Romano Danielli, l’operaio che si fece burattinaio, ora scrittore

UN LIBRO DI ROMANO DANIELLI:
SEGRETI E MAGIE DI BURATTINI E BURATTINAI BOLOGNESI
– Scheda bibliografica di GIAN PAOLO BORGHI-
Stampato a cura dell’editore bolognese Paolo Emilio Persiani, questo interessante volume del burattinaio petroniano Romano Danielli porta un significativo sottotitolo, Anche l’operaio metalmeccanico può diventare artista burattinaio, che sottolinea in sintesi il suo traguardo artistico, felicemente (e più che meritatamente!) conseguito, nonostante le apparenti difficoltà culturali della partenza.
La sua prestigiosa carriera ha inizio nel lontano 1953, a sedici anni, nel “casotto” delle teste di legno di Umberto Malaguti e prosegue in un crescendo di successi che lo conduce ai vertici dell’arte burattinesca bolognese e nazionale e che lo vede protagonista di importanti esperienze internazionali.
Il suo esordio pubblico a favore degli amici si realizza durante la sua fanciullezza. Ricorda, con una certa commozione: «Il primo spettacolo pubblico lo diedi in strada. L’attrezzatura era semplice: una sedia, un burazzo ‘ciuffato’ (sottratto) in cucina, poi i burattini (alcuni erano vestiti, altri no). Radunati gli amici, che sedevano comodamente sul marciapiede, iniziai (non avendo il campanello per il segnale d’ apertura il il dlin, dlin lo facevo con la bocca). Le storie le inventavo lì, al momento».

Le vicende che Romano Danielli ci narra con maestria si snodano attraverso itinerari che hanno come Leggi Tutto

Da 100 anni un monumento e l’Istituto di Fisica di Bologna ricordano Augusto Righi

CENTO ANNI FA: L’ISTITUTO DI FISICA DI BOLOGNA VIENE INTITOLATO AD AUGUSTO RIGHI – Testo di Stefano Fortini
«Solo un sommo fisico potrà, a suo tempo, scrivere degnamente dell’opera scientifica del Righi, la cui attività non mai interrotta, si è svolta per ben mezzo secolo. Ma una parola sola può caratterizzare quest’opera, ed è: genialità.»
[Salvatore Pincherle, Bologna, 2 giugno 1920]
Il 20 gennaio 1924 l’Università di Bologna intitolava l’Istituto di Fisica allo scienziato che diciassette anni prima tale istituto lo aveva creato: Augusto Righi.
Dopo la morte dell’illustre fisico (8 giugno 1920), il Comune di Bologna gli intitolò una via nel cuore della città, la Provincia gli intestò il Liceo Scientifico sorto dove prima c’era l’istituto tecnico Pier Crescenzi nel quale Righi aveva studiato ed insegnato, mentre l’Alma Mater lo immortalò intitolandogli l’Istituto di Fisica e ponendo, nel giardino antistante, il suo busto in bronzo con la toga da docente universitario, opera dello scultore Alfonso Borghesani (1882-1964).
Sulla rivista mensile “Il Comune di Bologna” (gennaio 1924) veniva pubblicata la seguente notizia:
«La mattina del 20 gennaio, all’Istituto di Fisica, in Leggi Tutto

Augusto Righi , una gloria di Bologna la dotta, per la Fisica, teorica e applicata

AUGUSTO RIGHI: UN PRECURSORE A TUTTO TONDO
Biografia di Stefano Fortini
«Che cosa siano gli elettroni o atomi elettrici rimane un mistero; ma ad onta di ciò la nuova teoria potrà forse acquistare col tempo una non piccola importanza anche dal punto di vista filosofico, poiché essa indica un nuovo modo di considerare la struttura della materia ponderabile, e tende a ricondurre ad un’unica origine tutti i fenomeni del mondo fisico.»
[Augusto Righi, La moderna Teoria dei Fenomeni Fisici, 1904]
Il 27 agosto del 1850 nasceva a Bologna il fisico Augusto Righi, ricordato per i suoi lavori pionieristici sulla struttura della materia e sulle onde elettromagnetiche e per l’invenzione dell’oscillatore a tre scintille, utilizzato da Guglielmo Marconi nei primi trasmettitori radio.
Figlio di Francesco, medico chirurgo, e di Giuseppina Zanelli, Augusto frequentò l’Istituto Tecnico Pier Crescenzi, dove cominciò ad amare le scienze grazie alle lezioni di fisica di Antonio Pacinotti. In seguito si iscrisse alla Facoltà di Matematica, dove fu allievo di Eugenio Beltrami. Completati i quattro anni di studi ne frequentò un quinto, integrativo, che gli consentì di laurearsi anche in ingegneria civile.
Per la sua tesi di laurea realizzò una macchina elettrostatica, denominata elettrometro a induzione, Leggi Tutto

Buone notizie dalla Pinacoteca di Bologna

La Pinacoteca Nazionale di Bologna ha sfiorato i 100mila visitatori nel 2023. Prorogata la mostra sul Guercino  ( Dal sito : Finestre sull’Arte – 21/01/2024)
La Pinacoteca Nazionale di Bologna ha registrato nel 2023 un numero di presenze che non raggiungeva da molti anni: ha sfiorato i 100mila visitatori. Prorogata fino al 25 febbraio 2024 la mostra “Guercino nello studio”.
Nel 2023 la Pinacoteca Nazionale di Bologna ha registrato un numero di presenze che non raggiungeva da molti anni. Da gennaio a dicembre hanno infatti percorso le sale del museo 99.850 visitatori, il 15,85% in più rispetto al 2022. Si annovera anche una crescente presenza dei giovani tra i 18 e i 25 anni che costituiscono il 10% dei visitatori totali.
A questo risultato hanno contribuito le mostre Giulio II e Raffaello. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna, presentata a cavallo tra il 2022 e il 2023, e Guercino nello studio, esposizione nata nell’ambito del vasto progetto di valorizzazione dell’artista centese promosso dalla Città Metropolitana di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna. Inaugurata in Pinacoteca il 27 ottobre scorso, la rassegna ha avuto fino al 31 dicembre oltre 21.800 visitatori, mentre le attività di approfondimento ad essa legate hanno registrato il tutto esaurito. È alla luce di questi importanti risultati che la direzione ha deciso di prorogarne l’apertura fino al 25 febbraio 2024.

“La crescita del museo in termini di visitatori e introiti è Leggi Tutto

Conferenze e visite guidate per l’arte, dal Palazzo comunale di Bologna a S. Giovanni in Persiceto

In programma prossimamente:
giovedì 18 gennaio, ore 17:00 | conferenza
Giovanni Masotti e la pittura di sfondo sociale, tra cronaca e denuncia
Con Roberto Martorelli. Il pittore dedica diverse opere alle condizioni della classe operaia, con tematiche affrontate anche da altri artisti bolognesi quali Giuseppe Majani o Tullo Golfarelli. L’artista si inserisce così nel più ampio panorama artistico europeo che per la prima volta denuncia le condizioni dei più poveri.
A cura di Associazione Bologna per le Arti. Palazzo Comunale, Cappella Farnese, Piazza Maggiore 6. Ingresso libero, non è richiesta la prenotazione.
venerdì 19 gennaio, ore 16:30 | visita guidata
Dalle Collezioni Comunali d’Arte ai luoghi di Alessandro Guardassoni
Un visita che parte da Piazza Maggiore, per arrivare con una passeggiata alla Fondazione Gualandi a favore dei sordi di via Nosadella. Per scoprire, storie, opere ed eventi della scena bolognese nel Lungo Ottocento. E per terminare la visita con la scoperta di uno dei più affascinanti pittori locali di metà secolo, alla ricerca di un’avanguardia impossibile.
A cura di Confguide Bologna. Ritrovo all’ingresso del palazzo Comunale o Palazzo d’Accursio, piazza Maggiore 6. Partecipazione € 19, compreso biglietto Collezioni Comunali d’Arte. Prenotazione 3331722288 (wa – cell).

– sabato 20 gennaio, ore 17:00 | conferenza
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Una bella storia di cantastorie

SETTANT’ANNI FA A BOLOGNA IL PRIMO CONGRESSO NAZIONALE DEI CANTASTORIE ITALIANI  – Gian Paolo Borghi –
Domenica 11 aprile 1954, Bologna ospitò il primo “Congresso Nazionale dei Cantastorie”, che si svolse in due sedi, alla Trattoria Profeti di via Riva di Reno e al mercato di piazza VIII Agosto 1848, popolarmente detto della “Piazzola”.
La Trattoria Profeti, vicina alla piazza del mercato, era un tradizionale punto d’incontro di cantori e venditori itineranti: il suo cortile interno, con un bel pergolato, invitava alla conversazione e alle discussioni, prima e dopo l’attività in Piazzola. Il Congresso ebbe, tra l’altro, il merito di ridare identità al termine “cantastorie”: fino ad allora, infatti, gli artisti (almeno quelli associati) avevano abbandonato quella definizione e si erano auto-qualificati “canzonettisti ambulanti”. Anche lo stesso allora giovane sodalizio nazionale, promosso da Marino Piazza e Lorenzo De Antiquis il 14 settembre 1947, assunse in seguito la denominazione di “Associazione Italiana Cantastorie” (A.I.CA.), in luogo di “Associazione Italiana Canzonettisti Ambulanti” (A.I.C.A.). L’organizzazione del Congresso venne promossa dalla sede regionale dell’Agenzia Nazionale Stampa Associata (ANSA) e, in primo luogo dal suo Direttore, Nino Fusaroli, che, grazie alla forza comunicativa del sodalizio, riuscì a dare all’iniziativa una vasta risonanza sulla stampa nazionale.

I cantastorie, in effetti, Leggi Tutto

Buone Feste al Museo

Apriti, museo! Il 1° gennaio tutti i Musei Civici saranno aperti dalle 11 alle 19, con visite guidate, in italiano e inglese, per augurarvi un buon anno di rinascita.
La visita prosegue negli altri festivi, ad eccezione del giorno di Natale.
Info e orari completi li trovate, come sempre, sul sito www.museibologna.it 
– News / Bologna pittrice | il Lungo Ottocento | 1796 – 1915
dal 1 dicembre 2023 – 17 marzo 2024 a Bologna e San Giovanni in Persiceto, varie sedi.
Un programma di visite guidate, conferenze, laboratori e mostre dedicate alla pittura bolognese dall’età napoleonica all’inizio della Grande Guerra. Rassegna curata dal Museo Civico del Risorgimento, Piazza Carducci 5. A cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari
* Pro memoria per le MOSTRE IN CORSO:
– Un presepe di Giovanni Putti dall’Accademia di Belle Arti di Bologna
Dall’8 dicembre, come di consueto, i Musei Civici d’Arte Antica organizzano al Museo Davia Bargellini una mostra dedicata al presepio tradizionale. Leggi Tutto

Da Malalbergo a Bologna. Storia, vicissitudini e idee di un imprenditore dell’Ottocento

Il “Lanificio Filippo Manservisi e C.”
La grande fabbrica bolognese di tessuti in lana che faceva funzionare le macchine mediante l’acqua del Canale delle Moline
Testo di Dino Chiarini
Filippo Manservisi (nato a Malalbergo il 28 gennaio 1806 col nome di Francesco Manservigi) era un imprenditore che si era fatto da sé: dal nulla e con tanto coraggio si era adoperato con grande ostinazione nel trovare denaro e soci per mettere in piedi un opificio per la lavorazione di tessuti di lana. Assieme ad altri ventotto associati, fondò nel 1853 il “Lanificio Filippo Manservisi e Compagni”, una società in accomandita di filati e tessuti, di lana e mezza lana. Iniziò l’attività nei primi mesi del 1854. insediandola in due edifici, ubicati rispettivamente in via Capo di Lucca e in via Berlina (oggi via del Pallone). I due stabili erano divisi dal corso del Canale delle Moline, ma furono uniti tra loro da ponti che permettevano al personale di avere un rapido collegamento tra un reparto e l’altro. Nello stabilimento furono attivati macchinari all’avanguardia, importati dalla Francia, dalla Germania e dal Belgio; l’opificio fu dotato di duemilatrecento fusi, mossi da due motori idraulici con ruote a pale inclinate, e spinti da due motori a vapore (uno dei quali costruito dalla Società Anonima Officina Leggi Tutto

Dal Guercino a Lippo di Dalmasio, mostre d’arte a Bologna

Guercino e i suoi allievi. Dalle ‘teste di carattere’ ai ritratti
Dall’ 8 ottobre al 26 novembre 2023 presso
le Collezioni Comunali d’Arte di Bologna (Piazza Maggiore 6) è in corso una mostra dedicata al pittore Giovanni Francesco Barbieri, noto come il Guercino, e ai suoi allievi.
La mostra è incentrata sul passaggio dalle cosiddette ‘teste di carattere’ al ritratto vero e proprio. Cosa sono le ‘teste di carattere’? Sono volti tipici da utilizzare in diversi generi di composizioni, religiose o profane, che gli artisti del passato realizzavano a partire dallo studio dal vero di un modello per astrarre alcune pose ed espressioni.
Anche il Guercino (Cento, 1591 – Bologna, 1666) ha creato ‘teste di carattere’. Lo sono i personaggi nella Trinità e la Lucrezia, opere autografe in mostra. Rientrano nel genere anche i volti di Salomè e di San Giovanni nel San Giovanni Battista in carcere tentato da Salomè, presente in mostra in una copia seicentesca conservata alle Collezioni Comunali d’Arte.
Le opere degli allievi del Guercino, i fratelli Cesare e Benedetto Gennari, appartengono invece al genere del ritratto. Rispetto alle ‘teste di carattere’, questi ritratti barocchi non sono più tipi, ma soggetti specifici, grazie ai dettagli dell’abbigliamento Leggi Tutto