Musica che accompagna feste di matrimonio, funerali o semplici episodi di vita quotidiana, il klezmer nasce all'interno delle comunità ebraiche dell'Europa orientale, in particolare delle comunità chassidiche.
Questa musica esprime sia felicità e gioia che sofferenza e malinconia, tipica della musica ebraica.
Lo strumento principale del mondo ebraico degli shtetl e dei ghetti è sicuramente il violino, ma nel klezmer acquisteranno crescente rilievo il clarinetto e gli ottoni, in particolare la tromba, gli strumenti percussivi, melodico percussivi come il cymbalon e altri strumenti come il cello, usato in funzione di bassetto portatile. Il Klezmer contribuirà non poco alla formazione del jazz, quando gli ebrei che erano stati perseguitati si trasferirono in molti nelle americhe. Nel mese di settembre di svolge annualmente ad Ancona il festival internazionale della musica Kletzmer" (*)
(*) Testo da wikipedia, libera enciclopedia online.
Per maggiori informazioni sul genere, segue altro testo più approfondito, di Moni Ovadia, tratto dal sito www.klezmer.it , insieme alla foto in alto
Introduzione alla musica Klezmer
di Moni Ovadia
La parola klezmer viene dalla fusione
di due parole ebraiche, kley e zemer, letteralmente strumento
musicale. La musica klezmer dunque, volendo definire sé
stessa, si definisce tautologicamente musica strumentale. Eppure
questa definizione un po' ingenua in una certa misura ci spiega la
ragione d'essere profonda di questa musica venuta da lontano, da
lontano nel tempo e nello spazio, che cionondimeno affascina e
commuove persone apparentemente ad essa estranee. In termini
sintetici, familiari ad un pubblico giovanile, il klezmer è
insieme una fusion music e una soul music.
Fusion music in quanto è musica
di sincretismo che fonde in sé strutture melodiche, ritmiche
ed espressive che provengono da differenti aree geografiche e
culturali; soul music perché esprime profondamente sentimenti
di un popolo, il suo travaglio, la sua estasi, la sua esistenza, la
sua fede.
Il klezmer si genera all'interno delle
comunità ebraiche dell'Europa orientale, in particolare delle
comunità khassidiche, ed è patrimonio e prerogativa di
musicisti che per scelta o costrizione sono in continuo movimento.
Le forme musicali presenti nel klezmer
provengono da un'area territoriale molto vasta che comprendeva:
l'Impero Austro-Ungarico, tutto l'Impero zarista fino a lambire
consistentemente l'Impero Ottomano, ragione per la quale si avvertono
influenze della musica greca e di quella turca.
Lo strumento emblematico del mondo
ebraico degli zhtetl e dei ghetti è sicuramente il violino, ma
nel klezmer acquisterà crescente rilievo il clarinetto
apportando un contributo centrale che marcherà il carattere
delle sonorità più tipiche. Ma svolgeranno un ruolo
importante anche gli ottoni, in particolare la tromba, gli strumenti
percussivi, melodico percussivi come il cymbalon e altri strumenti
come il cello, usato in funzione di bassetto portatile.
Il klezmer, in quanto musica
tradizionale, non nasce per ragioni meramente estetiche, ma con la
funzione di accompagnare eventi della vita delle comunità da
cui proviene. Quindi questa musica era intimamente legata alla vita
ebraica e al popolo dell'ebraismo est-europeo e veniva eseguita in
occasione di matrimoni, nascite e circoncisioni, maggiorità
religiose, feste e riti, segnava in generale il ritmo dell'esistenza
degli ebrei intrecciata con lo studio e la prassi della Torah. Legato
al destino della sua gente, il klezmer ha subito ogni sorta di
vessazione. Ha subito proibizioni, revoche delle proibizioni, revoche
delle revoche.
È stato in balia del ridicolo
furore di poteri locali laici e religiosi che ne chiedevano il
contingentamento, così che era lecito esibirsi in un trio ma
non in un quartetto e altre bizzarrie del genere.
Una musica dalla vita estremamente
travagliata ma che, nascendo dalla profondità dei sentimenti
della sua gente, è riuscita ad arrivare fino a noi integra e
vitale resistendo alle temperie delle migrazioni, prima la fuga
seguita alla dissoluzione dello Shetl (per accogliere una espressione
dello scrittore Joseph Roth), poi la massiccia emigrazione degli
ostjuden negli Stati Uniti dove questa musica ha conosciuto una nuova
stagione. Si è contaminata con il jazz e lo ha verosimilmente
influenzato nel periodo del suo formarsi come espressione artistica
originale.
La familiarità del klezmer con
l'improvvisazione ha evidentemente favorito questo incontro.
Musicisti ebrei di origine est e centro Europa come Benny Goodman e
George Gershwin hanno probabilmente e vissuto il klezmer in ambito
familiare.
La musica klezmer non cesserà
mai di esistere negli USA, ma vi conoscerà un declino negli
anni fra i ’30 e i ’60 a causa dell'ardente aspirazione della
prima generazione di ebrei "born in U.S.A." di integrarsi e
confondersi nella nuova patria. In seguito la sua inestinguibile
forza vitale troverà nei nipoti e nei pronipoti della
generazione dei maestri, nuovi profeti e il klezmer conoscerà
un impetuoso revival nord-americano negli anni ’70 e ’80, quindi
dilagherà in Europa, in particolare in Francia, Germania,
Olanda e da ultimo anche in Italia.
In Israele il mitico clarinettista
Giora Feidman sarà il mirabile e ineguagliato musicista-ponte
fra la grande tradizione del passato e il futuro ancora tutto da
scrivere. Ma qual'è identità intima di questa musica,
cosa la differenzia dalle espressioni musicali dell'est-Europa, verso
le quali ha debiti evidenti ed imprescindibili.
Il suo specifico è il filo rosso
del canto sinagogale, del nigun khassidico, la melodia paraliturgica,
creazione di geniali cantori su memorie antiche cha hanno ancora il
sapore di quel deserto dove l'uomo si smarrisce per incontrare il
divino. E questo filo è ineluttabilmente intessuto nelle fibre
dei suoni, così come nell'ordito che forma il tessuto di
quella musica.
I modi, lo stile, melismi, espressioni,
tensioni espressive dell'arte cantoriale sono ripresi e assimilati
nell'intenzione esecutiva ed espressiva dei klezmorin (i musicisti
klezmer). Lo sono tecnicamente, ma lo sono soprattutto
nell'interiorità, "nell'essere cantati", più
che nel cantare. I klezmorin provenivano spesso dal mondo della
sinagoga, che è insieme teatro e teatro d'opera ebraico, erano
stati khazanim, cantori, o meshorerim, aiuto-cantori.
Il klezmer, secolarizzandosi e
laicizzandosi, è in qualche misura "decaduto", ma
nel suo profondo mantiene i suoi geni di musica "povera"
proveniente da una cultura a lungo vessata e disprezzata, è
musica "sporca", mai salottiera, non è fatta per
essere commerciale, anche se lo scempio mercantile non l'ha
risparmiata.
I giovani che entusiasticamente vi si
avvicinano devono avere la consapevolezza che il popolo che ha
generato il klezmer ha vissuto un destino unico, è stato
sradicato dalla terra d'Europa, la sua terra, è stato
annientato e bruciato nel silenzio. Questo mondo e i suoi segni ci
parlano da un infinito dolore e pure riescono a trasmetterci vita e
gioia nel loro essere sospesi fra cielo e terra, fra il divino e la
sua assenza.
Chi sceglie di vivere con essi e di
esse non può prescindere dalle loro singolarità, deve
curarsi di non museificarli, né per converso di ucciderli con
la banalità delle kermesse festaiole.
(*) dal sito www.klezmer.it
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Inserito da redazione il Sab, 2008-05-10 16:05