I Biscotti del Re. Storia e ricetta, di Dino Chiarini

I biscotti del Re .
– Storia e ricetta-
Il 6 giugno 191 Vittorio Emanuele III, Re d’Italia,
dopo aver visitato gli impianti idrovori di Argenta e di Molinella, si recò ad Altedo per vedere un nuovo metodo di aratura funicolare in risaia

con nuove apparecchiature, mosse non più da locomobili a vapore ma
da moderni motori elettrici. Il corteo che accompagnava il Re giunse
ad Altedo verso le ore 10 e si fermò vicino al mulino di
proprietà  del Sindaco di Malalbergo Zeno Pezzo
li, il quale,
non essendo ancora pronto, fece attendere il sovrano. Per alleviare
l’mprevisto contrattempo, la figlia del Primo Cittadino prese da
un vaso, collocato sulla tavola, un mazzo di fiori ed uscì di casa
porgendolo repentinamente al Re; l’acqua ancora presente sui gambi bagnò i pantaloni del sovrano. Il ritardo causato dal sindaco, che rallentava i tempi sempre rigorosi del cerimoniale, come pure i pantaloni bagnati al Re, non rappresentavano certamente i prodromi di un’ottima accoglienza. Ecco allora che la madre del Sindaco, la
signora Geltrude “Tuda” Martinelli, visto l’imbarazzo del seguito reale, intervenne prontamente offrendo ai
presenti la sua classica specialità: un particolare tipo di biscotto, assai simile alle gallette che i soldati consumavano al fronte. Quelli offerti ai presenti, erano dolcetti creati veramente da lei, un po ‘ dolciastri e un po’ amarognoli, farciti con  mandorle e cotti al forno; erano anche un po’ croccanti e spolverati con zucchero di vaniglia.
Al Re piacquero moltissimo, tanto che chiese alla signora se ne avesse ancora, poichè intendeva
portarli a San Rossore per farli assaggiare ai propri figli. Propose poi alla signora Tuda, se lo avesse gradito, il
Brevetto della Real Casa per questi biscotti; ma ella rifiutò, rispondendo che i biscotti erano stati fatti esclusivamente per Sua Maestà  e non per essere messi in commercio. Prese quindi un
tovagliolo, lo riempì di quel suo personale prodotto, legò i quattro capi alla campagnola e glieli offrì, dicendo che  erano pronti per essere mandati ai figli del Sovrano; domandò però a Vittorio Emanuele III di poterli chiamare “Biscotti del Re”.
E questi esaudì il suo desiderio.
Sulla visita regale ad Altedo e sulla nascita dei Biscotti del Re esiste un’altra versione orale, molto meno patriottica  della precedente ma forse pù veritiera; essa narra che le cuoche addette al rinfresco, nell’agitazione del’avvenimento, avessero sfornato quel tipo di ciambella troppo presto e che l’avessero affettata per finir di cuocerla una seconda volta, e i biscotti (etimologicamente bis-cotto), cioè cotto due
volte)
Fatta quest’ultima operazione, l’avevano spolverata di zucchero a velo per mimetizzare l’errore della prima cottura.
E così la disattenzione iniziale si tramutò in un prelibato biscotto, che ancora oggi viene preparato e servito in tutte le occasioni nella zona di Altedo..


Ecco la ricetta De.C.O. *


Ingredienti
per 8 persone

1 kg. di farina,
250 gr. di burro,
6 uova,
600 gr. di zucchero,
250 gr. di mandorle,
10 gr. di bicarbonato,
zucchero di vaniglia per decorare.

Preparazione

Far bollire dell’acqua in un tegame e scottare per alcuni minuti le
mandorle, togliere la buccia. Sciogliere dolcemente il burro a
bagnomaria. Su una spianatoia o un tagliere, fare la classica fontana
con la farina setacciata, il bicarbonato e lo zucchero, mescolandoli
con le mani, in modo da amalgamare bene g
li ingredienti ,
aggiungere il burro fuso e tiepido, poi le uova, in modo che il caldo
del burro non possa rassodare le uova. Impastare e amalgamare bene
gli ingredienti, aggiungendo in ultimo le mandorle, avendo cura di
distribuirle bene nel composto. L’ impasto così ottenuto risulterà abbastanza consistente; a questo punto bisogna fare dei piccoli filoni di circa 35 cm. di lunghezza, alti 2 o 3 cm. e larghi circa 5
cm., modellandoli con le mani. I pani così ottenuti vanno poi messi
sulla placca del forno e cotti per 25/30 minuti a 160°/180°, avendo
cura di tenerli separati; quando saranno lievitati e ancora bianchi e
non dorati, vanno tolti dal forno e lasciati un poco ad intiepidire,
ma non a raffreddare completamente. Con un coltello molto affilato,
tagliare il filone con fette di circa 1,5 cm. di spessore (attenti
però a non sbriciolarli !). I biscotti così ottenuti vanno rimessi
in forno per altri 5 o 6 minuti a 100°. Attenzione a non farli
dorare troppo. Tolti dal forno, si fanno raffreddare poi si
cospargono di zucchero a velo con un piccolo setaccio.

Una volta in tavola, all’assaggio, l’Agriturismo Il Cucco
consiglia d’ intingere in buon bicchiere di Romagna Albana passito.

Dino Chiarini

*Il Biscotto del Re, con delibera della Giunta Comunale n. 70 del 13
giugno 2011, ha ottenuto la De.C.O., ovvero la Denominazione
Comunale di Origine.

Si ringrazia la signora Alessandra Tosatti e il signor Angelo Emili,
dell’Agriturismo Il Cucco, per le fotografie fornitemi a corredo del testo.

Foto 1 – I
Biscotti del Re

2 – I
iscotti del Re, preparati secondo la tradizionale ricetta e confezionati
nella scatola di latta dall’ Agriturismo Il Cucco

3 – Il
logo” della De.C.O. del Comune di Malalbergo