Antropologia delle religioni. Alcuni spunti di riflessione

LA NATURA DI DIO E L’ ANTROPOLOGIA RELIGIOSA (*)
Tutti i sistemi religiosi del passato e del presente devono affrontare il problema di dare una definizione della natura di Dio. Esistono due visioni fondamentali della natura di Dio: concezione personale di Dio e concezione impersonale di Dio. Le tre grandi religioni monoteistiche (Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo) accettano una concezione personalistica di Dio: egli è l’Essere Supremo che ha creato consapevolezza amore e determinazione, l’universo. Inoltre, Dio non solo è il creatore dell’uomo ma ha dato uno scopo da raggiungere agli esseri umani la principale creazione di Dio. Tali religioni ritengono che esista una barriera insormontabile tra il Dio Persona e la creazione : secondo l’ Ebraismo, il Cristianesimo e l’ Islamismo si deve parlare di una trascendenza assoluta di Dio rispetto all’ universo ragion per cui esiste un rigido ed assoluto dualismo tra Creatore e creazione.

Tuttavia esiste una differenza importantissima tra la concezione di Dio dell’Islamismo e dell’ Ebraismo da una parte e la concezione di Dio nel Cristianesimo dall’altra: le prime due religioni affermano unicità assoluta di Dio mentre il Cristianesimo parla di un Dio Uno e Trino di conseguenza nel caso dell’Islamismo e dell’Ebraismo si deve parlare di monoteismo assoluto mentre nel caso del Cristianesimo si parla di Monoteismo Trinitario. La credenza nella divinità di Cristo tipica del Cristianesimo rappresenta una follia ed uno scandalo per ebrei e mussulmani, sebbene per i mussulmani Cristo rivesta una grande importanza essendo il più grande dei profeti dopo Maometto.

A loro volta le due principali religioni orientali (Induismo e Buddismo) adottano una concezione opposta di Dio considerato un’energia impersonale di cui ogni essere esistente è parte. Di conseguenza non esiste alcuna barriera insormontabile tra Dio e l’universo in quanto l’energia divina si trova in tutto l’universo non si può quindi assolutamente parlare di un Dio trascendente rispetto all’Universo ma al contrario si deve dire che Dio è assolutamente immanente rispetto all’Universo.

Secondo l’Induismo tutto ciò che esiste nell’ universo è manifestazione del Brahman (energia divina) che sarebbe la realtà ultima di tutte le cose tutto è Brahman secondo gli Induisti). L’ intero universo rappresenta il teatro dove avviene la Lila (gioco divino) nel corso della quale Dio Brahman diviene l’universo e l’universo diventa Dio. Tutta la realtà è per gli Induisti Maya (illusione) in quanto deriva dalla Lila che fa in modo che tutto nell’Universo sia in continuo divenire.

Per quanto riguarda le nuove religioni la maggior parte di esse considerano Dio energia cosmica impersonale sebbene alcune di esse di derivazione cristiana (testimoni di Geova, Mormoni) pensano che Dio sia Persona. Per quanto riguarda la concezione di Dio presente nel New Age dobbiamo dire che per gli Acquariani non esiste un Dio Persona e trascendente ma al contrario Dio è un’energia impersonale immanente all‘Universo. Secondo gli Acquariani l’energia divina pervade l’intero universo per cui non si può parlare di Trascendenza divina rispetto all’ universo, ma si deve dire che il New Age sostiene una teoria panteistica in quanto l’energia divina è presente in tutto l’universo.

Molto particolare è la concezione di Dio dei Mormoni che ritengono che egli abbia un corpo fisico. Riguardo tale concezione di Dio dei Mormoni, lo studioso delle religioni Massimo Introvigne afferma che per i Mormoni Dio ha un corpo in carne e ossa altrettanto tangibile quanto quello dell’uomo (**).

Infine, la Wicca, una nuova religione magica adora una Dea ed un Dio: tuttavia nei riti della Wicca viene attribuita molta più importanza alla Dea, tanto che alcuni storici delle religioni considerano la spiritualità Wicca il più importante esempio contemporaneo di spiritualità al femminile.

Dopo aver descritto la concezione di Dio presente in alcune religioni ci interesseremo dell’antropologia religiosa riscontrabile in alcune religioni. Quasi tutte le religioni hanno una qualche concezione intorno alla natura, alle caratteristiche degli uomini nonché intorno ai fini che gli individui devono raggiungere. Con il termine di antropologia religiosa intendiamo l’idea dell’uomo presente nelle varie religioni. Riguardo il concetto che le religioni hanno della natura umana è possibile dividere i sistemi religiosi in due gruppi fondamentali: religioni caratterizzate da una concezione dell’uomo sostanzialmente pessimistica e religioni caratterizzate da un’antropologia piuttosto ottimista.

La religione cattolica si caratterizza per avere una concezione piuttosto pessimistica della natura umana in quanto ritiene che il peccato originale abbia determinato negli uomini una inclinazione a compiere il male tanto che gli individui hanno bisogno dell’aiuto della Grazia divina per salvarsi. Ancora più pessimisti dei cattolici sono i Protestanti che ritengono che l’uomo non abbia il libero arbitrio e che anche coloro che ricevono la Grazia divina restano peccatori e non possono fare a meno di compiere il male. Secondo i Protestanti l’uomo che possiede la Grazia non diventa giusto ma viene considerato giusto da Dio e gli attribuisce i meriti che Gesù ha conseguito con la morte in croce. Lutero nega nella maniera più assoluta l’esistenza del libero arbitrio e parla espressamente di Servo arbitrio.

Riguardo la concezione dell’uomo i Mussulmani sono meno pessimisti dei Cristiani in quanto ritengono che il peccato originale non si sia trasmesso da Adamo ed Eva all’ intera umanità e pertanto sono convinti che il peccato dei nostri progenitori non condizioni negativamente il nostro comportamento. Tuttavia, anche il Corano ammette che gli esseri umani hanno la tendenza a compiere il male tanto è vero che le anime devono compiere un faticoso cammino spirituale che le porta a condannare il male e a compiere il bene. Non è ben chiaro in che modo il Corano giustifichi la presenza della morte nel mondo dal momento che afferma che il peccato originale non si è trasmesso ai discendenti di Adamo ed Eva e che Dio perdonò i nostri progenitori. Possiamo anche mettere in evidenza avendo tale idea del peccato originale che il Corano ritiene che l’umanità non abbia bisogno di nessun redentore (il Corano considera Gesù il più importante dei profeti dopo Maometto ma non il Redentore dell’umanità).

Esiste un gruppo di religioni che ha una concezione ottimistica del genere umano. Per fare un esempio il movimento New Age ritiene che l’uomo non solo sia naturalmente buono ma che abbia addirittura una natura divina. Secondo gli Acquariani il principale dovere di ogni individuo è quello di diventare consapevole della propria natura divina. Secondo il New Age non solo l’uomo possiede una natura divina ma ritiene che l’intero universo abbia una natura divina.

Anche la Soka Gakkai ha la concezione estremamente ottimistica della natura umana (dobbiamo ricordare che la Soka Gakkai è una nuova religione che si rifà agli insegnamenti di un monaco buddista del 1200) questa nuova religione orientale si caratterizza per una antropologia religiosa ottimistica in quanto ritiene che la buddità sia presente in tutti gli individui tanto che il raggiungimento dell’illuminazione è alla portata di tutti gli esseri umani.

Come si vede l’antropologia religiosa che è riscontrabile nelle religioni che abbiamo preso in considerazione, tocca i limiti estremi sia per quanto riguarda la concezione pessimistica sia per quel che riguarda la concezione ottimistica della natura umana.

Prof. Giovanni Pellegrino Prof. Ermelinda Calabria

NOTE DIDASCALICHE DI REDAZIONE

(*) L‘antropologia (dal greco «studio dell’uomo») è una branca scientifica sviluppatasi in particolar modo in epoca moderna che studia l’essere umano sotto diverse prospettive: sociale, culturale, morfologica, psicoevolutiva, sociologica, artistico-espressiva, filosofico-religiosa; e che in generale indaga i suoi vari comportamenti all’interno della società.

(da https://it.wikipedia.org/wiki/Antropologia )

L‘antropologia della religione, antropologia religiosa o antropologia del sacro è una branca dell’antropologia che si occupa dello studio comparato dell’origine, sviluppo ed evoluzione dei sistemi religiosi e dei fenomeni religiosi nei loro rispettivi contesti culturali, sociali, storici e materiali. La moderna antropologia della religione adotta una completa continuità tra il pensiero magico e la religione dell’homo religiosus, inoltre ogni religione è un prodotto culturale e collettivo, generato dalla comunità umana che la pratica.

https://it.wikipedia.org/wiki/Antropologia_della_religione

(**) Nella religione e nella mitologia l’antropomorfismo si riferisce all’attribuzione a esseri divini di sembianze umane e/o di peculiarità legate alla sfera dei sentimenti. L‘antropomorfismo fisico è riscontrabile soprattutto nelle religioni primitive e politeiste e caratterizza in particolar modo la mitologia egizia. Esempi di antropomorfismo spirituale (o antropopatismo) ricorrono sovente nella mitologia greco-romana, nelle quali le divinità mostrano atteggiamenti e provano sentimenti legati alla sfera umana.

Non sono mancate nel corso della storia sette antropomorfite, come un gruppo nell’Egitto del IV secolo ed un gruppo nella Chiesa cattolica romana del X secolo, considerate eretiche per la loro interpretazione letterale del passo biblico della Genesi 1,27Iddio creò l’uomo a sua immagine…”

FOTO

1- Prometeo porta il fuoco all’umanità, Heinrich Fueger (1817) Prometeo è stato talvolta citato dagli antropologi in quanto simbolo mitico della coscienza e del pensiero dell’uomo sul mondo e su di sé.
https://it.wikipedia.org/wiki/Antropologia#/media/File:Heinrich_fueger_1817_prometheus_brings_fire_to_mankind.jpg

2-  Divinità indù- Krisna-radha

3 – Adamo ed Eva di Tiziano. Museo del Prado, Madrid https://it.wikipedia.org/wiki/Adamo_ed_Eva#/media/File:Tizian_091.jpg

4 – Budda

5 – l dio Apollo raffigurato in un mosaico romano sito in Tunisia
https://it.wikipedia.org/wiki/Antropomorfismo#/media/File:Apollo1.JPG