4 libri per ricordare tempi bui

La Giornata della Memoria è stata istituita in Italia nel 2000 per ricordare le vittime della shoah e le leggi razziali. Si celebra il 27 gennaio perché in quella data del 1945 sono stati abbattuti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz. Abbattere quel cancello ha significato svelare al mondo l’inferno che si nascondeva dietro la scritta «Arbeit macht frei» (Il lavoro rende liberi). Una ricorrenza che serve a far riflettere sulla tragedia e a sottolineare l’importanza del non dimenticare. Anche la lettura di un libro può essere un passo fondamentale. Ecco una selezione di quattro romanzi e testimonianze di contenuto storico relativi al periodo, proposti dalla Minerva Edizioni di Argelato.
– ARPAD WEISZ E IL LITTORALE, di Matteo Matteucci
«Nonostante i suoi 42 anni, Arpad ha già dato molto al calcio italiano. E’ l’allenatore più giovane ad aver vinto lo scudetto; o meglio, ad averne vinti tre: con l’Ambrosiana-Inter nel 1930 e due proprio con il team rossoblù. E’ grazie a lui che la squadra felsinea si trova ai vertici del campionato, contendendosi con Milano, Torino e Genova la migliore piazza calcistica.» Bologna, 1938. Un allenatore e la sua famiglia, approdati in un’Italia che riconosce il talento e che vuole crescere. Poi, all’improvviso, il grigio all’orizzonte. I sorrisi spenti, gli sguardi bassi; il disprezzo. E in un attimo la felicità è un ricordo lontano, sempre più sbiadito. Cancellati i nomi sul campanello di via Valeriani, quelli dei figli sul registro di scuola; cancellati i progetti, i desideri, le speranze; cancellato un uomo e la sua vita. Un uomo che un giorno è costretto a salire su un treno, non sa per dove. Insieme a lui tante altre vite annullate dall’odio. La destinazione è una e terrificante, e non prevede ritorno.
KLAUSENER STRASSE 1970: caccia al cadavere di Hitler. Il diario segreto del Kgb, di Giovanni Mari «Serpeggiando tra gli intrighi dei servizi clandestini di diversi Paesi, vi sarà possibile accedere a documenti segreti custoditi negli archivi più protetti del Mondo, accompagnare la ricostruzione degli eventi legati alla sorte della salma del Führer e scommettere sulla buona o cattiva riuscita della missione» Dalla prefazione di Nicolai Lilin.
– MUSSOLINI-BOMBACCI. COMPAGNI DI UNA VITA, di Alberto e Giancarlo Mazzuca. Con le prefazioni di Annamaria Bombacci e Edda Negri Mussolini
«Mussolini fonda i Fasci di combattimento mentre Bombacci, eletto alla Camera, va verso una nuova idea di socialismo che scaturirà nel 1921 con la fondazione, insieme ad altri, del Partito comunista d’Italia. Questo però non viene a minare il rapporto tra i due, che avranno sì anche scontri politici importanti, come ad esempio quello in Parlamento del 1923, ma alla fine l’amicizia tornerà a ripercorrere il loro percorso di vita…»
Se Bombacci diventò il nemico “numero uno” dei camerati di Benito che cantavano «con la barba di Bombacci faremo spazzolini per lucidare le scarpe di Mussolini», il figlio del gendarme pontificio e il figlio del fabbro non si persero mai di vista, anche quando cominciarono a fronteggiarsi su sponde opposte a cominciare dalla scelta interventista del tribuno di Predappio del 1914. E dopo che, negli anni Venti, Nicolino cadde in disgrazia tra i comunisti italiani (ma non in Russia), Benito non mancò mai di sostenere dietro le quinte il suo vecchio compagno ridotto quasi sul lastrico. E, dopo il 25 luglio, quando Mussolini finì a Salò, Bombacci lo seguì: di nuovo insieme fino alla morte.
– CINNI DI GUERRA. Memorie e fantasie dei bimbi che videro passare il fronte, di Giacomo e Giuseppe Savini. «Ognuno, per così dire, ha la sua guerra…» spiega Antonio Faeti nelle sue righe introduttive; in queste pagine se ne raccontano tante di piccole guerre, senza assolutamente la necessità di un rigore storico. Gli ultimi testimoni del grande conflitto mondiale che segnò la storia del secolo scorso sono gli ottantenni di oggi ossia quanti, all’epoca del passaggio del fronte, non erano altro che piccoli bambini: cinni di guerra.
Cinni perché questa breve raccolta di storie, oltre ad avere escluso coloro – ormai pochi – che erano già adolescenti, ha dato anche una limitazione geografi ca: Bologna, la città, la collina e la sua pianura investite fra il 1943 e il 1945 dal lento passaggio del fronte. Oltre un centinaio di racconti brevi e meno brevi che dalla loro consueta dimensione orale, utile per essere reinventati a piacimento e ripetuti a figli e nipoti, abbiamo voluto riportare in queste pagine così da essere conservati ancora a lungo.
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