I
biscotti del Re . Storia
e ricetta.
Il
6 giugno 1918 Vittorio Emanuele III, Re d’Italia, dopo aver
visitato gli impianti idrovori di Argenta e di Molinella, si recò ad
Altedo per vedere un nuovo metodo di aratura funicolare in risaia
con nuove apparecchiature, mosse non più da locomobili a vapore ma
da moderni motori elettrici. Il corteo che accompagnava il Re giunse
ad Altedo verso le ore 10 e si fermò vicino al mulino di
proprietà del Sindaco di Malalbergo Zeno Pezzoli, il quale,
non essendo ancora pronto, fece attendere il sovrano. Per alleviare
l’imprevisto contrattempo, la figlia del Primo Cittadino prese da
un vaso, collocato sulla tavola, un mazzo di fiori ed uscì di casa
porgendolo repentinamente al Re; l’acqua ancora presente sui gambi
bagnò i pantaloni del sovrano. Il ritardo causato dal sindaco, che
rallentava i tempi sempre rigorosi del cerimoniale, come pure i
pantaloni bagnati al Re, non rappresentavano certamente i pròdromi
di un’ottima accoglienza. Ecco allora che la madre del Sindaco, la
signora Geltrude “Tuda” Martinelli, visto
l’imbarazzo del seguito reale, intervenne prontamente offrendo ai
presenti la sua “classica” specialità: un particolare tipo di
biscotto, assai simile alle gallette che i soldati consumavano al
fronte. Quelli offerti ai presenti, erano dolcetti creati veramente
da lei, un po’ dolciastri e un po’ amarognoli, farciti con
mandorle e cotti al forno; erano anche un po’ croccanti e
spolverati con zucchero di vaniglia. Al Re piacquero moltissimo,
tanto che chiese alla signora se ne avesse ancora, poiché intendeva
portarli a San Rossore per farli assaggiare ai propri figli. Propose
poi alla signora “Tuda”, se lo avesse gradito, il
“Brevetto della Real Casa” per questi biscotti; ma ella
rifiutò, rispondendo che i biscotti erano stati fatti esclusivamente
per Sua Maestà e non per essere messi in commercio. Prese quindi un
tovagliolo, lo riempì di quel suo personale prodotto, legò i
quattro capi alla campagnola e glieli offrì, dicendo che così erano
pronti per essere mandati ai figli del Sovrano; domandò però a
Vittorio Emanuele III di poterli chiamare “Biscotti del Re”.
E questi esaudì il suo desiderio.
Sulla
visita regale ad Altedo e sulla nascita dei “Biscotti del Re”
esiste un’altra versione orale, “molto meno patriottica”
della precedente ma forse più veritiera; essa narra che le
cuoche addette al rinfresco, nell’agitazione dell’avvenimento,
avessero sfornato quel tipo di ciambella troppo presto e che
l’avessero “affettata” per finir di cuocerla una seconda volta,
come i biscotti (etimologicamente “bis-cotto”, cioè “cotto due
volte”). Fatta quest’ultima operazione, l’avevano spolverata di
zucchero a velo per “mimetizzare” l’errore della prima cottura.
E così la disattenzione iniziale si tramutò in un prelibato
biscotto, che ancora oggi viene preparato e servito in tutte le
occasioni nella zona di Altedo.
Ecco
la ricetta De.C.O. *
Ingredienti
per 8 persone
1
kg. di farina,
250
gr. di burro,
6
uova,
600
gr. di zucchero,
250
gr. di mandorle,
10
gr. di bicarbonato,
zucchero
di vaniglia per decorare.
Preparazione
Far
bollire dell’acqua in un tegame e scottare per alcuni minuti le
mandorle, togliere la buccia. Sciogliere dolcemente il burro a
bagnomaria. Su una spianatoia o un tagliere, fare la classica fontana
con la farina setacciata, il bicarbonato e lo zucchero, mescolandoli
con le mani, in modo da amalgamare bene glogo” della De.C.O. del Comune di Malalbergoli ingredienti. Al centro
aggiungere il burro fuso e tiepido, poi le uova, in modo che il caldo
del burro non possa rassodare le uova. Impastare e amalgamare bene
gli ingredienti, aggiungendo in ultimo le mandorle, avendo cura di
distribuirle bene nel composto. L’ impasto così ottenuto risulterà
abbastanza consistente; a questo punto bisogna fare dei piccoli
filoni di circa 35 cm. di lunghezza, alti 2 o 3 cm. e larghi circa 5
cm., modellandoli con le mani. I pani così ottenuti vanno poi messi
sulla placca del forno e cotti per 25/30 minuti a 160°/180°, avendo
cura di tenerli separati; quando saranno lievitati e ancora bianchi e
non dorati, vanno tolti dal forno e lasciati un poco ad intiepidire,
ma non a raffreddare completamente. Con un coltello molto affilato,
tagliare il filone con fette di circa 1,5 cm. di spessore (attenti
però a non sbriciolarli !). I biscotti così ottenuti vanno rimessi
in forno per altri 5 o 6 minuti a 100°. Attenzione però a non farli
dorare troppo. Tolti dal forno, si fanno raffreddare e poi si
cospargono di zucchero a velo con un piccolo setaccio.
Una volta in tavola, all’assaggio, l’Agriturismo “Il Cucco” consiglia d’intingerli in buon bicchiere di Romagna Albana passito.
Dino Chiarini
*Il
“Biscotto del Re, con delibera della Giunta Comunale n. 70 del 13
giugno 2011, ha ottenuto la “De.C.O.”, ovvero la Denominazione
Comunale di Origine.
Si ringrazia la signora Alessandra Tosatti e il signor Angelo Emili, dell’Agriturismo “Il Cucco”, per le fotografie fornitemi a corredo del testo.
Foto
1 - I “Biscotti del Re”
2 - I “Biscotti del Re”, preparati secondo la tradizionale ricetta e confezionati nella scatola di latta dall’ Agriturismo “Il Cucco”
3 - Il “logo” della De.C.O. del Comune di Malalbergo
Scritto in Gastronomia in Emilia Romagna | Malalbergo/Altedoinvia ad un amico | letto 2645 volte
Inserito da redazione il Sab, 2016-12-17 07:23