (uno dei quali costruito dalla Società Anonima Officina Leggi Tutto

Come finì quel summit tra “Signori” ad Altedo nel 1345?

Chi pagò il conto del convivio altedese?
-Testo di Dino Chiarini e Giulio Reggiani –
Il Trecento fu un secolo di grandi e piccoli conflitti; la decadenza dei Comuni e l’affermazione delle Signorie, fortemente volute dalle famiglie nobili che si erano imparentati tra di loro con matrimoni combinati (sia per motivi politici che per alleanze spesso contingenti, eppure mai per amore) favorì questo cambiamento epocale. Se lo stato feudale era frazionato e la sovranità dispersa in un incalcolabile numero di piccole Signorie locali, in Italia si rafforzarono le divisioni tra i vari Stati esistenti; i Comuni del centro nord si trasformarono in Signorie e più tardi in Stati regionali, attorno alle grandi città come Milano, Venezia e Firenze. Nel Centro-Italia, lo Stato della Chiesa aveva Roma come capitale e Bologna era la sua seconda città; al Sud si era costituito il Regno di Napoli, governato dai Francesi, e il Regno di Sicilia, posseduto dagli Spagnoli. Tutte queste Signorie avevano la smania di allargare i propri confini e cercavano alleati per fare nuove conquiste.
L’11 febbraio 1341 Obizzo III d’Este e Niccolò I d’Este, Signori di Ferrara, incontrarono nella loro città Ubertino da Carrara, Signore di Padova, Giovanni e Luchino Visconti, Co-Signori di Milano, Taddeo Pepoli, Signore di Bologna e Luigi (Lodovico I) Gonzaga, Capitano del popolo di Mantova; essi costituirono una Leggi Tutto

La Pinacoteca di Cento riapre all’insegna del Guercino. Tante iniziative

Inaugurazione della Civica Pinacoteca il Guercino
Programma generale di Venerdì 24, Sabato 25 e Domenica 26 novembre 2023
Torna a spalancare le sue porte la Civica Pinacoteca il Guercino dopo 11 anni dal sisma che ha c
olpito l’Emilia.
Dal 24 al 26 novembre tre giorni di eventi, incontri, mostre, rievocazioni storiche e laboratori per celebrare il ritorno del grande artista barocco. Con 120 opere tra pitture e sculture, 46 disegni e 20 affreschi staccati riapre sabato 25 novembre, a 11 anni dal sisma che ha colpito il territorio dell’Emilia Romagna, la Civica Pinacoteca di Cento il Guercino.
Il pubblico e gli appassionati d’arte potranno ammirare 16 pale d’altare e quadri, 20 affreschi staccati e 11 disegni di Giovanni Francesco Barbieri (1591-1666), detto il Guercino, insieme alle opere della sua bottega (35 quadri e 36 disegni), ritornati in patria dopo essere stati custoditi nel centro di raccolta di Sassuolo.
Confermandosi la sede museale con la concentrazione maggiore al mondo delle opere dell’artista seicentesco, tra cui i capolavori come La cattedra di San Pietro, Cristo risorto appare alla Madre, La Madonna con Bambino benedicente, e anche grazie ai prestiti di due importanti realtà quali la Fondazione Cassa di Risparmio di Cento (9 opere, tra le quali il primo affresco realizzato Leggi Tutto

Tutto sul Guercino, a Cento e dintorni. Giornata di studi e visite guidate

RIAPERTURA DELLA CIVICA PINACOTECA “IL GUERCINO DI CENTO”
Giornata di studi in occasione della riapertura della Pinacotca “Il Guercino” a Cento. Musei, mostre e nuove ricerche
PROGRAMMA per
Domenica 26 nov 2023 – Ore 10.00-12.30 Prima Sessione
Ore 10.00, Saluti istituzionali : Edoardo Accorsi Sindaco di Cento, Silvia Bidoli Assessore alla Cultura del Comune di Cento , Lorenzo Lorenzini Direttore dei Musei civici di Cento
Il Guercino e la sua bottega nelle istituzioni museali.
L’importanza delle collezioni e i progetti di valorizzazione.

Introduce e modera Valeria Tassinari, Presidente del Centro Studi Internazionale ‘Il Guercino’
* INTERVENGONO
David Ekserdjian Rappresentante della Sir Denis Mahon Foundation di Londra
Guercino e l’Inghilterra
Joanna Kilian Deputy Director for Curatorial Affairs del Museo Nazionale di Varsavia
Guercino nel Museo Nazionale di Varsavia e nelle collezioni polacche,
Maria Luisa Pacelli Direttrice della Pinacoteca Nazionale di Bologna
Ripensare la Pinacoteca Nazionale di Bologna. Dalla mostra “Guercino nello studio”
al progetto di riallestimento del “Corridoio del Barocco”

Annamaria Bava Direttrice Galleria Sabauda di Torino, Gelsomina Spione Università di Torino
Presentazione della mostra ai Musei Reali di Torino
(22 marzo – 28 luglio 2024)
https://www.youtube.com/watch?v=cvhi38yCu2c

ore 15,00 – 18,00 Seconda sessione Leggi Tutto

Il terremoto di Ferrara del 1570 e la nascita dell’edilizia antisismica

Ricerca storica e osservazioni di Stefano Fortini
«Tremò la terra e a quell’orrore estremo / di triplicate scosse in un sol giorno / che il mondo in sé fesse ritorno / sì dentro a me temei ch’anco ne tremo...»
[Giovan Battista Pigna, Il ben divino, Sonetto IV, inedito a cura di Neuro Bonifazi, Bologna, Commissione per i testi di lingua, 1965]-
La sera del 16 novembre del 1570 una scossa sismica colpì la città di Ferrara. Non fu particolarmente violenta ma fu la prima di un lungo sciame sismico (costituito da circa duemila scosse) che durò fino alla fine del 1574 e che causò enormi danni alla città. La scossa più violenta fu quella del 17 novembre del 1570: circa il 40% degli edifici cittadini fu gravemente danneggiato, ci furono decine se non centinaia di vittime e la dinastia degli Este, che all’epoca governava la città, non si sarebbe più ripresa dal disastro.
Grazie alla collaborazione tra sismologi e storici specializzati, i terremoti del passato vengono studiati al fine di localizzarne gli epicentri, stimarne l’intensità e dedurre alcune caratteristiche della sorgente. Lo scopo principale è quello di stimare la pericolosità sismica delle varie regioni e aree, delineando i possibili scenari sismici futuri.
Per quanto riguarda il terremoto del 1570 si stima una magnitudo compresa tra 5,4 e 5,8, non molto diversa da quella del terremoto che colpì l’Emilia il 20 maggio Leggi Tutto

Bonifica renana e ripristino del territorio devastato in maggio.

Comunicato stampa della Bonifica Renana- novembre 2023
– Ripristino post alluvione: le attività della Renana sul reticolo di bonifica bolognese
BOLOGNA – Le rotte e i sormonti dei corsi d’acqua regionali del maggio 2023 hanno riversato sulla pianura bolognese circa 100 milioni di metri cubi di acque esterne (cioè provenienti dall’Appennino) che si sono sommate alle acque di pianura nei canali di competenza della Bonifica. Il reticolo consortile e gli impianti di sollevamento della Renana, nel solo mese di maggio, hanno gestito 400 milioni di metri cubi di pioggia, compresi quelli esondati dal reticolo regionale.
Oltre allo sforzo e all’attività straordinari esercitati per consentire un rapido sgrondo delle zone allagate, sono subito iniziati i lavori di ripristino della rete di bonifica. Infatti, anche il sistema di scolo artificiale della Renana è stato fortemente compromesso dalle rotte e dai sormonti di Navile, Idice, Quaderna, Gaiana e Sillaro.
Come illustra la presidente della Bonifica Renana, Valentina Borghi: “Durante le alluvioni primaverili, si sono dovuti tagliare gli argini di alcuni dei canali principali nelle zone allagate dai torrenti e, insieme alle acque di piena, centinaia di tonnellate di fanghi e argille appenniniche hanno invaso il reticolo dei canali consortili. Durante l’emergenza alluvionale e nelle settimane successive, è stato fornito a Regione ed enti locali, tutto il supporto richiesto: Leggi Tutto

Maria Malvezzi Hercolani una signora di Bologna nel Risorgimento

Sul sito di Storia e memoria di Bologna una nuova biografia, dedicata a :
Malvezzi Hercolani Maria (1780- 1865).
– Da tutti chiamata semplicemente “Donna Marì”. Tra le nobildonne più famose di Bologna all’inizio dell’800, era grande appassionata di musica e teatro, ed appoggiava economicamente la causa risorgimentale. Il suo salotto non era solo ritrovo di letterati e musicisti, ma anche di patrioti-
Era nata il 25 giugno 1780 e nel 1798 si sposò con Astorre Hercolani (1779 – 1828), trasferendosi nel lussuoso palazzo del marito di Strada Maggiore. Ambedue erano appassionati d’arte e soprattutto di musica: celebri sono le esibizioni che si svolgevano sia nel palazzo bolognese sia nel teatro posto nella residenza di campagna, nel centro di Castel Guelfo. Il suo salotto, pur non raggiungendo i vertici di raffinatezza e cultura di quelli di Cornelia Rossi Martinetti o Letizia Murat, era tra i più frequentati e, similmente a quello dell’amica Anna De Gregorio, non era solo votato alla discussione della cultura, ma anche della politica. Tale era il suo fascino che nel 1805, in occasione del ricevimento al Teatro Comunale dedicato a Napoleone Bonaparte, Donna Marì e Cornelia Rossi Martinetti si contesero le attenzioni del pubblico.

Quanto Cornelia sapeva intrattenere con il buon gusto e la sua cultura cosmopolita, tanto Maria colpiva per la sua simpatia e la sua piacevole parlata che era un “amalgama di italiano e dialetti Leggi Tutto

L’erinnofilo di Malalbergo: chi lo conosceva?

L’erinnofilo di Malalbergo
Testo di di Dino Chiarini
L’erinnofilia (termine derivato dal tedesco che significa “ricordo”) è sempre stata considerata la “parente povera” della filatelia tradizionale; i collezionisti non si sono quasi mai soffermati su questi “pseudo” francobolli, gli erinnofili, comunemente chiamati “chiudilettera” poiché servivano non ad affrancare le lettere ma a chiudere il foglio scritto e ripiegato su sè stesso, quando ancora non esisteva la busta e non usava più il sigillo in ceralacca. Come ho accennato poc’anzi, questa “etichetta” si differenzia dal comune francobollo perché di solito non ha stampato il valore postale o il valore fiscale, ma molto spesso è dentellato ed ha le dimensioni del “fratello maggiore”. In seguito fu utilizzato anche sulle buste, incollandolo sulla parte posteriore in posizione centrale in modo tale da rappresentare il bollo di garanzia, rassicurando il destinatario che la busta così “sigillata” non era stata aperta e lo scritto non era stato letto da qualche estraneo.

Fece la sua comparsa in Italia nel 1860 in occasione della raccolta fondi per la spedizione del generale Giuseppe Garibaldi in Sicilia ed in seguito in Aspromonte; seguirono poi gli erinnofili con forma triangolare a favore dei terremotati calabresi e siciliani del 1908, poi continuarono a stamparli per tanti altri avvenimenti e manifestazioni importanti.

Le immagini raffigurate riguardavano Leggi Tutto

Eustachio Manfredi, nato a Bologna, astronomo, matematico e Sovrintendente alle acque.

EUSTACHIO MANFREDI, UN ASTRONOMO INQUIETO
Biografia di Stefano Fortini (*)
«Questo, ove siam, del Sole è ’l gorgo, avante / Di cui tutto quest’etere s’aggira, / E ne seguita i moti ogni astro errante.» [Eustachio Manfredi, Il Paradiso]
Il 20 settembre del 1674 nasceva a Bologna l’astronomo, matematico e poeta Eustachio Manfredi, ricordato per la scoperta della cometa C/1707 W1, per la fondazione dell’Accademia degli Inquieti e i suoi poliedrici interessi culturali.
Figlio di Alfonso, un notaio originario di Lugo e di Anna Maria Fiorini, sua moglie, Eustachio aveva due sorelle, Maddalena e Teresa, e tre fratelli, Emilio, Gabriele ed Eraclito. Maddalena e Teresa non si sposeranno mai e, formate in matematica e astronomia dal fratello, lo aiuteranno nei calcoli e nella stesura di alcune opere; saranno le uniche donne citate da Giacomo Leopardi nella sua “Storia dell’astronomia dalla sua origine, fino all’anno 1811”. Emilio sarà un sacerdote gesuita, Gabriele un matematico ed Eraclito un medico.

Eustachio era un bambino dall’intelligenza vivace e precoce, amava giocare con le carte geografiche e a tre anni imparò a leggere. A otto anni fu ammesso alla scuola dei Gesuiti e nel 1692, a soli diciassette anni, si laureò in diritto civile e canonico. Sin dall’adolescenza Eustachio aveva l’abitudine di riunire gli amici nella propria abitazione per dibattere su temi scientifici, filosofici e letterari e dal 1691 il gruppo Leggi Tutto