Economia e Società
La bolletta nucleare (articolo
di Gianni Silvestrini.
Dal sito www.qualenergia.it)
Esempi recenti dimostrano come il
nuovo nucleare comporti un aumento delle bollette elettriche.
Coinvolgere il nostro paese nell’atomo inoltre non darà ricadute
positive all’industria nazionale e taglierà le gambe a rinnovabili
ed efficienza energetica.
"Imbarcarsi nel nucleare ora
significa fare un regalo ai francesi, con ricadute limitate per le
nostre industrie e con un aggravio per le bollette. Rispetto
all’impatto economico risulta istruttiva l’esperienza degli Usa
dove alcune compagnie elettriche, allettate da importanti aiuti
pubblici, vorrebbero ritentare l’avventura atomica 30 anni dopo il
più grande disastro industriale della storia, che ha visto aziende
elettriche sull’orlo della bancarotta, centrali nucleari mai
completate, tariffe alle stelle …
Le utilities americane che stanno
ora ritentando la carta atomica, incontrano però non pochi ostacoli,
a iniziare dal reperimento delle risorse. Significativo il caso della
Progress Energy Florida che aveva ottenuto tre anni fa
l’autorizzazione a ritoccare le tariffe per finanziare una nuova
centrale atomica, da completare nel 2017, vicino a Tampa. Sennonché
nei mesi scorsi i clienti si sono trovati aumenti dell'11% nelle
bollette. Sono seguite proteste generalizzate che hanno costretto la
compagnia a fare marcia indietro.
E in Europa l’esperienza del
reattore in costruzione in Finlandia a Olkiluoto, con 1,5 miliardi di
extracosti e un contenzioso aperto tra committenti e costruttori su
chi dovrà farsi carico di questo onere, è altrettanto
significativo.
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Inserito da redazione il Mer, 2009-03-04 09:24
Il freno
europeo allo spreco da stand-by (Articolo e foto
dal sito www.qualenergia.it
)
Il regolamento europeo approvato a
fine anno stabilisce che dal 2011 gli elettrodomestici in modalità
stand-by dovranno assorbire meno di 1 W. Ne parliamo con gli esperti
dell'Efficiency Research Group del Politecnico di Milano
È l’equivalente
energetico del rubinetto che gocciola: l’esempio di come
un’inefficienza minima se vista a livello del singolo caso, possa
rivelarsi uno spreco enorme a livello complessivo. Il consumo degli
elettrodomestici in stand-by nel solo 2005 in Europa è costato ben
47 TWh pari a 19 Mt di emissioni di CO2 in più. Tanto che l’Unione
Europea ha deciso finalmente di fissare il rubinetto e fermare lo
spreco: con un regolamento emanato a fine dicembre la Commissione ha
stabilito limiti precisi per i consumi degli elettrodomestici in
modalità spenta o standby.
Dal 2011, un anno
dopo l’entrata in vigore del regolamento, che mette in pratica la
direttiva 2005/32/CE , gli apparecchi venduti in Europa in modalità
spenta o stand-by non potranno superare 1 W di potenza assorbita, 2 W
se la modalità stand-by serve ad illuminare un display che dia
informazioni. Nel 2014 i limiti saranno ulteriormente abbassati,
dimezzando le soglie.
Di consumi in
stand-by e del nuovo regolamento abbiamo parlato con l’ingegner
Andrea Roscetti dell’energy Efficiency Research Group del
Politecnico di Milano.
Ingegnere, quali sono le
potenzialità di riduzione dei consumi del regolamento appena
adottato?
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Inserito da redazione il Mar, 2009-02-17 08:32
M’ILLUMINO DI MENO 2009
Giornata del Risparmio Energetico
- venerdì 13 febbraio 2009 -
Per il quinto anno consecutivo
Caterpillar lancia per il 13 febbraio 2009 M’illumino
di meno, la grande giornata di mobilitazione internazionale
in nome del risparmio energetico.
Dopo il successo delle passate
edizioni, i conduttori Cirri e Solibello chiederanno nuovamente agli
ascoltatori di dimostrare che esiste un enorme, gratuito e sotto
utilizzato giacimento di energia pulita: il risparmio. L’invito
rivolto a tutti è quello di spegnere luci e dispositivi elettrici
non indispensabili il 13 febbraio 2009 dalle
ore 18.
Nelle precedenti edizioni M’illumino
di meno ha contagiato milioni di persone impegnate in un’allegra
e coinvolgente gara etica di buone pratiche ambientali. Semplici
cittadini, scuole, aziende, musei, gruppi multinazionali, società
sportive, istituzioni, associazioni di volontariato, università,
commercianti e artigiani hanno aderito, ciascuno a proprio modo, alla
Giornata del Risparmio. Lo scorso anno il “silenzio
energetico” coinvolse simbolicamente le piazze principali in
Italia e in Europa: a Roma il Colosseo, il Pantheon, la
Fontana di Trevi, il Palazzo del Quirinale, Montecitorio e Palazzo
Madama, a Verona l’Arena, a Torino la
Basilica di Superga, a Venezia Piazza San Marco, a
Firenze Palazzo Vecchio, a Napoli il
Maschio Angioino, a Bologna Piazza Maggiore, a Milano
il Duomo e Piazza della Scala ma anche Parigi, Londra,
Vienna, Atene, Barcellona, Dublino, Edimburgo, Sofia, Palma de
Mallorca, Lubiana si sono “illuminate di meno”, come
altre decine di città in Germania, in Spagna, in Inghilterra, in
Romania.
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Inserito da redazione il Gio, 2009-02-05 08:57
2008, anno delle Regioni? E' quanto si chiede Gianni Silvestrini in un editoriale sul sito www.qualenergia.it , a commento della indicazione della Finanziaria che prevede che nel
2008 per ciascuna Regione sia definito un target per le rinnovabili
al 2020 e un conseguente piano energetico ambientale.
"E’ un momento felice per le
rinnovabili. Un ruolo decisivo l’ha svolto l’obbiettivo del 20%
al 2020, caduto come un masso nel lago della programmazione
energetica della maggior parte dei paesi europei. Prendiamo l’Italia,
grande ritardatario nella generazione di energia verde, con un valore
che negli ultimi 10 anni non si è schiodato dai 45-55 TWh/a
(46,5 TWh nel 1996, 52,3 TWh nel 2006), con oscillazioni determinate
dalla idraulicità dei diversi anni.
Fino a qualche mese fa la discussione
ruotava sul continuo slittamento dell’obbiettivo, già
edulcorato dal Governo, di 76 TWh rinnovabili che avremmo dovuto
raggiungere nel 2010. Poi è arrivata la decisione “vincolante”
dei 27 capi di governo dello scorso 8 marzo sugli obbiettivi al 2020.
Rapidamente è stato elaborato un “position paper” che
indica in oltre 100 TWh/a il potenziale raggiungibile nel prossimo
decennio. Nello stesso documento della Presidenza del Consiglio si
ipotizza addirittura una quintuplicazione della produzione termica
rinnovabile.
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Inserito da redazione il Mer, 2007-12-05 06:17
Un libro pubblicato recentemente, di G.B. Zorzoli "Il mercato
elettrico italiano" ( Barbera Editore, 2007, pp. 140, s.i.p.), fornisce gli
elementi essenziali per comprendere come funziona questo strano
mercato. Lo fa ripercorrendo innanzi tutto l’evoluzione dei sistemi
elettrici dalla loro infanzia alla maturità, condizione
necessaria per fornire una motivazione non ideologica del passaggio
da un’organizzazione basata su monopoli verticalmente integrati
all’attuale processo di liberalizzazione, di cui descrive le fasi
più significative: partendo dall’Inghilterra, madre di tutte
le liberalizzazioni, per arrivare al caso italiano, figlio delle
norme fissate nelle direttive europee.
Di mercato elettrico si parla e si
scrive molto, dando per scontato che, visto che tutti hanno almeno
un’idea grossolana di cos’è un mercato, l’aggettivo
posposto al sostantivo abbia la mera funzione di specificare il
settore a cui ci si riferisce.
Non
è così. Il mercato elettrico è molto diverso da
quello che presiede all’usuale scambio di beni e servizi. Innanzi
tutto perché per una parte non piccola (trasmissione e
distribuzione dell’energia) siamo in presenza di un monopolio
naturale. In secondo luogo per l’impraticabilità del
trasporto dell’elettricità a grandissime distanze e le
difficoltà che si frappongono anche alla sua trasmissione
transfrontaliera. Appare già difficile unificare il mercato
europeo, andare oltre è, almeno per ora, pura utopia. Di
conseguenza possiamo tranquillamente affermare che il mercato
dell’energia elettrica non è globalizzabile, come invece è
avvenuto per quasi tutto il resto dell’economia. Ultima
singolarità, l’energia elettrica non è
immagazzinabile, se non in piccolissime quantità, per cui deve
essere scambiata in tempo reale.
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Inserito da redazione il Mer, 2007-12-05 05:59
"Nucleare e carbon sequestration
assorbono molte più risorse per la ricerca rispetto alle
rinnovabili dal potenziale gigantesco". Editoriale pubblicato sul sito www.qualenergia.it , insieme ad altri articoli che illustrano e commentano i molteplici aspetti delle scelte in campo energetico, in Italia e nel mondo.
"A fronte della necessità di
drastiche riduzioni delle emissioni climalteranti nei prossimi
decenni il mondo cerca tecnologie e politiche efficaci. A parte
l’aumento dell’efficienza energetica, soluzione su cui tutti
concordano, tre opzioni si contendono attenzione e finanziamenti.
Innanzitutto il nucleare, che forti
interessi cercano di riportare alla ribalta dopo un paio di decenni
di difficoltà. Molti dei problemi iniziali rimangono e
bisognerà aspettare una ventina di anni per verificare costi e
affidabilità dei reattori di quarta generazione. E intanto i
prezzi dell’uranio vanno alle stelle, con aumenti di quasi 20 volte
dal 2001. Peraltro, l’incidente alla centrale nucleare giapponese
di Kashiwazaki causato da un terremoto di magnitudo 6,8 nella scala
Richter raffredda gli entusiasmi di coloro che puntano su di un
rilancio dell’ipotesi atomica e preoccupa un’opinione pubblica
alla quale non si è ancora potuto spiegare, dopo 40 anni, come
verranno smaltite le scorie radioattive.
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Inserito da redazione il Mer, 2007-07-18 14:44
