Immigrati, oltre 84.000 regolari nel territorio metropolitano bolognese

Migranti, oltre 84 mila i regolari nel territorio metropolitano
Marocco, Pakistan e Albania
i paesi più¹ rappresentati. In aumento famiglie e bambini
Con 84.586 cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti (il 2,3%
del totale nazionale), Bologna è la sesta città  metropolitana in
Italia per numero di migranti regolari.

E’à quanto emerge dal nuovo report
“La presenza dei migranti nelle aree metropolitane” della Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, presentato nei giorni scorsi e disponibile online.
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La bondiola poggese. Testo e ricerca di Giulio Reggiani (con zirudella di Narciso)

LA BONDIOLA POGGESE
Nell’ambito della grande famiglia degli insaccati bolliti, vorrei proporre al lettore una specialità che vanta già una sua tradizione, anche se non molto profonda nel tempo: la bondiola poggese. Molti la classificano come stretta parente della salama da sugo ferrarese, alcuni l’avvicinano al cotechino, altri allo salumi veneti o da insaccati romagnoli; in realtà la bondiola occupa già da svariati lustri un suo posto personale, ormai non piùlegato soltanto al Comune di Poggio Renatico. In definitiva,  sta “invadendo” pure le province di Bologna e Modena. Ma vorrei aggiungere che, nella stessa provincia di Ferrara, di cui Poggio fa parte, le resistenze ad una sua espansione (dovute alle
tradizioni culinarie sia cittadine che provinciali e collegabili alla locale  salama da sugo) sono abbastanza forti, ma si vanno sempre più attenuando.
Ma perché possiamo chiamarla bondiola poggese La ragione è¨ molto semplice: questo salume da pentola si differenzia molto dagli insaccati veneti o da quelli lombardi; posso affermare che la sua origine è romagnola Leggi Tutto

Il friggione bolognese. Testo e ricerca storica di Dino Chiarini

Friggione bolognese
Presentazione e storia.

Nato dalla tradizione contadina bolognese, il friggione è entrato a far parte della gastronomia tipica di Bologna e provincia. La cucina petroniana è fatta di semplici piatti ma dal gusto accattivante; se il cotechino viene servito con il purè di patate o le lenticchie, anche il bollito misto ha due alternative: la salsa verde o il friggione. Quest’ultimo accompagna pure la salsiccia, fritta o ai ferri, oppure la bistecca di manzo; inoltre si abbina molto bene alle grigliate miste di carne. E’ pure un’ottima alternativa alle patatine fritte. Il friggione era considerato fino agli anni Sessanta
del secolo scorso un alimento povero, ma con il trascorrere del tempo è passato dalle tavole contadine ai ristoranti più rinomati più rinomati della città ; inoltre da diversi anni è diffuso in tutta l’Emilia-Romagna. E’ certamente degna di menzione l’attuale Sagra del friggione che si tiene annualmente a Fabbrica, una piccola frazione di Imola, da fine Aprile alla prima decade di Maggio, presso il Centro Sociale che porta il nome di questa località.
L’antica ricetta ottocentesca
Parlando del friggione bolognese (frizàn, Leggi Tutto

I redditi 2015 dichiarati dai cittadini di Bologna. Osservazioni e dati

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I redditi 2015 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna
L’Ufficio Comunale di Statistica ha diffuso l’aggiornamento del consueto studio sui
redditi dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna.
I contribuenti nel 2015 erano 293.587
con un reddito imponibile complessivo di oltre 7,3 miliardi di euro; il reddito imponibile medio è stato quindi pari a 24.955 euro, mentre
il reddito mediano si è attestato a 19.557 euro.
Con questi valori Bologna si conferma sul podio della classifica dei redditi delle maggiori città  italiane. Due i principali aspetti positivi che emergono dall’analisi: la tendenziale riduzione delle differenze di genere, seppur ancora marcate, e il continuo miglioramento nel tempo dei redditi degli anziani. Tra gli aspetti  negativi emergono invece le difficoltà  della popolazione giovanile e l’aumento, nel medio periodo, della distanza tra i contribuenti più abbienti e quelli più disagiati, mostrando così un lieve aumento
delle disuguaglianze.
* Il documento completo, con dati, tabelle e grafici, è leggibile nell’allegato (*) Leggi Tutto

Un libro, tra fumetto e storia, per i 110 anni del Teatro-Casa del popolo di Castello d’Argile

    – Sabato 14 ottobre 2017 alle ore 17 nella Sala consiliare del Municipio di Castello d’Argile, presentazione del libro
La piuma e il mattone” (Ed. Pendragon).
La piuma e il mattone è un libro a due voci che comprende l’omonima storia
a fumetti di Simone Cortesi,
in cui un personaggio misterioso ci accompagna alla scoperta di cosa si cela dietro e dentro la “Casa del Popolo”, partendo dai fervidi preparativi per la costruzione della Casa del Popolo di Castello d’Argile nel 1907 e viaggiando per tutto il Novecento.
La storia a fumetti è basata sulla accurata ricerca, contenuta nel volume, Le quattro stagioni della Casa del Popolo di Castello d’Argile della studiosa Magda Barbieri: un affresco in cui, attraverso la lente della Casa del Popolo di Argile si scorge la storia d’Europa e di Italia, tra ideali, lotte, guerre, ricostruzione e nuove prospettive.
Volume e iniziative collegate a cura di Elena Di Gioia.
– In programma  anche “Là in zò” un audio-documentario  Leggi Tutto

Terremoti a Cento, dal 1280 ad oggi. Ricerca di Giuseppe Sitta

TERREMOTI A CENTO dal 1280 al 1937
– Mentre sono ancora in corso i lavori per la ricostruzione o restauro di tanti edifici pubblici e privati colpiti dai terremoti del 20 e del 29 maggio 2012,
che hanno sconvolto Cento e una vasta area
modenese-ferrarese-bolognese circostante, riteniamo di utile informazione pubblicare questa ricerca storica del prof. Giuseppe Sitta di Cento
Libera riduzione dalle cronache del conte Bartolomeo Filippo Chiarelli,
Antonio Orsini, Leonida Pirani e Didaco Tangerini.

1280Si eclissò il sole e dopo fecesi sentire un gagliardo terremoto, che spaventò
il popolo, per due ore restò eclissato il sole, videsi la luna di color nero e piovè¨ per due mesi consecutivi, fu un freddo eccessivo,la brina seccò le viti da cui ne derivò penuria di vino.
1364 Fecesi sentire un gran scuotimento della terra e si rese così strepitoso che pareva crollassero gli edifici. A scossa sì orribile si spaventarono i Centesi, tutti gridavano, piangevano, esclamavano Pietà , pietà , Signore, correvano qua e là , che sembravano forsennati. Cessò lo scotimento e nulla altro di male arrecò che
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Giovanni Battista Gigli, musicista, detto il Tedeschino”, da Finale. Galileo Dallolio

Giovanni Battista Gigli, detto il ˜Tedeschino ” … da Finale. Ricerca di Galileo Dallolio
Invito il lettore a soffermarsi su questo volto. L’espressione, a mio parere, è di persona risoluta e sicura, orgogliosa del proprio talento. E’di un virtuoso di liuto nato a Finale Emilia nel 17° secolo (è in corso una ricerca sulla data), che faceva parte del gruppo ristretto di musicisti stipendiati dal Gran Principe Ferdinando 2° de’  Medici.
La sua immagine è presente in due quadri che erano nella Villa medicea di Pratolino, presso Firenze, e ora sono nella Galleria dell’Accademia
Di Gigli , lo storico finalese Umberto Baldoni nel suo Il maestro D.
Innocenzo Gigli, musicista di Finale Emilia nel XVIII secolo
, Bologna
1927  lo ricordava con queste parole  ˜Pro-zio gli fu quell’altro Giovanni Battista Gigli, celebre musicista finalese nel 1650, che fu ai servigi prima del G.Duca di Toscana e poi di quello
di Modena dal 1669 al 1689. Dal quale è certo ha ereditato il genio
musicale, se nessuno raggiunse nel suo tempo la fama, cui era salito
 preso il nostro protagonista. Ma è stato la ricerca in corso da parte del prof. Davide Rebuffa, noto
liutista e musicologo del Centro Studi Piemontese di Musica Antica
, che ha Leggi Tutto

Lutto per il Gruppo di Studi pianura del Reno

E’ con profondo dolore   che  devo comunicare a soci e lettori  la morte improvvisa  di Franco Ardizzoni, socio fondatore, consigliere e preziosissimo collaboratore e amico del Gruppo di Studi pianura del Reno. Bravissimo ricercatore e studioso di storia locale, con  decennale attenzione particolare per Galliera, attento  e appassionato fotografo delle caratteristiche più interessanti del nostro territorio, la sua scomparsa è per noi una perdita incolmabile.
Sarà  di futura  consolazione la testimonianza che ci resta nei suoi libri e pubblicazioni e nei tanti  articoli scritti per questo sito, oltre alle foto apparse in tante mostre da lui allestite.
https://get.google.com/albumarchive/101640191564179251531/album/AF1QipNARHIwPSF8-OpvNgHEb8wRJDiiKA6HjWsl9IaY
Sentite condoglianze ai famigliari a nome del Presidente Gian Paolo Borghi e di tutto il Gruppo di studi pianura del Reno.
NB Annuncio pubblicato nel 2017

Risotto alla folaga. Storia e ricetta. Dino Chiarini

Il risotto alla folaga.
Ricerca di Dino Chiarini

Prima di presentare il
tradizionale piatto delle zone palustri della bassa
bolognese
, effettuo una breve carrellata sui due principali
ingredienti che compongono questa ricetta e il ristorante dove si può
ancora degustare questa delizia del palato.
CONOSCIAMO UN PO’ IL RISO
Il
riso si era affermato in Italia fin dal Trecento primo documento
che dimostra la coltivazione del riso in Italia porta la data del
1475 ed è la lettera scritta da Galeazzo Maria Sforza al Duca di
Ferrara
in cui egli si impegnava ad inviargli dodici sacchi di riso
locale. Quindi la produzione alimentare del riso iniziò in Lombardia
e pian piano si estese nelle zone ricche di acqua della pianura
padana; con la diffusione delle risaie si ebbe un aumento di casi di
malaria e nonostante i provvedimenti che cercavano di limitare la sua
coltivazione nelle vicinanze dei luoghi abitati, la coltura si
espanse ugualmente. Questo avvenne poiché rispetto agli altri
cereali il guadagno sul riso era molto più consistente; anche i
coltivatori, Leggi Tutto

I Biscotti del Re. Storia e ricetta, di Dino Chiarini

I biscotti del Re .
– Storia e ricetta-
Il 6 giugno 191 Vittorio Emanuele III, Re d’Italia,
dopo aver visitato gli impianti idrovori di Argenta e di Molinella, si recò ad Altedo per vedere un nuovo metodo di aratura funicolare in risaia

con nuove apparecchiature, mosse non più da locomobili a vapore ma
da moderni motori elettrici. Il corteo che accompagnava il Re giunse
ad Altedo verso le ore 10 e si fermò vicino al mulino di
proprietà  del Sindaco di Malalbergo Zeno Pezzo
li, il quale,
non essendo ancora pronto, fece attendere il sovrano. Per alleviare
l’mprevisto contrattempo, la figlia del Primo Cittadino prese da
un vaso, collocato sulla tavola, un mazzo di fiori ed uscì di casa
porgendolo repentinamente al Re; l’acqua ancora presente sui gambi bagnò i pantaloni del sovrano. Il ritardo causato dal sindaco, che rallentava i tempi sempre rigorosi del cerimoniale, come pure i pantaloni bagnati al Re, non rappresentavano certamente i prodromi di un’ottima
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