Canali e bacini aperti per accogliere la pioggia che è arrivata…

ATTIVI GLI IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO E LE SQUADRE OPERATIVE PER GESTIRE LO SCOLO DELLE PIOGGE NELLA PIANURA BOLOGNESE
– Comunicato della Bonifica Renana del 29 febbraio 2024 –
BOLOGNA – Dallo scorso venerdì ad oggi nel bacino del Reno sono piovuti oltre 150 millimetri di pioggia in Appennino; nella pianura bolognese c’è ampia differenza tra la zona orientale (tra Idice e Sillaro), con 30 millimetri, e l’area tra Navile e Samoggia dove si sono registrati 60 millimetri di precipitazioni. Ulteriori piogge sono attese nelle prossime 48 ore.
Gli impianti di sollevamento della Renana per lo scolo della pianura sono in funzionamento da martedì e l’attività di pompaggio interessa soprattutto le strutture idrauliche del Conte e di Forcelli che immettono le acque meteoriche dei canali di scolo nel torrente Samoggia e nel fiume Reno, a tutela del territorio di Anzola e Sala Bolognese.
Nella stessa zona è in funzione e si sta riempiendo la cassa consortile Dosolo, con capacità d’invaso pari a1,3 milioni di metri cubi.
Per lo scolo della pianura tra Reno e Idice sono operativi da mercoledì anche gli idrovori Malalbergo, Varani e Travallino, oltre a quelli di Saiarino e Valle Santa, situati in Leggi Tutto

Il terremoto di Ferrara del 1570 e la nascita dell’edilizia antisismica

Ricerca storica e osservazioni di Stefano Fortini
«Tremò la terra e a quell’orrore estremo / di triplicate scosse in un sol giorno / che il mondo in sé fesse ritorno / sì dentro a me temei ch’anco ne tremo...»
[Giovan Battista Pigna, Il ben divino, Sonetto IV, inedito a cura di Neuro Bonifazi, Bologna, Commissione per i testi di lingua, 1965]-
La sera del 16 novembre del 1570 una scossa sismica colpì la città di Ferrara. Non fu particolarmente violenta ma fu la prima di un lungo sciame sismico (costituito da circa duemila scosse) che durò fino alla fine del 1574 e che causò enormi danni alla città. La scossa più violenta fu quella del 17 novembre del 1570: circa il 40% degli edifici cittadini fu gravemente danneggiato, ci furono decine se non centinaia di vittime e la dinastia degli Este, che all’epoca governava la città, non si sarebbe più ripresa dal disastro.
Grazie alla collaborazione tra sismologi e storici specializzati, i terremoti del passato vengono studiati al fine di localizzarne gli epicentri, stimarne l’intensità e dedurre alcune caratteristiche della sorgente. Lo scopo principale è quello di stimare la pericolosità sismica delle varie regioni e aree, delineando i possibili scenari sismici futuri.
Per quanto riguarda il terremoto del 1570 si stima una magnitudo compresa tra 5,4 e 5,8, non molto diversa da quella del terremoto che colpì l’Emilia il 20 maggio Leggi Tutto

Bonifica renana e ripristino del territorio devastato in maggio.

Comunicato stampa della Bonifica Renana- novembre 2023
– Ripristino post alluvione: le attività della Renana sul reticolo di bonifica bolognese
BOLOGNA – Le rotte e i sormonti dei corsi d’acqua regionali del maggio 2023 hanno riversato sulla pianura bolognese circa 100 milioni di metri cubi di acque esterne (cioè provenienti dall’Appennino) che si sono sommate alle acque di pianura nei canali di competenza della Bonifica. Il reticolo consortile e gli impianti di sollevamento della Renana, nel solo mese di maggio, hanno gestito 400 milioni di metri cubi di pioggia, compresi quelli esondati dal reticolo regionale.
Oltre allo sforzo e all’attività straordinari esercitati per consentire un rapido sgrondo delle zone allagate, sono subito iniziati i lavori di ripristino della rete di bonifica. Infatti, anche il sistema di scolo artificiale della Renana è stato fortemente compromesso dalle rotte e dai sormonti di Navile, Idice, Quaderna, Gaiana e Sillaro.
Come illustra la presidente della Bonifica Renana, Valentina Borghi: “Durante le alluvioni primaverili, si sono dovuti tagliare gli argini di alcuni dei canali principali nelle zone allagate dai torrenti e, insieme alle acque di piena, centinaia di tonnellate di fanghi e argille appenniniche hanno invaso il reticolo dei canali consortili. Durante l’emergenza alluvionale e nelle settimane successive, è stato fornito a Regione ed enti locali, tutto il supporto richiesto: Leggi Tutto

La situazione dei Comuni dell’Unione Reno Galliera. Primo bilancio degli allagamenti del maggio 2023

Gli eventi calamitosi di questo maggio 2023 non hanno risparmiato i nostri territori.
Proviamo a restituire un quadro di quanto accaduto nei giorni scorsi e di come le nostre amministrazioni e le forze di Polizia locale e di Protezione Civile dell’Unione Reno Galliera hanno affrontato e gestito l’emergenza (dalla News letter dell’Unione).
L’Unione e i suoi comuni hanno innanzi tutto attivato il servizio di informazione telefonica che trasmette alla popolazione le allerte di protezione civile e altre informazioni di interesse pubblico. Le telefonate preregistrate hanno raggiunto tutti i telefoni fissi presenti sugli elenchi telefonici pubblici dei comuni dell’Unione e i telefoni fissi e mobili degli iscritti al servizio (non necessariamente residenti).
Ancor prima erano state informate del rischio alluvione le famiglie che risiedono o che possiedono immobili all’interno delle aree golenali di Castel Maggiore e Castello d’Argile che hanno avuto in tal modo il tempo per mettersi al sicuro.
Le associazioni di volontariato di protezione civile si sono attivate e sono intervenute dove necessario, coordinate a tal fine dal servizio di Protezione Civile della Polizia Locale Reno Galliera, la quale ha anche rafforzato al centrale operativa per poter far fronte all’intensissimo carico telefonico – con turni sulle 24h e COC sempre aperti.

Coinvolti nell’emergenza anche i Servizi alla Persona dell’Unione, impegnati nell’evacuazione Leggi Tutto

Rischio idrogeologico alto e diffuso in Emilia Romagna. Luci e ombre sulle Casse di espansione

INFORMAZIONI RIPRESE DALLA STAMPA
Le aree a rischio alluvione in Italia (da Il Post del 23-5-2023)
Il 5,4 per cento del territorio è in aree a pericolosità elevata, e i comuni dell’Emilia-Romagna sono quelli più a rischio
Ogni anno l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), un ente di ricerca pubblico legato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, diffonde dati aggiornati che mostrano quanto l’intero territorio italiano sia esposto al rischio idrogeologico, cioè legato a frane e alluvioni. Le indagini e i report servono soprattutto per dare informazioni puntuali a chi gestisce il territorio, tecnici e politici, e in questo modo incentivare interventi per ridurre i rischi. La grave alluvione che negli ultimi giorni ha colpito l’Emilia-Romagna è la conferma di un dato noto da tempo: quasi tutti i comuni della regione si trovano in aree a pericolosità idrica media o elevata.

In generale l’Italia rispetto a molti altri paesi europei è esposta naturalmente al rischio di alluvioni perché lo spazio per contenere l’acqua delle esondazioni è limitato. Negli ultimi decenni questa condizione si è aggravata con l’espansione dei centri abitati e delle aree industriali che hanno coperto una parte consistente di suolo. La cementificazione diminuisce la capacità del suolo di assorbire la pioggia e quindi favorisce lo scorrere di grandi quantità d’acqua. Iniziative che possono contrastare gli effetti del consumo Leggi Tutto

Cementificazione e consumo del suolo, fragile, in Emilia Romagna. C’entra coi disastri, più delle nutrie?

L’alluvione in Emilia-Romagna e le colpe di nutrie, istrici e capri espiatori.
Articolo di Luca Angelini. Osservazioni da Altreconomia, Ispra.
Ad ogni alluvione in Pianura Padana e dintorni, il dito torna a puntarsi (anche) contro le nutrie, i roditori importati dal Sudamerica per produrre pellicce di «castorino» e poi lasciate libere quando, negli anni 70 e 80 del secolo scorso, quel mercato aveva smesso di tirare. Con le loro tane indeboliscono gli argini, e la pressione dell’acqua, per fenomeni meteo esasperati dai cambiamenti climatici, fa il resto. Con risultati devastanti.
Ora, che il proliferare delle nutrie faccia danni è indubbio, tanto che, a fine 2021, è stato varato un Piano nazionale di contenimento. E forse è anche vero, come ha denunciato qualche sindaco dei paesi colpiti dalla recente alluvione in Emilia-Romagna — dove in queste ore è, di nuovo, allerta rossa per il maltempo — adesso ci si sono messi pure gli istrici, che scavano tane ancora più grosse. Ma il professor Paolo Pileri, ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano (tra i suoi libri, L’intelligenza del suolo), che da anni si batte contro la cementificazione, dietro nutrie ed istrici vede fare capolino un altro animale dagli effetti particolarmente Leggi Tutto

Emilia Romagna, la regione più ad alto rischio idrogeologico

Maltempo, Emilia Romagna la regione a più alto rischio idrogeologico
Secondo uno studio dell’Ispra l’11% del territorio è vulnerabile. In tutta la regione sono state censite 80.000 frane. L’Emilia Romagna è la regione italiana con il più alto rischio idrogeologico: un dato sorprendente ma che emerge da uno studio dell’Ispra. Anche alla luce di questo dato può essere spiegato il fenomeno che oggi ha investito vaste aree provocando la morte di due persone ( 14 persone, dato aggiornato al 17 maggio, ndr).
Lo studio benché non recentissimo (risale al 2017) ha certificato che l’11% dell’intera superficie emiliano-romagnola è esposta ai danni dovuti a precipitazioni abbondanti e frane. Il secondo territorio italiano che soffre di guasti idrogeologici è la Lombardia con il 7,8% del suo territorio considerato a rischio.
Cementificazione sempre più invadente legata ai cambiamenti climatici sono considerate le cause di questo fenomeno. In totale l’Ispra calcola che 1,6 milioni abitanti della regione siano esposti al pericolo. L’Emilia non è però la regione che ha pagato il più alto costo in vite umane a causa di alluvioni: il triste primato in questo caso spetta alla Liguria.
Un altro dato – questa volta proveniente dalla Regione – mette in luce il dissesto ambientale con cui l’Emilia deve Leggi Tutto

Cronache da un disastro

Dalle pagine di cronaca del 17 maggio 2023*. A futura memoria.
Emergenza alluvione e maltempo in Emilia-Romagna . Regione in ginocchio per gli straripamenti di fiumi e torrenti. Nove morti (poi 14 in data18) e dispersi e migliaia di sfollati nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna. Comunicazioni in tilt, in 50mila senza corrente.”In 36 ore caduta metà dell’acqua dell’anno”. 23 i fiumi esondati, 280 le frane e oltre 400 le strade interrotte.
“È sempre più drammatica la situazione in Emilia Romagna per l’emergenza maltempo che ha colpito anche le regioni vicine. Nella notte ci sono state nuove esondazioni, l’acqua ha invaso strade e case in tantissimi centri: da Cesena a Faenza, da Riccione a Lugo. Le operazioni di soccorso sono difficili, gli abitanti sono invitati a salire ai piani alti delle abitazioni. Migliaia le persone evacuate a seguito di strutture allagate e fiumi in piena o esondati che hanno rotto gli argini.
A Cesena è esondato il fiume Savio e la gente è stata costretta a salire sui tetti, in attesa di essere portata in salvo dagli elicotteri. A Forlì ha rotto gli argini il Montone e invaso la città e il sindaco annuncia «la peggiore situazione mai vissuta».

Drammatica a situazione a Faenza, nel Ravennate, dove l’acqua del Lamone è entrata nel centro abitato e molte persone sono state evacuate. Sempre nel Ravennate è esondato nella notte il fiume Santerno e Leggi Tutto

Allerta rossa per rischio idraulico continua

Allerta rossa a Bologna e su tutta l’Emilia-Romagna: «Uscite solo se necessario». L’allerta durerà fino a venerdì. Articolo di Francesco Rosano e Enea Conti
Torna l’emergenza maltempo con rischio di fiumi in piena e frane: restano ancora quasi mille sfollati. Pronti 200 posti letto a Faenza.
L’emergenza maltempo iniziata una settimana fa, costata già all’Emilia-Romagna almeno un miliardo di euro, non è finita. Piogge abbondanti, diffuse e persistenti, sono attese oggi, mercoledì 10 maggio, sulla regione: l’allerta rossa per criticità idraulica durerà per tutta la giornata sui principali affluenti del fiume Reno nelle province di Bologna, Ferrara e Ravenna.
Le province coinvolte
Comune e Città metropolitana di Bologna hanno invitato la cittadinanza a «effettuare solo gli spostamenti necessari e non sostare nei pressi di corsi d’acqua». Confermata l’allerta arancione per le piene dei fiumi e le frane in Romagna e nelle province di Parma, Reggio Emilia e Modena. «Ci sono ancora 915 cittadini fuori dalla proprie abitazioni, ma i numeri sono destinati ad aumentare», dice avanti la vicepresidente della Regione Irene Priolo, al timone dell’emergenza in Viale Aldo Moro in attesa che giovedì torni da una missione in Sud America il governatore Stefano Bonaccini, nominato da Roma commissario per le gestione dell’emergenza.

Pioggia e sacchetti
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Bonifica Renana , competenze e interventi per contenere il rischio idraulico

Comunicato stampa della Bonifica Renana
E’ utile chiarire come funziona lo scolo delle piogge nella pianura emiliano-romagnola?
I consorzi di bonifica gestiscono la propria rete scolante artificiale composta di canali, casse di espansione, pompe idrovore di sollevamento e migliaia di altri manufatti idraulici collegati. Compete invece alla Regione la gestione di fiumi, torrenti, rii collinari e dei canali storici Navile e Savena Abbandonato.
Paolo Pini, direttore generale della Bonifica Renana, spiega come interagiscono questi due sistemi idraulici: “Il controllo delle piene si basa sulla divisione – nello spazio e nel tempo – tra acque piovute in Appennino e acque piovute in pianura. Fiumi e torrenti hanno il compito di trasportare al mare le piene di montagna, di solito impetuose ma rapide. Il Consorzio immette nei fiumi e torrenti regionali le acque di pioggia di pianura, con impianti a gravità o sollevandole con le pompe idrovore. In situazioni critiche la Renana è in grado di accantonare le acque Leggi Tutto