S. Giorgio di Piano e la sua piazza 200 anni fa

La piazza principale di San Giorgio di Piano 200 anni fa.
Pillola di storia sangiorgese n. 4 a cura di Anna Fini-
Questa immagine della Piazza e della Chiesa Plebanale di San Giorgio è tratta da una litografia incisa da Enrico Corty e ci presenta questo luogo così come era circa 200 anni fa.
L’intitolazione “Piazza dell’Indipendenza” venne data nel 1863, nella festa dello Statuto Albertino, per ricordare e risaltare gli avvenimenti che portarono all’unità d’Italia; per quell’occasione la piazza era stata da poco ristrutturata per rendere più agevole ai sangiorgesi l’accesso alla stazione ferroviaria.
Non fu questa l’unica risistemazione della nostra piazza, anzi, diverse volte negli ultimi 200 anni vennero realizzati interventi per rispondere ad esigenze contingenti o per dare vita ad una particolare visione urbanistica del paese in linea con l’evoluzione dei tempi.
Il campanile presente nella piazza ha dunque potuto assistere, negli ultimi due secoli, a lavori per dissodare il terreno del cimitero, per realizzare un ampliamento ed allargare così l’area destinata a mercato, per rendere comodo l’accesso Leggi Tutto

25 agosto 1256: Bologna libera gli schiavi

Il 25 agosto del 1256, il Podestà e il Capitano del Popolo firmarono un decreto che sanciva l’abolizione della servitù della gleba a Bologna.
L’evento fu celebrato da una cerimonia pubblica alla quale parteciparono migliaia di persone e le trattative furono lunghe e complesse. L’atto diventó operativo il 3 giugno 1257. Il Comune pagò i proprietari per riscattare quasi 6.000 servi. Il testo di riferimento è il Liber Paradisus, un prezioso codice redatto da Rolandino de’ Passeggeri e altri giuristi che, 600 anni prima delle moderne carte dei diritti umani, interpretava la libertà come condizione di diritto dell’uomo. I servi della gleba infatti erano tali per nascita, legati indissolubilmente alla piccola porzione di terra che non potevano abbandonare senza il permesso del padrone, il quale era di fatto il proprietario delle loro esistenze. Potevano essere venduti, insieme alla terra alla quale erano legati. Il Liber Paradisus, sancì la fine di questa condizione con dichiarazioni di principi inequivocabili come “Nella nostra città possano vivere solo uomini liberi” perché ci si impegnava a: “Spezzare le catene della servitù”.
* Tra i nomi dei 6.000 servi-schiavi liberati,
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Armando Zucchini , ciclista di Altedo negli anni Trenta

Un ciclista altedese alla ribalta negli anni Trenta: Armando Zucchini Biografia a cura di Dino Chiarini
Premessa – Il 2020 è un anno molto particolare; tutto il mondo è stato “vittima” della pandemìa virale causata dal “Covid 19” che ci ha rivoluzionato la vita e ha pure stravolto tutto il mondo dello sport. Campionati interrotti e mai più ripresi, altri “condensati” tra giugno e luglio, altri “spostati” e “accorciati” nei rimanenti mesi o addirittura fatti “slittare” di un anno, come i Giochi della XXXII Olimpiade o i Campionati Europei di calcio. Anche il calendario ciclistico ha subito delle mutazioni importanti; molte gare sono state annullate, altre spostate di qualche mese. Tra queste ultime, le due maggiori “classiche”, il Tour de France e il Giro d’Italia si effettueranno, il primo fra pochi giorni e il secondo in ottobre. Infatti, il 107° Tour de France (che si svolgeva in luglio), partirà il 29 agosto e terminerà il 20 settembre, mentre il 103° Giro d’Italia (che si correva in maggio), si svolgerà dal 3 al 25 ottobre.
Nell’attesa della partenza di questa competizione ciclistica italiana, tanto cara agli appassionati della bicicletta, voglio qui ricordare uno dei protagonisti degli anni Trenta Leggi Tutto

Ferragosto, dall’antica Roma ad oggi, una tradizione che resta da secoli.

Ferragosto: perché questo nome e perché si festeggia?
Il Ferragosto è la festa più conosciuta in Italia e diventata una pietra miliare irrinunciabile per caratterizzare il culmine dell’estate; ha origini antichissime e pagane, risalenti alla storia della Roma imperiale, poi assimilata nella tradizione cattolica, e infine rafforzata in epoca fascista nei suoi aspetti più popolari e vacanzieri, come occasione per gite e pranzi al sacco, al mare, ai monti e nelle località più amene e possibilmente fresche.
Il nome della festa di Ferragosto deriva dal latino feriae Augusti (riposo di Augusto), in onore di Ottaviano Augusto, primo imperatore romano, da cui prende il nome il mese di agosto. Era un periodo di riposo e di festeggiamenti, istituito dall’imperatore stesso nel 18 a.C., che aveva origine dalla tradizione che si aggiungeva alle già esistenti festività cadenti nello stesso mese, come i Vinalia rustica, i Nemoralia e i Consualia, feste che celebravano la fine dei lavori agricoli, dedicate a Conso, che, per i Romani, era il dio della terra e della fertilità.
In tutto l’Impero si organizzavano feste e corse di cavalli, e gli animali da tiro, esentati dai lavori nei campi, venivano Leggi Tutto

Dante Nardi, un altedese con maglia del Bologna e tanti gol segnati in tante squadre

Dante Nardi, un altedese che giocò nel Bologna e si fece onore su tanti campi di calcio. Biografia a cura di Dino Chiarini.
Ricorre quest’anno il centenario della nascita di Dante Nardi, nato ad Altedo (Comune di Malalbergo) il 6 gennaio 1920, calciatore professionista negli anni Quaranta/Cinquanta del secolo scorso.
Cresciuto calcisticamente nell’Altedo A.G.C., debuttò in prima squadra a soli quattordici anni nel Campionato di Terza Divisione 1934/35. Nell’autunno del 1936 passò nelle giovanili del “Bologna A.G.C.” dove nel 1937 con la squadra juniores partecipò a Ginevra al “Trofeo Internazionale Giovanile” Walter Bensemann vincendo il prestigioso torneo. L’anno successivo lo stesso “Trofeo” si disputò a Strasburgo e il Bologna A.G.C., sempre con Nardi in campo, vinse di nuovo il torneo.
Nel 1939 Dante Nardi fu dato in prestito al Rimini Calcio, dove rimase per due anni, disputando, nel ruolo di mezzala metodista, eccellenti campionati di Serie C e segnando complessivamente nel biennio 30 reti. Ritornato dal prestito a Bologna, il 21 dicembre 1941 debuttò in Serie A con la maglia rossoblu nella partita che vedeva il Bologna Leggi Tutto

“Successe un quarantotto” anche a S. Giorgio di Piano

Pillola di storia sangiorgese n. 3. A cura di Anna Fini – 
Ancora un’informazione storica su San Giorgio di Piano tratta dall’Archivio Storico Comunale ed inerente il vecchio adagio popolare “successe un quarantotto” per indicare momenti di turbolenza e di caos.
Nella prima metà dell’Ottocento due ondate rivoluzionarie attraversarono il nostro territorio.
La prima avvenne nel 1830/31, quando i bolognesi insorsero contro lo Stato Pontificio e la seconda nell’agosto del 1848 e di questo secondo fermento politico racconto.
L’8 agosto 1848 gli austriaci tentarono di impadronirsi di Bologna ed a difesa della città intervennero le guardie civiche, i carabinieri e per la prima volta nella storia di Bologna, insorsero anche i normali cittadini, donne comprese, come ricorda in Piazza 8 Agosto il Monumento al popolano.
A fine giornata gli austriaci respinti uscirono dalla città attraverso Porta Galliera, ma sfogarono le loro ire sulla popolazione del contado che incontrarono lungo la ritirata.
Le cronache del Bollettino Politico di Castel san Giorgio, nell’agosto del 1848, ci rimandano alla storia grande di Bologna Leggi Tutto

In tempi di pandemia… del passato

Pillola di storia sangiorgese n. 2. A cura di Anna Fini
In questo tempo di pandemia spesso si è fatto riferimento all’epidemia influenzale chiamata spagnola che poco più di cent’anni fa’ imperversava. Eccone alcune informazioni storiche tratte dall’Archivio Storico Comunale di San Giorgio di Piano e relative al suo territorio.
Nell’ottobre del 1918 una forte epidemia influenzale colpì con forza devastante San Giorgio come tutta l’Italia e l’Europa. Già dall’inizio di quell’anno il Prefetto aveva allertato Sindaci ed ufficiali sanitari perché si facesse attenzione ai casi di vaiolo e si rendesse obbligatoria la rivaccinazione per alcune categorie, invitando anche i parroci a ricordare, dall’altare, l’importanza della vaccinazione dei figli.
Dal settembre, poi, la Prefettura chiese informazioni sulle eventuali manifestazioni patologiche che si fossero verificate in loco; si rispose che se n’ erano riscontrate alcune. Nei giorni seguenti i casi aumentarono e si moltiplicarono: alla fine di ottobre si contavano a San Giorgio una cinquantina di nuovi ammalati al giorno con un aumento dei casi più gravi ai quali seguiva spesso la morte.

Il Sindaco invitò l’Arciprete a sospendere l’annuncio di morte col suono delle campane per evitare che il morale della popolazione si abbattesse ulteriormente o fosse presa dal panico e dalla Prefettura si diedero indicazioni per evitare, date le Leggi Tutto

Da Castel S. Giorgio a S. Giorgio di Piano

Pillole di storia sangiorgese. A cura di Anna Fini-1
Quando il nostro paese si chiamava CASTEL SAN GIORGIO
Dal 1388 il nostro paese era chiamato Castel San Giorgio ed i Bolognesi ne avevano sollecitato la riedificazione fortificata per potenziare la difesa della città felsinea.
La denominazione CASTELLO, nei documenti di tutto l’Ottocento, indicava il centro abitato del paese, all’epoca sostanzialmente costruito attorno alla via principale; orti e campi erano presenti dietro alle case sino alla zona dei “TERRAGLI” (appianati nel secolo precedente) cioè quei luoghi del fossato e del doppio terrapieno che difendevano e delimitavano il Castello; questa è la zona che a tutt’oggi chiamiamo “il nostro centro storico”.
Gli accessi al paese sino ai primi anni dell’ottocento avvenivano attraverso 2 porte poste a nord ed a sud della strada principale: porta Ferrara, che possiamo ammirare ancor oggi e porta Bologna, demolita nel 1867. In quel periodo storico si aprirono anche gli accessi a est ed a ovest del paese.

La denominazione Castel San Giorgio rimase sostanzialmente sino all’Unità d’Italia per poi scomparire gradatamente da tutti i carteggi ufficiali, ma rimase nella memoria popolare la frase “a vag in Castel”, utilizzata per molti anni dai vecchi sangiorgesi per indicare l’andare in piazza o al centro del paese anche se si abitava a poche decine di metri di distanza.

La popolazione di San Giorgio a metà Ottocento oscillava Leggi Tutto

Dall’analfabetismo alla scuola per tutti, un percorso lungo 150 anni.

– Storia della scuola di Castello d’Argile. 1° stralcio-
Alla fine del 1700: si firma con una croce senza sapere quel che c’è scritto sopra.
Credo non si possa capire l’importanza del lungo e difficile percorso compiuto dalle nostre popolazioni rurali per ottenere un’istruzione pubblica accessibile a tutti, se non si conosce la situazione di partenza, registrata alla fine del secolo 1700; situazione di analfabetismo diffuso e generalizzato che si protraeva da sempre, dalla notte dei tempi, tra la gran massa di contadini, braccianti e artigiani precari.
In un paese piccolo come Castello d’Argile gli unici che sapevano leggere e scrivere, e spesso in un italiano abbastanza approssimativo, erano il parroco, il medico e il farmacista (quando c’era), uno scrivano, qualche bottegaio, o fattore, o piccolo possidente che poteva permettersi di mandare i propri figli maschi a studiare presso le scuole private istituite da ordini religiosi (Gesuiti, Scolopi) in città a Bologna o nelle vicine località di Pieve di Cento e Cento; oppure poteva pagare un maestro privato che dava lezione a domicilio.

Un episodio e documenti significativi di questa realtà per Castello d’Argile ci vengono da un carteggio del 1776, relativo alla controversia sorta per l’affittanza delle locali “Fosse”, una striscia di terra (dove per secoli, dal 1380 all’inizio del 1600, c’era stata Leggi Tutto

E “Iddio creò l’uomo a sua immagine… Lo creò maschio e femmina…” Interrogativi e confronti

LA CREAZIONE DELL’ UOMO E DELLA DONNA NEL CORANO E NELLA BIBBIA. Note di Giovanni Pellegrino-
Esistono molte somiglianze tra il racconto biblico e quello coranico della creazione del primo uomo e della prima donna. Sia il Corano che la Bibbia affermano che Adamo fu creato da Dio che gli infuse anche il suo soffio vitale.
Riguardo la creazione del primo uomo il Corano afferma:”Quando il tuo Signore disse agli angeli: Ecco io sto per creare un uomo di argilla e quando l’avrò plasmato e gli avrò infuso il mio spirito gettatevi a terra prostrati davanti a lui! Gli angeli si prostrarono tutti insieme eccetto Iblis che si gonfiò di orgoglio e fu miscredente “. Come si vede dal passo ora citato il Corano afferma che Dio creò l’uomo dall’argilla mentre la Bibbia sostiene che Dio creò l’uomo “dalla polvere dalla terra”. Inoltre, il Corano afferma che Iblis fu l’unico angelo a rifiutarsi di inchinarsi davanti all’ uomo. Iblis nella concezione islamica è il capo dei demoni il quale si rifiutò di prostrarsi davanti all’ uomo, in quanto si riteneva superiore a lui. A causa della sua disobbedienza Iblis venne maledetto, ma si vendicò tentando Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre.

Riguardo la creazione del primo uomo, la Bibbia si esprime in questo modo: “Allora il Signore Dio modellò l’uomo con la polvere della terra e soffiò nelle sue narici un alito di vita: così l’uomo divenne un essere vivente”. Poi il Signore Dio piantò Leggi Tutto