Sabato 27 giugno 2009, alle ore 10 , a S. Giorgio di Piano, piazza Indipendenza 1, presentazione del libro
Fortebraccio. Vita e satira di Mario Melloni
a cura di Pasquale Di Bello e Paola Furlan (Ed. Diabasis)
Dopo il saluto del sindaco Valerio Gualandi, presentazione di Fabio Govoni, interventi di: Emanuele Macaluso e Marisa Rodano.
Presenti i curatori del volume e Mauro Roda, presidente della Fondazione Duemila
In occasione del ventennale della scomparsa del giornalista, noto con lo pseudonimo di Fortebraccio, inaugurata una scultura a lui dedicata.
Mario Melloni (nato a San
Giorgio di Piano, 25 novembre 1902 e morto a Milano, 29 giugno 1989) è
stato un giornalista e politico italiano.
Inizialmente di professione calzolaio,
fu antifascista e durante la dittatura mussoliniana visse per molte
tempo in esilio a Parigi. Durante la Seconda guerra mondiale prese
parte alla Resistenza partigiana e nel 1945 si iscrisse alla
Democrazia Cristiana. Laureato in giurisprudenza, fu giornalista e
dal 1946 al 1951 direttore del quotidiano Il Popolo. Nel 1948, alla I
Legislatura repubblicana, fu eletto alla Camera dei Deputati, nelle
fila della DC di cui - di lì a poco tempo - entrò a far parte della
Direzione Nazionale. Nel 1952 divenne presidente della società Film
Costellazione, da cui si dimise quasi subito.
Espulso dallo Scudo Crociato nel 1954
per essersi schierato contro l'entrata nella NATO, aderirà
successivamente al Partito Comunista Italiano (con cui sarà
nuovamente deputato nel 1963 e nel 1968). Direttore di Paese Sera dal
1956 al 1963, negli ultimi anni di vita lavorò presso l'Unità, in
cui scrisse corsivi in prima pagina dal 12 dicembre 1967 fino al
1982, che lo fanno annoverare tra i padri nobili della satira
politica italiana.
L'originale pseudonimo è un ironico
omaggio a Braccio Fortebraccio, un Capitano di Ventura nato a Montone
in Umbria; uno di quei soldati mercenari che partivano per le
Crociate in difesa della civiltà cristiana, ma pronti a combattere
in guerre locali per chi li ricompensava adeguatamente. E Melloni,
che il cristianesimo continuò a professarlo in maniera intima e
profonda, la sua Crociata personale la combatté contro l'ipocrisia
dei politici volgari, contro la falsità di personaggi in politica
solo per arricchirsi, contro quelli che lui definiva "lor
signori": gli oppressori dei diritti dei più deboli.
Da ex-democristiano e conoscitore
dell'ambiente di Piazza del Gesù, si levò qualche sassolino dalle
scarpe, risparmiando le frecciate più aspre a quelli che più
stimava tra gli ex-amici (Moro), e sferzando impietosamente gli altri
(Andreotti, al quale comunque riconosceva una malefica intelligenza,
e poi Fanfani, Donat Cattin...).
Gli si riconosceva la rara qualità di
conciliare una scrittura elegante, con uno stile sorvegliato ed un
lessico più che mai appropriato, con una chiarezza espositiva quasi
didascalica: Fortebraccio aveva ben presente che scriveva sul
giornale dei lavoratori, nel paese che stava vivendo il boom
economico del secondo dopoguerra, ma che ancora contava masse di
cittadini semianalfabeti.
È morto a Milano il 29 giugno del
1989 ed è sepolto nel Cimitero di S. Giorgio di Piano.
« Qui giace
Mario Melloni
(alias Fortebraccio)
che trascorse la vita
ad amare
Indro Montanelli
e non smise mai
di vergognarsene. » (Fortebraccio])
*Note biografiche tratte dal sito del Comune di S. Giorgio di Piano e, in parte , da wikipedia
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Inserito da redazione il Sab, 2009-06-20 04:50