Il Guercino possidente in Venezzano e Asia

Il Guercino possidente di un podere in Venezzano e Asia
A Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino, famoso pittore nato a Cento nel 1591 (e morto nel 1666) è dedicata attualmente nella città natale una mostra di tante delle sue opere, aperta da mesi ( in S. Lorenzo e alla Rocca) e fino al prossimo 15 febbraio, con corredo di conferenze di approfondimento. Nel confinante comune di Pieve di Cento si sta organizzando un corso intitolato “Chi era il Guercino?” per conoscere la sua figura di pittore e di uomo. In tante chiese di città di Italia e d’Europa si cita come vanto il possesso di un quadro del Guercino. Il confinante comune di Castello d’Argile non può fregiarsi di questo vanto, ma può rivendicare un modesto legame economico finora ignorato, o conosciuto da pochi, con questo famoso pittore: sul suo territorio, e precisamente sul lembo estremo più a nord della frazione Venezzano, si trovava un podere che fu proprietà del Guercino tra il 1645 e il 1666, e passò poi in eredità alla Confraternita del SS. Rosario (fino al 1796), e i cui proventi dovevano andare a beneficio della stessa e quindi dell’omonima chiesa a Cento da lui sostenuta e arricchita con sue opere, secondo un preciso lascito testamentario che è un documento indicativo degli usi e costumi del tempo e della religiosità del Guercino.

Nato da famiglia di modestissima condizione, il Guercino divenne piccolo possidente grazie ai proventi della sua arte. Sappiamo dai suoi biografi (1) che acquistò un piccolo fondo di 16 tornature nel 1645, poco dopo aver comprato anche una casa in Bologna, dove era andato ad abitare, insieme al fratello Paolo Antonio, alle sorelle Maria e Lucia, al cognato Ercole e ai nipoti Benedetto e Giulio Cesare Gennari, anch’essi pittori e suoi collaboratori.

L’artista centese a quel tempo era ormai noto e affermato a livello nazionale e internazionale, aveva lavorato a Roma e in altre città d’Italia e d’Europa, e ritenne conveniente stabilirsi in Bologna, la città che era la seconda per importanza nello Stato Pontificio e poteva offrirgli nuove e migliori opportunità di lavoro, essendo venuto a mancare, nel 1642, il suo grande maestro, il bolognese Guido Reni.

L’acquisto di una casa in città e di un pezzo di terra nel bolognese proprio sul confine col territorio cento-pievese, oltre che un buon investimento, nelle intenzioni del fratello Paolo Antonio, amministratore di famiglia, era anche un mezzo per guadagnarsi il diritto alla “cittadinanza” bolognese (con relativi privilegi), e quel piccolo podere proprio sul confine col territorio cento-pievese, lo faceva entrare nella particolare categoria dei possidenti centesi e pievesi che godevano della tassazione privilegiata detta “del Quarto”.

Non risulta che poi quella “cittadinanza” bolognese ufficiale il Guercino l’abbia chiesta e ottenuta, perché nel 1649 il fratello Paolo Antonio morì, e Gian Francesco, addolorassimo, non ebbe la volontà di occuparsene e restò comunque sempre “centese”; e risulta sempre iscritto nei registri ed elenchi dei possidenti centesi e pievesi nei “Campioni del Quarto” con terreni nel bolognese.

Il fondo restò di proprietà del pittore per circa 20 anni, fino alla sua morte, avvenuta il 22 dicembre 1666. Come sopra scritto, il fondo di Venezzano passò poi in eredità alla Confraternita del SS. Rosario di cui era devoto confratello, con legato testamentario che prevedeva in perpetuo la celebrazione di una messa ogni domenica e giorno festivo, più due infrasettimanali e una solenne in musica la seconda domenica di ottobre, nella detta Chiesa del SS. Rosario, al suo altare del Crocefisso “per l’anima mia, di mio padre, e di mia madre e di tutti i miei parenti”. La sua volontà fu sostanzialmente rispettata fino al 1796.

Nel suo testamento, rogato dal notaio Silvestro Zucchini, era scritto che il predio (così si chiamava allora) si trovava “in comune di Asia”. Ma questa era una indicazione errata, dovuta forse al fatto che il terreno si trovava sotto la giurisdizione parrocchiale della vicina chiesa di Asia (frazione di S. Pietro in Casale). L’equivoco è durato a lungo, praticamente fino ai giorni nostri, poiché gli studiosi del Guercino si basano ancora su quel testamento. Ma altri documenti istituzionali esaminati hanno permesso di scoprire l’esatta collocazione del podere che si trovava di fatto in parte sotto la giurisdizione del “comune” di Venezzano (per 12 tornature) e in parte sotto quella di Asia (per 4 tornature).

A dimostrarlo c’è innanzitutto la “Nota dei seminativi” di Venezzano, compilata nel 1655, nella quale , tra i nomi dei possidenti, figura quello di Giovanni Francesco Barbieri per “un loco vidato da corbe 3”; poi c’è il Campione del Quarto e della tassa Triennale , datato 1670 come anno della ratifica ufficiale, ma i cui rilevamenti erano stati fatti alcuni anni prima, ragion per cui vi compariva in nome del “ sig. Cavaliere Giovanni Francesco Barbieri” come possidente in Venezzano per tornature 16 del valore di lire 2.400, sulle quali doveva pagare lire 3, soldi 16 e denari 6 di Triennale e lire 1 e 2 soldi per il Quarto, a beneficio delle monache del Corpus Domini di Cento. Al suo posto, nel successivo Campione del 1760, compariva la Confraternita del SS. Rosario di Cento, erede, con gli stessi importi e in località Venezzano.

E’ vero anche che in alcuni atti della Confraternita erede nel corso del 1700 si continuava a indicare il predio come collocato “in Asia”, oppure “il detto predio , è posto in Asia o sia Mascherino” con evidente confusione delle giurisdizioni e denominazioni locali, confinanti ma distinte .

Ma la conferma più precisa viene dal più rigoroso e attendibile Catasto Boncompagni del 1784 che registrò il podere, allora ancora di proprietà della Compagnia del SS. Rosario, per 12 tornature con casa sopra, in “Comune di Venezzano” e per 4 tornature in “Comune di Asia”. Il terreno fu descritto in quel documento come “arativo, arborato, vidato, con frutti e gelsi, attualmente investito con formento e canapa…” , lavorato da Domenico Battaglia. Il valore attribuito fu di lire 185 la tornatura , aumentato rispetto a rilevazioni precedenti. Nella Mappa di quel famoso e importante Catasto il fondo che fu del Guercino è riconoscibile nel terreno posto a nord della via S. Benedetto (da Pieve a S. Pietro in Casale) e a ovest della via Alpa-Asia che da Venezzano porta ad Asia e al Poggetto. Fino a qualche anno fa vi si trovava ancora il macero ( “alimentato da sorgiva” ) era scritto in atto di perizia e stima delle proprietà private dei  Rizzoli di Pieve, del 1885).

Nel 1796, dopo l’arrivo dei francesi al comando di Napoleone, tutti i beni delle comunità religiose, soppresse, furono incamerati dalla nuova Amministrazione Demaniale pubblica che li mise in vendita all’asta, e quindi anche questo fondo fu acquistato da privati. Nel Catasto Gregoriano del 1813 risultava di proprietà dei Rusconi. In un documento del 1885 di “Descrizione e Stima” del perito ingegner Pietro Pancaldi, relativo ai beni dei fratelli Giulio e Guglielmo e Rizzoli di Pieve di Cento, tra le loro vaste e varie proprietà, il podere ancora detto “del Rosario” risultava, con altri confinanti, parte della “tenuta” (o “tenimento”) denominata “Asia” (in foto a lato), con le relative particelle catastali collocate “in Venezzano”.

Ricerca di Magda Barbieri

NOTE

1) Gaetano Atti “Intorno alla vita e alle opere di Gian Francesco Barbieri detto il Guercino da Cento”. Roma 1861

Altre fonti e indicazioni archivistiche e bibliografiche si trovano nel libro di Magda Barbieri “La terra e la gente di Castello d’Argile e di Venezzano ossia Mascarino”, 1994, vol. I pag. 333- 334

https://magdabarbieri.wordpress.com/2015/03/15/la-terra-e-la-gente-di-castello-dargile-e-venezzano-ossia-mascarino-vol-1/

* Nota breve sulla chiesa del SS. Rosario di Cento

La storia della chiesa ha inizio nel 1573 con la costruzione del Rosario Vecchio, il primo edificio sacro dedicato alla Madonna del Rosario nella Diocesi di Bologna, eretto a ridosso dei “rampari”, sullo sfondo settentrionale del Borgo da Sera, attuale via Ugo Bassi.

Ricomincia con una chiesa, quella attuale, costruita tra il 1633 e il 1644, meglio rispondente all’aumentato numero dei confratelli e alle esigenze connesse con le loro molteplici attività.

La nuova chiesa viene aperta ufficialmente al pubblico il 13 giugno 1645 con la celebrazione di una Messa ufficiata nella cappella gentilizia del Guercino, che, da confratello, ha partecipato alla progettazione della chiesa.

Vedi:

http://www.arciconfraternitadelrosario.com/guida-alla-chiesa-del-rosario-parte-1.html

https://www.finestresullarte.info/1203n_emozione-guercino-cento.php

Nota a margine della foto ritratto in alto