E'
aperta a Forlì, Musei San
Domenico, piazza Guido da Montefeltro 12, dal 1 febbraio al 15 giugno 2014, la
mostra
Liberty. Uno stile per l’Italia
moderna
La mostra è ideata e realizzata dalla
Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì in
collaborazione con il Comune di Forlì e i Musei San Domenico.
Curatori della mostra sono Maria Flora Giubilei, Fernando
Mazzocca e Alessandra Tiddia; il prestigioso comitato
scientifico è presieduto da Antonio Paolucci. La
direzione generale dell’esposizione è affidata a Gianfranco
Brunelli.
* Orario di
Visita
da martedì a venerdì: 9.30-19.00; sabato, domenica,
giorni festivi: 9.30-20.00. Lunedì chiuso. 25 aprile e 2 giugno
aperto. La
biglietteria chiude un’ora prima.
Una mostra originale, intessuta di
incontri e relazioni inattese, per raccontare in maniera avvincente
l’idea di un’arte totale che ha trionfato in quella stagione
dell’ottimismo e di incondizionata fiducia nel progresso e che va
sotto il nome universale di Belle Époque. Come
confermano le relazioni con la letteratura, il teatro e la musica,
evocate attraverso la grafica e i libri illustrati, ma anche
attraverso gli stessi dipinti e le sculture, nell’esperienza
artistica del Liberty serpeggiava sotto quell’incontenibile slancio
vitale un’inquietudine e un malessere sociale ed esistenziale che
di lì a poco si sarebbero manifestati tragicamente. Il sogno
progressista e la magnifica utopia di una bellezza che avrebbe dovuto
cambiare il mondo erano destinati a infrangersi simbolicamente, una
prima volta, nella tragedia del Titanic nel 1912 e, definitivamente,
due anni dopo, nella Grande Guerra....
…. Si tratta della stagione che
sotto la seducente insegna di Liberty, altrimenti denominato Art
Nouveau in Francia, Jugendstil in area tedesca e
mitteleuropea e Modern Style nei paesi anglosassoni, ha
visto tra Otto e Novecento l’ampia diffusione a livello
internazionale di un nuovo stile e di un gusto intesi a superare lo
storicismo e il naturalismo che avevano dominato gran parte del XIX
secolo.
Nell’Italia da poco unificata,
questo movimento, volto a superare le ancora troppo presenti identità
regionali, si fa interprete dell’aspirazione al raggiungimento di
un linguaggio artistico nazionale comune e adeguato a rappresentare
il progresso e la modernità. Il sogno di una bellezza che fosse in
grado di interpretare il mondo trasformato dal progresso scientifico
e tecnologico venne celebrato dalle grandi Esposizioni, come quella
nazionale di Palermo nel 1891-1892, quelle dell’arte decorativa
moderna di Torino nel 1902, e di Milano nel 1906, che celebrava il
traforo del Sempione.
Analogamente, quel sogno voleva far
rivivere l’antico splendore culturale, rideclinando con una
sensibilità tutta attuale, definita dall’Estetismo e dall’eredità
dei Preraffaelliti inglesi, un Rinascimento identificato tra la
linearità sentimentale e femminile di Botticelli e la tensione
eroica di Michelangelo. È per questo che la mostra intende
identificare, per la prima volta rispetto alle diverse rassegne
dedicate nel passato al Liberty, le specificità di uno stile
attraverso una serie di capolavori della pittura e della scultura,
che, seppur di artisti di formazione, poetica e linguaggio diversi,
come Segantini, Previati, Boldini, Sartorio, De Carolis,
Longoni, Morbelli, Nomellini, Kienerk, Chini, Casorati, Zecchin,
Bistolfi, Canonica, Trentacoste, Andreotti, Baccarini rivelano
contenuti e messaggi comuni, con i quali sono scandite le sezioni
dedicate al mito, all’allegoria, al paesaggio declinato tra
tensioni simboliste e una ricerca dell’assoluto che ci farà
incantare davanti ai dipinti dedicati alla rappresentazione dei
ghiacciai, visti come l’immagine della “montagna incantata” di
Thomas Mann.
Il rilievo dato alle arti maggiori,
che non ha escluso anche confronti con modelli ed interlocutori
stranieri come Klinger, Klimt, von Stuck, Beardsley,
Burne-Jones, ha voluto favorire un dialogo nuovo con le
altre tecniche ed espressioni artistiche in una identificazione di
quei valori decorativi che vengono confrontati con quelli pittorici e
plastici nelle sezioni dedicate alla grafica, all’illustrazione, ai
manifesti pubblicitari e alle infinite manifestazioni
dell’architettura e delle arti applicate. Così i ferri battuti di
Mazzucotelli e Bellotto; le ceramiche di Chini,
Baccarini, Cambellotti, Spertini, Calzi; i manifesti di
Dudovich, Hohenstein, Boccioni, Terzi, Mataloni, Palanti; i
mobili di Zen, Issel, Basile, Bugatti, Fontana; i
vestiti di Eleonora Duse, i merletti di Aemilia Ars e gli arazzi di
Zecchin vivono di nuovi confronti. Ne emerge una figura
del Liberty che è nella sostanza uno stile della vita. La sua
rappresentazione è la linea sinuosa, fluttuante, che rispecchia nel
segno, nel suo stesso divenire, il movimento in atto. Protagonista
indiscussa è la donna, figura ad un tempo fragile, superba e
carnale, immagine del piacere e della libertà.
Prima di abbracciare i miti
avanguardistici, la borghesia italiana compirà il più grande
tentativo storico per identificare un proprio, unitario linguaggio,
una epifania della forma, tale da evocare sentimenti, libertà e
bellezza, giorni felici.
* Informazioni e Prenotazioni tel: 199
15 11 34 Riservato gruppi e scuole
tel: 0543 36217#HYPERLINK
"mailto:mostraliberty@civita.it" mostraliberty@civita.it;
www.mostraliberty.it
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Inserito da redazione il Ven, 2014-04-25 09:13