Conferenza Nazionale cambiamenti
climatici : le conclusioni
Per le conclusioni della Conferenza
sul Clima sono stati elaborati due documenti finali. Un manifesto, il
"New deal per adattamento sostenibile e sicurezza ambientale"
e un elenco di 13 azioni per l'adattamento sostenibile.
La Conferenza sul Clima si conclude con
l’elaborazione di due documenti finali (diffusi dal sito www.qualenergia.it ). Il primo è il "New
deal per adattamento sostenibile e sicurezza ambientale",
l'altro elenca "Le prime 13 azioni per l'adattamento
sostenibile". Dagli incentivi al risanamento delle coste,
dall'attenzione all'agricoltura alla messa a punto del sistema di
allerta del nostro Paese, sono le azioni illustrate dal Ministro
dell'Ambiente che dovranno impegnare anche tutti i ministeri
competenti per una politica più ampia e coordinata.
* Il primo punto delle "buone
azioni" riguarda la necessità di avviare una vasta opera
di ricerca e conoscenza delle maggiori criticità connesse agli
effetti del cambiamento climatico. Allo scopo va preparato un
rapporto annuale sul monitoraggio dei cambiamenti climatici e dei
loro effetti sull'ambiente, sulla salute dei cittadini,
sull'economia.
* La seconda azione mira a confermare ed
espandere il sistema di incentivi per il risparmio energetico nel
settore residenziale; va avviato un programma di sostegno per la
bioedilizia, definendo normative che ne permettano lo sviluppo
concreto.
* Terzo obiettivo sta nell’impegno di
incentivare nuove forme di consumo compatibile con le esigenze
dell'adattamento climatico, a cominciare dalla promozione
dell'etichettatura idrica (consumo d’acqua) di beni e prodotti.
* Va infatti adeguata, come dice il
quarto punto, la gestione delle risorse idriche al cambiamento
climatico (azioni volontarie di risparmio di acqua per l'agricoltura
attraverso un patto con le organizzazioni agricole; evitare lo
sfruttamento delle falde in prossimità delle zone umide di
grande valore naturalistico; conservare l'acqua e distribuirla senza
sprechi).
* Legato al quarto punto c'è il
quinto: l'impatto dei cambiamenti climatici sull'agricoltura e la
necessità sostenere l'agricoltura di qualità e quella
biologica, incentivando colture tradizionali resistenti alla minore
disponibilità di acqua e sostenendo la coltivazione delle
foreste e la manutenzione del territorio.
* La messa in sicurezza delle coste
italiane è l’azione numero sei. Vanno adeguate le regole
urbanistiche sulla linea di costa, ripensate le infrastrutture
portuali, le reti di trasporti, la localizzazione di impianti di
produzione di energia in relazione alla variazione della linea di
costa; ripristinate le dune costiere e le zone umide.
* La messa in sicurezza delle aree a
maggior rischio idrogeologico che rischiano di subire sempre più
gli eventi estremi è al punto sette. A questo fine vanno
applicate norme di sicurezza per le costruzioni nelle zone di
espansione dei fiumi e nelle aree a rischio frana e valanga, vanno
riforestate le aree a bassa copertura vegetale con l'obiettivo di
mitigare gli effetti del riscaldamento climatico e di adattare il
territorio ai rischi indotti (difesa suolo, desertificazione).
* Serve poi un'azione di gestione
sostenibile delle risorse marine (punto otto), avviando meccanismi
per lo sviluppo della pesca sostenibile; serve un piano di recupero
dei fiumi, coordinando le azioni di salvaguardia dell'ecosistema e la
gestione della risorsa idrica.
* Sulla montagna (punto nove) bisognerà incoraggiare un turismo meno legato alle esigenze sciistiche e più consapevole del patrimonio naturalistico.
* Decima azione riguarda l’inserimento nelle strategie sanitarie dei possibili nuovi rischi collegati al clima, sia per quanto riguarda la localizzazione che il funzionamento delle strutture sanitarie.
* Undicesima azione: mettere a punto un sistema ancora più efficiente di “early warning” meteoclimatico nelle aree a maggior rischio di alluvioni e frane per intervenire preventivamente.
* Aumentare il livello di partecipazione
e di coinvolgimento dei cittadini nelle politiche di mitigazione e
adattamento ai cambiamenti climatici" e lanciare iniziative di
sensibilizzazione e partecipazione democratica con la realizzazione
di un "Climate Day" da effettuarsi nel giorno della
ratifica del Protocollo di Kyoto (16 febbraio). E’ il punto dodici.
* L'ultima azione riguarda l’obiettivo
di realizzare incentivazioni ambientali per il lavoro e le imprese
anche in relazione alle nuove norme della contabilità
ambientale.
- Il Manifesto della Conferenza ('New
deal per adattamento sostenibile e sicurezza ambientale'), che,
anch'esso conclude i lavori, è orientato a mettere in evidenza
la necessità di "sviluppare politiche concrete di
mitigazione dei cambiamenti climatici rispettando gli impegni assunti
e lavorando nelle opportune sedi internazionali per più
significative riduzioni dell'emissione di gas climalteranti, avviando
contestualmente iniziative concrete a favore del risparmio,
dell'efficienza energetica e dell'utilizzo di fonti rinnovabili
sostenibili".
Il manifesto chiede che venga attuato
il protocollo di Kyoto entro il 2012 e, nell'ambito della prossima
rinegoziazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni
climalteranti, procedere alle ulteriori riduzioni delle emissioni di
gas serra indicate dall'Unione Europea: il 20% al 2020, auspicando
che diventi del 30% e il 60% entro il 2050.
Il manifesto chiede che le misure di
mitigazione si coordinino con quelle di adattamento; queste vanno
integrate da subito nelle politiche settoriali di sviluppo economico,
nella legislazione e nei programmi di finanziamento delle grandi
opere.
Anche per queste ragioni va definitivo,
dice il manifesto, un "Piano nazionale di adattamento ai
cambiamenti climatici", che impegni l'intero governo, le
istituzioni locali e territoriali e le parti sociali. Un Piano che
dovrà essere legato e integrato con l'avvio o la concreta
implementazione dei due piani previsti dalle due grandi Convenzioni
internazionali: il Piano nazionale per la biodiversità, con
particolare riferimento al ripristino ecologico e alla
deframmentazione e il Piano nazionale di lotta alla siccità e
alla desertificazione.
Alfonso Pecoraro Scanio avrebbe già quantificato un fondo per la lotta contro i cambiamenti climatici. La richiesta al Ministro dell’Economia, Padoa-Schioppa sembra essere di 500 milioni di euro annuali.
Ma è chiaro che per affrontare problemi di tale portata più che un fondo è necessaria un’azione costante di governo, che nel suo complesso abbia sempre come parametro essenziale, il territorio e la riduzione delle emissioni di gas serra. Ogni "distrazione" a riguardo non porterebbe che a un fallimento degli obiettivi messi in luce dalla Conferenza nazionale.
LB
Fonte: Agenzia Dire
14 settembre 2007
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Inserito da redazione il Mer, 2007-09-26 06:57