“ Bisana “,
toponimo antico di un'area della bassa pianura presso il Reno, di cui
tanti vorrebbero conoscere l'origine e il significato. Ma una
risposta certa finora non è mai stata trovata. Ragion per cui si
possono solo fare ipotesi, partendo però da alcuni riferimenti
storici documentati.
Cominciamo
da Castello d'Argile,
nel cui territorio si trovano i riferimenti storici più antichi e
dove il toponimo è tuttora presente nella denominazione di una
strada: via Bisana Inferiore.
Attualmente porta questa denominazione
solo un tratto di strada nella parte ovest del territorio, che parte
dal bivio in fondo a via Croce, nel punto in cui termina la via
Minganti; prosegue verso nord e poi svolta verso ovest fino a
raggiungere il Reno. Il tratto di strada, che continua in direzione
nord, porta le denominazioni di Martinetti e poi di Rottazzi.
In passato e per secoli fu attribuito
il nome di “Bisana” a tutta la zona di campagna a sud e a
ovest del “Castello” e che si stendeva tra questo e il
corso del Reno. E’ uno dei toponimi più antichi, radicati e
conosciuti nella storia orale e scritta di Argile. Il toponimo era
già citato negli “estimi “ di Argile del 1245
e del 1315, e riferito dapprima ad un
luogo, il “loco bixano”, e quindi usato al maschile. Nel
corso dei secoli successivi è poi prevalso l’uso al femminile:
“bisana”, o anche talvolta “bigiana”, per
indicare tutta la zona suddetta.
Il significato di questo termine non è
chiaro e non si trova spiegato in alcun testo di toponomastica
bolognese, anche se il toponimo di “bisana” non è esclusivo di
Argile, ma lo abbiamo trovato citato per indicare anticamente un’area
paludosa dei Casoni di Altedo, e permane tuttora in uso
per indicare l’area ex valliva di S. Pietro in Casale.
Ma è vivo e tornato di attualità anche nella parte
del territorio di Pieve di Cento e di Galliera che
costeggia il Reno e che è diventata Area di riequilibrio
ecologico-ambientale,
ora in via di inaugurazione e apertura al pubblico, regolamentata da
apposito statuto concordato dai due Comuni.
Quest’ultima collocazione
territoriale del toponimo è però sicuramente collegata con quella
di Argile e deriva dalla presenza di un antico canale costruito
nel 1539 nella Bisana di Argile e che poi, nel 1735,
fu collegato con il condotto pievese della Chervenzosa
attraverso una apposita e controversa grande chiavica. Questo canale,
che arrivava fino a Galliera, per confluire nel Riolo, fu citato nei
documenti di vari periti, a seconda dei periodi e dei tratti, anche
con i nomi di “Pioppa” e “Condotto
Generale”; ma soprattutto si è portato dietro la
denominazione più popolare, che era, appunto, quella di “Bisana”,
da Argile a Galliera, passando per Pieve di Cento.
Dunque, per tornare al possibile significato del termine si possono fare solo ipotesi. La prima che ci sentiamo di esporre è che possa derivare dalla natura del luogo, che, anche quando il Reno scorreva più lontano, sul corso “vecchio”, oltre Bagnetto, tra il centese e il persicetano, doveva essere un’area bassa, in parte paludosa, soggetta agli straripamenti del fiume; nei più antichi “estimi” (1200/1300) erano citate in questa zona diverse “lame”, che le conferivano probabilmente un aspetto grigio e lugubre. Il toponimo “bisana potrebbe quindi derivare dal dialettale “”bìs”, che aveva il significato di “bigio”, cioè “grigio”.
Ma potrebbe anche derivare dal prefisso latino “bis”, che indicava qualcosa di doppio e poteva indicare una diramazione del fiume o di una strada (ma di bivio o diramazione così antica e rilevante da dare il nome al luogo non risulta traccia...).
Infine, non è da escludere del tutto l’ipotesi che il “loco bixano” potesse aver preso il nome, ancora più lontano nel tempo, da un colono romano (“Bixus” o “Bissus”?) possidente e residente su un “fundus” al centro di quest’area, quando il Reno scorreva ad est di Argile e Venezzano e qui faceva meno danni. Questa ipotesi è già accreditata dagli studiosi per spiegare il significato del nome di Bisano, frazione di Monterenzio nella collina bolognese.
Da questa località derivò poi il cognome di una famiglia bolognese di possi denti, detti appunto “da Bixano”, o “Bixani” e, successivamente, “Bisani”. Famiglia certamente originaria del “Bixano” collinare, già inurbata in Bologna nel 1200/1300, e con possedimenti documentati anche in Argelato. Però di una loro presenza nel territorio di Argile non risulta traccia .
Irrisolto dunque il mistero sull’origine del nome “Bisana”, possiamo solo aggiungere citazioni di fatti certi e documentati su questa zona.
Abbiamo già accennato alla costruzione, nel 1539, di un canale artificiale, come scolo e condotto, attraverso tutta la parte sud e ovest della campagna intorno al Castello d’Argile, per bonificare un territorio troppo spesso invaso dalle acque, piovane e da allagamento del Reno, scomodo vicino anche a ovest dal 1460. Inizialmente questo canale fu detto “della Pioppa”, perché si immetteva nel Reno presso un’ansa sul confine con Pieve di Cento, detta appunto “della Pioppa” (questo toponimo resta nel nome ancora attuale della via Pioppa, diramazione pievese della via Rusticana, verso Reno). Dopo il 1735, quando ci fu il collegamento col condotto pievese oltre i Rottazzi, i periti presero ad attribuire il nome di Chervenzosa anche al canale nel tratto argilese. Ma nella voce popolare e anche negli scritti, questo canale, che partiva dalla via Suore e andava fino ai Rottazzi, fu sempre noto come “la fossa di Bisana”; e la sua diramazione, scavata poco dopo più ad est, era chiamata scolo “Bisanello”.
Nel 1690, quando fu istituita una
nuova Commenda dell’Ordine di Malta con i numerosi
fondi lasciati ad essa in eredità dal Cavaliere Alberto Orsi di
Bologna, qui possidente, fu chiamata col nome di“S. Ippolito
di Bisana”, poiché quasi tutti i terreni si trovavano in
questa zona, compresa la grande villa padronale con colombara e
altre pertinenze che divenne sede di titolarità della Commenda e
residenza degli affittuari che gestirono per un secolo la più
grande “impresa” agricola del tempo in territorio argilese, per
conto dei Commendatori ( op. cit. vol. I, pag. 282-283 e vol.
II, pagg. 392/395).
Nel corso del 1700, quando furono
istituiti i quartieri” parrocchiali”, il parroco del tempo
divise questa vasta zona in 2 quartieri: quello a sud
fu chiamato “Bisana Superiore”, e quello a
nord-ovest “Bisana Inferiore”, seguendo l’antica
consuetudine agrimensoriale e popolare bolognese che usava i termini
“in sò”, o “superiore”, per indicare la
direzione e i terreni più alti verso Bologna e la collina, e i
termini “in zò” e “inferiore” per indicare la
direzione e i terreni più bassi di livello verso Ferrara. Da questa
consuetudine è derivata quindi l’aggiunta dell’aggettivo
“inferiore” alla strada in Bisana, nei documenti comunali
del 1900.
A ulteriore informazione storica e a dimostrazione delle complicazioni e variazioni della toponomastica nell’arco di tanti secoli, ricordiamo che il tratto nord-sud di questa strada in molte carte del 1700 e ancora nel 1800, era indicata come parte dell’antica via “Mussolina” e il tratto est-ovest verso il Reno, tra 1600 e 1800, fu detto anche, per voce popolare, “lo stradello del Lojano” (talvolta anche deformato, in trascrizioni errate di periti, in “Lujano”, “Lugano” o, addirittura, “Losana”), poiché vi tennero a lungo per generazioni vaste proprietà i Loiani, notabile famiglia di Pieve di Cento con membri anche in Bologna.
Magda Barbieri
Foto 1 Notificazione del cardinale Legato e del Vessillifero di giustizia di Bologna per convocare tutti i possidenti interessati ai problemi di scolo delle acque nella Bisana di Argile, nel 1690.
Foto 2 Stralcio della mappa del perito Andrea Chiesa, del 1742, che mostra il percorso del canale che attraversava la zona ovest di Argile con la denominazione iniziale di Bisana e Chervenzosa nel tratto più a nord fino ai laghetti dei Rottazzi.
Sintesi dal libro di Magda Barbieri "La terra e la gente di Castello d'Argile e di Venezzano ossia Mascarino" vol I e II, 1994-1997
e M. Barbieri "Le strade di Castello d'Argile" Stradario storico toponomastico. 2008
Scritto in Castello d'Argile | Galliera | Pieve di Cento | Reno, un fiume tra passato e presenteinvia ad un amico | letto 3176 volte
Inserito da redazione il Mer, 2011-09-28 19:16