"I Patti di Altedo. 24
giugno 1231" Fondazione e sviluppo di un abitato del
contado bolognese.
A cura di Anna Laura Trombetti
Budriesi, con testi anche di Valeria Braidi e Tommaso
Duranti. Pag. 256. Edifir. 2009.
E' il frutto di una ricerca storica
condotta ad un alto livello di approfondimento, su un documento che
fu l'atto di fondazione di una comunità di 155 famiglie, venute
dalla bassa Lombardia e insediate in questo luogo per iniziare una
nuova vita, bonificare e trarre alimento da queste terre, allora
paludose e quasi disabitate.
Il documento originale, presente
nell'Archivio di Stato di Bologna, è un atto notarile
stipulato tra il Comune di Bologna, rappresentato dal Podestà
bresciano Federico da Lavellongo, e i rappresentanti delle 155
famiglie, prevalentemente mantovane, desiderose di insediarsi nella
zona che si strutturò amministrativamente assumendo poi i nomi dei
Comuni di Altedo e Minerbio e, in parte, di Baricella.
Fu un atto ufficiale solennemente
proclamato nella piazza principale di Bologna alla presenza del
Consiglio della città, riunito al consueto suono della
campana. Si trattava di un patto "ad fictum perpetuum",
o affitto perpetuo, con clausole che fissavano oneri , diritti e
doveri della nuova comunità nei confronti del governo cittadino.
Il volume , edito da Edifir-Edizioni
Firenze, in splendida e accurata veste grafica, è stato promosso e
fortemente voluto dalla Thedus S.r.l.. Compagine per lo sviluppo
armonico di Altedo, presieduta da Enrico Grimandi, per far
conoscere e valorizzare la storia delle origini della comunità
locale, in tutti i suoi aspetti, umani e sociali.
Il volume si compone di tre ampie
parti di approfondimento e inquadramento storico e di due parti
espositive dei testi originali dei documenti, I Patti di Altedo
in primo luogo , e altri importanti atti coevi e successivi, come lo
Statuto bolognese sugli immigrati del 1222 , il Libro dei fumanti del
1256, l'Estimo del 1304-1306 e altre disposizioni riguardanti il
territorio di Altedo.
Anna Laura Trombetti Budriesi
esamina i Patti di Altedo nel contesto politico ed economico
del Comune di Bologna tra la fine del XII secolo e la prima metà del
Duecento, con capitoli riguardanti le politiche di popolamento
podesterile e comunale in città e contado, e con altri capitoli su
altre esperienze di “colonie” a Baratino, Massafiscaglia e
Massalombarda.
Tommaso Duranti si
addentra negli aspetti più concreti della politica demografica e
territoriale di Bologna riguardanti Altedo e non solo, partendo
delle disposizioni generali del 1222, e ancora da prima, ragionando
su atti che dimostrano l'intenzione bolognese di estendere la sua
autorità sulle zone vallive a nord della città. Una città allora
tra le più popolose d'Europa, coi suoi 50.000 abitanti. E la
realizzazione del Canale Navile proprio in quegli anni testimonia
l'importanza di quella politica di conquista e gestione del
territorio da parte di Bologna, mentre si sottolinea anche
l'esempio di conquista e possesso personale delle terre in Altedo e
di altrove, da parte di uno dei capostipiti delle famiglie senatorie
bolognesi, Romeo Pepoli
Valeria Braidi traccia
infine un particolareggiato ritratto della comunità di Altedo tra
il 1232 il 1327, basandosi sui documenti fiscali esaminati e
cogliendone tutti gli aspetti indicativi di qualche caratteristica
di vita e di lavoro, valori economici di casa e altri beni, debiti,
crediti.
Ricchissimo il supporto documentale ,
con belle foto e bibliografia esaustiva.
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Inserito da redazione il Mer, 2009-07-08 06:53