Ambiente, ecologia, natura
NB Rinviato a data da destinarsi, per problemi viabilità, il convegno previsto per Sabato 7 febbraio 2015,
a Ferrara presso
la sala conferenze del Museo di Storia Naturale, via F. De Pisis 24; convegno-tavola rotonda dal titolo
"Maceri e altri stagni della
pianura: stato dell'arte e prospettive future",
organizzato dal Museo,
dall'Università
di Ferrara e dall' Associazione Naturalisti Ferraresi
con la collaborazione del laboratorio
ENEA-Lecop di Bologna e dell'Università di Parma.
Il
programma è riportato alla pagina web
http://storianaturale.comune.fe.it/index.php?id=725
.
In particolare si segnala
- 9.30: Apertura dei lavori da parte del Direttore del
Museo, Stefano Mazzotti
- 9.40: I maceri del Ferrarese, la fauna e gli
effetti dei parametri ambientali. C arla C orazza, Museo
di Storia Naturale
- 10.00: I Coleotteri acquatici. Roberto
Fabbri e Fernando Pederzani, Società per gli Studi
Naturalistici della Romagna
- 10.20: Maceri: caratteristiche morfologiche
e biogeochimica delle acque. Marco Bartoli,
Università di Parma, Simone Busi ed Enrico Tesini,
ENEA-Laboratorio LEC OP di Bologna.
-
10.40: La cultura della canapa. Gian Paolo Borghi, C
onsulente del C entro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese,
S. Bartolomeo, FE. e presidente del Gruppo di Studi pianura del
Reno
- 11.00: Un progetto per la riqualificazione
del laghetto del Parco Urbano Bassani Giuseppe
Castaldelli, Università di Ferrara.
- 11.30:
Tavola rotonda: Quale futuro per gli stagni di pianura? Con
intervento di numerosi e qualificati relatori
13.00:
Chiusura lavori
Evento
organizzato in occasione della Giornata Mondiale delle Zone
Umide
* Note esplicative:
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Inserito da redazione il Mar, 03/02/2015 - 12:37
“Colline di San Luca”, nasce
una nuova area protetta da 5mila ettari
Il
paesaggio naturale e seminaturale interessa i Comuni
di Bologna, Casalecchio di Reno e Sasso Marconi
La
Giunta ha deliberato l’istituzione del Paesaggio naturale e
seminaturale protetto ”Colline
di San Luca” che interessa i Comuni di Bologna, Casalecchio di Reno
e Sasso Marconi,
che nelle scorse settimane avevano espresso formale assenso dopo un
lungo percorso condiviso. La delibera passerà ora al vaglio del
Consiglio provinciale
e l’approvazione è prevista
entro gennaio 2014.
L’area
comprende il territorio collinare che dall’area urbana bolognese e
da quella contigua di Casalecchio si spinge verso sud sino al limite
della Riserva del
Contrafforte Pliocenico ed
è delimitato a
est dal corso del torrente Savena e a ovest da quello del fiume Reno.
Il
nuovo Paesaggio
protetto, istituito
ai sensi della Legge
Regionale 672005 e
che presenta una elevata variabilità ambientale e una altrettanto
ricca diversità biologica, rappresenta un importante tassello di
completamento della tutela della fascia collinare appenninica a
ridosso del capoluogo. Da un punto di vista ecologico infatti, con i
suoi quasi 5000 ettari di estensione, l’area mette in diretta
relazione territoriale il Parco
regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, il Parco
Storico regionale di Monte Sole e la Riserva Naturale del
Contrafforte Pliocenico,
oltre a una serie di altri importanti elementi della rete
Natura 2000.
Inoltre l’area include al suo interno il Sito di importanza
comunitaria/Zona a
protezione speciale “Boschi di San Luca e DestraReno”.
L’importanza dell’area risiede in particolare nella sua
conformazione e ubicazione: si tratta di un corridoio ecologico ricco
di significati e una particolare area di transito sia per gli uccelli
(sono oltre 15 le specie di interesse comunitario segnalate tra cui
il Falco Pellegrino) che per gli animali di terra (il sito è
frequentato stabilmente dal Lupo) tra l’Appennino e le aree
fluviali-umide della pianura bolognese.
Le
finalità istitutive del Paesaggio protetto mirano all’individuazione
e all’attuazione di azioni specifiche per arrestare la perdita
della biodiversità attraverso il sostegno e la valorizzazione delle
realtà socio-economiche e culturali locali. In particolare
salvaguardando e potenziando il patrimonio paesaggistico;
valorizzando il sistema delle aree verdi pubbliche presenti;
promuovendo una fruizione compatibile con la conservazione del
patrimonio naturale.
La
Provincia
assumerà la gestione dell’area fino al trasferimento della
funzione all’Ente
di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Orientale.
Info
http://www.provincia.bologna.it/probo/Engine/RAServePG.php/P/1905510010400/T/8220Colline-di-San-Luca8221-nasce-una-nuova-area-protetta-
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Inserito da redazione il Lun, 13/01/2014 - 09:31
Andamento meteorologico
dell'estate a Bologna
Il Settore Statistica -
Dipartimento Programmazione ha diffuso note e tabulati grafici
(in allegato) sull'andamento meteorologico dell'estate appena
trascorsa che, convenzionalmente, viene identificata nei mesi di
giugno, luglio e agosto. L'analisi è stata effettuata sulla base
dei dati meteo registrati nella stazione di Bologna-Borgo Panigale e
comunicati dal Servizio IdroMeteoClima dell'Arpa della
Regione Emilia-Romagna.
Estate da record quella del
2012 non soltanto per le temperature, decisamente
elevate sia per le massime che per le minime, quanto
soprattutto per la quasi totale assenza di precipitazioni.
Rispetto alle temperature
medie massime l'estate appena trascorsa è risultata
infatti di ben 4,4 gradi al di sopra della media stagionale
di lungo periodo; si tratta dell'anomalia più elevata
registrata per la stazione di Borgo Panigale negli ultimi 22 anni
dopo quella dell’estate del 2003. Le temperature massime sono
state relativamente elevate in tutti e 3 i mesi estivi, ma in
particolare in agosto che ha superato la media climatica di ben
5,1 gradi. Anche per quanto riguarda le temperature medie
minime l'anomalia stagionale, pari a +2,6 gradi, è risultata la
più elevata dopo quella del 2003. Ma è soprattutto riguardo alle
precipitazioni che l'estate 2012 segna un record negativo: con
appena 15 mm. di pioggia in 3 mesi da confrontare con i 153 attesi
dal clima, l'estate 2012 registra l'anomalia negativa più
accentuata dal 1991 con un risultato peggiore persino di quello
della particolarissima estate 2003. Si tratta, in pratica,
dell'ottava stagione consecutiva con un'anomalia di
precipitazione da pressoché nulla a fortemente negativa.
I giorni piovosi nel trimestre estivo
sono stati nel complesso appena 5; 12 in meno rispetto alla media
climatica e 2 in meno persino dell’estate 2003. Anche in questo
caso siamo in presenza di un dato estremo, il peggiore dal 1991,
anno di partenza per i confronti con le medie climatiche calcolate
per il trentennio 1961-1990.
** Per approfondire ulteriormente
l'argomento in allegato la consueta nota periodica
redatta dal Dipartimento Programmazione - Settore Statistica del
Comune di Bologna. I dati della stazione di Bologna-Borgo
Panigale e della stazione Bologna-Area Urbana, collocata nel
centro della città sul tetto della sede di ARPA SIMC in Viale
Silvani 6, sono inoltre consultabili nella sezione Dati statistici
de "I numeri di Bologna", le pagine internet a cura
del Dipartimento Programmazione del Comune di Bologna.
- Alcune caratteristiche della
mortalità a Bologna nel periodo estivo
In una breve nota il Settore
Statistica sintetizza gli andamenti della mortalità nel
trimestre estivo 2012 anche alla luce delle particolari
condizioni meteo, che hanno rappresentato l’anomalia climatica più
elevata dopo il 2003.
Malgrado le numerose ondate di calore
verificatesi tra giugno e agosto, i livelli di mortalità
stagionali non hanno subito innalzamenti: nel trimestre
estivo si sono verificati 1.128 decessi, un valore un po’
inferiore alla media decennale (pari a 1.148 morti) e ben al di
sotto rispetto a quello raggiunto nella caldissima estate del
2003 (1.352
decessi). Il tasso di mortalità
estivo, pari a 2,9 deceduti ogni 1.000 residenti, è inferiore alla
media dell’ultimo ventennio (3,1 per mille) e assai più basso
rispetto a quello eccezionale registrato nel trimestre estivo del
2003 (3,6 per mille).
Evidentemente le misure per la
prevenzione degli effetti delle ondate di calore, accompagnate
anche da adeguati comportamenti individuali, hanno influito
positivamente sui livelli di mortalità nella scorsa estate (v. altro allegato).
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Inserito da redazione il Lun, 01/10/2012 - 07:24
In occasione della restituzione ai
Comuni di San Giorgio di Piano, Bentivoglio e San Giovanni in
Persiceto delle aree boscate recentemente realizzate nei loro
territori, la Provincia di Bologna, in collaborazione con i
Comuni interessati, con il Comune di Argelato e con il Corpo
Forestale dello Stato invita
- sabato 8 settembre dalle ore
16.00 a conoscere il BoscoVivo di Argelato, via Funo n.31
attraverso un semplice percorso
dimostrativo di Orienteering, realizzato a cura del CUS
Bologna.
La partecipazione è gratuita e aperta
ad adulti e ragazzi, anche senza nessuna esperienza di orienteering.
I volontari del Cusb presenti durante
il pomeriggio aiuteranno i non esperti a sperimentare questa
divertente disciplina sportiva.
Al termine del percorso, presentazione
e inaugurazione delle aree boscate e merenda offerta a tutti i
presenti.
Per informazioni e preiscrizioni:
caterina.alvisi@provincia.bologna.it
** SCHEDA DESCRITTIVA DELLE AREE
Comune di Bentivoglio –
Località ”Podere Signora” area di 5 ettari: con il
rimboschimento avviato nel 2005 sono state messe a dimora 3.500
piante.
Comune di San Giorgio di Piano –
Località ”Casa Nuova” area di 8,2 ettari: è la più
vasta delle tre nuove aree, imboschita a partire dal 2003 con la
messa a dimora di quasi 9.000 piante, parte delle quali ancora in
fase di manutenzione, gestita dalla Provincia. Ospita attività
didattiche che hanno prodotto opere e installazioni. La presenza di
impianti effettuati in periodi successivi permette ai bambini di
vedere i vari stadi di accrescimento del bosco e le cure necessarie
in ciascuno di essi
.Comune di San Giovanni in
Persiceto – Località ”Le Budrie” area di 1,3 ettari:
dal 2006 sono state messe a dimora complessivamente 1.500 piante.
Scritto in Ambiente, ecologia, natura | Argelato | S. Giorgio di Piano | S. Giovanni in Persicetoleggi tutto | letto 1414 volte
Inserito da redazione il Gio, 06/09/2012 - 10:54
In programma per questa primavera, fino
al 30 giugno, una serie di attività didattiche e
naturalistiche nelle aree protette della pianura, nell'ambito della
Convenzione Gestione Integrata delle Aree Protette della
Pianura
Lo svolgimento delle attività avverrà
dalle 15 alle 17. Le attività sono a titolo gratuito ma è
gradita la prenotazione.
Le attività sono svolte in
collaborazione con il Museo del Cielo e della Terra.
* In allegato
sottostante il programma completo da aprile a giugno
Per informazioni e prenotazioni
contattare i numeri 340 8139087 - 051 6871051, oppure l'email
pbalboni@caa.it. www.arebora.it
www.museocieloeterra.org
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Inserito da redazione il Ven, 04/05/2012 - 07:38
"Appuntamento al
Contrafforte pliocenico"
Otto escursioni domenicali alla
scoperta della natura
Prende il via la seconda edizione di
"Appuntamento al Contrafforte pliocenico", una serie
di escursioni domenicali guidate da studiosi e appassionati
conoscitori degli aspetti naturali e storici della Riserva
Naturale Contrafforte Pliocenico.
L'area protetta si sviluppa per circa
15 km trasversalmente alle valli Reno, Setta, Savena, Zena e
Idice, terminando con il Monte Adone (654 m.). Si tratta di
un mosaico di ambienti diversi e contrastanti con a sud vertiginose
pareti assolate ricche di piante mediterranee e a pochi metri, nei
meno scoscesi versanti esposti a nord, distese di boschi nei quali
compaiono anche faggi, tassi, agrifogli e altre specie tipiche dei
territori montani. Oltre al falco pellegrino, l'animale
simbolo della riserva che nidifica nelle pareti del Contrafforte,
sono numerose le segnalazioni di altre specie faunistiche di rilievo,
a cominciare dalla salamandrina di Savi, un raro anfibio che
vive in ambienti freschi e umidi.
Le escursioni, durano tre ore e
mezza e non sono particolarmente impegnative. Prevedono
comunque tratti meno agevoli in salita e in discesa, su fondo
roccioso e talvolta fangoso, e richiedono una certa abitudine a
camminare, oltre naturalmente a scarpe e abbigliamento adatti.
La novità, quest'anno, è che alcune
escursioni contemplano, nel primo pomeriggio, la possibilità di
compiere una ulteriore esperienza nel territorio, in qualche caso a
pagamento.
L'appuntamento è promosso dalla
Provincia di Bologna, in collaborazione con la
Fondazione Villa Ghigi.
** Per informazioni Fondazione Villa
Ghigi tel. 051 3399120 / 3399084
e-mail: info@fondazionevillaghigi.it
Uffici della Riserva - Servizio
Pianificazione Paesistica, Provincia di Bologna tel. 051 6598645 /
6598477 - fax 051 6598428 web:
www.provincia.bologna.it/riservacontrafforte
e-mail:
riservacontrafforte@provincia.bologna.it
http://www.ermesambiente.it/wcm/parchi/parchi/riserva_naturale_contrafforte_pliocenico.htm
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Inserito da redazione il Mer, 18/04/2012 - 07:34
Allarme siccità per il Po. A
secco i bacini idrici della Romagna e la valle del Reno
da Redazione Il Fatto Quotidiano -
Emilia Romagna -|17 gennaio 2012
La scarsità di piogge prosegue dopo
il "secco" autunno 2011. Coldiretti: "Nella
zona di Parma il livello del fiume è paragonabile al periodo
estivo". Le tabelle e i bollettini di Arpa Emilia Romagna
confermano che a breve non si prevedono grosse precipitazioni.
L’Emilia Romagna e il Po rischiano
di rimanere a secco per l’allarme siccità che è scattato dopo un
2011 con piogge ai minimi storici. E’ quanto emerge dall’analisi
Coldiretti, basata su dati Isac-Cnr, che ha classificato il 2011 al
terzo posto tra gli anni più caldi degli ultimi 2 secoli. “Il
risultato più evidente – sottolinea la Coldiretti – è una magra
straordinaria nel fiume Po”.
“Dopo la mancanza di
precipitazioni che ha caratterizzato l’autunno scorso, anche il
2012 – continua Coldiretti – e’ stato fino ad ora segnato
dall’assenza di pioggia che sta provocando un allarme generalizzato
sulla situazione dei principali bacini idrici e dei terreni”.
A Piacenza, secondo i dati del
consorzio di bonifica, la situazione delle risorse irrigue della
provincia risulta essere nettamente al di sotto delle medie
stagionali. I livelli delle dighe di Mignano e di Molato, vere
riserve idriche del territorio provinciale, sono infatti,
rispettivamente, a un quarto e a un decimo della media stagionale.
Non solo. Nella zona di Parma il Po e’ ad un livello paragonabile a
quello del periodo estivo, mentre nella diga di Ridracoli che
garantisce la disponibilità idrica in tutta la Romagna ci sono solo
9,3 milioni di metri cubi di acqua, appena un terzo di quella
presente normalmente in questo periodo.
La conferma arriva anche dal sito
Arpa Emilia Romagna che con uno scarno bollettino a data di oggi,
torna sia sulla situazione d’emergenza nelle valli romagnole come
già evidenziato a dicembre 2011, sia sull’estensione della
mancanza di piogge in quasi tutta la regione: “La perdurante
scarsità di piogge ha peggiorato la grave situazione siccitosa dei
terreni, che ora si estende dalla costa al modenese e in zone del
parmense e piacentino. I fiumi romagnoli hanno portate prossime al
deflusso minimo vitale e le previsioni, anche a lunga scadenza, non
vedono mutamenti sostanziali”.
Un bollettino di “guerra” che
trova conferma nella cartina e amplia lo spettro della siccità lungo
tutto il corso del Po e perfino nelle valli del Samoggia, del Senio e
del Reno.
Scritto in Ambiente, ecologia, naturaleggi tutto | letto 1368 volte
Inserito da redazione il Mer, 18/01/2012 - 18:00
Sabato 1 ottobre, presso il Reno, in via Bisana
"Giornata di Festa alla Bisana"
Un nuovo volto e una nuova gestione dell'Area di riequilibrio ecologico "Bisana".
Al mattino: visita guidata riservata agli studenti delle scuole medie.
Al pomeriggio: ore 14,30, ritrovo in via Bisana. Visite guidate e laboratori naturalisici
. ore 16,30 inaugurazione dei lavori di manutenzione e ripristino ambientale
. ore 17,30 rinfresco offerto da aziende della zona
Interverranno: Emanuele Burgin Assessore ambiente della Provincia di Bologna, Sergio Maccagnani, sindaco di Pieve di Cento, Anna Teresa Vergnana, sindaco di Galliera.
* Per chi desidera raggiungere la festa in bicicletta, ritrovo alle ore 14, nelle piazze di Pieve di Cento e di Galliera-S. Venanzio
** Per ulteriori informazioni sull'area, vedi anche gli articoli su questo sito "Bisana, il mistero di un antico toponimo" e "Per visitare la Bisana, area di riequilibrio ecologico presso il Reno"
Scritto in Ambiente, ecologia, natura | Galliera | Pieve di Centoletto 1480 volte
Inserito da redazione il Gio, 29/09/2011 - 06:27
Il Consiglio Comunale di Pieve di Cento
del 30 maggio 2011 ha approvato il nuovo Regolamento gestionale
dell’Area di Riequilibrio Ecologico “Bisana”.
Con questo atto i comuni di Pieve
di Cento e di Galliera completano (primi in tutta la Regione
Emilia Romagna) il percorso previsto dalla nuova Legge Regionale n.
6/2005 sul paesaggio.
In virtù di questa Legge la Provincia
di Bologna, in accordo con i comuni interessati, sta procedendo a
istituire le Aree di Riequilibrio Ecologico presenti nel proprio
territorio elevandole al rango di aree naturali protette a tutti gli
effetti (come un parco, per intendersi) e fra queste c’è la nostra
bellissima “Bisana” (presso il fiume Reno, ndr).
Per completare tale “istituzione”
era però necessario approvare un Regolamento gestionale, ossia un
atto attraverso cui gli Enti gestori (i Comuni di Pieve e di
Galliera) definiscono le regole per visitare e gestire la Bisana.
Questo ha prevalentemente significato
recepire nel Regolamento ciò che la Legge già stabilisce in merito
alle attività consentite e a quelle vietate. Pieve e Galliera hanno
però voluto inserire alcuni elementi innovativi su cui fondare un
futuro percorso di protezione e, al tempo stesso, di valorizzazione
di quel meraviglioso luogo che è la Bisana, luogo che oggi noi
(amministratori e cittadini) riceviamo in consegna e abbiamo il
dovere e l’onore di custodire come un regalo prezioso.
Il Regolamento è stato il risultato di
numerosi incontri con le associazioni che i Comuni hanno coinvolto
per offrire loro l’opportunità di dare il proprio prezioso
contributo (agricoltori, cacciatori, WWF, guardie ecologiche
volontarie, associazioni micologiche).
Le stesse associazioni, insieme ad
altre o con altri gruppi di cittadini che si riterrà di poter
coinvolgere, entreranno a far parte di quella che il Regolamento
definisce “Consulta per la Bisana”, organo che collaborerà con i
comuni e con l’operatore incaricato dagli stessi (oggi è Sustenia)
nella gestione dell’area e nell’organizzazione di iniziative e
progetti.
Il Regolamento individua poi quattro
diverse zone all'interno della Bisana, ciascuna con diverse
caratteristiche e diverse “fragilità” di tipo naturalistico,
interessate da percorsi di visita che, modificando leggermente quelli
attuali, consentiranno di visitarla apprezzandone l’inestimabile
bellezza e al tempo stesso rispettando i fragili equilibri naturali
(specie animali e vegetali) da essa custoditi.
Il Regolamento è leggibile e
scaricabile dal sito del Comune di Pieve
www.comune.pievedicento.bo.it/a-proposito-di../ambiente/natura-agricoltura-e-paesaggio/il-reno-e-la-bisana/un-nuovo-regolamento-per-la-bisana
La cartina, con le zonizzazioni e i
percorsi di visita in allegato
Scritto in Ambiente, ecologia, natura | Galliera | Pieve di Centoleggi tutto | letto 2232 volte
Inserito da redazione il Mar, 14/06/2011 - 07:08
Clima, ci resta poco tempo. Un'unica voce da 56 giornali
In occasione della conferenza che si apre in Danimarca, i quotidiani di 45 Paesi pubblicano questo editoriale comune e si appellano ai rappresentanti dei 192 stati presenti
Oggi 56 giornali di 45 paesi stanno facendo un passo senza precedenti, quello di parlare con una unica voce in un editoriale comune. Lo facciamo perché l'umanità si trova ad affrontare una grave emergenza.
Se non ci uniamo per intraprendere delle azioni decisive, il cambiamento climatico devasterà il nostro pianeta e con esso la nostra prosperità e la nostra sicurezza. I pericoli sono diventati sempre più manifesti nel corso dell'ultima generazione. Ora hanno cominciato a parlare i fatti: 11 degli ultimi 14 anni sono stati i più caldi mai registrati, la calotta artica si sta sciogliendo e i surriscaldati prezzi del petrolio e dei generi alimentari sono solo un assaggio della distruzione che ci attende. Sulle pubblicazioni scientifiche la domanda non è più se la causa sia imputabile agli essere umani, ma quanto è breve il tempo che abbiamo ancora a disposizione per contenere i danni. Nonostante tutto ciò, fino a questo momento la risposta del mondo è stata tiepida e debole.
Il cambiamento climatico è stato prodotto nel corso di secoli, ha conseguenze che dureranno per sempre e le possibilità che abbiamo di controllarlo saranno determinate dai prossimi 14 giorni. Ci appelliamo ai rappresentanti del 192 paesi riuniti a Copenhagen affinché non esitino, non si lascino prendere la mano dalle controversie e non si accusino reciprocamente, ma che ricavino delle opportunità dal più grande fallimento della moderna politica. Si dovrebbe evitare una lotta tra il mondo ricco e quello povero o tra Occidente e Oriente. Il cambiamento climatico colpisce tutti e deve essere risolto da tutti.
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Inserito da redazione il Mar, 08/12/2009 - 16:46
Dal sito www.qualenergia.it riprendiamo un articolo che illustra
Cinque proposte da portare a Copenhagen per far svolgere all’Italia un ruolo da protagonista al vertice Onu sui cambiamenti climatici e arrivare al varo di un nuovo trattato sul clima. Al contempo, la necessità di intraprendere a livello nazionale una serie di azioni capaci di far raggiungere al nostro paese gli obiettivi vincolanti europei del 2020.
Queste sono le proposte del Kyoto Club e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile che hanno presentato a Roma in occasione di una Conferenza Stampa alla presenza di politici, rappresentanti dell’industria, dei sindacati, delle autonomie locali e delle associazioni. Le due organizzazioni ambientaliste hanno spiegato che, secondo le analisi della comunità scientifica mondiale, per contenere l’aumento della temperatura media rispetto all’era preindustriale in 2 °C, ed evitare esiti globali drammatici e non più controllabili, sarebbe necessario limitare le concentrazioni di gas di serra in atmosfera entro le 450 ppm in volume. Serve allora una riduzione delle emissioni dei Paesi più industrializzati dell’ordine dell’80-95% entro il 2050 e dell’ordine del 25-40% entro il 2020.
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Inserito da redazione il Mar, 08/12/2009 - 14:28
A Persiceto il primo quartiere
geotermico dove l'energia della terra viene sfruttata per
riscaldare le abitazioni
Sabato 3 ottobre alle ore 10
presso la zona Sasso di San Giovanni in Persiceto si terrà
l’inaugurazione del primo quartiere residenziale ad alta efficienza
energetica alimentato da fonte geotermica. Il naturale calore della
terra riscalda gli edifici in inverno e produce energia per
rinfrescarli in estate.
A Persiceto verrà inaugurato un
quartiere davvero singolare: si chiamerà Borgo San Filippo e
sarà uno dei primi quartieri in Italia alimentato da una centrale ad
energia geotermica, che sfrutta cioè il naturale calore della terra
per riscaldare gli edifici d’inverno e raffrescarli d'estate.
Il programma della mattinata prevede anche la visita
alle unità immobiliari (11 ville e 48 appartamenti) e
alla centrale geotermica.
* Come funziona un impianto
geotermico
Il sottosuolo è un’inesauribile
sorgente di calore. La temperatura man mano che si scende sotto terra
aumenta grazie all’energia geotermica che dal nucleo terrestre sale
verso la superficie. Per una semplice legge di natura a pochi metri
di profondità il terreno mantiene una temperatura quasi costante
tutto l’anno. Questo permette di estrarre calore di inverno per
riscaldare l’ambiente e di cedere calore durante l’estate per
rinfrescare. L’impianto geotermico centralizzato, ad uso abitativo,
utilizza sonde nel sottosuolo delle abitazioni per sfruttare il
naturale calore del terreno sfruttando energia pulita, gratuita e
contemporaneamente inesauribile e rinnovabile. Per avere un'idea
verosimile di quanto gli edifici rispondano a caratteristiche di
isolamento termico e risparmio energetico basta evidenziare che un
appartamento con superficie utile di circa 81 mq ha un consumo
energetico molto basso pari a un costo per il riscaldamento
(complessivo) di 400,00 euro all'anno.
“Siamo felici- sottolinea
Renato Mazzuca, sindaco di Persiceto- di
ospitare sul nostro territorio uno dei primi esempi di interventi
residenziali ad alta efficienza energetica alimentati da fonte
geotermica, anche perché questa amministrazione promuove e sostiene
ogni iniziativa tesa alla sostenibilità ambientale e al risparmio
energetico”.
Scritto in Ambiente, ecologia, natura | S. Giovanni in Persicetoleggi tutto | letto 2486 volte
Inserito da redazione il Ven, 02/10/2009 - 06:50
La detrazione fiscale ripristinata
Gli emendamenti approvati
all’articolo 29 del decreto 185 riportano il 55% alla sua originale
efficacia. La detrazione spalmata su 5 anni. Un respiro di sollievo
per operatori e cittadini e un risultato ottenuto a furor di popolo (dal sito www.qualenergia.it ).
Dietrofront del governo sulla
detrazione fiscale. Tutto torna come prima o quasi. Se non ci saranno
modifiche dell’ultima ora, almeno per i prossimi due anni verrà
mantenuto il 55% e soprattutto il suo impatto visto che non ci
saranno più limiti di spesa annuali, come quelli indicati nel
decreto 185/08.
Alleghiamo il testo degli emendamenti
apportati all’articolo 29 del decreto 185 (con la versione
originale), il cosiddetto decreto “anti-crisi”, che tratta
appunto della detrazione fiscale del 55% per interventi di
riqualificazione energetica dell’edificio. Il testo è quello
approvato dalle Commissioni riunite di Bilancio e Finanza della
Camera. L’esame in aula è iniziato lunedì e dovrà poi passare al
Senato. Il Governo ha richiesto la fiducia sul provvedimento che
resterà quindi pressoché immutato, scatenando le critiche delle
opposizione e dello stesso Presidente della Camera dei Deputati.
Tuttavia per quanto riguarda la
detrazione fiscale del 55% per interventi di efficienza energetica e
di utilizzo delle rinnovabili in edilizia, come detto, tutto o quasi
viene riportato alle precedenti disposizioni, per capirsi quelle in
vigore nel 2007-2008. Con alcune eccezioni.
La detrazione dell’imposta lorda
resta del 55% ma dovrà essere ripartita in 5 rate annuali di pari
importo (quindi non più tra 3 o 10 anni). Non ci sono limiti annuali
per la detrazione, che avrebbero inficiato il provvedimento e
costretto ad una doppia presentazione cautelativa della richiesta di
detrazione, una per il 55% e un’altra per il 36%. Ma molto più
probabilmente avrebbero scoraggiato questi interventi e favorito i
lavori in nero. E’ inoltre eliminata la procedura del
“silenzio-dissenso” da parte dell’Agenzia delle Entrate.
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Inserito da redazione il Ven, 30/01/2009 - 09:59
Lo sapevate che secondo la legge Regionale n. 2 del 1977, art. 4, è vietata a
chiunque (ivi compreso il proprietario del fondo, salvo si tratti di
terreno messo a coltura) la raccolta delle seguenti specie di piante
spontanee, da considerarsi rare, e di parte di esse, tranne il frutto ? Ebbene per informare chi non lo sa ne riproduciamo qui l'elenco, tratto dal sito www.guardiecologiche.it (**) :
Prodotti del sottobosco
- Fragole (Fragaria vesca )-
More di rovo (Rubus s.p.)- Mirtilli (Vaccinium s.p.)- Lamponi (Rubus
idaes)- Bacche di ginepro (Juniperus communis)- Muschio
Flora Spontanea Protetta
* Lingua cervina (Scolopendrium
vulgare)
* Tasso (Taxus baccata)
* Cerro-Sughera (Quercus
pseudosuber)
* Garofanini (Dianthus s.p.)
* Ninfea bianca (Nymphaea alba)
* Botton d'oro (Trollius europaeus)
* Aconito (Aconitum variegatum)
* Anemone a fiori di narciso
(Anemone narcissiflora)
* Anemone alpino (Pulsatilla
alpina)
* Aquilegia alpina (Aquilegia
alpina)
* Saxifraga/Sempervivum
* Geranio argenteo (Geranium
argenteum)
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Inserito da redazione il Gio, 23/10/2008 - 07:30
Sul tema dei biocombustibili, da sempre oggetto di interesse dei nostri soci, riportiamo qui, perchè meritevole di attenzione e riflessione, un articolo di Carla Reschia pubblicato ieri sul sito www.lastampa.it nella rubrica "Danni collaterali". Si rimanda allo stesso sito per chi vuol leggere i commenti in proposito.
"Presentati come l'alternativa vincente
al petrolio ora sembrano responsabili della crisi alimentare
La verità, vi prego, sui
biocombustibili. Sono una risorsa? Sono un danno? Salveranno il
pianeta? Gli daranno il colpo di grazia?
Premesso che, personalmente, non riesco
a formarmi un'idea sensata in proposito, pongo il problema e la
domanda a chi mi sappia chiarire le idee. All'inizio da alcuni, tra
cui in prima linea le associazioni agricole, i biocarburanti - ovvero
(traggo la definizione da qui), "i combustibili vegetali,
rinnovabili e puliti dal punto di vista ambientale, che sostituiscono
i combustibili derivati dal petrolio, non influiscono
sull’effetto-serra e possono essere ottenuti grazie all’energia
solare per mezzo della fotosintesi delle piante", sembravano
essere proposti come il toccasana per tutti i mali.
Ricordo il grande momento del
biodiesel: ne aveva parlato anche il sito di Beppe Grillo, fra gli
altri, e pareva che mescolando olio di colza al gasolio (prima
ovviamente che quest'ultimo raggiungesse quotazioni degne dei
diamanti) si realizzasse la mitica quadratura del cerchio:
chilometraggio illimitato a prezzi accessibili, risparmio di risorse,
meno inquinamento, ecc. Al prezzo, direi accettabile, di un lieve
puzzo di patatine fritte.
Bene, il contrordine compagni è
arrivato con la crisi del prezzo del grano, quando si è
cominciato a parlare di carestia planetaria. E tra i tanti e
autorevoli appelli ne ricordo diversi che indicavano proprio nei
biocarburanti la pietra dello scandalo, ciò che avrebbe
assestato il colpo del ko a un sistema che tutti, anche se con grandi
divergenze su cause e rimedi, concordano nel trovare in grave
pericolo.
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Inserito da redazione il Mer, 04/06/2008 - 07:02
Le scelte energetiche per il
futuro dell’Italia
Un appello dei docenti e ricercatori
delle Università e Centri di ricerca Italiani ai Candidati
alla guida del paese, affinché vengano prese decisioni sagge e
coraggiose per la politica energetica italiana
"Siamo un gruppo di docenti e
ricercatori di Università e Centri di ricerca. In virtù
della conoscenza acquisita con i nostri studi e la quotidiana
consultazione della letteratura scientifica internazionale, sentiamo
il dovere di informare la classe politica ed il Paese riguardo la
crisi energetica e climatica incombente, che minaccia di
compromettere irrimediabilmente la salute ed il benessere delle
generazioni future. Tutti gli esperti ritengono che sia urgente
iniziare una transizione dall'uso dei combustibili fossili a quello
di altre fonti energetiche, così che possa essere graduale.
Riteniamo che l’opzione nucleare non sia opportuna per molti
motivi: necessità di enormi finanziamenti pubblici,
insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, difficoltà a
reperire depositi sicuri per le scorie radioattive, stretta
connessione tra nucleare civile e militare, esposizione ad atti di
terrorismo, aumento delle disuguaglianze tra paesi tecnologicamente
avanzati e paesi poveri, scarsità di combustibili nucleari.
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Inserito da redazione il Lun, 07/04/2008 - 21:05
Sì al nucleare innovativo
con piccole centrali senza uranio
Ma non esiste un nucleare sicuro
o a bassa produzione di scorie
Carlo Rubbia: "Né petrolio
né carbone soltanto il sole può
darci energia"
Intervista di Giovanni Valentini
ne "La Repubblica" del 30 marzo
2008 ( + foto da Wikipedia)
GINEVRA - Petrolio alle stelle?
Voglia di nucleare? Ritorno al carbone? Fonti rinnovabili?
Andiamo a lezione di
Energia da un docente d'eccezione come Carlo Rubbia, premio Nobel per
la Fisica: a Ginevra, dove ha sede il Cern, l'Organizzazione europea
per la ricerca nucleare. Qui, a
cavallo della frontiera franco-svizzera, nel più grande laboratorio del
mondo, il professore s'è ritirato a studiare e lavorare, dopo
l'indegna estromissione dalla presidenza
dell'Enea, il nostro ente nazionale per l'energia avviluppato dalle pastoie
della burocrazia e della politica romana.
Da qualche mese, Rubbia è stato
nominato presidente di una task-force per la promozione e la diffusione delle nuove fonti
rinnovabili, "con particolare riferimento - come si legge nel decreto del ministro
dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio - al solare termodinamico a concentrazione".
Un progetto affascinante, a cui il
premio Nobel si è dedicato intensamente in questi ultimi
anni, che si richiama agli specchi ustori di Archimede per catturare l'energia infinita del sole,
come lo specchio concavo usato tuttora per accendere la fiaccola olimpica. E
proprio mentre parliamo, arriva da Roma la notizia che il governo uscente, su iniziativa dello stesso
ministro dell'Ambiente e d'intesa con quello dello Sviluppo Economico,
Pierluigi Bersani, ha approvato in extremis un piano nazionale per avviare anche in Italia questa
rivoluzione energetica.
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Inserito da redazione il Lun, 07/04/2008 - 19:09
(*) Articolo di Gianni Silvestrini dal sito www.qualenergia.it
Con l'iniziativa di sensibilizzazione
lanciata dal programma Radio Rai Caterpillar “M'illumino di meno”
alle 18 di venerdì 15 febbraio la domanda sulla rete elettrica
è calata, secondo Terna, di 400 MW, equivalente al consumo di
circa 30 milioni di lampade compatte fluorescenti. Risultato
interessante, anche in considerazione del fatto che la riduzione è
stata del 25% più alta rispetto alla stessa iniziativa del
2007. In termini assoluti si è trattato di un calo dell’1%
della potenza richiesta alla rete. Dunque un gesto simbolico di una
minoranza, importante però per richiamare l’attenzione sulla
problematica energetica e sulla possibilità di incidere da
parte di ciascun cittadino.
La fine dell’energia a basso prezzo e
la necessità di ridurre le emissioni dei gas climalteranti,
stanno in effetti ridando slancio a questi temi. “Fare di più
con meno” titola il Libro verde sull’efficienza energetica
diffuso nel 2005 dalla Commissione Europea. Questa è la sfida
che dovrà vedere impegnate intelligenze, competenze, capitali
nei prossimi anni.
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Inserito da redazione il Lun, 18/02/2008 - 09:12
Un sesto dei consumi energetici
italiani al 2020 dovranno essere soddisfatti con fonti rinnovabili. Questo è
l’obiettivo assegnato all’Italia dalla Unione Europea. Ciò
implica triplicare l’attuale quota di energia verde che deriva in
buona parte dagli investimenti nell’idroelettrico effettuati
nell’ultimo secolo. Si tratta di un obiettivo ambiziosissimo, ma
raggiungibile se tutti gli attori si attiveranno e se verranno
sciolti alcuni nodi sul versante autorizzativo e si investirà
in modo serio nella ricerca.
L’impegno sulle fonti rinnovabili è
strettamente collegato a una seria politica di innalzamento
dell’efficienza energetica: quanto meno cresceranno i consumi,
tanto più agevole sarà infatti il raggiungimento della
percentuale del 17% assegnata all’Italia (vedi direttiva europea
rinnovabili 2020)
Diventa quindi quanto mai
indispensabile che entro 90 giorni, come previsto dalla Finanziaria
2008, vengano ripartiti gli obiettivi verdi tra le varie Regioni, in
modo che esse si responsabilizzino rispetto al raggiungimento
dell’obiettivo comune.
Inoltre, mentre gli occhi sono tutti
puntati sulla generazione di energia elettrica, andranno accesi i
riflettori sulla produzione di calore (e freddo) con le rinnovabili,
un comparto sottovalutato, ma di enormi potenzialità. Non
parliamo solo degli usi domestici, ma anche del calore di processo
industriale, un segmento totalmente scoperto nel nostro Paese.
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Inserito da redazione il Lun, 04/02/2008 - 18:19
Il Servizio di Pianificazione Paesistica della Provincia di Bologna ha organizzato una serie di eventi per far conoscere il patrimonio naturale di valore europeo presente nel nostro territorio, con il titolo
"La Rete Natura 2000. Una strategia europea per difendere la Biodiversità"
Il programma prevede un primo incontro pubblico sabato 13 ottobre alle ore 9,30, a Palazzo Malvezzi, Sala del Consiglio, in via Zamboni 13, a Bologna, con la partecipazione di Mario Tozzi, noto ricercatore CNR e conduttore televisivo di "Gaia", che guiderà la discussione. Sono previste relazioni di Andrea Morisi, del Centro Agricoltura Ambiente, di D. Bianco, del Parco Regionale Gessi bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa, di D. Scaravelli, dell'Università di Bologna e di P. Altobelli, della Provincia, che illustreranno i vari aspetti della biodiversità e la funzione della Rete Natura 2000.
Concluderà il convegno l'Assessore Provinciale all'Ambiente Emanuele Burgin .
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Inserito da redazione il Mer, 03/10/2007 - 07:08
