Economia e Società
Istruzione
e lavoro a Bologna: una lettura di genere
Nell'ambito
delle iniziative per celebrare il 25 novembre,
Giornata mondiale contro la violenza alle donne,
sono stati pubblicati a cura dell'Area
Programmazione, Controlli e Statistica
due approfondimenti statistici su "Istruzione
e percorsi scolastici: una lettura di genere" e "La
partecipazione delle donne e degli uomini al mercato del lavoro a
Bologna"
in 2 allegati che qui sotto presentiamo.
Nel
primo studio vengono analizzati i dati censuari del 2011 che
evidenziano l'innalzamento del livello di istruzione per entrambi i
generi e, in modo più significativo, per le donne Segue un'analisi
statistica sugli studi universitari di donne e uomini e sulla
rispettiva situazione occupazionale post laurea.
Il
secondo studio approfondisce il tema del lavoro attraverso un'analisi
di genere su alcuni indicatori statistici relativi all'occupazione,
all'imprenditorialità, ai redditi e alle pensioni.
http://statistica.comune.bologna.it
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Inserito da redazione il Gio, 2018-01-04 09:32
I redditi 2015
dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna
L’Ufficio Comunale
di Statistica ha diffuso l’aggiornamento del consueto studio sui
redditi dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna.
I contribuenti nel 2015 erano 293.587 con un reddito
imponibile complessivo di oltre 7,3 miliardi di euro; il
reddito imponibile medio è stato quindi pari a 24.955 euro, mentre
il reddito mediano si è attestato a 19.557 euro. Con questi
valori Bologna si conferma sul podio della classifica dei redditi
delle maggiori città italiane. Due i principali aspetti positivi che
emergono dall’analisi: la tendenziale riduzione delle
differenze di genere, seppur ancora marcate, e il continuo
miglioramento nel tempo dei redditi degli anziani. Tra gli aspetti
negativi emergono invece le difficoltà della popolazione giovanile e
l’aumento, nel medio periodo, della distanza tra i contribuenti più
abbienti e quelli più disagiati, mostrando così un lieve aumento
delle disuguaglianze.
* Il documento
completo, con dati, tabelle e grafici, è leggibile nell’allegato
a
questo articolo.
Ne anticipiamo
alcuni stralci:
...Nel 2015 il
10,2% dei contribuenti residenti risulta costituito da
stranieri e la percentuale sale al 16,3% tra chi ha meno
di 60 anni di età….
...Il reddito
mediano sancisce il divario esistente a sfavore degli stranieri: gli
italiani dichiarano mediamente circa 21.000 euro, mentre gli
stranieri poco più di 10.000. Solo nel caso dei giovanissimi, la cui
numerosità è peraltro molto ridotta, gli italiani guadagnano meno
degli stranieri…..
….Dall’analisi
delle principali tipologie familiari, sempre con i limiti insiti nei
dati di natura anagrafica, si rileva che quasi 51.000 contribuenti
sono donne sole e oltre 37.600 uomini soli; il reddito mediano
dichiarato dai single è decisamente più alto per gli uomini (21.900
euro) rispetto alle donne (19.100 euro circa) che vivono in questa
condizione. Lo stesso divario si nota considerando la tipologia dei
padri soli con uno o due figli e delle madri sole con uno o due
figli: mentre infatti nel primo caso il reddito mediano pro capite
dichiarato è pari rispettivamente a 18.700 euro e a 13.000 circa,
nel secondo si scende a quasi 13.300 euro e a 8.300…..
…..Considerando
ora il reddito mediano pro capite equivalente (di nuovo secondo la scala OCSE
modificata), la migliore performance tra le diverse tipologie di
famiglia è quella ottenuta dai coniugi senza figli, seguiti dai
padri soli con un figlio e dai coniugi con un figlio.
Di nuovo invece
si nota la difficile situazione delle coppie in cui sono presenti 3
figli, che occupano la posizione più svantaggiata dopo quella delle
donne sole con due figli.
** Info:
http://statistica.comune.bologna.it
Il
Dirigente dell'Ufficio Comunale di Statistica Area Programmazione
Controlli e Statistica Dott. Franco
Chiarini
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Inserito da redazione il Gio, 2018-01-04 09:14
- Le imprese a
Bologna nel 2016
Il numero di
imprese attive a fine 2016 nel comune di Bologna (32.459) si è
mantenuto sostanzialmente stabile (appena 36 unità in più
nell’ultimo anno). In ulteriore crescita le attività
operanti nel comparto ricettivo e di ristorazione, nei servizi alle
imprese, nell’istruzione e nella sanità; ancora in calo invece il
commercio, il settore immobiliare e quello manifatturiero.
Tra il 2008 e il
2016, nel pieno della crisi economica globale, in città si sono
perse 220 imprese (con un calo dello 0,7%).
Nel 2016 si conferma
la crescita in città del numero di stranieri titolari di imprese
individuali (oltre 3.700, 132 in più rispetto a fine 2015).
Invariate nel 2016 le cooperative con sede nel comune di Bologna,
mentre calano lievemente le imprese artigiane (-15 imprese nel 2016).
Si segnala la crescita delle imprese a guida femminile, aumentate nel
2016 di oltre 70 unità (+1,1%); contemporaneamente si registra un
calo delle imprese giovanili, scese in un anno dell’1,6% (-46 unità
attive).
** Il report
completo è leggibile nel documento allegato sottostante
- Il mercato
del lavoro nell'area metropolitana bolognese nel 2016
La Città
metropolitana di Bologna nel 2016 ha segnato una crescita di circa
22.000 occupati e al contempo ha visto il tasso di
disoccupazione passare dal 7,2% del 2015 all’attuale 5,4% (quasi
8.000 disoccupati in meno), mostrando un livello e una dinamica
decisamente più favorevoli rispetto a quelli registrati in ambito
regionale.
Nel 2016 gli
occupati della Città metropolitana di Bologna sono complessivamente
circa 465.000, in aumento del 5% rispetto al 2015 (+22.200 circa).
Sono in crescita sia gli occupati maschi (circa 10.700 unità, pari
al +4,5%) sia le donne lavoratrici (circa 11.500 unità, pari al
+5,6%). Nel comune di Bologna risultano occupati circa 175.300 mila
individui, pari a circa il 38% dei lavoratori su scala metropolitana.
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Inserito da redazione il Mer, 2017-06-14 09:49
Nel
2015 gli occupati della Città metropolitana di Bologna sono
complessivamente circa 442.600, circa 1.400 in meno rispetto al 2014
(-0,3%). Il calo degli occupati maschi (circa 4.500 unità, pari al
-1,8%) ha più che compensato l’aumento delle donne lavoratrici
(circa 3.000 unità pari al +1,5%). Nel comune di Bologna risultano
occupati circa 173 mila individui pari al 39% dei lavoratori su scala
metropolitana.
La
Città metropolitana di Bologna nel 2015 si posiziona in testa alla
graduatoria delle principali province italiane per tasso di
occupazione totale, maschile e femminile.
Rispetto
al settore di attività economica l’industria risulta
sostanzialmente stabile rispetto al 2014 e dà lavoro a circa 124.000
persone, pari al 28% dell’occupazione provinciale. Stabile anche il
settore dei servizi, dove lavora la maggior parte degli occupati
(70,7% pari a 313.000 persone).
Per
quanto concerne la disoccupazione, nell'intera area metropolitana
bolognese il numero delle persone in cerca di lavoro risulta di poco
superiore ai 34.500 individui, con un lievissimo incremento rispetto
al 2014 (circa 1.000 unità pari al +2,9%). Nel comune di Bologna i
disoccupati sono circa 14.000 e rappresentano oltre il 40% del totale
metropolitano.
Nel
2015 il tasso di disoccupazione della Città metropolitana si porta
al 7,2% dal 7% fatto registrare nel 2014. L’analisi per genere
evidenzia un leggero calo nell’ultimo anno della disoccupazione
femminile, passata dall’8,4% del 2014 all’8,1% del 2014, mentre
quella maschile (6,5%) cresce di oltre mezzo punto percentuale.
La
Città metropolitana nel 2015 occupa la terza posizione nella
graduatoria delle principali province italiane per minor tasso di
disoccupazione.
Passando
infine alla disoccupazione giovanile, si evidenzia per i giovani tra
i 18 e 29 anni un lievissimo miglioramento: il 2015 si chiude con un
tasso di disoccupazione al 23,8% contro il 24% del 2014.
Per
consultare lo studio si veda all'indirizzo
http://www.comune.bologna.it/iperbole/piancont/MercatoLavoroBologna/Mercato%20del%20lavoro_2015.pdf
Le
imprese a Bologna nel 2015
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Inserito da redazione il Mar, 2016-04-26 07:39
Nuovi aggiornamenti sull'andamento demografico ed economico di
Bologna e provincia, forniti dal Capo Dipartimento
Programmazione del Comune di Bologna Dott. Gianluigi Bovini ,
che qui riportiamo insieme agli allegati più dettagliati e approfonditi
- Le lancette dell'economia
bolognese - aggiornamento gennaio 2015
I primi dati di fine anno, disponibili per molti dei fenomeni
esaminati, forniscono un quadro aggiornato e vengono anche analizzati
in un arco temporale di medio periodo (dal 2008 a oggi)
caratterizzato dall’affermarsi di una crisi economica senza
precedenti dal secondo dopoguerra.
Anche nel 2014 la crisi economica ha fatto sentire i propri effetti a
livello locale; gli indicatori statistici ne testimoniano gli
evidenti impatti, mostrando tuttavia andamenti differenziati e in
diversi casi anche segnali positivi.
Il quadro che emerge è ancora costellato di criticità in
particolare per quanto concerne il mercato del lavoro, dove
gli occupati in regione sono in lieve calo e la disoccupazione, pur
in leggera discesa, si mantiene al di sopra del 7%; si confermano
inoltre le difficoltà delle imprese verso il sistema bancario, che
vede crescere le sofferenze.
Continua la fase critica per il commercio e per le costruzioni,
il cui numero di imprese attive in città è in diminuzione; sembra
tenere invece il manifatturiero, il cui tessuto produttivo è stabile
come sostanzialmente stabile su base annua è il complesso delle
imprese attive a Bologna, caratterizzate da una sempre maggiore
presenza di imprenditori extracomunitari.
La crisi del comparto delle costruzioni è confermata anche dalla
stasi della produzione edilizia in città, mentre a fronte di un
risveglio delle compravendite i prezzi delle abitazioni sono ancora
in calo. Buone notizie invece dall'export che,
recuperati integralmente gli effetti negativi della crisi, continua a
crescere sostenendo in modo significativo l'economia provinciale.
Ulteriori segnali positivi vengono dal forte calo della cassa
integrazione e anche dalla diminuzione degli importi dei protesti e
del numero di fallimenti tra le ditte bolognesi.
Un comparto importante per l'economia cittadina è quello
turistico, che continua a mostrare segni positivi sia per gli
arrivi che per le presenze, con un apporto significativo da parte
della clientela straniera che contribuisce ad alimentare anche un
movimento aeroportuale costantemente in crescita. Infine l'inflazione
nel 2014 è risultata molto contenuta, elemento sicuramente positivo
per i consumatori ma indice di una perdurante crisi dei consumi.
A fronte di questo quadro che illustra in estrema sintesi la
congiuntura locale nel 2014, le prospettive future, che fino a
qualche settimana fa viravano al ribasso, sono negli ultimi giorni
tornate ad essere più ottimistiche.
Secondo le recenti stime di
Confindustria confermate in parte anche dalla Banca d'Italia, per
l’economia italiana il 2015 si annuncia come un anno di
svolta: dovrebbe terminare la lunga e profonda recessione
iniziata nel 2008 con un ritorno a variazioni positive per PIL e
occupazione.
Le tendenze demografiche a
Bologna nel 2014
La popolazione residente a Bologna alla data del 31 dicembre 2014
ammontava
a 386.181 unità, in aumento di quasi 2.000 abitanti rispetto
alla fine del 2013 (+0,5%). Nel 2014 nuovo record delle
nascite: 3.296 bambini, un numero di nati che non si era più
raggiunto dal 1977 e che supera il recente primato di 3.177 nati
registrato nel 2009; in lievissima flessione i decessi,
complessivamente 4.555 (28 in meno rispetto all'anno precedente). Il saldo migratorio si mantiene ampiamente positivo ed è pari a
+3.200 unità. Riprende ancora la crescita degli stranieri residenti,
in complesso quasi 58.000 (circa 1.700 in più in un anno).
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Inserito da redazione il Mer, 2015-03-04 06:28
I redditi 2012 dichiarati dalle
cittadine e dai cittadini di Bologna.
Alcune disuguaglianze fra
generazioni, generi, nazionalità e territori.
Lo studio, curato dal Dipartimento Programmazione del Comune di
Bologna analizza le
dichiarazioni dei redditi 2012 presentate dalle cittadine e dai
cittadini bolognesi, evidenziando alcune disuguaglianze
generazionali, di genere, di nazionalità e territoriali.
Questi i principali risultati che
emergono dall'analisi:
- a Bologna nel 2012 quasi 296.000 contribuenti (oltre 1.600 in
meno rispetto al 2011). Se si opera il confronto con il 2008 il
numero di contribuenti si è ridotto di quasi 7.500 unità;
- 7 miliardi di reddito imponibile dichiarato e oltre 1,6 miliardi
di imposta netta pagata dai contribuenti bolognesi nel 2012;
- nel 2012 il reddito imponibile medio di ogni contribuente
bolognese è risultato pari a 23.682 euro (con un’imposta netta
pagata di 5.479 euro);
-
oltre il 50% dei contribuenti bolognesi dichiara meno di 20.000
euro e detiene una quota complessiva dei redditi pari al 21,4%;
- solo il 3,1% dei contribuenti bolognesi dichiara più di 80.000
euro e detiene quasi un quinto del totale dei redditi dichiarati;
- il fenomeno della concentrazione dei redditi è molto
differenziato in relazione al genere. Fra i contribuenti maschi la
quota di chi dichiara più di 80.00 euro sale al 5% (con una quota
del 26,4% del totale dei redditi dichiarati dagli uomini). Fra le
donne questa fascia di contribuenti scende all’1,4% (con una quota
del 9,3% dei redditi dichiarati);
- in considerazione della diversa incidenza del fenomeno della
concentrazione dei redditi per confrontare il divario di genere è
opportuno usare il reddito mediano (che è il valore del reddito che
divide esattamente a metà la platea dei contribuenti). Nel 2012 a
Bologna il reddito mediano degli uomini è pari a 21.190 euro e
quello delle donne a 16.507 euro (con uno scarto percentuale del
28,4% a favore degli uomini);
- rispetto a dieci anni prima questo divario di genere misurato
dal reddito mediano si è sensibilmente ridotto: nel 2002 lo scarto
percentuale a favore degli uomini era del 39% (quasi 11 punti in più
rispetto al 2012);
- nel tempo il divario di genere nei redditi dichiarati si riduce
in modo significativo. Permane una differenza importante, attenuata
se si prende in considerazione oltre ai redditi anche il dato del
patrimonio immobiliare. Nella nostra città quasi il 57% dei redditi
da fabbricati è dichiarato da contribuenti donne, a testimonianza di
una distribuzione della proprietà immobiliare equilibrata sotto il
profilo del genere.
- se si opera il confronto dei redditi dichiarati dalle diverse
generazioni emerge con nettezza l’elevata quota di redditi
dichiarata da contribuenti in età superiore a 60 anni. A Bologna nel
2012 questi contribuenti sono il 40,4% del totale e dichiarano il 42%
del totale dei redditi (ben 6 punti percentuali in più rispetto al
2002);
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Inserito da redazione il Sab, 2014-09-20 06:17
I
redditi 2011 dichiarati dai cittadini over 60 a Bologna
Il Dipartimento Programmazione ha recentemente diffuso uno studio sui
redditi dichiarati a Bologna nel 2011 dai contribuenti con 60 anni o
più di età . Si è ritenuto così di approfondire, pur con la
consapevolezza dei limiti derivanti dai dati di natura fiscale, la
situazione economica delle persone che, in larga maggioranza,
percepiscono redditi di natura pensionistica.
I contribuenti over 60 nel 2011 a Bologna erano 120.660 con un
reddito imponibile complessivo di oltre 2,9 miliardi di euro; il
reddito imponibile medio è stato quindi pari a 24.280 euro. Si
rileva tuttavia che la metà dei contribuenti appartenenti a questa
fascia di età dichiarava un reddito inferiore a 18.000 euro (cosiddetto reddito mediano). Penalizzate,
come spesso accade, le donne (meno di 18.000 euro mediamente
dichiarati). Lo studio esamina inoltre i forti divari reddituali
esistenti fra le diverse zone cittadine e analizza quanto dichiarato
dagli over 60 secondo le principali tipologie familiari di appartenenza.
Nel
2013 risiedevano a Bologna 121.263 persone con età maggiore o uguale
di 60 anni. la grande
maggioranza di esse (59%) è costituita da donne. La presenza
femminile diviene ancor più preminente, come mostra il grafico a
destra, con l’aumentare dell’età, infatti mentre nella classe 60-64 anni di età le donne sono il 54,2%, esse divengono il 70,3%
del totale tra gli ultraottantacinquenni.
A Bologna nel 2013 gli over 60 il 31,6% della rappresentavano
popolazione complessiva.
Le persone fisiche con età da 60 anni in su che hanno presentato la
dichiarazione dei redditi nel 2012 a Bologna sono state oltre
120.600.
Il 58% del totale è costituito da donne, che diventano però oltre
il 69% tra gli ultraottantacinquenni.
*Il
documento integrale è leggibile sul sito del Comune alla voce PresentazioneANZIANIredditi2011.pdf
Info: Il Capo Dipartimento Dott. Gianluigi Bovini Dipartimento
Programmazione piazza Liber Paradisus n.10 - Torre B
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Inserito da redazione il Mar, 2014-07-01 06:42
Città a confronto. Bologna tra
valori alti e intermedi
Su iniziativa del Settore
Statistica del Comune di Bologna, Città a confronto esce ora
in una nuova edizione completamente rinnovata nello stile e nei
contenuti, che verranno aggiornati con continuità. Il prodotto presenta per tutte le
città italiane con più di 200.000 abitanti i dati più
significativi in ambito demografico, sociale, economico e
ambientale, facilitando così le comparazioni e proponendo anche
link utili per eventuali approfondimenti.
Le pagine web hanno sostituito le
pagine pensate per un utilizzo cartaceo e i grafici interattivi hanno
preso il posto delle graduatorie generate da un foglio di calcolo;
la nuova edizione è stata inoltre costruita per essere
visualizzabile anche da dispositivi mobili (smartphone e tablet).
L’indirizzo internet è il
seguente: http://statistica.comune.bologna.it/cittaconfronto
Dai dati del 15° Censimento
della popolazione 2011 sono 16 le città italiane con una
popolazione superiore ai 200.000 abitanti: la più popolosa è Roma
con 2,6 milioni di cittadini; appena sopra la soglia prescelta
Taranto, con 200.154 residenti. Bologna è la settima città
italiana per taglia demografica (tra Genova e Firenze)
con una popolazione legale al censimento 2011 di 371.337 unità.
In Italia le donne costituiscono la
maggioranza della popolazione: il loro numero supera infatti
quello degli uomini di quasi 2 milioni di unità: a livello nazionale
ogni 100 donne si contano solo 93,7 uomini. A Bologna il
rapporto tra i sessi è di 86,7 uomini ogni 100 donne.
Solo a Firenze la presenza femminile risulta più accentuata. La
predominanza numerica del genere femminile è anche
conseguenza dell’invecchiamento della popolazione, poiché è noto
che le donne vivono in media più degli uomini.
Il censimento disegna per la nostra
città un quadro preciso da questo punto di vista: Bologna
è fra le grandi città quella con la più bassa percentuale di
giovani fino ai 14 anni e con la più alta presenza
relativa di anziani di 80 anni e oltre. Questo
nonostante un’incidenza abbastanza elevata (13,6% a fine 2012)
di stranieri, mediamente molto più giovani dei cittadini
italiani.
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Inserito da redazione il Mar, 2014-03-11 11:13
LE LANCETTE DELL’ECONOMIA
BOLOGNESE
Un primo bilancio delle
principali tendenze del 2013 ** Con aggiornamento al gennaio 2014, in allegato
In questo numero di fine anno de “Le lancette dell’economia
bolognese” si vuole tracciare un primo bilancio della
congiuntura economica nel 2013, inquadrando anche le tendenze in un
arco temporale di medio periodo (2008- 2012) caratterizzato
dall’affermarsi di una crisi economica senza precedenti dal
secondo dopoguerra.
Anche nel 2013, che sta volgendo ormai al termine, la crisi economica
tuttora in atto ha fatto sentire i propri effetti a livello locale;
gli indicatori statistici ne testimoniano gli evidenti impatti,
mostrando tuttavia andamenti differenziati e in qualche caso anche
segnali positivi.
Molte però sono ancora le ombre nel panorama economico locale. Il
problema più drammatico anche nei nostri territori è senza dubbio
quello del lavoro. Dal punto di vista occupazionale il
terzo trimestre 2013 vede in regione (massimo dettaglio territoriale
disponibile in corso d’anno) ancora una volta un andamento in
flessione rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente: calano gli occupati (-0,7%) e parallelamente aumenta
il numero dei disoccupati (+16,9%), facendo salire il tasso
di disoccupazione regionale al +6,4%. In questo contesto si colloca
anche la preoccupante esplosione avvenuta negli ultimi anni del tasso
di disoccupazione giovanile: quello riferito alla popolazione fra i 18 e i 29 anni risulta in forte crescita e nel
2012 aveva già superato in provincia di Bologna il 20%, a fronte di
un valore di appena il 3% nel 2008.
Parallelamente risulta in aumento in provincia di Bologna nel periodo
gennaio-novembre 2013 il ricorso alla cassa integrazione con un
incremento del +6,1% (complessivamente quasi 17,6 milioni di
ore autorizzate nei primi undici mesi dell’anno in corso). Questa
crescita è dovuta esclusivamente all’aumento della gestione
straordinaria, salita di quasi il 30% rispetto all’analogo periodo
del 2012, mentre risultano in calo sia la gestione ordinaria che
quella in deroga.
Nel 2013 si registra anche un significativo
aumento dei fallimenti (90 nei primi dieci mesi
dell’anno), il 36,4% in più rispetto all’analogo
periodo del 2012. In forte calo invece nello stesso periodo il valore
economico degli oltre 7.000 protesti levati a carico di ditte o
persone residenti nel comune di Bologna (-18%). In crescita nel
secondo trimestre 2013 anche le sofferenze bancarie.
Il mercato immobiliare stenta a risollevarsi e mostra ancora segnali
negativi per le nuove edificazioni nel territorio comunale: tra
gennaio e novembre 2013 calano del 53,2% le abitazioni
progettate (complessivamente 125 a Bologna), mentre gli
alloggi ultimati sono stati appena 32 (-85,2% sullo stesso periodo
dello scorso anno).
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Inserito da redazione il Ven, 2013-12-27 17:25
I redditi 2011 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di
Bologna.
Alcune disuguaglianze fra generazioni, generi, nazionalità e
territori.
Lo studio, curato dal Dipartimento Programmazione del
Comune di Bologna (* ) analizza le dichiarazioni
dei redditi 2011 presentate dalle cittadine e dai
cittadini bolognesi, evidenziando alcune disuguaglianze
generazionali, di genere, di nazionalità e territoriali.
A Bologna nel 2011 i contribuenti erano 297.473 con
un reddito imponibile complessivo ai fini dell’addizionale comunale
all’Irpef di quasi 7,1 miliardi di euro; l’imposta netta pagata
ammontava in totale a oltre 1,6 miliardi di euro.
Il reddito imponibile medio per ogni contribuente
bolognese è risultato quindi di 23.757 euro (nel 2010 era
pari a 23.771 euro), corrispondente a un’Irpef netta media pagata
di 5.497 euro. E' però opportuno rilevare che a Bologna la metà dei
contribuenti nel 2011 dichiarava un reddito inferiore a 18.458 euro
(cosiddetto reddito mediano).
I redditi
degli uomini e delle donne
L’analisi delle dichiarazioni dei redditi 2011 relativi alle
cittadine e ai cittadini bolognesi evidenzia ancora una significativa
differenza di genere. I contribuenti maschi (141.881)
hanno dichiarato complessivamente un reddito imponibile di oltre 4,1
miliardi di euro; le contribuenti (155.592)
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Inserito da redazione il Ven, 2013-11-01 09:21
Automobili Lamborghini celebra
questo il 50° anniversario con una serie di iniziative che avranno
luogo nel corso dell'anno in Italia e all’estero.
Il
culmine delle celebrazioni sarà nei prossimi giorni di maggio, nella stessa settimana in
cui 50 anni addietro l’Azienda venne iscritta nel registro delle
imprese e venne posata la prima pietra dello stabilimento a
Sant’Agata Bolognese, con il “Grande Giro
Lamborghini 50° Anniversario”,
atteso come il più grande raduno Lamborghini della storia, a cui
saranno chiamati a partecipare proprietari e concessionari da tutto
il mondo con le proprie Lamborghini.
Dal 7 al 11 maggio 2013, infatti,
1.200 km del territorio italiano sarà teatro per centinaia di
Lamborghini, dalle indimenticabili GT storiche alle avveniristiche
supercar attuali, che arriveranno da ogni parte del pianeta per
sfilare tra le più belle città d'Italia.
Martedì 7 maggio le vetture
Lamborghini si ritroveranno a Milano,
capitale del design e della moda italiana, e da lì partiranno l’8
maggio per Forte dei Marmi,
una delle più esclusive località della costa tirrenica italian
Giovedì 9 maggio la carovana
ripartirà per Roma con
l’arrivo trionfale nel centro storico in serata.
* Venerdì 10 le auto
ripartiranno alla volta di Bologna, passando per Orvieto e arrivando
nel capoluogo emiliano in serata.
** Sabato 11 maggio sarà la
giornata celebrativa di chiusura: le
auto partiranno in parata da Bologna per
raggiungere la sede storica di Sant’Agata Bolognese, dove
i partecipanti potranno visitare il museo storico, lo stabilimento
produttivo e vivere il mondo Lamborghini attraverso numerose attività
di intrattenimento. A seguire una cena di gala all’interno della
fabbrica. Ogni
sosta cittadina offrirà al pubblico degli appassionati la
possibilità di ammirare le vetture.
Per
tutto il 2013 un sito dedicato www.lamborghini50.com
accompagnerà clienti e fan Lamborghini con aggiornamenti, news,
dettagli sul percorso e programma del Giro.
** Nell'occasione non si può non ricordare Ferruccio Lamborghini, nato a
Renazzo (Cento-Fe)
il 28 aprile 1916 e morto a Perugia il 20 febbraio 1993, è stato
l'imprenditore italiano fondatore della casa automobilistica che
porta il suo nome. Figlio di agricoltori, durante la seconda guerra
mondiale, trova l'opportunità di sperimentare le sue doti meccaniche
come tecnico riparatore presso l'Aeronautica Militare Italiana (base
militare di Rodi).
Negli anni quaranta, la crescente domanda di trattori del mercato
italiano, unita all'esperienza acquisita nelle riparazioni, spingono
Ferruccio ad intraprendere la carriera di imprenditore nella
produzione di trattori. Compra veicoli militari avanzati dalla guerra
e li trasforma in macchine agricole.
Nel
1948, a Cento, fonda la Lamborghini Trattori
(l'origine
del logo aziendale è legata alla data di nascita di Ferruccio
Lamborghini: nel calendario zodiacale infatti il 28 aprile cade sotto
il segno del Toro, inoltre egli amava la corrida) e già nel corso
degli anni cinquanta e sessanta la Lamborghini Trattori diventa una
delle più importanti aziende costruttrici di macchine agricole in
Italia La sua fabbrica di trattori ebbe sede per vari anni a Pieve
di Cento.
Scritto in Cento (Fe) | Economia e Società | S. Agata bologneseleggi tutto | letto 1643 volte
Inserito da redazione il Lun, 2013-05-06 05:57
Bologna al "top" della qualità della vita negli
ultimi 15 anni: un sintetico confronto con le altre grandi
province italiane
Sulla base dei piazzamenti riportati tra il 1998 e il 2012 nella
classifica sulla qualità della vita stilata dal Sole 24 Ore,
Bologna risulta essere la prima grande provincia italiana nella
classifica generale. Negli ultimi 15 anni Bologna ha infatti
totalizzato 10 primi posti, scendendo due volte al secondo e al terzo
posto e una sola volta al quarto posto.
L’ormai consolidata classifica annuale del Sole 24 Ore sulla
qualità della vita nelle province italiane utilizza numerosi
indicatori che accomunano l’ambito di indagine del quotidiano
economico a quello recentemente sviluppato dall’Istat e dal
Cnel nell’ambito delle analisi sul benessere equo e
sostenibile (BES) e a quello del progetto UrBES,
la declinazione del BES in ambito urbano metropolitano.
Visto l’interesse del Comune di Bologna per queste tematiche, il
Dipartimento Programmazione ha ritenuto opportuno
approfondire in particolare i risultati ottenuti dalla provincia di
Bologna nelle classifiche annuali sulla qualità della vita diffuse dal Sole 24 Ore
nell’arco degli ultimi 15 anni. L’obiettivo è quello di fare
emergere la performance di Bologna nel medio/lungo periodo,
sintetizzando in un unico indicatore i risultati delle classifiche
annuali, e ponendolo a confronto con le 21 grandi province con popolazione superiore a 800.000
abitanti. Questa scelta consente un più corretto confronto tra ambiti
territoriali più simili tra loro per dimensione demografica e non
solo. Nello studio vengono prese in considerazione e sintetizzate le
classifiche generali di queste 21 province nell’arco degli ultimi
15 anni, nonché le classifiche per ciascuna delle sei seguenti aree
tematiche: affari e lavoro, ordine pubblico, popolazione, servizi
ambiente salute, tempo libero, tenore di vita. Sintetizzando in un unico indicatore i
piazzamenti riportati nel periodo 1998-2012, Bologna risulta essere la prima grande provincia
italiana nella classifica generale; lo è altresì per i
periodi 1998-2002 e 2008-2012 ed è seconda nel quinquennio
2003-2007. Negli ultimi 15 anni Bologna ha infatti totalizzato 10
primi posti in classifica generale, scendendo due volte al secondo e al terzo posto e una sola volta al quarto posto.
Lo studio evidenzia inoltre il piazzamento di Bologna in ciascuna
delle sei aree tematiche. Sono altresì consultabili le tavole
relative alle classifiche degli ultimi cinque anni per ciascuno dei
sei parametri che vanno a determinare la posizione in ogni singola
area tematica, per un totale di 36 indicatori.
* La nota è consultabile all'indirizzo
http://www.iperbole.bologna.it/iperbole/piancont/Qualitavita/QUALITADELLAVITA_SOLE24ORE_ultimax.pdf
Le multe a Bologna nel 2012
Scritto in Area Metropolitana - ex Provincia | Bologna | Economia e Societàleggi tutto | letto 1374 volte
Inserito da redazione il Ven, 2013-04-26 14:31
Il turismo a Bologna nel 2012
Il Settore Statistica del Dipartimento Programmazione
ha diffuso recentemente la nota annuale sul turismo a Bologna nel
2012.
Nel documento si evidenzia come, malgrado la difficile situazione
economica, anche il 2012 sia stato un anno positivo per il turismo
bolognese, con un incremento degli arrivi superiore
rispetto a quello registrato nel 2011.
Lo scorso anno hanno soggiornato nella nostra città 971.354
turisti (+2,8% rispetto al 2011), di cui 569.278 italiani
(+3,5%) e 402.076 stranieri (+1,7%). Le presenze complessive passano
invece da 1.985.358 nel 2011 a 2.036.594 nel 2012 con un aumento pari
al +2,6%.
Con riferimento all'andamento del turismo nel corso del 2012 a
Bologna e negli altri comuni della provincia viene analizzata, per
entrambi gli ambiti territoriali, l'evoluzione degli arrivi e delle
presenze per le varie tipologie di esercizio e secondo la provenienza
dei flussi turistici interni ed esteri.
Nell'allegato tutti i dati
Info: Comune di Bologna Dipartimento Programmazione piazza Liber
Paradisus n.10 - Torre B 40129 Bologna o via fax a: 0512195700
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Inserito da redazione il Mer, 2013-04-17 07:09
Venerdì
15 Marzo 2013, nel
corso della seduta solenne del Consiglio
comunale di Bologna per
celebrare la "Giornata
della donna",
il presidente dell'Istituto Nazionale di
Statistica,
Enrico
Giovannini,
ha presentato una relazione dal titolo
"Donne, lavoro, economia".
Il
Settore Statistica, per l'occasione, ha elaborato una breve nota
"Le donne e il mondo del lavoro" contenente alcune
sintesi per genere sull'andamento del mercato del lavoro e
sull'imprenditoria femminile a livello locale. Ecco il documento. Più ampie imformazioni e grafici
nell'allegato a questo articolo
Le donne e il mondo del lavoro
Dati sulle forze di lavoro disaggregati
per genere e sull’imprenditoria femminile a Bologna al 15 marzo 2013
Le forze di lavoro. La
popolazione attiva
• In provincia di Bologna su 100
individui attivi 54 sono uomini e 46 donne. Questa proporzione appare
stabile negli ultimi anni. Il tasso di attività nel 2012 (73,8%) è
pari al 79,3% per i maschi e al 68,4% per le femmine.
• Nel 2012 il tasso di attività in
provincia di Bologna supera quello italiano di quasi 10 punti
percentuali e di 1 punto percentuale quello regionale.
Fra le principali province italiane
Bologna mostra il più elevato tasso di attività femminile e totale,
mentre per quello maschile si posiziona al secondo posto alle spalle
della provincia di Firenze.
Gli occupati (1)
• Anche fra gli occupati le donne
rappresentano a Bologna il 46% del totale.
• Il tasso di occupazione per la
popolazione fra i 15 e i 64 anni a Bologna nel 2012 è pari al
68,6%, in calo di un punto percentuale rispetto all'anno precedente.
Se si fa riferimento all'ultimo quinquennio, caratterizzato
dall'affermarsi di una crisi economica senza precedenti recenti, il
calo è di circa 4 punti percentuali. La riduzione del tasso di
occupazione ha accomunato donne e uomini: per le prime il tasso di
occupazione nel 2012 tocca il 63,7% contro il 73,6% dei maschi. La
riduzione nell'arco degli ultimi 5 anni va dai circa 3 punti
percentuali per le donne occupate ai quasi 5 punti per i loro
colleghi maschi.
Gli occupati (2)
• In forte calo è anche il tasso di
occupazione giovanile. Anche nella realtà bolognese questo si
caratterizza forse come il problema più acuto: ad esempio
l'occupazione dei giovani fra i 18 e i 29 anni è calata nella nostra
provincia dal 68% del 2008 al 48,1% del 2012. In questo contesto il
tasso di occupazione delle giovani lavoratrici (18-29 anni) è pari
al 46,9%, in calo di quasi 17 punti percentuali rispetto al 2008; per
i maschi la situazione occupazionale peggiora nell'ultimo quinquennio
di quasi 23 punti percentuali, scendendo dal 72% del 2008 al 49,3%
del 2012.
• In questa situazione di recessione
che si prolunga ormai da alcuni anni, il confronto con gli altri
territori vede per la provincia di Bologna una lieve riduzione del
divario a proprio favore rispetto al dato nazionale
sull'occupazione.
Dal confronto con le principali
province italiane emerge l'arretramento di una posizione (dal 2° al
3° posto) per quanto concerne il tasso di occupazione maschile,
rispetto al quale ci precedono Verona e Firenze; la provincia di
Bologna, pur in presenza di un calo dell'occupazione già in
precedenza evidenziato, conferma la sua leadership nell'occupazione
femminile, che consente anche il mantenimento della prima posizione
per quanto riguarda il tasso di occupazione totale, davanti a Firenze
e Milano.
I disoccupati (1)
• Su 100 disoccupati le donne
rappresentano a Bologna nel 2012 il 46%, una quota in riduzione
nell'ultimo quinquennio. Anche nella nostra provincia la
disoccupazione ha subito recentemente un'impennata: nell'ultimo quinquennio
il tasso di disoccupazione è più che triplicato, arrivando a
toccare nel 2012 il 6,9% (7% per i maschi e 6,8% per le femmine).
Estremamente critici i dati sulla disoccupazione giovanile. In
fortissima crescita, soprattutto per gli uomini, appare il tasso
di disoccupazione per i giovani fra i 18 e i 29 anni: in questa
fascia di età nel 2012 erano disoccupati il 21,5% dei maschi e il
12,5% delle femmine, pari in complesso al 17,5%. Ma quel che più
preoccupa è l'accelerazione del fenomeno negli ultimi 5 anni: basti
ricordare che nel 2008 la percentuale di giovani fra i 18 e i 29 anni
in cerca di lavoro nella nostra provincia era pari all'1,5% per i
maschi e al 4,7% per le femmine.
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Inserito da redazione il Mar, 2013-03-19 18:14
Scenari demografici a Bologna al
2024
Il Dipartimento Programmazione diffonde una breve nota che alleghiamo
in cui vengono presentati i risultati dell’aggiornamento delle
previsioni demografiche per la città di Bologna al 1° gennaio 2024.
Oltre allo sviluppo futuro della popolazione nel suo complesso,
vengono illustrati i trend riferiti ad alcuni segmenti della
popolazione di particolare interesse quali i residenti in età
lavorativa, le donne in età feconda, i bambini in età prescolare e
scolare, gli anziani.
I principali risultati emersi
dallo studio sono i seguenti:
• la popolazione residente, attestata a inizio 2012 a 382.784
persone, dovrebbe far registrare anche nei prossimi anni un
leggero incremento e potrebbe dunque tendere alle 390.000 unità nel
2024;
• il rapporto tra generazioni è destinato in parte a
riequilibrarsi dato che appare in aumento il numero di bambini e
ragazzi e, al contrario, in lieve diminuzione il numero degli anziani
con 65 anni e più; in effetti il peso percentuale dei residenti tra
0 e 14 anni di età potrebbe passare
dall’attuale 11,2% della popolazione totale all’11,5% nel 2024,
mentre quello degli ultrasessantaquattrenni scenderebbe dal 26% al
24,5%;
• continuerà ad aumentare il numero di ultraottantenni, che
potrebbero passare dagli attuali quasi 35.000 a circa 38.000 agli
inizi del 2024 (divenendo il 9,6% della popolazione totale rispetto
al 9,1% nel 2012);
• un modesto calo è previsto per il numero di donne residenti in
età feconda (15-49 anni), una delle variabili alle quali è
ovviamente legato l’andamento futuro delle nascite;
• le nostre previsioni, in sintonia con i recenti andamenti,
presuppongono però ancora modesti incrementi nella fecondità che
dovrebbero portare al termine del periodo di previsione il numero
medio di figli per donna dall’attuale 1,26 all’1,33; dunque il
numero di nati potrebbe continuare in
futuro a evolvere positivamente fino a passare dagli oltre 3.100 nati
registrati a Bologna negli ultimi anni a poco più di 3.200 nel 2023;
• per quel che riguarda l’impatto dell’evoluzione demografica
sui diversi gradi di istruzione, un incremento sostenuto dovrebbe
riguardare il numero dei potenziali utenti delle scuole secondarie di
primo e secondo grado (intorno al 9% e al 20% rispettivamente); meno
marcati, ma pur sempre
significativi, gli aumenti previsti per il numero di bambini che, per
la loro età, rappresentano l’utenza potenziale dei servizi
prescolastici (nidi +2,3% e scuole dell’infanzia +7%) e delle
scuole primarie (+4,6%);
• in aumento infine il numero di residenti in età compresa tra 15
e 64 anni, in cui si identifica convenzionalmente la popolazione in
età lavorativa (secondo l’ipotesi intermedia circa 10.000 unità
in più, pari a +4,2%, tra 1/1/2012 e 1/1/2024).
*** Per maggiori dettagli si rinvia allo studio allegato
info: Il Capo Dipartimento Dott. Gianluigi Bovini Comune di
Bologna Dipartimento Programmazione piazza Liber Paradisus n.10 -
Torre B
40129 Bologna fax 0512195700
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Inserito da redazione il Mar, 2013-01-29 07:53
In una breve nota curata dal
Dipartimento Programmazione – Settore Statistica , vengono
presentate le nuove tavole di mortalità relative al triennio
2009-2011 per il Comune di Bologna.
Esse
permettono di calcolare la durata media della vita
della popolazione residente che è pari a 80,4 anni per i
maschi e a 85,1 anni per le femmine. Si pensi che nell’arco
di un trentennio la vita media si è allungata di 8,5 anni per i
maschi e di 7,3 anni per le femmine; in particolare, rispetto alle
tavole di mortalità precedenti elaborate per il triennio 2006-2008
il guadagno è stato di 0,8 anni per entrambi i sessi, dunque oltre
tre mesi in più all’anno. Inoltre, come lo studio dimostra, i
valori raggiunti da questo indicatore nella nostra città sono del
tutto paragonabili e in alcuni casi superiori rispetto a quelli dei
paesi più sviluppati.
- Inoltre, lo stesso Dipartimento rende
noto il Censimento on line a Bologna. Il profilo dei cittadini
che hanno compilato il questionario 2011 sul WEB.
La pubblicazione dei dati relativi al
Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011 prosegue con la
nota allegata che si propone di analizzare il profilo dei cittadini
bolognesi che hanno compilato il questionario di censimento via
internet, sfruttando questa possibilità offerta per la prima volta
dall'Istat in occasione dell'ultima rilevazione censuaria. I quasi
60.500 intestatari di famiglia che hanno sfruttato questa nuova
opportunità, consentendo un notevole snellimento dell'apparato di
rilevazione, vengono analizzati sotto il profilo del sesso, dell'età
e della cittadinanza, con riferimento anche alla loro distribuzione
territoriale nelle varie zone cittadine. La propensione maggiore a
censirsi on line si è registrata fra i trentenni maschi italiani
(uno su due ha compilato il questionario sul web) e
per i residenti nelle zone del centro storico.
** Si allegano relazioni e grafici
con i dati
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Inserito da redazione il Ven, 2012-08-24 09:26
REFERENDUM 1 (scheda rossa)
Modalità di
affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza
economica. Abrogazione
votanti
57,04% ---- SI' voti
25.411.102 95,84 % ---- NO voti
1.102.869 94,16 %
REFERENDUM 2 (scheda gialla)
Determinazione della tariffa del
servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del
capitale investito. Abrogazione parziale di norma
votanti 57,05% ---
SI' voti 25.609.682 96,32 % -- NO voti
979.538 3,68 %
REFERENDUM 3 (scheda grigia)
Nuove centrali per la produzione di
energia nucleare. Abrogazione parziale di norme
votanti 57,01% ----
SI' voti 25.180.252 94,75 % ----- NO voti
1.394.562 5,25 %
REFERENDUM 4 (scheda verde)
Abrogazione di norme della legge 7
aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del
Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in
udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del
2011 della Corte Costituzionale
votanti 57,00 % ----
SI' voti 25.220.804 95,15 % ----NO
voti 1.285.487 4,85 %.
** Dati del Viminale
aggiornati con l'aggiunta del voto dall' estero: votanti 27.642. 457
PRIVATIZZ. ACQUA
Affluenza 54,81% SI 95,35% NO 4,65%
PROFITTI ACQUA
Affluenza 54,82% SI 95,80% NO 4,20%
ENERGIA NUCLEARE
Affluenza 54,79% SI 94,05% NO 5,95%
LEGITT. IMPEDIMENTO Affluenza
54,78% SI 94,62% NO 5,38%
*** Pieno successo quindi dei promotori della
campagna referendaria su quesiti che avevano una grande importanza
sociale e politica, per il futuro del nostro ambiente, delle risorse,
dell'economia del Paese, e per l'esigenza di giustizia uguale per
tutti.
Adesso spetta alle forze politiche di governo e di opposizione tener conto di questa chiara indicazione popolare.
Per quanto riguarda la gestione pubblica del bene
comune acqua, occorrerà che gli enti pubblici, Regioni, Province e
Comuni si riapproprino delle loro responsabilità dirette, di
investimenti e di scelte, con i dovuti controlli e coinvolgimenti di
cittadini e imprese per una gestione più partecipata, oculata e corretta
degli impianti.
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Inserito da redazione il Mar, 2011-06-14 06:43
Domenica 12 e lunedì 13 giugno, gli italiani sono chiamati a votare per 4 referendum su quesiti che, oltre che per gli aspetti politici, sono importanti per gli aspetti che riguardano il futuro dell'ambiente in cui viviamo e per l'uso delle risorse naturali e tecnologiche presenti e future. Per contribuire all'informazione in proposito, riportiamo qui gli elementi essenziali dei quesiti e le ragioni per votare "sì" o "no", desunte in gran in parte da un servizio de "Il Corriere della sera", on line del 7 giugno 2011.
- SCHEDA DI COLORE ROSSO
Privatizzazione dei servizi di fornitura dell’acqua
Il primo referendum sull’acqua si
intitola: «Modalità di affidamento e gestione dei servizi
pubblici locali di rilevanza economica».
Il
quesito, molto complesso
nella formulazione, mira ad abrogare l’art. 23 bis del decreto
legge 25 giugno 2008 n.112 «Disposizioni urgenti per lo
sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la
stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria»,
a più riprese modificato da provvedimenti del 2009
Le ragioni del «sì»
Vota «sì» chi è contrario
alla privatizzazione dei servizi di fornitura dell’acqua, la cui
gestione è messa nelle mani dei privati dalla legge Ronchi (della
quale si chiede l’abrogazione). Il primo quesito riguarda i
servizi pubblici di rilevanza economica. Il provvedimento stabilisce
come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico
l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento
a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle
quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il
40%. Le società a totale capitale pubblico cesseranno
improrogabilmente entro il dicembre 2011, o potranno
continuare alla sola condizione di trasformarsi in società miste,
con capitale privato al 40%. Abrogare questa norma —secondo il
comitato promotore — significa contrastare l’accelerazione sulle
privatizzazioni imposta dal Governo e la definitiva consegna al
mercato dei servizi idrici. E' vero che la gestione pubblica dei
servizi non è di per sè garanzia di certezza di una buona gestione, ma è
comunque soggetta a meccanismi di controllo pubblico democratico da
parte dei cittadini e dei loro rappresentanti, tale da consentire una
correzione di rotta quando necessaria. La gestione privata non può che
essere soggetta solo alle ragioni del mercato e alle esigenze di
profitto per chi deve fare onerosi investimenti.L'acqua non può essere considerata una "merce" qualsiasi.
Le ragioni del «no»
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Inserito da redazione il Gio, 2011-06-09 05:08
Tra i
siti che potrebbero essere scelti dal governo per impiantarvi nuove
centrali nucleari, se ne cita qualcuno anche in Emilia Romagna, o regioni limitrofe, non
lontano dal Po. Pertanto la prospettiva, oltre che come cittadini
italiani, ci può riguardare anche da vicino come emiliani. Dopo il
disastro di Fukushima il dibattito sull'argomento si è fatto più
acceso che mai. E non è tramontata del tutto la speranza che si possa essere chiamati a dire il nostro parere nel Referendum che si dovrebbe tenere il 12 giugno prossimo, su questo e altri quesiti.
Riportiamo qui come spunto di riflessione l'articolo
di Giulio Meneghello 27
aprile 2011, dal sito www.qualenergia.it
«Noi siamo assolutamente convinti
che l'energia nucleare è il futuro per tutto il mondo. La moratoria
è servita per avere il tempo che la situazione giapponese si
chiarisca e nel giro di 1-2 anni l'opinione pubblica sia abbastanza
consapevole da tornare al nucleare. L'energia nucleare è sempre la
più sicura. Il disastro giapponese si è verificato perché la
centrale di Fukushima era stata edificata su un terreno che non lo
permetteva.”
Tra le dichiarazioni rilasciate ieri
da Silvio Berlusconi sul nucleare ci sono anche queste valutazioni
sull'incidente giapponese. Difficile capire cosa Berlusconi intenda
con il “chiarimento” degli eventi di Fukushima, per il quale
servirebbe più tempo. Avrebbe avuto più senso dire che il tempo
serve non per chiarire, ma per dimenticarsi della catastrofe ancora
in atto, concetto tra l'altro abbastanza palese nelle sue
esternazioni di ieri (Qualenergia.it, Berlusconi “confessa”: il
nucleare si farà, lo stop è un trucco).
Pericolosa poi l'affermazione che
“il disastro giapponese si è verificato perché la centrale di
Fukushima era stata edificata su un terreno che non lo permetteva”.
Il sottointeso è che una situazione del genere non potrebbe mai
verificarsi nelle centrali che si vogliono costruire in Italia.
E'
così? Qualenergia.it lo aveva chiesto ad alcuni esperti all'indomani
dell'incidente giapponese, ricevendo risposte negative.
I nomi che circolano nel “toto-siti”
nucleare li conosciamo: Montalto di Castro e Borgo Sabotino in Lazio,
Trino Vercellese in Piemonte, Caorso in Emilia, Garigliano in
Campania. E ancora: Palma in Sicilia, Oristano in Sardegna,
Monfalcone in Friuli, Avetrana in Puglia, Viadana in Lombardia e il
Polesine in Veneto. Per la gran parte sono in aree sismiche,
potrebbero esserci problemi?
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Inserito da redazione il Ven, 2011-04-29 16:12
Nell'ambito della rassegna “Spaghetti,
parole e …fantasia,” Ciclo di presentazioni di libri per una
dieta a base di Letture Libri, autori e lettori realizzata in collaborazione tra Comune di Pieve di Cento e il Centro Sociale
Ricreativo Culturale
- Martedì 11 gennaio
presso il Centro Sociale Anziani di Pieve di Cento,
sarà presentato il libro “Energia per l’astronave
Terra. Quanto ne usiamo, come la produciamo, che cosa ci riserva il
futuro”
di cui sono autori Nicola
Armaroli e Vincenzo Balzani (Ed. Zanichelli).
Dopo la cena con spaghetti, prevista
alle ore 19,30 offerta dal Centro Sociale (sito
in Via Luigi Campanini, 27), alle ore 20,30, si terrà la
presentazione del libro con la partecipazione di Nicola
Armaroli.
Si consiglia la prenotazione
telefonando all’Ufficio URP 051 68 62 611
La serata sarà un’occasione
cogliere l’occasione per discutere con uno scienziato quale Nicola
Armaroli spesso presente in trasmissioni di divulgazione scientifica
sui media nazionali.
Tutti utilizziamo energia in ogni
istante della giornata, magari senza accorgercene, con un'abbondanza
mai goduta da nessun'altra generazione nella storia umana.
Ma che cos'è l'energia?
I nostri consumi possono continuare
ad aumentare all'infinito?Quali e quante riserve energetiche
ospita ancora l'astronave Terra?
Questo libro fornisce le coordinate
indispensabili per orientarsi nel labirinto delle fonti di energia -
dal petrolio ai biocombustibili, dal solare al nucleare, dagli
aspetti economici a quelli sociali - e cerca di delineare uno
scenario energetico possibile per la nostra fragile e complessa
civiltà.
Due supplementi speciali in
coda al libro "Dodici miti da sfatare" e "Forse non
sapevi che" - riassumono i temi-chiave per chi vuole affrontare
in modo responsabile il problema energetico.
Scritto in Economia e Società | Pieve di Centoleggi tutto | letto 1599 volte
Inserito da redazione il Dom, 2011-01-02 06:10
Lunedì 8 novembre 2010 dalle 18
alle 20
a Bologna in Piazza Re Enzo
“Brindisi
antinucleare
” promosso dal Comitato “Energia e
Democrazia – NO al nucleare”
"81- 80- 72: Non è un terno al lotto o
una combinazione vincente – scrivono i promotori nel loro
comunicato - ma il valore arrotondato delle percentuali di consenso
raccolte da ognuno dei tre quesiti nel
dato delle percentuali di
consenso raccolte da ognuno dei tre quesiti nel
referendum
antinucleare del 1987.
L’8 e il 9 novembre di quell’anno
20 milioni di italiani avevano detto
chiaramente no alla
costruzione di centrali nucleari nel nostro Paese.
La vittoria, a un anno dalla tragedia
di Chernobyl, era il frutto di quella
ampia mobilitazione
sociale che aveva saputo coniugare le rivolte delle
popolazioni
direttamente coinvolte con istanze più generali di sicurezza e
tutela dell’ambiente.
L'attuale governo ha deciso il ritorno
al nucleare e per raggiungere questo obiettivo ha varato leggi che di
fatto limitano i
poteri delle Regioni in materia energetica,
militarizzano i territori interessati
nella costruzione delle
centrali, mortificano i residui meccanismi di
democrazia esistenti
nel nostro Paese.
23 anni dopo è necessario ripartire
perché le condizioni che allora avevano portato alla cessazione
dell’attività delle centrali nucleari non sono mutate
perchè:
- resta irrisolto il problema delle
scorie, radioattive per migliaia di anni;
- l’uranio deve essere importato
dall’estero e in pochi decenni si esaurirà il nucleare non è
esente da incidenti;
- il nucleare è molto costoso e
richiede sostanziosi finanziamenti
pubblici
- non si abbasserà il
costo della bolletta elettrica
- perché oggi, a differenza
di allora, abbiamo la risposta al nostro
attuale e futuro
fabbisogno energetico: la produzione di energia da fonti
rinnovabili".
* Scalderà il clima della piazza la
Banda Roncati
** Sarà possibile firmare per la
proposta di legge “Si alle rinnovabili, No al nucleare.”
Info: Comitato “Energia e
Democrazia – NO al nucleare” -
www.energiademocraziabologna.org
Per adesioni:
energia.democrazia@energiademocraziabologna.org
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Inserito da redazione il Sab, 2010-11-06 05:23
Come ti aiuto il Comune a puntare
sul solare termico (dal
sito www.qualenergia.it )
Nasce il progetto ProSto
per aiutare gli enti locali europei ad imporre il solare termico
negli edifici. Come possono promuovere questa tecnologia e senza
aspettare governi che, come il nostro, si muovono ancora con notevole
lentezza. Sono 250 i Comuni che nel nostro paese si sono dati
obblighi in materia. Ne parliamo anche con Riccardo Battisti,
coordinatore del progetto.
Gli enti locali possono e devono agire
per la diffusione del solare termico senza aspettare i governi. In
Europa ora è nato un progetto per aiutarli a farlo. Si tratta del
Progetto ProSto: co-finanziato dalla Commissione europea,
serve proprio a fornire sostegno alle autorità locali nella
pianificazione, lo sviluppo, l’introduzione e la gestione di
"ordinanze solari", cioè di obblighi di
installazione del solare termico negli edifici.
Il progetto si propone di realizzare
esperienze pilota che possano essere copiate dalle realtà locali di
tutta Europa e - attraverso il portale web - offre strumenti di
supporto per gli enti che vogliano predisporre obblighi sul solare
termico: dalle consulenze sul potenziale e sui problemi di
integrazione con le varie leggi nazionali fino a fornire materiale
informativo sui benefici del solare termico.
Un’iniziativa che ribadisce ancora
una volta come una vera transizione energetica passi anche per le
scelte locali e senza attendere decisioni dall’alto. Emblematico il
caso dell’Italia: pochi giorni fa con l’approvazione del decreto
“milleproproghe” il Parlamento ha votato lo slittamento
di un altro anno dei regolamenti edilizi comunali che dovranno
prevedere l’obbligo di installazione di impianti per la produzione
di elettricità da rinnovabili sui nuovi edifici
(Qualenergia.it – “No alla proroga dell'obbligo di rinnovabili
nei nuovi edifici"), ma molti enti locali italiani stanno
già adottato regolamenti edilizi che prevedono questo obbligo.
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Inserito da redazione il Ven, 2010-03-12 05:53
Venerdì 12 febbraio 2010
si celebra - in veste completamente rinnovata - la sesta edizione di
“M’illumino di meno”: la Giornata del Risparmio
Energetico lanciata dalla popolare trasmissione radiofonica
Caterpillar, in onda su RAI Radio 2. Dopo il successo
delle scorse edizioni, con l’adesione di migliaia di ascoltatori e
di intere città sia in Italia che all’estero, quest’anno
l’invito a rispettare un simbolico “silenzio energetico” si
trasforma in un invito a partecipare a una festa dell’energia
pulita.
Quest'anno oltre ad accendere le luci
da fonti rinnovabili, l'invito è : accendete l'ingegno e pensate
a cosa fare per.... un mondo di energia pulita!
A Roma, dalle 17, ai Mercati
Traianei, la diretta radiofonica di Caterpillar si
trasformerà in una gioiosa manifestazione rischiarata da luci a
impatto zero.
Radio, musica, luci, ospiti a sorpresa
e tanta energia rinnovabile!
Un pannellino solare collegato a una
batteria che accende dei led, un minieolico che alimenta una lampada
a risparmio, una dinamo a pedali che dà energia a un faretto…
portate le luci pulite di cui disponete o che voi stessi avete
ideato!
E se non sapete come fare, un gazebo di
Legambiente vi aiuterà ad autocostruire le vostre luci
pulite.
Protagonista
dell’evento sarà una enorme sfera, forse la più grande lampadina
illuminata da energie rinnovabili, che risplenderà nel cielo di
Roma, grazie all’energia di cinquanta eroici ciclisti, coinvolti in
una travolgente pedalata collettiva. L’operazione Bike
for Light è curata da
Mismaonda per l’Assessorato alle Politiche Culturali e della
Comunicazione del Comune di Roma.
Info: http://milluminodimeno.blog.rai.it
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Inserito da redazione il Ven, 2010-02-12 05:53
Riceviamo
e pubblichiamo un contributo di Paolo Serra (*)
Il super vertice mondiale di
Copenaghen, al di là dei risultati che ha avuto, non giuridicamente
impegnativi per gli Stati, ci ha lasciato, comunque, alcune
certezze.
La prima, niente affatto
scontata, è che nessun Governo al mondo si permette più di negare
che l’aumento di temperatura della Terra non abbia una consistente
causa antropica. D'altronde l’idea che si potesse
impunemente restituire all’atmosfera in 200 anni tutta l’anidride
carbonica fossilizzata durante più di 60 milioni di anni non
appariva molto logica. Il rapporto temporale è di 1 a 300.000, la
mente umana fatica assai a concepire quantità di tempo così lunghe.
Per cercare di farcene un’idea immaginiamo che, su tutta la Terra
contemporaneamente, si concentrasse in un ora la pioggia che
mediamente cade in 300.000 ore (circa 35 anni). In quell’ora su
ogni centimetro quadrato della pianura emiliana, dove non piove poi
molto, cadrebbero 25 metri di acqua, qualcuno riesce ad immaginare
gli effetti? se poi aggiungiamo che sull’Appennino ne cadrebbe due
o tre volte tanta, e scenderebbe a valle, meglio non pensarci ….La seconda certezza è che
l’attuale quadro politico- istituzionale mondiale, ancora fondato
sulla cultura ottocentesca di sovranità nazionale, non è
assolutamente adatto a governare fenomeni mondiali come quelli
climatici che non conoscono né confini né dogane.
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Inserito da redazione il Sab, 2010-01-09 08:06
Fotovoltaico
e agricoltura biologica, accoppiata vincente (articolo
dal sito www.qualenergia.it )
Un “progetto fotovoltaico
diffuso”, un gruppo d’acquisto di un quartiere romano,
un’azienda agricola, una mutua di finanza autogestita e un
produttore di impianti fotovoltaici. I cittadini comprano un impianto
FV per l'azienda agricola e questa fornisce loro prodotti
dell'agricoltura biologica. Vantaggi economici, ambientali e sociali
di un progetto molto innovativo.
Quale energia? Quale finanza? Quale
alimentazione? Tre domande con una risposta? Sì, questo è
possibile, mettendo in atto, anche su piccola scala, sistemi capaci
di promuovere cicli economici espansivi e sostenibili attraverso
l’azione di nuclei di cittadinanza attiva.
C’è una ragione, una finalità
comune nei gruppi di cittadini auto-organizzati nel gestire
direttamente, secondo principi di qualità, equità e sostenibilità,
relazioni economiche di primario interesse, che siano nel settore
agroalimentare o finanziario: esercitare il potere della scelta. E’
stato naturale estendere questa ragione al settore energetico,
cogliendo i margini offerti dal conto energia per il fotovoltaico.
L’idea che ispira il “progetto
fotovoltaico diffuso” che vogliamo qui descrivere (attualmente in
fase di finalizzazione) si muove dal principio di aver constatato, e
poi misurato attraverso uno sviluppo tecnico-economico, il valore
prodotto dalla cooperazione sinergica di quattro soggetti: un gruppo
d’acquisto critico e solidale (nello specifico il GAS Prati di
Roma); un’azienda agricola; una mutua di finanza autogestita
(Mag Roma); un produttore di impianti fotovoltaici.
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Inserito da redazione il Lun, 2009-07-20 06:56
Nucleare canadese sospeso per
eccesso di costo (articolo
dal sito www.qualenergia.it )
In Canada le offerte per costruire due
nuovi reattori nucleari arrivano ad oltre il triplo di quanto il
Governo aveva preventivato e la gara viene sospesa. EDF in
casa chiede di aumentare le tariffe per finanziare il nucleare e la
nostra Enel, che sta per imbarcarsi
nell'avventura atomica italiana, deve confrontarsi con un debito
imponente. In un intervento, già apparso su "Ecquo",
il direttore di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio,
fa i conti in tasca all’atomo.
Come abbiamo spesso raccontato su
queste pagine, la questione dei costi, oltre a quelle non meno
preoccupanti concernenti sicurezza e impatto ambientale, è uno dei
versanti sul quale la paventata "rinascita nucleare" di
questi anni sta suscitando più dubbi.
Riceviamo da Giuseppe Onufrio,
direttore di Greenpeace Italia la segnalazione di un suo breve
intervento sul sito "Ecquo" in cui porta un ulteriore
esempio della fragilità economica che l'atomo sta dimostrando.
Mentre in Francia EDF chiede un aumento
del 20% delle tariffe per finanziare il nucleare – avendo un debito
di circa 25 miliardi di euro – in Canada le cifre per un’offerta
lanciata per due nuove centrali nucleari da costruirsi a Darlington
hanno ricevuto un’offerta tripla rispetto alle attese, tanto
che il ministro dell’energia George Smitherman ha sospeso la
gara.
Una delle offerte era dell’AECL
(Atomic Energy of Canada Limited) per due unità Candu – un
reattore ad acqua pesante di costruzione canadese – da 1.200 MW
ciascuna, a un costo di 26 miliardi di dollari, 10.800 dollari a kW.
Vale la pena ricordare che, secondo le stime del 2009 del DOE
statunitense, il costo, senza interessi, del nucleare è stimato a
circa 3,318 $/kW mentre l’autorità canadese aveva a riferimento
per la gara un costo di 2.900 $/kW.
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Inserito da redazione il Lun, 2009-07-20 06:28
Documento (dal
sito www.qualenergia.it )
Se il biofuel fa male alla salute
Uno studio calcola l'impatto sulla
salute umana dei vari tipi di carburanti, quantificando i costi per
la collettività. Risultato: l'etanolo da mais è peggio di
benzina e gasolio.
Alcuni biocarburanti sono più dannosi
per la salute di benzina e gasolio. A gettare ulteriori dubbi sulla
sostenibilità dei biofuel uno studio dell’Università
del Minnesota che ha calcolato, usando modelli
elaborati dall’EPA americana, i costi sanitari associati all’uso
di diversi carburanti.
I ricercatori hanno considerato le
emissioni di particolato fine e l’uso di fertilizzanti e pesticidi
nell’intero ciclo di vita dei diversi carburanti e calcolato poi i
costi per la collettività dei problemi di salute correlati: dai
disturbi cardiaci a quelli respiratori. I risultati: se la benzina
implica costi sanitari per 71 centesimi di dollaro per gallone (0,14
euro al litro), i danni alla salute per produrre la stessa quantità
di etanolo da mais variano, a seconda dei metodi usati, da 0,72 a
1,45 dollari al gallone. Meglio i biocarburanti basati sulla
cellulosa, ottenuti da piante non combustibili o da scarti di legno e
ancora in fase di sviluppo: da 19 a 32 centesimi a gallone a seconda
della tecnologia e del tipo di materia prima da cui si parte.
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Inserito da redazione il Mer, 2009-03-25 05:36
"Incapaci di smaltire il
pattume normale, figuriamoci il nucleare"
intervista di Antonella Loi 25
febbraio 2009 per Redazione Tiscali
"Il nucleare non è la
soluzione ai problemi energetici dell'Italia". Piuttosto
sviluppare l'uso di energie rinnovabili quali il Sole, una fonte che
durerà per altri 4 miliardi di anni, "una stazione di servizio
sempre aperta", un'immensa quantità di energia, "10mila
volte quella che l'umanità consuma". Il professor
Vincenzo Balzani, docente di Chimica generale e
inorganica e membro del Photochemistry and Supramolecular Chemistry
Group dell'Università di Bologna, ne è
convinto: dire "no" al nucleare e "sì" alle
fonti alternative e al risparmio energetico significa "gettare
le basi per un positivo sviluppo
tecnologico industriale e occupazionale del nostro Paese, senza porre
pericolosi fardelli sulle spalle delle generazini future".
Ma Berlusconi ha deciso, pronti
a mettere in opera 4 nuove centrali nucleari.
"Abbiamo lanciato una
petizione a cui hanno aderito circa 1800 scienziati e più di 7mila
semplici cittadini: perché il governo non ha aperto un tavolo con
gli esperti sull'energia?".
Nessun tavolo scientifico,
professore?
"Abbiamo scritto a Berlusconi e
anche a Scajola e questo ci ha fatto ricevere dal segretario
scientifico, Claudio Nardone, al ministero. Gli abbiamo illustrato le
nostre ragioni e la cosa è finita lì. E' una questione importante
quella dell'energia, come la bioetica. Qui si ipoteca il futuro di
due o tre generazioni".
Secondo lei dunque l'accordo
siglato dall'Italia con la Francia sul nucleare non risolverà il
problema energetico italiano?
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Inserito da redazione il Gio, 2009-03-12 15:35
"I benefici del
nucleare sono concreti: non si perda tempo"
Intervista
di Antonella Loi con
un responsabile dell'AIN per
Redazione Tiscali
25
febbraio 2009 - L'accordo intergovernativo tra Italia e
Francia sul nucleare, firmato a Roma nei giorni scorsi, divide più
che unire. Se il ministro per lo sviluppo economico, Scajola, si dice
sicuro di avere in tasca un elenco di 34 comuni pronti ad aderire
con entusiasmo, le regioni si smarcano una ad una: centrali nucleari
"no" o "sì ma non qui" sono le posizioni
prevalenti. E poi l'opinione pubblica: è con questa che il governo
dovrà alla fine scendere a patti. “In Italia c'è senz'altro un difetto di
percezione: in Francia fanno a gara per ospitare gli impianti
nucleari", dice Ugo Spezia, ingegnere nucleare e segretario
generale dell’Ain, l'Associazione italiana Nucleare, (e navigando
su Internet scopriamo che è anche manager della Sogin, la società
che per conto dello Stato gestisce gli impianti nucleari dismessi
ndr), pur ammettendo che l’Italia non è la Francia e non lo è
sotto molti aspetti. “In Italia siamo soggetti a sollecitazioni che
fanno leva sulla paura e su terrori ancestrali, è un meccanismo che
deve essere corretto”.
Ma il problema delle scorie
nucleari è un problema reale e ancora irrisolto per le vecchie
centrali. Adesso arrivano anche le nuove.
“Negli altri paesi non esiste una
contrapposizione come quella italiana. E per quanto riguarda lo
stoccaggio delle scorie, si parla tra l'altro di quantitativi di
materiali da smaltire estremamente limitati: una centrale nucleare
produce ogni anno 20 tonnellate di materiale radioattivo che si
devono confrontare con i milioni di gas ad effetto serra, metalli
pesanti, ossidi di zolfo e di azoto che vengono prodotti ogni anno
da un impianto a gas o a petrolio”.
Anche negli Usa sembra ci siano
problemi relativi alla realizzazione di un sito di stoccaggio unico:
pare che nemmeno il sito della Yucca Mountain in Nevada non sia
adatto per i rifiuti radioattivi.
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Inserito da redazione il Gio, 2009-03-12 15:27
L'Italia
dei Comuni rinnovabili (Documento
dal sito www.qualenergia.it)
Presentato il quarto rapporto di
Legambiente “Comuni Rinnovabili 2009”. In Italia le
amministrazioni comunali che hanno installato almeno un impianto per
l'energia pulita in Italia sono quasi 6000. I migliori in Trentino e
Puglia. Bene Lecce tra i comuni sopra i 50mila abitanti. "Sono migliaia gli impianti a energie
rinnovabili installati in Italia – piccoli, grandi, da fonti
diverse – centinaia i progetti in corso di realizzazione. Stando
dando forma a un nuovo modello di generazione distribuita che cambia
profondamente il modo di guardare all’energia e al rapporto con il
territorio. Il Rapporto “Comuni Rinnovabili” di Legambiente (vedi
allegato), giunto quest’anno alla quarta edizione, riporta con dati
e analisi questo nuovo quadro. I dati statistici sono stati ottenuti
inviando un questionario ai Comuni e incrociando le risposte con
studi e rapporti di Gse, Enea, Fiper, Anev oltre che di Regioni, Enti
Locali e aziende.La novità del Rapporto Comuni
Rinnovabili 2009 è il salto impressionante nella crescita degli
impianti installati nel territorio italiano. Sono 5.991 i Comuni in
Italia dove è installato almeno un impianto. Erano 3.190 solo un
anno fa. Le fonti pulite che fino a 10 anni fa interessavano con
l’idroelettrico e la geotermia una porzione limitata del territorio
italiano oggi sono presenti nel 79% dei Comuni. Uno dei risultati più
interessanti è che cresce la diffusione per tutte le fonti e i
parametri presi in considerazione.
Il dibattito pubblico sull’energia
in Italia non sembra aver compreso la portata di questo processo e
l’importanza di guardare ai territori per capire come sviluppare le
fonti rinnovabili. Rimane difficile da intaccare un modo di ragionare
di energia fermo al secolo scorso: non si riesce a prescindere da un
approccio centralizzato e quantitativo, fatto di multimegawatt
installati per impianto. Ma questa chiave di lettura risulta oggi
inadeguata rispetto a un processo che apre strade assolutamente
nuove. Se si ragiona di fonti rinnovabili, al centro ci sono le
risorse presenti nei territori, la domanda di energia di case, uffici
e aziende. E’ necessario allora per capire come soddisfare con le
tecnologie più adatte e efficienti le diverse utenze collegate a una
rete moderna e efficiente con la quale scambiano elettricità.
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Inserito da redazione il Mer, 2009-03-04 09:29
