Accadde nel 1868 a Bologna.

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Gli scioperi dell’aprile 1868
Scoppia a Bologna uno sciopero generale degli esercenti e dei lavoratori contro l’esosa tassa di ricchezza mobile. E’ il primo di questo tipo e di questa portata in città. Il 14 aprile la maggioranza dei negozi resta chiusa. Gli operai e i muratori scendono in piazza. Il mercato rimane deserto. Le azioni di protesta sono organizzate dalle locali Società Operaia e Democratica. Testimoni raccontano che i dimostranti rompono a sassate i vetri del palazzo comunale e del caffè degli Stelloni. Nella notte vengono arrestati Paolo Bentivoglio, presidente della Società dei Compositori e Tipografi, assieme a Ermete Bordoni e Francesco Pais redattori del giornale democratico “L’Amico del Popolo”.
Il giorno successivo il tumulto continua: si grida contro Marco Minghetti e si inneggia a Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini. Le scuole rimangono chiuse. Alla sera Giuseppe Ceneri adunò il popolo che veniva a dire se volevano la rivoluzione e repubblica, il popolo disse di sì e voleva farla subito. Ceneri disse di no, ‘che la rivoluzione avea a farsi più tardi se non calavano l tasse’. La polizia compie diversi arresti, tra i quali quello del prof. Quirico Filopanti e dello stesso Ceneri. Viene anche sequestrato il quotidiano “L’Indipendente” e arrestato il suo direttore, Ferdinando Berti. In via dell’Archiginnasio la cavalleria carica i dimostranti, considerati nemici della nazione e del Governo. Le truppe si acquartierano poi in piazza Maggiore e soffocano ogni protesta.

Il 15 aprile i manifestanti impediscono ancora la riapertura dei negozi: rivendite improvvisate di pane e carne sono promosse dal Comune e dall’esercito. Il 16 aprile un decreto del Governo scioglie le tre società democratiche bolognesi: la Società Operaia, la Società dei Tipografi e l’Unione Democratica. Il Prefetto si incarica di chiuderne le sedi e sequestrarne i beni. Secondo il giornale moderato “Il Monitore“, Bologna è al centro di “una vasta cospirazione che potrebbesi dire europea, tendente a sommuovere ovunque le classi lavoratrici”.

Sui fatti accaduti il deputato Oreste Regnoli (1816-1896), insegnante all’Università di Bologna, fa un’interpellanza alla Camera, alla quale il ministro dell’Interno risponde, facendo “caldi” elogi del Prefetto e delle truppe impegnate. Dello sciopero bolognese si interessano anche Marx e Engels. Quest’ultimo commenta da Manchester il 17 aprile: “Le cose operaie vanno splendidamente. Prima il Belgio, poi Ginevra, ora Bologna“. L’aprile 1868 segna l’inizio di una serie di battaglie sociali, che porteranno alla costituzione di una prima organizzazione socialista – quella del Fascio Operaio – influenzata dalle idee di Bakunin (De Micheli).
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