– A S. Giorgio di Piano c’è una strada dedicata a lui e nella lontanissima Myrtleford in Australia c’è la sua tomba. Ma forse qui pochi sanno chi era e perchè è giusto ricordarlo –
Omero Schiassi è nato il 3.9.1877 a S. Giorgio di Piano da Guglielmo e Virginia Biagioni. Entrambi i genitori furono animatori del primo movimento socialista locale , sia nella tabaccheria con mescita di alcolici da loro gestita a S. Giorgio di Piano, sia nel “salotto buono†di casa, a causa del
rifiuto dei padroni di casa ad affittare locali per farne la sede dei socialisti del comune. Animato dagli stessi ideali, si immerse nel movimento dei lavoratori, portando avanti gli studi fino a conseguire la laurea in Giurisprudenza all’Università di Bologna. Il 22-23 aprile 1901 “Il Resto del Carlino†pubblicò un comunicato che vedeva il giovane Omero come redattore e primo firmatario nelle lotte per strappare migliori condizioni per i “ vangatori di risaia†(tra le rivendicazioni più sentite, la giornata lavorativa di 12 ore!) ed un salario più elevato.
Partecipò al l° Congresso nazionale dei Lavoratori della TerraFederazione Nazionale dei lavoratori della terra nella provincia di Bologna, in Umbria, nel Lazio ed in Toscana, promosse organizzazioni mezzadrili e agitazioni della categoria. Nel 1902 la Federterra lo inviò nel centro Italia a coordinare le agitazioni dei mezzadri, ma fu obbligato a due rimpatri, prima da Orte (Viterbo) e poi da Chianciano (Siena) dove la sua opera venne ripetutamente interrotta dalle autorità di Pubblica Sicurezza. A seguito di interrogazioni di deputati socialisti, che denunciarono l’incoerenza di questi fatti con la linea di apertura democratica enunciata dal Ministro dell’Interno Giolitti, si svolsero ampie discussioni alla Camera dei Deputati ed al Senato. Così, a 25 anni , Omero Schiassi si guadagnò il ritratto di “sovversivo†trasmesso dalla Prefettura di Bologna al Ministero degli Interni: “… Portamento disinvolto, espressione fisionomica simpatica, abbigliamento abituale decente… In S. Giorgio di Piano… disprezzato e malvisto da quei possidenti che veggono in lui un demagogo sovvertitore della tranquillità di un tempo. All’infuori di professare principi socialisti e di farne attivissima propaganda, nulla può dirsi sulla sua condotta morale. Di carattere impulsivo, facile agli entusiasmi, ha educazione distinta, intelligenza aperta e pronta e cultura non comuneâ€.] (Bologna, 24-25 novembre 1901) ed intervenne nella discussione, in qualità di delegato dei lavoratori agricoli di S. Giorgio di Piano.
Divenne propagandista dellaVenne eletto consigliere comunale di S. Giorgio di Piano dal 1907 ed animò l’opposizione socialista contro la maggioranza clerico-moderata. Presa residenza a Bologna (dal 7.12.1907), svolse attività di procuratore legale e, in particolare, di legale della Federterra provinciale di Bologna. Militante nel PSI, conobbe bene Mussolini, ma le sue simpatie politiche andarono a Filippo Turati, Claudio Treves, Vittorio Emanuele Modigliani ed a Giacomo Matteotti del quale fu amico intimo fin “da quando entrambi frequentavano la facoltà di giurisprudenza”. Il 28.6.14 fu eletto consigliere comunale di Bologna, con la prima amministrazione socialista capeggiata da Francesco Zanardi.
Schiassi fu il 13° dei 48 eletti e, pur non essendo assessore, ebbe cariche rilevanti: nella commissione per l’esame di un regolamento di igiene pubblica, in quella per il regolamento e l’organico del personale tecnicodell’ufficio di edilità , nel consiglio di disciplina per gli impiegati. Di grande valore sociale le iniziative dell’amministrazione Zanardi per i “bisogni creati dalla guerra†per le famiglie, i bambini, la sanità , che sostituirono i criteri paternalistici ottocenteschi di assistenza con quelli di “provvedere al benessere dei cittadiniâ€. E nel comitato sussidi
entrò anche Omero Schiassi. Durante la prima guerra mondiale venne arruolato e fu tenente degli alpini. Nel dopoguerra si dedicò completamente all’assistenza legale in difesa dei lavoratori e dei socialisti accusati di reati nel corso delle lotte sociali e politiche. Nella notte del 24.1.21, quando gli squadristi devastarono la CCDL di Bologna, distrussero anche il suo ufficio che era nello stesso edificio. In quel tempo, trovandosi a Sorrento (Napoli) fu avvertito di “non tornare a Bologna perché i fascisti lo volevano morto“, pochi giorni dopo fu aggredito e, come egli stesso disse: “riuscii miracolosamente a sfuggire all’assassinio nel mio letto di convalescenza“. Si trasferì a Roma per cinque o sei mesi, poi si spostò a Genova (dove prese residenza, il 24.3.22). Qui divenne consulente della Federazione dei Lavoratori del Mare, capeggiata dal comandante Giuseppe Giulietti, e della Cooperativa della Gente di mare “Garibaldi“. Il 5.8.22, durante l’assalto fascista a Palazzo S. Giorgio, sede della cooperativa, ebbe invaso l’ufficio e bruciati tutti i documenti.
Dopo nuove persecuzioni da parte dei fascisti, si decise ad emigrare, ma non gli fu concesso il passaporto. Il 5.2.24, Pietro Nenni lo nominò
corrispondente australiano dell'”Avanti!“. Aiutato da due fascisti di sua conoscenza riuscì nell’intento di lasciare l’Italia. Salpò da Genova sull’Ormond, diretto a Melbourne, dove arrivò il 7.4.24. Per l’esperienza politica acquisita in Italia, per la cultura storica, legale e letteraria posseduta (qualinessun altro italiano aveva in quel continente), divenne il leader dell’antifascismo italiano in Australia. Si mise presto in contatto con i sindacalisti Albert Monk e Don Cameron dei quali divenne amico e alleato politico per il resto della vita. Alla ricerca di una
occupazione si rivolse al console italiano Antonio Grossardi (suo vecchio conoscente, perché ex socialista ma passato al fascismo), per avere un lavoro adeguato: ebbe l’offerta di essere occupato in “un negozio di frutta o in un ristorante”. Visse in estrema povertà per diversi anni. Nel 1925, inviò corrispondenze all’ “Avanti!” di Milano sullo sciopero politico di Melbourne e sulle elezioni federali australiane del
novembre, piene di elogi per i sindacati e di critiche per il governo.
Le proteste del Console gli valsero ilrifiuto della nomina ad insegnante d’italiano nell’Università di Melbourne. Nonostante altri interventi del Console, che lo segnalava come un iscritto nelle liste fasciste dei “comunisti pericolosi“, aiutato dai professori A.R. Chisholm e Lodewyckx,
nel novembre 1927, ebbe quella nomina. Il console fascista protestò scrivendo al primo ministro Bruce (2.12.27) e poi, siccome lo stipendio del neo docente variava con il numero degli allievi, avvertì gli italiani di non frequentare le lezioni dell’antifascista, perché restasse in miseria. Negli anni successivi, per il prestigio politico e per la preparazione culturale, diede lustro all’insegnamento della lingua e della letteratura italiana a Melbourne. Ispirandosi agli orientamenti politici della “Concentrazione antifascista“, promossa da alcune forze antifasciste italiane in Francia, fondò, il 10.6.28, la Concentrazione antifascista dell’Oceania (Anti-fascist Concentration of Australia), della quale divenne il presidente. Nella nuova organizzazione raggruppò gli anarchici (largamente presenti fra gli emigrati italiani), le associazioni ALP e ACTU, nonché il PSI e il PCI. A documentazione di questo importante momento politico venne edito un volumetto che fu poi largamente diffuso: “Il fascismo denunziato. Al popolo Australiano e a tutti i Rappresentanti Politici!” Discorso pronunziato dall’avv. Omero Schiassà al New Gaiety Theatre in Melbourne il 10.6.28 per incarico del comitato della Concentrazione Anti-Fascista dell’Oceania, a commemorazione del grande martire Giacomo Matteotti e
poscia tradotto in appello al popolo dell’Australia (pubblicato in italiano e in inglese, a cura del Comitato Esecutivo della Concentrazione Anti-Fascista dell’Oceania).
La Concentrazione antifascista dell’Oceania si mise in contatto con la “Concentrazione“sedente a Parigi e con il comitato esecutivo dell’Internazionale comunista. Ricevendo dalla Francia la rivista teorica del PCI, “Stato Operaio“, ed operando, in Australia, per una unità d’azione di tutte le forze antifasciste, quelle comuniste comprese, lo si ritenne passato nelle fila dei comunisti. Per la sua intensa attività antifascista unitaria, fu aggredito dal noto fascista di Melbourne, Remigio Budica. Lo storico B. Walker, ha sostenuto che alcuni marinai italiani, compirono un tentativo di rapirlo e di portarlo in Italia.
Il 12.4.29, dopo i cinque anni di residenza richiesti, avanzò domanda di naturalizzazione, ma gli fu rifiutata perché considerato un comunista. Neppure subito dopo l’avvento del partito laburista al potere (ottobre 1929) ebbe soddisfatta la richiesta, ma solo nel febbraio 193 l. Nel 1936
partecipò a manifestazioni organizzate dal Consiglio Vittoriano per la pace mondiale, un sodalizio affiliato al Comitato mondiale contro la guerra e il fascismo che, fra l’altro, condusse una campagna contro l’aggressione dell’Italia all’Etiopia. Nel 1938 divenne presidente onorario della Casa dell’Italia Antifascista a Melbourne. Allo scoppio della seconda guerra mondiale appoggiò la causa antifascista e l’alleanza degli Stati in lotta contro gli aggressori nazifascisti e per la libertà . Il 16 gennaio pubblicò l’opuscolo ” Italian’s All!” [Italiani tutti!] nel quale incitava gli italiani ad unirsi all’esercito australiano nella lotta contro i nazifascisti.
Questo un brano dell’appello: “Avanti, avanti, italiani tutti, degni del nome d’Italiani: avanti con in mano la torcia e l’ascia e il libro e la falce e il martello: con la torcia per non deviare dal giusto cammino, con il libro e l’ascia per tagliare i rami e le radici dell’ignoranza; con la falce per mietere
i mezzi necessari al benessere fisico e intellettuale; con il martello per costruire una nuova società ; e nello stesso fugace istante in cui ci rivolgiamo a voi, con il fucile per attaccare i difensori della barbarie”.
Promosse il movimento antifascista “Italia Libera“, che in larga misura coalizzò le forze italiane antifasciste. Di esso ne scrisse il programma, il
18.4.43, e ne fu il presidente. Dopo la fine della guerra, nel 1945, continuò ad impegnarsi nella attività politica degli italiani d’Australia, sostenendo le cause progressiste e continuandola guida del movimento “Italia Libera“.
Morì il 2.1.1956 a Myrtleford, dove fu sepolto. Sulla sua tomba venne inciso il seguente epitaffio: “Difese la libertà , l’umanità e la giustiziaâ€.
Testo tratto da: Luigi Arbizzani – Nazario Sauro Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945), Volume V, Comune di Bologna – Istituto per la storia di Bologna, 1995.
Il testo è stato integrato _ da Katia Arbizzani- con frasi prese da una scheda su Omero Schiassi di Marta Morotti.
Foto 1 : Omero Schiassi
Foto 2 : S. Giorgio di Piano in cartolina di inizio 1900
Foto della tomba in Australia e articolo inviati da Katia Arbizzani).
Ad Omero Schiassi e altri due italiani (Massimo Montagnana e Francesco Fantin) ha dedicato uno studio e un libro ( intitolato “Non mollare. Tre esuli antifascisti in Australia. 1924-1956″, scritto in lingua inglese), il prof. George Venturini, avvocato originario di Ferrara, laureato a Bologna, storico, scrittore, docente in varie Università europee e infine all’Università di Melbourne, dove è anche Onorario nel Centro Nazionale di Studi Australiani.
Di Omero Schiassi il prof. Venturini ha sottolineato , tra l’altro, che visse 32 anni a Melbourne in una stanza, in assoluta francescana povertà , insegnando Dante all’Università . Era troppo orgoglioso per chiedere ai suoi compagni di partito di rimpatriarlo.
Informazione da “L’eredità di Omero Schiassi” , ne “Il Sangiorgese”, pag. 7, del n. 3- ott. 2004.