"Nucleare e carbon sequestration
assorbono molte più risorse per la ricerca rispetto alle
rinnovabili dal potenziale gigantesco". Editoriale pubblicato sul sito www.qualenergia.it , insieme ad altri articoli che illustrano e commentano i molteplici aspetti delle scelte in campo energetico, in Italia e nel mondo.
"A fronte della necessità di
drastiche riduzioni delle emissioni climalteranti nei prossimi
decenni il mondo cerca tecnologie e politiche efficaci. A parte
l’aumento dell’efficienza energetica, soluzione su cui tutti
concordano, tre opzioni si contendono attenzione e finanziamenti.
Innanzitutto il nucleare, che forti
interessi cercano di riportare alla ribalta dopo un paio di decenni
di difficoltà. Molti dei problemi iniziali rimangono e
bisognerà aspettare una ventina di anni per verificare costi e
affidabilità dei reattori di quarta generazione. E intanto i
prezzi dell’uranio vanno alle stelle, con aumenti di quasi 20 volte
dal 2001. Peraltro, l’incidente alla centrale nucleare giapponese
di Kashiwazaki causato da un terremoto di magnitudo 6,8 nella scala
Richter raffredda gli entusiasmi di coloro che puntano su di un
rilancio dell’ipotesi atomica e preoccupa un’opinione pubblica
alla quale non si è ancora potuto spiegare, dopo 40 anni, come
verranno smaltite le scorie radioattive.
La seconda opzione, cara in particolare ai produttori di petrolio e di carbone, è data dal sequestro sotterraneo dell’anidride carbonica. Per queste industrie la praticabilità della rimozione del carbonio è questione di sopravvivenza. Anche in questo caso non sono esclusi rischi sanitari importanti e non si conoscono i costi reali delle operazioni di cattura e isolamento.
Per entrambe le opzioni, il nucleare e
la “carbon sequestration”, è giusto che venga accelerata
l’attività di ricerca in modo da valutarne efficacia e
costi.
Detto ciò, rimane la terza soluzione, quella dello sviluppo su larga scala delle fonti rinnovabili che sembra la più promettente e che non presenta controindicazioni di carattere ambientale tali da sbarrarne la crescita.
Ma se analizziamo la destinazione delle attività di ricerca dei Paesi industrializzati ci accorgiamo che il nucleare assorbe finanziamenti 5 volte superiori rispetto alle energie verdi. E non ci si deve stupire se il sequestro dell’anidride carbonica sta attraendo crescenti risorse.
Insomma non vorremmo che le fonti
rinnovabili vedessero rallentata la diffusione per un’attenzione
troppo modesta in termini di ricerca e innovazione rispetto al
gigantesco potenziale che rappresentano."
Gianni Silvestrini
18 luglio 2007
Scritto in Economia e Societàinvia ad un amico | letto 1950 volte
Inserito da redazione il Mer, 2007-07-18 14:44