QUINTARIO: UNA IMPORTANTISSIMA
STRADA DELLA CENTURIAZIONE ROMANA. Giuseppe Sgubbi
In ordine di larghezza queste sono le
strade tracciate dagli agrimensori romani: 1° Decumano
Massimo metri 12 ; 2° Cardine Massimo metri 6 ; 3° Quintario
metri 3,50 ; 4° “strade centuriali” metri 2,30
Queste strade, eccetto il Quintario,
sono state ampiamente descritte e commentate dagli studiosi di
agrimensura, mentre invece il Quintario, da quello che mi
risulta, è ancora quasi un “oggetto misterioso”,
infatti dalla stragrande maggioranza di loro non è citato, e quei
pochi che l’hanno citato lo hanno fatto solo per confermarne
l’esistenza. Più volte, ma senza grandi approfondimenti ho
segnalato la grande utilità del rintracciamento dei quintari,
con questo articolo intendo spiegare bene il mio punto di vista.
Anzitutto una indispensabile premessa:
quello che dirò corrisponde esattamente alla situazione della
parte occidentale della centuriazione faentina (Faenza),
ovviamente, per trarne delle conclusioni definitive, occorre fare
il confronto con altre zone centuriate.
Per meglio capirci, inizierò facendo
presente alcune cose che tutti sanno. Quando gli agrimensori romani
decidevano di centuriare un nuovo Ager, per prima cosa
sceglievano dove fondare il forum, fatta la scelta,
possibilmente in zona centrale e quasi sempre in prossimità di un
corso d’acqua, tracciavano due strade a croce, un Decumano
Massimo, ed un Cardine Massimo, e con queste strade, verso i
quattro punti cardinali, continuavano fin dove intendevano segnare
il confine dell’Ager, oppure fino a quando il terreno lo
permetteva.
Fatto questo, ogni 20 actus, circa
705 metri, tracciavano, parallelamente ai Decumani ed ai
Cardini, altre strade, le così dette “centuriali”.
Conseguentemente a questa pratica venivano a formarsi dei
quadrati, le così dette centurie, in questo
caso 20x20 actus, cioè circa 50
ettari di superficie. Per ragioni non sempre conosciute, a
volte le misurazioni in actus erano diverse; 21x20, 24x20
ecc, in tal caso non ne uscivano dei quadrati, ma dei
rettangoli, ma per il tema qui trattato la situazione non cambia.
A questo punto entra in “scena” il
problema Quintari. Ogni 5 strade, sia nel
verso dei Decumani che nel verso dei Cardini, veniva
tracciata una strada leggermente più larga detta appunto Quintario.
Per quale ragione questa quinta
strada rivestiva una grande importanza?
Quintari dovevano essere sia il Decumano che il Cardine massimo, lungo i Quintari dovevano essere eretti i vici, i pagi ed i santuari, il confine dell’ager doveva essere segnato da un quintario. Questi primi dati ci dicono quanto sia importante rintracciare i quintari, rintracciarli correttamente significa dare un grosso contributo non solo ai problemi di confine, ma in particolare favorire la ricerca di molti agglomerati dell’epoca. L’utilità non riguarda solo il periodo romano, riguarda anche il periodo medioevale ed altomedioevale, infatti lungo i quintari, e solo lungo tale vie, sono stati successivamente erette le pieve, le parrocchie ed i castelli, non solo, molti confini attuali di comune sono ancora segnati dai quintari. Si potrebbe affermare, e non sarebbe una esagerazione, che i quintari sono più importanti dei Decumani e dei Cardini Massimi.
Fatta presente l’importanza, occorre pure far presente con che “regola” o con che “schema” questi Quintari venivano tracciati, in caso contrario difficilmente possono essere rintracciati.
Purtroppo, per tracciare i Quintari venivano usati due “schemi”, uno per comodità detto “secondo Frontino” e l’altro detto “secondo Igino Gromatico”. Prima di analizzarli occorre fare una importante precisazione: nei catasti romani i Cardini ed i Decumani Massimi erano indicati solo con le loro iniziali, CM e DM, e non numerati. Le strade dette “centuriali” venivano indicate con la dicitura cardini oppure decumani e progressivamente numerati, primo, secondo, terzo, ecc. I quintari venivano numerati progressivamente e citati col loro nome, primo quintario, secondo quintario, ecc. Naturalmente, al riguardo di queste ultime strade, per distinguerle dalle altre consimili, veniva pure aggiunto la parola “sinistro”, se sulla sinistra del cardine o decumano massimo, oppure “destro” se si trovava sulla destra.
Schema secondo Igino Gromatico: giustamente, come abbiamo detto, il cardine oppure il decumano massimo non doveva essere indicato con un numero, perciò, escludendo queste ultime e dovendo la numerazione interessare solo le altre strade, diventavano giustamente quintari, la numero 5, la 10, la 15 ecc.
Al seguito di questo “schema” si formavano dei quadrati, detti Saltus, di 25 centurie.
Schema secondo Frontino: purtroppo non sempre veniva usato il corretto schema prima indicato, qualche volta si commetteva l’errore di iniziare la numerazione delle strade includendo, oltre al cardine o decumano massimo, anche i quintari, al seguito di questo errore finivano per venire considerati quintari la numero 5, la numero 9, la numero 13 ecc. Al seguito di questo errore venivano formati dei “saltus” di 16 centurie.
Nella centuriazione faentina è stato usato l’erroneo schema detto “secondo Frontino”.
Il Leguzzi (1885- 1886), nell’intento di elaborare la centuriazione fra Imola e Faenza, ignorando l’errore commesso dagli agrimensori in questa zona, sbagliò completamente la sistemazione dei quintari, infatti non considerò quintario il cardine massimo faentino ed il cardine massimo imolese.
Al seguito di queste note appare evidente che per la utilissima ricerca dei quintari, occorre tener conto dei possibili errori commessi.
Giuseppe Sgubbi Ottobre 2010
Scritto in Archeologiainvia ad un amico | letto 3886 volte
Inserito da redazione il Lun, 2010-10-18 06:49