Sabato 21 novembre alle
ore 17,30 presso la Sala del Consiglio Comunale di San Giovanni in
Persiceto, conferenza "La vera storia dei 34
scheletri del Poggio", a cura di Carlo D'Adamo,
Pierangelo Pancaldi e William Pedrini. Ingresso libero.
- La
scoperta di un antico cimitero (Carlo
D’Adamo,
ricercatore)
Ottobre 1962. In seguito ad
un’aratura profonda in un campo nella località Poggio di San
Giovanni in Persiceto (Bologna) vengono portati in superficie
numerosi frammenti di ossa. Gli inquirenti, che dovrebbero stabilire
se quei resti hanno rilevanza archeologica o criminale, si muovono
fin dall’inizio con superficialità e sciatteria: i denti sono
dispersi, la terra non viene setacciata, le ossa vengono mescolate. .......Ma siamo negli anni
della guerra fredda, è appena scoppiata la crisi di Cuba, e il
vecchio cimitero, trasformato in una “fossa comune”
dall’arciprete e dalla questura, diventa l’ennesima prova di una
efferata strage partigiana …
- La
datazione dei resti (William
Pedrini,
ricercatore e segretario della sezione ANPI di San Giovanni in
Persiceto)
L’inchiesta contro ignoti
per il reato di strage a scopo di rapina e occultamento di cadavere
si chiude dopo tre anni con una sentenza di archiviazione “per
essere rimasti ignoti gli autori dei reati”, nella quale il Giudice
Istruttore scrive perle di questo tipo: che era comunque probabile che i resti fossero recenti,
perché se le ossa fossero antiche sarebbero affiorate molto prima.
Poiché era chiaro che quei morti erano stati sepolti con pietas, e
che solo un forte pregiudizio ideologico aveva potuto trasformare
quel sepolcreto in una “fossa comune”..... I risultati ufficiali giunti nel settembre 2012 dal CEDAD
di Lecce sono sorprendenti: gli scheletri furono seppelliti tra
l’890 e il 1160 d.C. Dopo 50 anni finalmente è stato
possibile smascherare una palese montatura.
- Nuovi
scenari per l’archeologia (Pierangelo
Pancaldi)
La datazione degli scheletri
del Poggio (tra il IX e gli inizi del XII secolo) apre nuove e finora
impensabili prospettive agli studi di storia e archeologia del
territorio persicetano. Anche in questa fase del tutto preliminare
sono infatti possibili alcune importanti considerazioni: le
caratteristiche del complesso sepolcrale, con la presenza di donne,
uomini e bambini, e l’arco cronologico piuttosto ampio delle
deposizioni, testimoniano la presenza di un insediamento vero e
proprio, sorto probabilmente intorno ad una pieve. La testa di
cavallo seppellita ritualmente, il vicinissimo toponimo del “Farò”,
la persistenza in queste terre di una onomastica di origine
longobarda e il villaggio fortificato altomedioevale scavato fra il
1994 e il 1997 in località Crocetta, a pochi chilometri da qui,
contribuisco no a rafforzare la consapevolezza di una presenza
duratura di comunità germaniche o fortemente germanizzate.
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Inserito da redazione il Mer, 2015-11-18 07:29